Jugoinfo

* MACEDONIA: UE, SOLANA CHIEDE TEMPI STRETTI VARO RIFORME
Sempre piu' intense le pressioni per la riforma costituzionale in
Macedonia, riforma che deve mettere le premesse per la divisione del
paese in zone etnicamente distinte
* MACEDONIA: UE INSODDISFATTA, SLITTA CONFERENZA DONATORI
Il ritardo nella ratifica della riforma costituzionale e' severamente
condannato dagli europei
* MACEDONIA: UE, LE ROI NUOVO RAPPRESENTANTE EUROPEO
* MACEDONIA: KUMANOVO, PROFUGHI AGGREDISCONO OSSERVATORI UE
Europei ed UCK impediscono ai macedoni di ritornare nelle loro
abitazioni, la gente e' inferocita
* MACEDONIA:ROBERTSON E SOLANA A SKOPJE, RIPARTE PROCESSO PACE
Pressioni al piu' alto livello da NATO ed UE per la attuazione della
riforma-capestro in Macedonia
* MACEDONIA: GOVERNO DENUNCIA,GUERRIGLIERI UCK STANNO TORNANDO
Dal Kosovo, la NATO sguinzaglia nuovamente i terroristi pan-albanesi
contro la Macedonia, troppo restia a ratificare la riforma
costituzionale

---

> http://www.ansa.it/balcani/macedonia/macedonia.shtml

MACEDONIA: UE, SOLANA CHIEDE TEMPI STRETTI VARO RIFORME

(ANSA) - VENEZIA, 6 OTT - La necessita' di stringere i tempi per il varo
delle riforme costituzionali da parte del Parlamento di Skopje e' stata
sottolineata oggi dall'Alto rappresentante per la Politica estera e di
sicurezza dell'Ue, Javier Solana, in occasione della sua partecipazione
al convegno sui Balcani, organizzato a Venezia dall'Aspen Institute
Italia. Solana ha ricordato che il termine di 45 giorni fissato in
precedenza per il varo delle riforme costituzionali - parte integrante
dell' accordo per il cessate il fuoco raggiunto con la guerriglia
albanese - e' gia' scaduto. ''Il dibattito parlamentare e' in corso e
non si annuncia facile'', ha detto il 'ministro degli Esteri' dell'Ue al
ritorno da una missione compiuta a Skopje insieme al commissario per le
Relazioni esterne dell' Ue, Chris Patten. Solana ha quindi espresso
l'auspicio che l' iter parlamentare delle necessarie riforme
costituzionali venga completato entro una o due settimane. (ANSA).
TI/ARS 06/10/2001 16:24

MACEDONIA: UE INSODDISFATTA, SLITTA CONFERENZA DONATORI

(ANSA) - LUSSEMBURGO, 8 OTT - Non avra' luogo la Conferenza dei donatori
per la Macedonia che avrebbe dovuto svolgersi il 15 ottobre: i ministri
degli esteri dell'Ue, insoddisfatti per ''gli insufficienti progressi''
nell'applicazione dell'accordo quadro di pace del 13 agosto fra slavi ed
albanesi, hanno infatti deciso di far slittare a data intedeterminata la
riunione. Una bozza della dichiarazione sui Balcani in via di
approvazione fra i capi delle diplomazie dei Quindici sottolinea che la
''completa e leale attuazione'' dell'accordo e' ''la sola garanzia di un
ritorno alla pace ed alla stabilita' nel paese'': in assenza di questo,
''il processo di avvicinamento della Macedonia all'Ue sarebbe
compromesso''. I ministri lanciano un appello al Parlamento macedone
perche' approvi in tempi rapidi ''tutte le disposizioni costituzionali''
concordate dai partiti e sollecitano il governo di Skopje a ''prendere
le misure necessarie per trovare una soluzione efficace al problema
dell'amnistia dei ribelli''. Dalla riunione odierna potrebbe inoltre
scaturire il nome del successore dell'ex-ministro della difesa Francois
Leotard quale rappresentante permanente dell'Ue in Macedonia. E'
probabile che si tratti di un altro francese.(ANSA). MY
08/10/2001 16:09

MACEDONIA: UE, LE ROI NUOVO RAPPRESENTANTE EUROPEO

(ANSA) - BRUXELLES, 12 OTT - E' il francese Claude Le Roi, 48 anni, il
nuovo rappresentante Ue in Macedonia. Lo ha annunciato questo
pomeriggio a Bruxelles l'alto rappresentante europeo Javier Solana. Le
Roi, solo candidato in lizza, sostituisce un altro francese,
l'ex-ministro centrista Francois Leotard, nominato il 10 giugno scorso,
che ha accompagnato negli ultimi mesi la trattativa fra i partiti slavi
e albanesi della Macedonia, che ha portato alla firma di un accordo di
pace il 13 agosto. Le Roi, alto funzionario, ex-prefetto ed attuale
membro della corte dei conti francese, era da un anno coordinatore
nazionale del patto di stabilita' per i Balcani al ministero degli
esteri di Parigi. (ANSA). CEF
12/10/2001 17:10

