Indice:

1. ITALIA: VERSO L'INSABBIAMENTO DEL PROCESSO-DJUKANOVIC
La competenza trasferita da Bari a Genova (ANSA 5/11/2002)
2. INCARCERATO DIRETTORE DI GIORNALE IN MONTENEGRO
Il suo giornale aveva rivelato dettagli del contrabbando di sigarette,
chiamando in causa il presidente Djukanovic. Nel frattempo, altri
organi di stampa difendono "a spada tratta" il Presidente ed i
contrabbandieri (ANSA 18 e 20/11/2002)
3. PRESIDENZIALI MONTENEGRINE
Djukanovic preferisce la poltrona di premier; le opposizioni non hanno
altre chances che il boicottaggio (ANSA 15 e 19/11/2002)

4. RETROSPETTIVA: L´ANTIMAFIA SUI TRAFFICI FRA IL 1990 E IL 2000
Contrabbando, indagato il presidente del Montenegro. La Dda di Bari:
Djukanovic non ha l´immunità (La Stampa 30/5/2002)
5. RETROSPETTIVA: ALL'ESTERO TUTTI I SOLDI DI DJUKANOVIC
Centinaia di mazzette con contrassegno diplomatico versate in Svizzera
e a Cipro (Barisera 30/5/2002)
6. RETROSPETTIVA: I TRAFFICI TRA LE DUE SPONDE NEGLI ANNI NOVANTA
(Gazzetta del Mezzogiorno 30/5/2002)

Si veda anche, tra la vecchia documentazione:

* Con Kostunica e Djindjic il Montenegro se ne va
> http://groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/message/602

* Le milizie personali di Djukanovic addestrate dalle forze speciali
britanniche
> http://groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/message/393

* Emil Vlajki sulla secessione del Montenegro e l'assassinio di Zugic
* Djukanovic: "L'indipendenza e' piu' vicina che mai"
* Importanti link per documentarsi
> http://groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/message/316

* UNA NUOVA PEDINA NEL "MONOPOLI" GLOBALE: IL MONTENEGRO
(Coordinamento Romano per la Jugoslavia, primavera 2000)
> http://groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/message/208


NOTA:
I dispacci ANSA di seguito citati sono reperibili alla URL:
http://www.ansa.it/balcani/jugoslavia/jugoslavia.shtml


=== 1 ===


VERSO L'INSABBIAMENTO DEL PROCESSO-DJUKANOVIC
La competenza trasferita da Bari a Genova


CONTRABBANDO:TRIBUNALE,DDA BARI NON POTEVA INDAGARE 'CUPOLA'
(ANSA) - BARI, 5 NOV - E' stato trasferito da Bari a Genova il
processo 'stralcio' a carico di quasi tutti i 28 presunti aderenti
alla 'cupola' mafiosa dedita al contrabbando internazionale di
sigarette e al riciclaggio del danaro in Svizzera avviato nel '96 dal
sostituto procuratore inquirente della Dda di Bari Giuseppe Scelsi. Lo
hanno deciso nel pomeriggio i giudici della prima sezione penale del
Tribunale di Bari accogliendo le eccezioni sollevate dal legale di uno
degli imputati a cui si erano associati tutti gli altri difensori. Il
procedimento trasferito e' a carico di presunti appartenenti all'
associazione mafiosa che dal '94 al 2000 - secondo l' accusa -
avrebbe trafficato 250 tonnellate al mese di sigarette tra il
Montenegro e la Puglia, riciclando il danaro in istituti di credito e
agenzie di cambio svizzere. I giudici - che hanno criticato ''la
singolarita' stilistica del pm'' in relazione alla formulazione dei
capi d' imputazione - hanno disposto l' invio di tutti gli atti del
processo per associazione mafiosa alla Dda di Genova ritenendo questa
procura competente per territorio ad indagare sui fatti oggetto dell'
inchiesta della procura antimafia di Bari. Per altri fatti
assolutamente marginali e' stato disposto l' invio degli atti (il
furto di una barca) alla procura di Ancona e la prosecuzione del
dibattimento a Bari per un tentativo di rapina a mano armata. In due
altri distinti stralci del procedimento sono a giudizio i presunti
boss Francesco Prudentino, di 54 anni, di Ostuni (Brindisi), e Gerardo
Cuomo, di 56, di Gragnano (Napoli), ritenuti dall' accusa tra i capi
del sodalizio mafioso. Il primo imputato e' a giudizio dinanzi alla
Corte d' assise di Bari, l' altro viene giudicato con rito abbreviato
dal gup. (SEGUE). KLP 05/11/2002 17:36

