Il 5 ottobre 2018 si è riunita la Commissione per l’attribuzione dei premi “Giuseppe Torre” per elaborati critici sul Tribunale per la ex Jugoslavia.

Dopo ampia discussione, la Commissione, all’unanimità, decide di non assegnare il primo premio e di attribuire il secondo premio ex aequo ai lavori di
Stefan Karganović "ICTY and Srebrenica" [Il TPIY e Srebrenica]
e
Jovan Milojevich "When justice fails: Re-raising the Question of Ethnic Bias at the International Tribunal for the Former Yugoslavia (ICTY) [Quando la giustizia fallisce: riprendendo la questione del pregiudizio etnico al Tribunale penale Internazionale sulla ex Jugoslavia (TPIY)].

La decisione di attribuire il secondo premio - nella misura integrale di 3.000 euro per ciascuno dei due vincitori - è motivata dal carattere estremamente settoriale di entrambi i  lavori.

In particolare, il lavoro di Stefan Karganovic svolge critiche serrate e ben argomentate sulle modalità con cui l’ICTY ha assunto e valutato le prove, testimoniali e altre, con riferimento ad alcuni episodi nel quadro delle gravi e controverse vicende di Srebrenica. L’autore considera non rispondenti agli standard del giusto processo negli Stati di diritto i metodi seguiti, e ciò in definitiva sulla base di pregiudiziali impostazioni politiche con serie conseguenze su vari profili delle decisioni raggiunte: perfino nell’attribuzione di responsabilità penali a soggetti diversi dagli asseriti o presunti esecutori materiali dell’asserito crimine. Molto sensibile il discorso sulle prove non adeguate per l’attribuzione dell’intento genocida (dolus specialis) in alcune decisioni dell’ICTY nel campo esaminato dall’autore.

Il lavoro di Jovan Milojevich costituisce un interessante e ben elaborato esame del pregiudizio antiserbo (e in subordine anticroato-bosniaco) nelle decisioni dell’ICTY: in relazione alla nazionalità dei condannati o delle vittime dei crimini asseriti. Il tutto supportato da adeguate tabelle statistiche e sulla base di argomentazioni finemente condotte e sorrette dall’esplicita convinzione che esiti siffatti fossero corrispondenti ad una presa di posizione politica pregiudiziale, per cui nella vicenda jugoslava i Serbi fossero stati gli aggressori.

 

Rispetto al saggio presentato da Tiphanie Dickson “On the Poverty, Rise and Demise of International Criminal Law” [Sulla povertà, la vigenza e l'abbandono del Diritto Internazionale], la Commissione ritiene che esso non rientri nelle tematiche del bando. Dato il suo interesse sotto il profilo generale nel quadro del diritto internazionale penale, la Commissione ne propone comunque la pubblicazione.

 

La Commissione giudicatrice:

Aldo Bernardini

Jeannie Toschi Marazzani Visconti

Chiara Vitucci

 

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