MACEDONIA: KUMANOVO, PROFUGHI AGGREDISCONO OSSERVATORI UE

(ANSA) - SKOPJE, 17 OTT - Un gruppo di profughi macedoni che attendeva
oggi di poter far visita alle proprie case nel villaggio settentrionale
di Matejce, ha aggredito un nucleo di osservatori della missione
dell'Unione europea (Uem) che aveva sconsigliato il viaggio per motivi
di sicurezza. L'incidente e' accaduto nella citta' di Kumanovo (nella
Macedonia settentrionale) dove il convoglio si era radunato. La polizia
e' dovuta intervenire per trarre in salvo gli osservatori chiusi nella
loro auto che era stata circondata dai manifestanti. La tensione e'
molto alta a Kumanovo dove una delegazione di profughi e' stata ricevuta
dal sindaco della citta', mentre altri bloccano la zona del centro.
Matejce e' uno dei villaggi rimasti per molti mesi sotto il controllo
della guerriglia albanese, ufficialmente disciolta lo scorso 27
settembre. Fonti informate hanno detto che l'Uem ha sconsigliato ai
profughi di raggiungere le proprie case dopo aver ricevuto
''segnalazioni'' sulla presenza di uomini armati all'interno del
villaggio. (ANSA) BLL*COR
17/10/2001 12:26

MACEDONIA:ROBERTSON E SOLANA A SKOPJE, RIPARTE PROCESSO PACE

(ANSA) - SKOPJE, 18 OTT - Si rimette in moto il processo di pace in
Macedonia dopo la visita compiuta oggi a Skopje dal segretario generale
della Nato, George Robertson, e dall'Alto rappresentante per la politica
estera e la sicurezza dell'Unione europea, Javier Solana. Il presidente
della repubblica, Boris Trajkovski, ha promesso ai due rappresentanti
della comunita' internazionale che da lunedi' riprenderanno i lavori
parlamentari che dovrebbero concludersi entro venerdi' con la ratifica
della riforma costituzionale contenuta nel piano di pace. Trajkovski ha
confermato anche l'applicazione dell'amnistia per i guerriglieri
albanesi che hanno deposto le armi entro il 27 settembre, ma ha respinto
la richiesta di estenderla anche ai circa 150 detenuti albanesi
rinchiusi nelle prigioni macedoni con l'accusa di ''terrorismo'' cosi'
come preteso dall'ex Uck. Solana e Roberston, che hanno avuto colloqui
con i leader di tutti i partiti politici, hanno a loro volta garantito
che i deputati dei partiti albanesi torneranno a prendere parte ai
lavori parlamentari. Questi sono infatti bloccati anche per
l'ostruzionismo degli albanesi che chiedono una votazione in blocco di
tutti i 15 emendamenti di riforma, mentre i partiti macedoni vogliono un
voto articolo per articolo. Non e' tuttavia chiaro al momento in che
modo avverra' la votazione. Secondo fonti informate nella capitale
macedone, Robertson e Solana hanno messo in chiaro che la comunita'
internazionale non esercita nessuna pressione sulle decisioni del
parlamento, anche se il consistente pacchetto di aiuti finanziari atteso
da Skopje resta vincolato all'approvazione dell'accordo di pace. (ANSA)
BLL
18/10/2001 20:29

MACEDONIA: GOVERNO DENUNCIA,GUERRIGLIERI UCK STANNO TORNANDO

(ANSA) - SKOPJE, 19 OTT - Il portavoce del governo macedone, Gjorgji
Trendafilov, ha denunciato oggi che ''almeno 500'' guerriglieri albanesi
dell'ormai disciolto Uck sono rientrati dal Kosovo in Macedonia,
occupando alcune zone a Shar Planina, catena montuosa nella zona
nord-occidentale del paese. Trenadilov ha aggiunto che ''in queste
condizioni'' il ritorno delle forze di sicurezza macedoni nelle aree
della crisi (il cui inizio e' previsto per la prossima settimana),
dovra' avvenire in maggiori condizioni di sicurezza e quindi con un
armamento adeguato. L'accordo di pace prevede invece che la polizia
debba essere munita solo di armi leggere. Nei giorni scorsi osservatori
dell'Unione Europea avevano segnalato la presenza di una cinquantina di
uomini armati nel villaggio settentrionale di Matejce, una delle
roccaforti dell'Uck che si e' ufficialmente disciolto lo scorso 27
settembre. Gli osservatori avevano tuttavia ammesso di non disporre di
''conferme dirette''. Le voci su un ritorno dei guerriglieri (finora
smentito dagli ex comandanti dell'Uck) coincide con i ritardi con cui
procede l'applicazione del piano di pace da parte del parlamento di
Skopje che secondo l'accordo avrebbe gia' dovuto ratificare la riforme
costituzionali concordate con gli albanesi sin dallo scorso 30
settembre. Ieri il capo dello Stato, Boris Trajkovski, ha assicurato al
segretario generale della Nato George Robertson e all'Alto
rappresentante per la politica estera e la sicurezza dell'Unione
europea, che il parlamento votera' la riforma entro la fine della
prossima settimana. (ANSA). BLL
19/10/2001 17:25

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*** Dal Comitato jugoslavo per la liberazione di Milosevic:
MEETING INTERNAZIONALE A BELGRADO, 20 E 21 OTTOBRE 2001
*** Dal Comitato russo per la liberazione di Milosevic:
UNA DICHIARAZIONE DI ALEXANDER ZINOVYEV
*** Dagli Stati Uniti d'America: DICHIARAZIONE DI R. DITTMANN,
FISICO, PRESIDENTE DELLA FED. USA DEI DOCENTI E DEGLI SCIENZIATI,
RAPPRESENTANTE ALL'ONU DELLA FED. MONDIALE DEI LAVORATORI
DELLA SCIENZA


