(Per le puntate precedenti, si veda:
http://www.egroups.com/message/crj-mailinglist/164?&start=145
http://www.egroups.com/message/crj-mailinglist/178?&start=175 )

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BALKAN-IZZATI
di A. Lattanzio

Sulla questione delle organizzazioni come REDS e il CIPB vorrei fare
alcune
precisazioni sul loro carettere "trotzkista". Gli ispiratori di questi
gruppi sono collegati, in effetti, con organizzazioni trotzkiste quali,
ad
esempio, Bandiera Rossa, che in Italia rappresenta la corrente di
"maggioranza" del movimento trotzkista internazionale: il Segretariato
unificato (Usec). Tale legame è evidente sulla questione del Kosovo e
della Cecenia, come si può verificare nell'articolo sulla Cecenia del
numero 96 della rivista Bandiera Rossa.
Nell'articolo vi è un'acritica esaltazione dei guerriglieri integralisti
ceceni, presentati come campioni del "diritto all'autodeterminazione"
dei
popoli. La Federazione Russa viene presentata come la naturale
continuazione
dell'Impero zarista e dell'URSS, cercando, così, di presentare l'operato
dei guerriglieri come azione antimperialista. Ciò ovviamente viene fatto
passando sotto silenzio i legami tra i guerriglieri e i talebani, la
Turchia,
l'Arabia Saudita e in ultimo gli USA, e senza menzionare il loro
carattere
reazionario e xenofobo anti-russo.
I "rivoluzionari" romantici di casa nostra non devono essere delusi
nello
scoprire che i loro eroi sono solo delle utili pedine dell'unico
imperialismo
esistente: quello occidentale!
Brioschi, Ferrario e soci utilizzano una facciata trotzkista e una
fraseologia parolaio-rivoluzionaria, che servono sia a tranquillizzare i
loro fans dell' "estrema" sinistra centrino-sociale del nordest, sia a
far
passare per rivoluzionaria il sostegno morale e politico
all'aggresssione
della Nato contro la Jugoslavia.
Fa parte di questo armamentario, l'argomentazione che Lenin e Trotzkij
avevano fatto una bandiera dell'autodeterminazione dei popoli e che
Miloshevich sia il prodotto delle burocrazie staliniste; meritevole
perciò
di essere combattuto. Vero! solo che si può osservare che Lenin e
Trotzkij
con il loro programma fondarono l'URSS e non uno staterello xenofobo e
filoimperialista. E Miloshevich viene combattuto da tanti comunisti
jugoslavi
ben prima che del soggetto se ne occupassero i "rivoluzionari" nostrani.
I "trotzkisti" di REDS e del CIPB, inoltre, per "combattere" lo
"stalinista"
Miloshevich, non si sono vergognati ad allearsi con i residui del
movimento
post-moista di International Struggle Marxist-Leninist (ISML), il cui
scopo
principale é appoggiare in toto la causa del nazionalismo panalbanese
esaltando l'UCK quale organizzazione "rivoluzionaria e popolare". Nulla
di
nuovo in tutto ciò, visto che la politica attuata da consimili
organizzazioni é quella seguita da vent'anni a questa parte dal
movimento
maoista e post-maoista. Infatti negli anni '70 i partiti maoisti
europei, in
odio al "socialismo reale" dei paesi del Comecon, si allearono con
organizzazioni e partiti di estrema destra (CSU di Strauss, PSI di
Craxi,
ecc.).
Certo é curioso che i nemici dello stalinismo, in nome della lotta
all' "imperialismo" di paesi quali la Jugoslavia e la Russia, si
alleino
fattivamente con il peggior derivato dello stalinismo stesso: il
"nazionalcomunismo" in salsa panalbanese dei nipotini di Hoxha, ora
neofiti
della NATO, che sotto l'egida dell' "antimperialismo"degli Stati Uniti,
praticano la "rivoluzionaria" pulizia etnica a danno dei non-ucikisti
del
Kosovo.

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Riproduciamo l'appello appena giuntoci per la liberazione incondizionata
di un membro dell'UCK. Nell'appello si tace sulla gia' avvenuta
liberazione negli scorsi mesi di centinaia e centinaia di nazionalisti
pan-albanesi dalle carceri jugoslave, e si tace anche sullo sciopero
della fame in corso nella carceri di Mitrovica da parte di prigionieri
di tutte le altre nazionalita' kosovare, in attesa di processo e
talvolta anche solo di conoscere le accuse, in merito al quale e' stato
diffuso un altro appello
(http://www.egroups.com/message/crj-mailinglist/190?&start=175)

cipb@... wrote:
>
> LIBERTA' PER ALBIN KURTI
>
> Chiediamo con la presente alle Autorità italiane di intervenire
> tempestivamente presso quelle di Belgrado affinché venga liberato
> Albin Kurti, condannato lo scorso 15 marzo dal tribunale di Nis alla
> pena di 15 anni, con accuse pretestuose mossegli durante un
> processo farsa, come hanno testimoniato numerose associazioni
> umanitarie serbe e internazionali.
>
> Albin Kurti è stato condannato per "separatismo" con una
> sentenza che vuole colpire la sua lunga attività di leader
> dell'associazione degli studenti albanesi del Kosovo (aveva
> organizzato le manifestazioni pacifiche del 1997) e quella di
> membro dell'ufficio di Adem Demaci, allora rappresentante politico
> dell'UCK. Albin Kurti era stato arrestato il 27 aprile del 1999,
> insieme a due membri della sua famiglia, in seguito liberati, ed era
> rimasto detenuto in carceri del Kosovo fino al giugno dell'anno
> scorso quando, con almeno altri 2.000 albanesi del Kosovo, è stato
> deportato in Serbia. La sua famiglia per lungo tempo non ha
> nemmeno potuto sapere dove si trovava e Kurti è stato tenuto in
> prigione, dove ha subito maltrattamenti, per più di 10 mesi senza
> avere un processo, in violazione delle stesse leggi jugoslave. La
> sua condanna, come quella altrettanto dura del dicembre scorso
> contro Flora Brovina, tra le altre cose in precarie condizioni di
> salute, rappresenta una condanna esemplare contro tutti coloro
> che in autonomia hanno lottato, come diceva Albin Kurti, perché "il
> futuro del Kosovo deve essere deciso dal suo popolo. Nessun altro
> ha il diritto di farlo al posto suo".
>
> 8/5/2000 Milano
>
> Centro di Iniziativa Politica sui Balcani
> Pax Christi, sezione italiana
> Beati i Costruttori di Pace
> Arbitalia, Il sito internet degli albanesi d'Italia
> Prof. Francesco Altimari, Università della Calabria - Rende
> Don Albino Bizzotto
> Lisa Clark
> Prof. Alberto L'Abate, Università di Firenze
> Prof. Piero Fumarola, Università di Lecce
> Prof.sa Maria I. Maciotti, docente universitaria
> Prof. Antonio Moscato, Università di Lecce
> Prof. Gigi Perrone, Università di Lecce
> Walter Peruzzi, direttore di "Guerre&Pace"


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