CONTRABBANDO:TRIBUNALE,DDA BARI NON POTEVA INDAGARE 'CUPOLA'(2)
(ANSA) - BARI, 5 NOV - Al momento non e' possibile escludere (anche se
il pm Scelsi ritiene questa ipotesi ''non probabile'') che anche i
processi a carico di Cuomo e Prudentino, e quelli relativi a presunti
aderenti e fiancheggiatori del sodalizio mafioso, possano essere
trasferiti a Genova per competenza territoriale. La richiesta di
trasferire gli atti alla procura ligure era stava avanzata il 24
settembre scorso dall' avv.Luca Sirotti del foro di Bologna, difensore
di Alfred Bossert, di 67 anni, di Mendrisio (Svizzera). Il legale
eccepi' l' incompetenza territoriale della Dda di Bari affermando che
la prima procura ad avviare indagini sul sodalizio criminale era stata
(il 31 luglio del '96, due giorni prima della procura di Bari) la Dda
di Genova che - a dire del difensore - procedeva nei confronti delle
stesse persone per il reato di associazione per delinquere. La Dda
di Bari, invece, ipotizzando il reato di associazione mafiosa -
spiego' Sirotti - si fece inviare dalla procura di Genova e da altre
procure italiane tutti gli atti delle indagini che erano in corso. Il
Tribunale, con una lunga ordinanza emessa dopo ore di Camera di
consiglio, ha dato ragione al legale secondo il quale, il fatto che la
Dda di Bari avesse ipotizzato un reato piu' grave rispetto a quello
iscritto dalla procura di Genova non poteva essere sufficiente a
giustificare la competenza territoriale dato che i magistrati baresi
indagavano ''sugli stessi fatti su cui aveva avviato le indagini
la procura genovese''.(ANSA). KLP 05/11/2002 18:17


=== 2 ===


INCARCERATO DIRETTORE DI GIORNALE IN MONTENEGRO
Il suo giornale aveva rivelato dettagli del contrabbando di sigarette,
chiamando in causa il presidente Djukanovic. Nel frattempo, altri
organi di stampa difendono "a spada tratta" il Presidente ed i
contrabbandieri


MONTENEGRO: DIRETTORE GIORNALE CONDANNATO A UN MESE CARCERE
(ANSA) - BELGRADO, 20 NOV - Il direttore del quotidiano montenegrino
Dan, Vladislav Asanin, e' stato condannato dall'Alta corte di
Podgorica a un mese di reclusione per aver ripubblicato alcuni
articoli del giornale croato Nacional sul traffico di sigarette fra le
due sponde dell'Adriatico. Asanin era stato chiamato in causa dal
controverso imprenditore Stanko 'Cane' Subotic, indicato in quegli
articoli come una delle figure chiave del contrabbando di tabacco.
Gli articoli di Nacional chiamavano in causa anche la leadership
montenegrina e lo stesso presidente Milo Djukanovic. Una prima
sentenza di un tribunale ordinario contro Asanin, il 29 agosto del
2001, era stata sospesa. L'Associazione dei giornalisti montenegrini
ha protestato contro la decisione dell'Alta corte, che ha anche
respinto l'istanza dei difensori di Asanin per un processo d'appello.
(ANSA). OT 20/11/2002 12:26