==

Data: 20/10/2001 00:45
Da: "Vladimir Krsljanin"

Oggetto: Freedom for Slobodan Milosevic as Moral, Political and
Legal Imperative

SLOBO DA FREEDOM ASSOCIATION

YUGOSLAV COMMITTEE
To Free Slobodan Milosevic

ICDSM announces meeting in Belgrade, on October 21-22, 2001

In these decisive days for the peace in the world and for the future of
mankind, Slobodan Milosevic, leader of Serb nation, who opposed
American money&war machinery, which for 150 years terrorizes the world
and finishes now its imperial conquest in shame - with killing the
fellow Americans, man who opposed KLA - European Talibans who with open
American support burn the Balkans - gate to Middle East&Caspian oil
(and about whose essence Americans are still ignorant because they are
not allowed to know), that man is abducted and detained in the Hague to
be put on show trial by those who were in cold blood killing Serbian
children and destroying his fatherland. No matter that he is without
support of his own state, whose American installed puppet government
delivered him for bribery, aware of essential support of Serb people
which suffers under NATO occupation and aware of the increasing threat
against freedom of all nations, Slobodan Milosevic stands firmly,
bravely and defiantly against his Soros paid �judges�, �prosecutors�
and �quasidefense�.

Lets gather in Belgrade and express our solidarity with Slobodan
Milosevic and with all Yugoslav and Serb patriots who despite
sufferings still stand for eternal ideals of liberty, peace and
independence. Lets present our arguments for their freedom and lets
discuss how to abolish the illegal "International Criminal Tribunal for
Former Yugoslavia (ICTY)" in the Hague.


On the initiative of the International Committee to Defend Slobodan
Milosevic (ICDSM), Yugoslav Committee to Free Slobodan Milosevic
("Freedom" Association) hosts the Working Meeting of ICDSM
representatives with representatives of respective National Committees
and other prominent experts and activists (invited from Australia,
Belarus, Britain, Bulgaria, Canada, China, Cuba, Czech Republic,
France, Germany, Greece, Hungary, India, Iraq, Italy, the Netherlands,
Palestine, Portugal, Romania, Russian Federation, Ukraine, USA,
Vietnam, Zimbabwe and Yugoslavia) and the

I n t e r n a t i o n a l C o n f e r e n c e

Freedom for Slobodan Milosevic as Moral, Political and Legal Imperative

The conference will be held in Belgrade, October 21-22, 2001.

Representatives of all Yugoslav patriotic parties, organizations and
institutions will also take part. The conference will work in opening
and closing plenaries and three working sessions devoted to three
aspects of our struggle: A) ethics and international policy; B)
international and national law and human rights; C) international
activism. A joint declaration is expected to be adopted.

To join or help this struggle, visit:
http://www.sps.org.yu/ (official SPS website)
http://www.belgrade-forum.org/ (forum for the world of equals)
http://www.icdsm.org/ (the international committee to defend Slobodan
Milosevic)
http://www.jutarnje.co.yu/ ('morning news' the only Serbian newspaper
advocating liberation)


==

Data: 20/10/2001 01:56
Da: "Vladimir Krsljanin"
Oggetto: FREEDOM FOR MILOSEVIC: Alexander Zinovyev (Russia)

Russian Social Committee for the defense of Slobodan Milosevic


STATEMENT


In the center of the attention of the World today is the
struggle against terrorism. However, this phenomenon cannot be
considered connected to the terrorist acts in the USA only, without
taking in consideration the circumstances of growing terrorism in the
Balkans. In Kosovo in 1998-1999 there was no violation of the rights of
the national minorities in the way western politicians and media
have presented. The World has faced the aggressive armed separatism
that chose terror as its main weapon.

The Albanian terrorist army - KLA, having got in 1998 a wide
support from the USA and its allies, participated in the NATO
aggression against Yugoslavia. At the same time, KLA was having direct
links with the international terrorist network. Osama Bin Laden has
been in 1998 in Albania. The American representative R. Hollbrooke was
informed about that.

The tragic events in Bosnia, Kosovo, Chechnya, Macedonia, New
York - are all links in the same chain. The terrorist acts there have
been organized by the very same forces.

At the very source of these events are the USA, that have
trained, financed and armed the international terrorist network and
gave it its political and military support. Now, when the Americans are
calling the World to unite in the struggle against terror, they should
be looking for the roots of this phenomenon in their own house first -
in Washington.

On the other side, President Slobodan Milosevic has fought
namely against terrorism defending the people of his country, including
the Albanians as well. Nevertheless, the open support of the West to
Albanian terrorism, the demonization of Serbia and of Slobodan
Milosevic, have brought to the defeat of antiterrorist forces in the
FRY and to turmoils in Macedonia.

The World community, considering the circumstances, should
reconsider its own assessments on the events in Yugoslavia.

We call upon the Parliaments and Governments of the member-countries of
the United Nations Security Council with the appeal that the so-called
International Criminal Tribunal for Former Yugoslavia (ICTY), founded
in violation of the UN Charter, stops its activities. That so-called
tribunal is in fact defending Albanian extremists who have committed
monstrous crimes in Kosovo. ICTY has not presented not even one charge
against Kosovo Albanians who have committed crimes against humanity.

We demand for a halt of the persecution of President
Milosevic and his fellow-fighters who fought against terrorism, for
safeguarding the integrity of the country in full accordance with the
FRY Constitution.

Slobodan Milosevic, who has been at the forefront of the
resistance to terrorism in the Balkans, must be freed immediately.

A. A. Zinovyev

Chairman

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==

Data: 20/10/2001 02:00
Da: "Vladimir Krsljanin"

Oggetto: FREEDOM FOR MILOSEVIC: Roger Dittmann (USA)


STATEMENT


In the U.S. we currently simultaneously hear both appeals to war and
retribution and appeals to law and justice. The slogan, "No justice, no
peace", contains wisdom and merit. Unfortunately, it is a human
tendency to take sides in a conflict to the detriment of principles.
One should support principles instead of taking sides. Generally there
are principled people deserving support on all sides.

Fortunately, however, basic consensus principles of jurisprudence are
widely, if not universally recognized, to wit:

1) Law depends primarily upon voluntary compliance.

2) Voluntary compliance is enhanced if law is perceived as legitimate
and just, i.e.,

a) It was democratically formulated;

b) It is universally applicable;

c) It is uniformly enforced: This is largely achieved through
separation of powers, and checks and balances, including:

i) An independent judiciary,

ii) An independent prosecutor,

iii) "Grand jury" and "Bill of Rights" type protections against
politically motivated or malicious prosecution;

iv) Due process guarantees, including a prohibition against ex post
facto laws.


The Rome Statute Treaty for the International Criminal Court [ICC] was
carefully crafted by the representatives of the world's nations in a
conference of plenipotentiaries with full, deliberate participation of
NGO's. The ICC honors these basic principles of jurisprudence.


{In addition, aggression will be defined as an international crime [by
the ICC Assembly of State Parties that will serve as an international
parliament for the definition of the elements of international criminal
law] for the first time in human history. The era of "rules of
engagement" according to which wars [which previously remained legal]
are supposed to be conducted,
hopefully will soon be past once the ICC Treaty is ratified.}


The International Criminal Tribunals [ICT] essentially violate all of
these principles. They lack legitimacy. The Nuremburg Principles of
individual responsibility and culpability and international treaties,
like the Geneva Accords, are to be applauded, but they should be
uniformly enforced by an
independent prosecutor and a legitimate court with due process
guarantees.


The imposition of "might makes right", or "victors' justice" may be
tolerated by brute force, but it won't be respected or honored, and
inevitably engenders resentment and opposition instead of voluntary
compliance.


Milosevic, and other defendants before the illegitimate ICT's, should
be immediately released.



October 15, 2001

Roger Dittmann
Professor of Physics Emeritus
California State University, Fullerton
President, US Federation of Scholars and Scientists
UN Representative of the World Federation of Scientific Workers

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SESSANTA ANNI FA:
LO STERMINIO DELLE "SUMARICE" A KRAGUJEVAC

> http://digilander.iol.it/convogliogiorgiana/kragujevac1941.html

In un solo giorno 7300 morti nella citt� martire. � l'autunno del 1941.
Pochi mesi dopo la dissoluzione del regno di Jugoslavia, la penisola
balcanica � insorta contro l'occupante nazifascista. Alla rivolta
partigiana i tedeschi rispondono facendo strage della popolazione
civile.

---

Il seguente articolo e' tratto da "Storia Illustrata"
del gennaio 1979

STERMINIO NAZISTA IN SERBIA

In un solo giorno 7300 morti nella citt� martire. � l'autunno del 1941.
Pochi mesi dopo la dissoluzione del regno di Jugoslavia, la penisola
balcanica � insorta contro l'occupante nazifascista. Alla rivolta
partigiana i tedeschi rispondono facendo strage della popolazione
civile.

di ANTONIO PITAMITZ

Il 20 ottobre 1941, sei mesi dopo l'invasione tedesca della Jugoslavia,
nei due Ginnasi di Kragujevac (leggi Kragujevaz), la citt� serba posta
nel centro della regione della �umadija, le lezioni iniziano alle 8.30,
come di consueto. Sono in programma quel giorno la sintassi della
lingua serbocroata, matematica, la poesia di Goethe, la fisica. In una
classe, un professore croato, un profugo fuggito dal regime fascista
instaurato in Croazia da Ante Pavelic, sottolinea il valore della
libert�. Poco lontano, un altro spiega l'opera di un poeta serbo del
romanticismo risorgimentale. La mente rivolta alle secolari lotte
sostenute dai serbi per la loro indipendenza e a quella presente che
cresce irresistibilmente, anch'egli parla di libert�. La voce calma e
profonda che illustra i versi del poeta: "La libert� � un nettare che
inebria / Io la bevvi perch� avevo sete" , ne nasconde a fatica la
tensione, che aleggia anche nell'aula, che grava su tutti, sulla
cittadina, sui suoi abitanti, e che l'eco strozzata di fucilerie
lontane da alcuni giorni alimenta.