MONTENEGRO: GIORNALE ATTACCA AMBASCIATORE GB
(ANSA) - BELGRADO, 18 NOV - Il quotidiano montenegrino 'Publika',
considerato vicino al Partito socialdemocratico (Dps) del presidente
Milo Djukanovic, ha pubblicato nell'edizione domenicale un attacco
ineditamente duro nei confronti dell'ambasciatore britannico in
Jugoslavia Charles Crawford, accusato di ''voler abolire lo stato del
Montenegro''. Secondo il giornale, Crowford ''si comporta come
l'attuale leader dei partiti nazionalisti serbi'': 'Publika' ritiene
che per l'ambasciatore britannico ''la parola genocidio non
rappresenti un problema, mentre il traffico illegale di sigarette e'
qualcosa di imperdonabile, anche se il Montenegro ha usato il denaro
cosi' ottenuto per preservare la repubblica dalla distruzione generale
e assicurare la sopravvivenza della popolazione''. (ANSA). OT
18/11/2002 13:05


=== 3 ===


PRESIDENZIALI MONTENEGRINE
Djukanovic preferisce la poltrona di premier; le opposizioni non hanno
altre chances che il boicottaggio


MONTENEGRO: ELEZIONI, RISCHIO FALLIMENTO PER BOICOTTAGGIO
(ANSA) - BELGRADO, 19 NOV - Le elezioni presidenziali montenegrine, in
programma il 22 dicembre, corrono il rischio di fallimento per
mancanza di quorum a causa del boicottaggio preannunciato dalle
opposizioni che fanno capo al Partito socialista montenegrino (Snp),
sostiene la stampa locale. La legge elettorale della piccola
repubblica prevede un quorum minimo del 50% piu' uno di votanti al
primo turno ed e' ambigua sull'eventuale ballottaggio. A diminuire
l'interesse per la consultazione, nonostante l'alta partecipazione al
voto finora registrata nel Montenegro, e' secondo i giornali anche
l'assenza dalla competizione dell'attuale presidente Milo Djukanovic,
che ha optato per la poltrona di premier. (ANSA).
OT 19/11/2002 12:56

MONTENEGRO: ELEZIONI, OPPOSIZIONI VOGLIONO CANDIDARE LEKIC
(ANSA) - BELGRADO, 15 NOV - Alcuni piccoli partiti di opposizione
montenegrini hanno chiesto all'ambasciatore jugoslavo in Italia
Miodrag Lekic di candidarsi alle elezioni presidenziali del 22
dicembre come rappresentante delle forze antigovernative. Il Partito
nazionale serbo e il Partito del popolo, due formazioni confluite
nella coalizione di opposizione 'Insieme per il cambiamento', hanno
invitato l'ambasciatore a questo passo. Lekic ha risposto di non
avere ancora deciso. Il Partito socialista montenegrino (Snp), la
maggiore forza di 'Insieme per il cambiamento', si e' detto comunque
contrario all'iniziativa, optando per il boicottaggio. Da Budva
intanto i dirigenti locali del Partito socialdemocratico (Sdp) del
presidente Milo Djukanovic hanno proposto la candidatura del numero
due del Sdp, Svetozar Marovic. Djukanovic, che ha scelto di non
candidarsi
per assumere invece la carica di premier, non si e'ancora pronunciato
sul suo successore, ma i suoi collaboratori avevano indicato nei
giorni scorsi che la scelta potrebbe cadere su una persona al di
fuori dei partiti. (ANSA). OT 15/11/2002 14:13