Dal 13 ottobre 1941 Kragujevac e la sua regione sono teatro di una
vasta azione di rappresaglia, che i tedeschi stanno conducendo con
spietata decisione contemporaneamente anche nel resto della Serbia. La
ferocia di cui essi in quei giorni danno prova ha una ragione specifica
contingente. La rapida vittoria dell'Asse ha dissolto uno Stato, il
regno dei Karadjeordjevic, ma non ha prostrato i popoli della
Jugoslavia. L'illusione tedesca di una comoda permanenza in quella
terra � stata presto delusa. Sin dai primi giorni dell'occupazione, i
tedeschi hanno avuto filo da torcere. La guerra, che anche in �umadija
i resistenti fanno, � senza quartiere. Sabotaggi sensazionali e
diversioni in grande stile si registrano sin dal mese di maggio. Linee
telefoniche e telegrafiche vengono tagliate, ponti e strade ferrate
saltano. Il movimento di resistenza cresce cos� rapidamente, ben presto
� cos� ampio che i tedeschi e le truppe collaborazioniste del quisling
serbo Milan Nedic abbandonano il presidio dei villaggi. Gli invasori si
sentono troppo esposti, isolati, preferiscono arroccarsi in citt�. La
lotta contro i patrioti la organizzano dai centri urbani, e la
conducono secondo il metro nazista che misura in tutti gli slavi una
razza inferiore, da sterminare. La traduzione pratica di questo
principio � all'altezza della fama che si guadagnano. A Belgrado, una
moto incendiata della Wehrmacht vale la vita di 122 serbi. Solo nella
capitale, in sette mesi fucilano 4700 ostaggi.




Incredibilmente, gli hitleriani ritengono di poter coprire con la
propaganda questo pugno di ferro che calano sul paese. Le
argomentazioni che diffondono sono quelle care alla "dottrina"
nazifascista dell'Ordine Nuovo Europeo. Ai contadini serbi dicono di
averli salvati dagli ebrei e dai capitalisti, e promettono anche di
salvarli dal bolscevismo semita, che sta per essere sicuramente
sconfitto sul fronte orientale.


L'itinerario di questa vittoria, a Kragujevac pu� essere seguito sulla
grande carta geografica che campeggia nel centro della citt�. Una croce
uncinata segna la progressione delle forze dell'Asse in direzione di
Mosca. Per�, come altrove, nemmeno a Kragujevac terrore, repressione,
lusinghe, denaro fatto circolare per corrompere, valgono a indebolire
il sostegno alla lotta partigiana, a ridurne il seguito. A dare
contorni netti alla situazione, le risposte alla propaganda tedesca non
mancano. La carta geografica dell'Asse viene bruciata in pieno giorno.
Il fuoco divora anche una delle fabbriche militari della citt�. Un
treno di quaranta vagoni viene distrutto sulla linea Kragujevac-
Kraljevo, provocando la morte di cinquanta tedeschi. Da vincitori e
occupanti, i tedeschi si trovano nella condizione di assediati.


� Kragujevac, citt� da sempre ribelle, che prende il suo nome da
kraguj, dal rapace grifone che popolava i sui boschi, che alimenta la
Resistenza della zona. � questa citt� di antiche tradizioni nazionali e
socialiste che guida la lotta della �umadija, il cuore della Serbia.
Gli operai comunisti che costituiscono il nerbo delle formazioni
partigiane vengono dal suo arsenale militare. Dalle sue case dai cento
nascondigli, che hanno gi� ingannato turchi e austroungarici, escono le
armi, le munizioni, il materiale sanitario, i libri che donne, bambini
e ragazzi portano quotidianamente ai combattenti del bosco.


Per contenere la sua iniziativa, per fronteggiare questa lotta di
bande, che � lotta di popolo e che sconvolge gli schemi bellici dei
signori nazisti della guerra, gi� alla fine dell'agosto 1941 Kragujevac
conta la guarnigione tedesca pi� forte di tutta la Serbia centrale. Ma
i due battaglioni e i mezzi corazzati di cui i tedeschi dispongono non
sono sufficienti ad arrestare lo slancio delle tre compagnie partigiane
che operano fuori della citt�. N� tantomeno la Gestapo � in grado di
bloccare i gruppi clandestini che si annidano dentro. La loro azione
anzi si fa sempre pi� audace, punta sul risultato militare, ma ricerca
anche l'effetto psicologico. Per i partigiani, importante � non
soltanto colpire il nemico, ma aiutare anche i serbi oppressi a
sperare, a vivere. Una notte d'agosto, cento metri di ferrovia vengono
fatti saltare in citt�, proprio sotto il naso dei tedeschi.


� una sfida, che ha sapore di beffa. In questa situazione, la rabbia e
il desiderio di vendetta dei tedeschi crescono quotidianamente. Quando
nel settembre 1941, la ribellione guadagna tutta la Serbia, e
conseguentemente mette radici ancora pi� profonde in �umadija, il
generale Boehme, comandante delle forze tedesche nel Paese, considera
che la misura � colma. Il prestigio dei suoi soldati deve essere
risollevato, una dura lezione deve essere somministrata ai serbi. Una
spietata repressione, da condurre senza esitazione, � decisa. A rendere
pi� chiara la direttiva che passa ai subalterni, e che precisa
la "filosofia" del comando tedesco, Boehme ricorda che "una vita umana
non vale nulla", e che perci� per intimidire bisogna ricorrere a
una "crudelt� senza eguali". A met� settembre i tedeschi passano
all'azione. La macchina si mette in moto.


Per un mese la Serbia centrale � trasformata in un campo di sterminio.
A decine villaggi grandi e piccoli sono bruciati, spesso, come a Novo
Mesto o a Debrc, con dentro gli abitanti. I serbi muoiono a migliaia,
uccisi, massacrati. A �abac, il 26 settembre, sono 3000 gli uomini dai
14 ai 70 anni che rimangono vittime della razzia tedesca. Cinquecento
muoiono durante una marcia fatta fare al passo di corsa per 46
chilometri. Gli altri sono fucilati. Una sorte analoga hanno, il 10
ottobre, a Valjevo, 2200 ostaggi: finiscono al muro. "Pagano" 10
tedeschi uccisi e 24 feriti. Cinque giorni dopo, il 15, � "sentenziata"
la punizione di Kraljevo, un'altra citt� che resiste. I plotoni di
esecuzione lavorano per cinque giorni, le vittime sono 5000. Sembra
impossibile immaginare una strage ancora pi� grande. Eppure,
l'allucinante escalation non ha toccato la sua punta di massimo orrore.
Lo far� a Kragujevac, e nel suo circondario. La "spedizione punitiva"
comincia il 13 ottobre. Quel giorno, nel quartiere operaio di
Kragujevac, i tedeschi prendono 30 uomini. Per 3 giorni se li
trascinano dietro nella puntata che fanno contro il paese vicino,
Gornji Milanovac. Affamati, percossi, costretti a rimuovere tronchi
d'albero e a tirare fuori dal fango carri armati, adoperati come scudo
contro i partigiani, sono testimoni della sorte del piccolo paese di
pastori. Vivono un'agonia che ha fine solo con il grande massacro, nel
quale scompaiono anche i 132 ostaggi di Gornji Milanovac. In quanto al
paese, anche questo viene bruciato. I tedeschi saldano cos� un vecchio
conto che avevano in sospeso. Anche per questa impresa per� devono
pagare uno scotto. Trentasei uomini vengono messi fuori combattimento
dai partigiani, che attaccano senza sosta.


Di fronte a questo "smacco" la logica tedesca della ritorsione non
tarda a scattare. Sar� Kragujevac a pagare, con la vita di 100
cittadini ogni tedesco morto, e con quella di 50 ogni tedesco ferito.
Duemilatrecento persone sono condannate a morte.


La rappresaglia punta per primo sui "nemici storici" del Reich:
comunisti e ebrei. Gli ebrei maschi, e un certo numero di comunisti, 66
persone in tutto, vengono arrestati sulla base delle liste che i
collaborazionisti forniscono. Ma questo non basta. Il giorno
successivo, il 19 ottobre, una massiccia operazione ha luogo
nell'immediata periferia della citt�. Tre paesi, posti nel giro di tre
chilometri, sono travolti della furia tedesca. Gro�nica, Meckovac,
Mar�ic bruciano, 423 uomini muoiono. A Meckovac, donne e bambini sono
costretti ad assistere all'esecuzione. Lo stesso macabro rituale �
imposto a Gro�nica, dove si distinguono i Volontari Anticomunisti di
Dimitrjie Ljotic. Il paese quel giorno celebra la festa del patrono. I
fascisti serbi strappano il pope dell'altare con il vangelo ancora in
mano, i fedeli vanno a morire stringendo i pani benedetti della
comunione ortodossa. Vengono falciati tutti l� vicino, con le
mitragliatrici. Cos�, intorno a Kragujevac si � fatto un cerchio di
morte. La prova generale � compiuta. Ora si passa al "grande massacro".


L'azione inizia la mattina del 20 ottobre. Alle prime luci dell'alba,
gli accessi a Kragujevac vengono bloccati. Mitragliatrici sono postate
nei punti nevralgici. Nessuno pu� pi� uscire dalla citt�, nessuno pu�
pi� entrarvi. Chi, ignorando il dispositivo, si avvicina, viene ucciso.
� quanto accade a uno zingaro, che arriva dalla campagna, a un vecchio
che in citt� muove verso il mercato. Agli ordini del maggiore Koenig,
tedeschi e collaborazionisti aprono la caccia all'uomo. Nessuno sfugge,
nessuno � "dimenticato". Il gruppo di operai che lavora tranquillamente
a un torrente, i tre popi di una chiesa, che sperano di trovare la
salvezza dietro le icone. I razziatori entrano a stanare ovunque. Gli
impiegati sono portati fuori dal municipio; giudici, scrivani,
pubblico, dal tribunale. Dalle abitazioni vengono tratti anche gli
ammalati. Un barbiere � prelevato dal negozio insieme al suo cliente,
che con altri disgraziati marcia verso il suo destino, una guancia
insaponata, l'altra no.


Alle dieci i tedeschi irrompono anche nei due ginnasi. L'apparizione di
quelle uniformi verdi armate di fucili e parabellum, infrange la
normalit� forzata che da tre giorni nelle due scuole vige. Il barone
Bischofhausen, il comandante tedesco della piazza, il 17 ha minacciato
presidi, professori e genitori di severe sanzioni se i ragazzi non
frequentavano la scuola. Lo ha fatto ripetere anche per le vie della
citt�, a suon di tamburo, dal banditore pubblico. Li vuole tutti in
aula, sempre. L'ufficiale tedesco, che da civile � insegnante, combatte
l'assenteismo degli studenti non certo perch� mosso da passione
pedagogica. Chiedendo che proprio per quel giorno 20 tutti siano
presenti, egli fa apparire di voler esercitare un controllo; che per�
si trasforma in una trappola. In realt�, egli non dimentica che i
ginnasiali di Kragujevac hanno manifestato sin dai primi giorni la pi�
violenta opposizione all'occupante. Un giovane � finito impiccato dopo
uno scontro con la polizia. Il barone sa pure che anche in quelle aule
la Resistenza attinge, per alimentare i suoi "gruppi d'azione", i suoi
propagandisti e sabotatori.