=== 4 ===


http://www.osservatoriomonopoli.it/News/News_010602_Montenegro2.htm

La Stampa 30/5/2002

L´ANTIMAFIA SUI TRAFFICI FRA IL 1990 E IL 2000

Contrabbando, indagato il presidente del Montenegro

La Dda di Bari: Djukanovic non ha l´immunità

BARI - Sospettato da anni di avere garantito copertura ai mafiosi e ai
contrabbandieri stabilendo con loro rapporti di affari, il presidente
del Montenegro, Milo Djukanovic, finisce nuovamente in un´inchiesta
giudiziaria. La direzione distrettuale antimafia di Bari lo ha
iscritto nel registro degli indagati per associazione mafiosa
finalizzata al traffico internazionale di sigarette di contrabbando.
Lo considera addirittura il capo dell´organizzazione che fino al 2000
ha gestito il contrabbando in Europa. Prima di procedere nei suoi
confronti, il pubblico ministero Giuseppe Scelsi si è rivolto al
ministero degli esteri chiedendo formalmente se il presidente del
Montenegro goda di immunità. Risposta negativa. Non c´è alcuna
conferma su altri eventuali provvedimenti giudiziari mentre
l´iniziativa della magistratura ha scatenato la reazione delle
autorità montenegrine. «Si tratta di speculazioni che appaiono ogni
volta che si vogliono discreditare le politiche del Montenegro e la
persona del presidente» dice Vinka Jovovic, portavoce del governo.
«Djukanovic non è mai stato coinvolto in qualunque tipo di attività
illegale». Il nome di Djukanovic però ricorre da anni nelle inchieste
della magistratura pugliese. Nel ´99 la procura di Brindisi indagò su
di lui e sul suo ministro degli esteri Branko Perovic quanto
sull´allora leader serbo Slobodan Milosevic con la moglie Mira Perovic
[sic]. L´inchiesta sul groviglio di affari delle multinazionali del
tabacco (alleate, secondo gli investigatori, con capi di Stato e
consulenti finanziari), portò in carcere 28 persone mettendo in
primo piano il Montenegro, per alcuni anni residenza protetta e
agiata dei latitanti pugliesi. Sfuggì alla cattura Francesco
Prudentino, contrabbandiere di Ostuni (Brindisi) rifugiato proprio in
Montenegro e poi arrestato in Grecia, in un supermercato di Salonicco,
il 22 dicembre del 2000. Prudentino è uno dei personaggi invischiati
nell´inchiesta «Cnra-Gora», il cui processo con una ottantina di
imputati si sta celebrando a Bari. «Crna-Gora» sta, in serbo-croato,
per Montenegro, il che lascia comprendere come l´inchiesta avesse già
in partenza - e non solo sullo sfondo - il ruolo delle autorità
montenegrine.
Secondo i rapporti investigativi e le indagini che hanno interessato
le procure di Bari, Lecce e Milano e la procura nazionale antimafia,
il presidente Djukanovic avrebbe riciclato i proventi di attività
illecite e del contrabbando attraverso un gruppo di società legate
alla «Dulwich» di Cipro, cui spettava il compito di acquistare le
sigarette e di distribuirle sui circuiti contrabbandieri
internazionali riciclandone i proventi in una serie di banche di
fiducia. Uno dei testimoni chiave è Srencko Kestner, 46 anni,
imprenditore arrestato nel novembre scorso al confine di Chiasso.
Kestner, che avrebbe gestito il traffico di sigarette fra Albania,
Kosovo, Bosnia e Serbia insieme con Vladimir Bokan, concessionario dei
tabacchi ucciso un anno fa, è uno degli accusatori del presidente
Montenegrino. Secondo il suo racconto, a Djukanovic i malavitosi
italiani versavano tre milioni di dollari al mese in cambio di
copertura. Nella rete ricostruita dall´inchiesta del contrabbando
figurano Franco Della Torre, 59 anni, titolare di una licenza del
Montenegro grazie alla quale importa sigarette da Rotterdam. Della
Torre, residente in Svizzera, viene considerato lo snodo fondamentale
dell´organizzazione. Un gradino più sotto, i sub concessionari come
il napoletano Gerardo Cuomo, il francese Patrick Monnier.
Nient´affatto marginale il ruolo di Francesco Prudentino, considerato
assai vicino a Djukanovic e ascoltato dai magistrati proprio nei
giorni scorsi. Ora il pm Scelsi, secondo cui Djukanovic era socio
della «Montenegro Tobacco Transit» e di qui trafficava in
tutt´Europa, dà la caccia al patrimonio del presidente montenegrino.
Sulle tracce del «tesoro», ha firmato rogatorie per ottenere
informazioni da Svizzera, Cipro e alcuni Paesi europei.