L'ispezione annunciata per quel giorno � arrivata. I registri chiesti
dal barone sono pronti. Arrivando quella mattina a scuola, i ragazzi
hanno cancellato i loro nomi dall'elenco. Precauzione inutile. Non c'�
appello. I tedeschi entrano direttamente nelle aule, e rastrellano.
Hinaus, fuori tutti quelli dai 16 anni in su. Anche il ragazzo invalido
che si trascina con la stampella, per il quale invano una professoressa
intercede. Anche la classe che il professore di tedesco tenta di
salvare. Ai soldati che si affacciano, il professore dice, per
rabbonirli, che stanno facendo lezione di tedesco. Mente. E mente una
seconda volta quando gli chiedono quanti anni hanno i suoi ragazzi.
Quindici dice. I tedeschi, convinti, fanno per andarsene. Ma in quel
momento un alunno si alza dall'ultimo banco. � lo spilungone della
classe. I tedeschi, dalla soglia si girano, capiscono, e sbattono fuori
tutti.


I ginnasiali raggiungono le file dei razziati, i professori in testa.
Con loro, ci sono anche Mile Novakovic, insegnante di chimica, celibe,
e Djordje Stefanov, di letteratura croata, anche lui rifugiato in
Serbia con la moglie e le due figlie per sfuggire ai fascisti della
Croazia. Quel giorno i due professori non hanno lezione. Ma quando
hanno visto che in citt� i tedeschi rastrellavano, certi che la scuola
non sarebbe stata risparmiata, sono venuti lo stesso, per essere
insieme ai loro ragazzi. Li vogliono seguire fino in fondo. Andranno
insieme a loro alla fucilazione. Del corpo insegnante, solo le donne
non sono razziate. Dalle finestre della scuola vedono sfilare i
professori e gli alunni, e "cento berretti levarsi in segno di
saluto" . I ragazzi credono ancora che torneranno.


Pochi sono i fortunati che riescono a filtrare tra le maglie di quella
immensa rete gettata sulla citt�. Chi vi riesce, va a unirsi ai
partigiani. Avr� sicuramente qualcuno da vendicare. Gli altri, a
migliaia, ingrossano le colonne che tutto il giorno scorrono per
Kragujevac dirette ai luoghi di raccolta. I razziati sono quasi 10.000,
su meno di 30.000 abitanti che conta la citt�. I tedeschi non hanno
tralasciato nemmeno il carcere. Ultimi ad arrivare, quei detenuti sono,
con comunisti ed ebrei, i primi ad essere fucilati.


Dai luoghi dove sono concentrati in attesa di conoscere la loro sorte,
la sera di quel 20 ottobre i prigionieri sentono le prime scariche di
fucileria. � l'avvio della grande carneficina. Contando sulla sorpresa,
e sulla iniziale "distrazione" dei fucilatori, alcuni dei condannati
riescono a salvarsi. Qualcuno fugge appena messo in riga. Altri, come
Zivotjin Jovanovic, alla scarica si getta a terra anche se non �
colpito, poi balza e corre. Viene ricatturato a un posto di blocco.
Tenta di nuovo la fuga, e il suo guardiano gli spara a bruciapelo. Gli
sfiora l'inguine. Poi dopo avergli dato il colpo di grazia nella spalla
invece che in testa, lo lascia a terra credendolo morto. L'uomo
striscia tutta la notte a palmo a palmo finch� arriva alla casa di un
amico. � soccorso, si crede in salvo. Arrivano i fascisti serbi, che lo
riprendono. Dopo averlo picchiato decidono che, essendo ormai in fin di
vita, tanto vale lasciarlo morire. Ma l'uomo non muore.


Altri ancora devono la vita alla fortuna, alla professione, al sangue
freddo che riescono ad avere anche in un tale frangente. A mano a mano
che inquadrano i gruppi per condurli alla fucilazione, i tedeschi fanno
la selezione. Alcuni criteri non sono molto chiari. Risparmiano, per
esempio, gli elettricisti, gli idraulici, i panettieri. Altri lo sono
di pi�. Ai loro collaboratori fascisti concedono di tirare fuori i loro
amici e parenti. In questo mercato i fascisti serbi sono generosi.
Arrivano a offrire dei ragazzi di 10/12 anni in cambio dei loro
protetti. Viene risparmiato anche chi � cittadino di un paese alleato
dell'Asse. O che lo faccia credere. Escono romeni, ungheresi. Un
dalmata si dichiara italiano. Forse lo � davvero, forse � solo un
croato acculturato italiano, bilingue. Ma riesce a salvarsi, e a
salvare il ragazzo che gli � accanto, affermando alla guardia, con la
sua "autorit�" di "alleato", che non ha ancora 16 anni. Un serbo,
invece, mostra un certificato bulgaro qualunque, rilasciato dalle
truppe di Sofia che occupano il suo Paese di origine, e viene messo da
parte.


Non fa nulla invece per salvarsi Jovan Kalafatic, professore,
insegnante di religione, che invece potrebbe. Tutti sanno che � un
fascista convinto. A scuola sospettano anche che sia un delatore, che
alcuni professori progressisti siano finiti in galera per opera sua.
Basterebbe che dica chi �. Kalafatic invece tace. Tace anche quando
passano i fascisti serbi per la "loro" selezione. Forse, nelle lunghe
ore della tragedia passate con il suo popolo, deve aver capito la vera
natura dell'Ordine Nuovo nel quale crede. Va, volontariamente, alla
fucilazione con gli altri. Vanno volontari anche due vecchi genitori
che non vogliono abbandonare i figli. Alla fucilazione vanno, divisi in
due gruppi, anche i 300 studenti ginnasiali e i loro professori. Alla
testa di un gruppo vi � il preside del ginnasio. L'altro gruppo marcia
verso la morte in fila indiana, le mani sulle spalle, come dovessero
danzare il kolo, la danza nazionale serba. Poi, cantano. Intonano "Hej
Slaveni!", l'inno antico e comune a tutti gli slavi. Cadono cantando.


Il massacro dura a lungo. Su un fronte di morte lungo oltre dieci
chilometri, fuori della citt� le armi crepitano fino alle 14 del giorno
21 ottobre. Settemilatrecento uomini di Kragujevac dai 16 ai 60 anni
cadono divisi in 33 gruppi. Dovevano essere 2300. I tedeschi hanno pi�
che triplicato il "coefficiente dichiarato" di rappresaglia. I graziati
sono circa 3000. Molti di questi sopravvissuti rientreranno a piangere
un morto. Kragujevac onora la memoria dei suoi fucilati il sabato
successivo al massacro. Il rito ortodosso per il quale il sabato � il
giorno dei morti, vuole anche che per ogni morto sia accesa una candela
gialla e per ogni candela, cui si accompagna un pane che � da benedire
con il vino santo, il pope reciti la parola dei defunti. I sacerdoti
rimasti a Kragujevac sono solo due. Altri sette sono stati fucilati. Ma
il rito deve essere compiuto. Mentre le donne piantano le candele,
presentano i pani, gridano il nome del defunto, i due preti cantano
l'antica preghiera della liturgia veteroslava. Dandosi il cambio
pregano per ventiquattro ore, dalle sette alle sette.


Inutilmente i nazisti tentano poi di nascondere la verit� sulla strage,
alterando registri, imbrogliando le cifre, esumando e cremando
cadaveri. Kragujevac ha fatto il "suo" appello. � la prova che Zivotjin
Jovanovic, l'uomo sopravvissuto tre volte, porta ai giudici di
Norimberga: "...Quell'ottobre del 1941 a Kragujevac furono esposte piů
di settemila bandiere nere... nella chiesa vennero presentati e
benedetti in un giorno pi� di settemila pani... E furono accese
settemila e trecento candele...".

---

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FIABA CRUENTA

(Desanka Maksimovic)


Avvenne in un paese di contadini
nella Balcania montuosa:
una compagnia di alunni
in un giorno solo mor�
di morte gloriosa.

Avevano tutti la stessa et�,
scorrevano uguali per tutti
i giorni di scuola, andavano alle cerimonie in compagnia,
li vaccinavano tutti
contro la stessa malattia.
Morirono tutti in una giornata sola.

Avvenne in un paese di contadini
nella Balcania montuosa:
una compagnia di alunni
in un solo giorno mor�
di morte gloriosa.

Cinquantacinque minuti
prima che la morte se li portasse via
sedevano sui banchi di scuola
i ragazzi della piccola compagnia,
e con lo stesso compito assillante;
andando a piedi, quanto
impiega un viandante
e cos� via.

Erano pieni delle stesse cifre
i loro pensieri,
e nei quaderni, dentro la cartella,

giacevano assurdi innumerevoli
i cinque e gli zeri

Stringevano in saccoccia con ardore
una manciata di comuni sogni,
di comuni segreti
patriottici e d'amore.
E ognuno, lieto della propria aurora,
credeva di poter correre molto
tanto ancora
sotto l'azzurro tetto rotondo
fino a risolvere
tutti i compiti di questo mondo.

Avvenne in un paese di contadini
nella Balcania montuosa:
una compagnia di alunni
in un giorno solo mor�
di morte gloriosa.

File intere di ragazzi
Si presero per mano
e, dall'ultima ora di scuola,
si avviarono alla fucilazione
calmi, col cuore forte,
come se nulla fosse la morte.
File intere di compagni
salirono nella stessa ora
verso l'eterna dimora.



(La poesia si ispira ad uno dei pi� terribili
massacri compiuti dagli occupatori nazisti nel
corso della seconda guerra mondiale.
Nei giorni dal 21 al 23 ottobre 1941, a Kragujevac,
in Serbia, i Tedeschi fucilarono oltre 7000
persone, fra cui numerosi alunni delle scuole
di quella citt�. Insieme ai loro alunni, andarono
alla morte anche alcuni insegnanti, che non avevano
voluto abbandonare i loro ragazzi in quel terribile
momento.
La strage di Kragujevac viene rievocata ogni anno
nel Parco della Rimembranza a Kragujevac con una
manifestazione a cui partecipano poeti e
artisti di tutte le regioni della Jugoslavia.)


---


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