Tonio Attino


=== 5 ===


http://www.osservatoriomonopoli.it/News/News_010602_Montenegro3.htm

Centinaia di mazzette con contrassegno diplomatico versate in Svizzera
e a Cipro

All'estero tutti i soldi di Djukanovic

Barisera 30 maggio 2002 - S.Im.

BARI - Contrassegni diplomatici su ogni mazzetta di denaro, di
proprietà del Presidente della Repubblica montenegrina Milo Djukanovic
che veniva regolarmente versata in conti bancari aperti in Svizzera e
nell'isola di Cipro, nel Mediterraneo orientale. E' per questo che già
da tempo il magistrato inquirente Giuseppe Scelsi, della Direzione
Distrettuale Antimafia di Bari ha fatto richiesta di rogatoria sia
alle autorità elvetiche e a quelle cipriote. Il pm barese intende
infatti verificare il movimento bancario facente capo al capo di Stato
montenegrino, al fine di dimostrare che i capitali confluiti
all'estero sono provento dell'attività criminale di cui si ritiene
abbia fatto parte.
L'organizzazione mafiosa che per anni ha gestito il vastissimo
traffico internazionale di sigarette poteva contare proprio
dell'appoggio di Djukanovic. Il Presidente della Repubblica, infatti,
faceva in modo che ogni carico di sigarette, sia in entrata che in
uscita dal Montenegro fosse regolarmente scortato da compiacenti
rappresentanti delle forze dell'ordine locali. Una circostanza che
tutto sommato non desta stupore, se solo si pensa che nel 1997 fu
arrestato a Bari il capo della polizia montenegrina Vaso Baosic,
accusato proprio di collusioni con le organizzazioni criminali
pugliesi. L'alto funzionario della polizia locale fu successivamente
processato e patteggiò la condanna a due anni di reclusione per
associazione per delinquere di stampo mafioso. L'inchiesta della
Direzione Distrettuale Antimafia di Bari è ancora in corso. Non si
esclude che nel registro degli indagati, oltre a Djukanovic, siano
stati inseriti anche i nomi di suoi strettissimi collaboratori che lo
hanno appoggiato ed affiancato nel corso della sua presunta
partecipazione all'attività criminale facente capo a personaggi di
spicco come Francesco Prudentino e Gerardo Cuomo.
Le indagini relative all'avviso di garanzia al capo di Stato
montenegrino riguardano infatti l'inchiesta denominata "Crna Gora",
che il 5 novembre del 1999 portò all'emissione di ben 49 ordinanze di
custodia cautelare nei confronti di altrettanti presunti componenti
dell'organizzazione criminale. Successivamente il pm Antimafia
Giuseppe Scelsi chiese il rinvio a giudizio di 84 persone.
Il nome di Djukanovic, per le Procure pugliesi, non è nuovo. Sin nel
1997 di lui parlò il pentito salentino Benedetto Stano, nel corso del
processo a carico di Giovanni De Tommasi. In quell'occasione parlò di
veri e propri rapporti d'affari con Francesco Prudentino e il capo di
Stato montenegrino, al quale, in un'occasione di festa, Stano regalò
anche un orologio Rolex.
In Procura a Bari, la parola d'ordine di oggi è "top secret". Il
sostituto Antimafia Scelsi è "irraggiungibile" in tutti i sensi ed il
Procuratore della Repubblica Emilio Marzano, così come il coordinatore
della Dda di Bari Giovanni Colangelo hanno scelto di trincerarsi
dietro il massimo silenzio.
"La Procura non ha nulla da dire in merito", hanno detto fuori dai
denti, lasciando tutti i giornalisti assetati di notizie ed
aggiornamenti. Resta comunque confermato che Djukanovic non gode di
alcuna immunità diplomatica. E per questo la sua posizione potrebbe
ulteriormente aggravarsi.


=== 6 ===


http://www.osservatoriomonopoli.it/News/News_010602_Montenegro1.htm

I traffici fra le due sponde negli Anni '90

Gazzetta del Mezzogiorno 30 maggio 2002
GAETANO CAMPIONE

Soci in affari senza scrupoli, discutibili compagni di scuola,
amicizie pericolose. La vita spericolata di «Britva» (coltello a
serramanico) - come gli amici chiamano Milo Djukanovic - ha sempre
lasciato spazio alle ambigiuità e alle illazioni.
Se Francesco Prudentino, il re pugliese del contrabbando racconta di
aver donato 500mila marchi tedeschi per la costruzione di un
acquedotto; Stanko Subotic ha scucito 17,5 milioni di dollari per
regalare, il giorno del compleanno, un lussuoso jet «Cessna Citation
X». Il sogno di Djukanovic, 40 anni, dal 1997 presidente della piccola
Repubblica costiera, è quello di trasformare il Montenegro nella
Svizzera dell'Adriatico. Vuole rilanciare l'economia attraverso i
casinò, le esenzioni fiscali, gli alberghi a 5 stelle, gli aiuti agli
imprenditori stranieri. La strada potrebbe portare addirittura in
Europa.
Nel '96 la Piovra del malaffare punta gli occhi sul Paese, 620mila
abitanti e 20mila alberi di ulivo. Qui si rifugiano i latitanti
italiani legati a mafia, camorra e sacra corona unita. Le autorità
chiudono un occhio, poi tutti e due. E il Montenegro diventa la
Tortuga dell'Adriatico. Ogni notte partono 20 scafi blu carichi di
sigarette verso la Puglia, i depositi della ditta statale Zeta Trans,
zeppi di «bionde» sono sorvegliati da soldati armati. E il Montenegro
ottiene 50mila delle vecchie lire per ogni cartone (500 pacchetti di
sigarette) custodito.
Djukanovic entra in politica alla fine degli anni '80 nei vertici
della Gioventù comunista fondata a suo tempo da Josip Broz Tito.
Con le proteste anti-regime del 1996-97, «Britva» alza il tiro
criticando Milosevic e candidandosi poi, vittoriosamente, come
alternativa al regime.
L'impero del malaffare, però, prolifica. La comunità tricolore conta
un migliaio di affiliati tra ricercati, contrabbandieri, scafisti e
fiancheggiatori.
La Finanza recupera addirittura un volantino, distribuito in
Montenegro, vero e proprio codice comportamentale distribuito per non
avere fastidi:
non fare rumore nei condomini, non ubriacarsi, non attaccare briga.
Il volume d'affari del contrabbando aumenta vertiginosamente. In
Puglia scatta l'«Operazione Primavera», l'Italia protesta, chiede la
consegna dei latitanti. Da Podgorica nicchiano. Gerardo Cuomo, uno dei
quattro uomini d'oro delle sigarette, riesce a far scarcerare
Costantino Sarno, boss della camorra arrestato dalla polizia
montenegrina. È lui che tratta, che decide chi far consegnare alle
autorità italiane e chi no, diventando una specie di garante di
Podgorica.
Nel 1999 scoppia la guerra. Djukanovic decide di lasciare aperte le
porte all'Occidente, adotta il marco tedesco come valuta nazionale,
sancendo la separazione di fatto dalla Serbia. Alla Nato serve. Il
business delle sigarette continua e «saltano» il capo della polizia di
Bar, Vaso Baosic arrestato in Italia, il ministro degli Esteri, Branko
Perovic, dimessosi.
Colto in contropiede dalla vittoria dell'opposizione democratica serba
nelle elezioni presidenziali e federali (che rovesciano Milosevic),
Djukanovic boicotta la consultazione, si trova tagliato fuori dalle
nuove istituzioni federali e prosegue verso la piena indipendenza:
finché le pressioni internazionali (soprattutto dell'Unione europea)
lo costringono a una sostanziale marcia indietro e a un accordo su una
futura unione con la Serbia, magari «leggera» e temporanea.
In questi giorni Djukanovic è alle prese con una pesante crisi di
governo dovuta proprio all'accordo sottoscritto il 14 marzo fra
Belgrado e Podgorica: lo spettro delle sigarette ritorna quindi in un
momento poco opportuno per la sua credibilità interna e
internazionale. L'apposita commissione d'inchiesta parlamentare
montenegrina è ancora al lavoro.