Potere temporale ed ingerenze del Vaticano in Croazia


1. Secondo i vescovi croati procede troppo a rilento la acquisizione a
costo zero dei beni immobili pubblici da parte del Vaticano

2. Il governo croato facilita i licenziamenti, ma per compiacere la
Chiesa cattolica vieta il lavoro la domenica

3. La Chiesa cattolica contro i corsi di yoga. Amen.


CITAZIONE:
"...I matrimoni misti al 99 per cento finiscono per danneggiare la
religione e la nazione. Il motivo? Favoriscono l'indifferenza dei
cattolici e la perdita del sentimento nazionale..."

(Il dott. J. Kolaric, decano alla Facoltà Cattolica di Spalato, su
"Mi", giornale per i giovani, marzo 1994. Da "Antologija suvremene
hrvatske gluposti - greatest shits", Antologìa di idiozie croate
contemporanee, Edizione: Biblioteka Feral Tribune, Split 1999. Altri
ritagli su:
http://it.groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/message/2601 )

VEDI ANCHE:
http://www.reformation.org/holocaus.html
The Vatican's Holocaust
The sensational account of the most horrifying religious massacre of
the 20th century
By Avro Manhattan


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http://www.ansa.it/balcani/croazia/croazia.shtml

CROAZIA: VESCOVI, LENTA RESTITUZIONE BENI CHIESA

(ANSA) - ZAGABRIA, 3 NOV - La Chiesa cattolica croata non e'
soddisfatta dei tempi e delle modalita' della restituzione dei beni
nazionalizzati nel periodo socialista, quando la Croazia faceva parte
della Federazione Jugoslava. In un comunicato della Conferenza
episcopale croata diffuso oggi a Zagabria e citato dall'agenzia Hina,
la procedura della restituzione e' ''molto difficile, anche laddove
non ci sono particolari impedimenti''. In base agli accordi con
la Santa Sede Zagabria si e' impegnata a restituire i beni immobili
della Chiesa nazionalizzati dal regime comunista dopo il 1945, ma il
problema, oltre all'ingente valore degli immobili, e' rappresentato
anche dal fatto che molti edifici che dovrebbero essere restituiti
sono oggi sede di varie istituzioni ed enti per i quali e' difficile
trovare una nuova sistemazione. Secondo la stampa, i vescovi
hanno per ora rinviato la decisione circa l'offerta del governo di
risarcire in parte i beni con il 25% delle azioni della compagnia di
assicurazioni 'Croatia osiguranje', societa' di proprieta' dello
Stato, che detiene il 42 per cento del mercato delle assicurazioni
del paese. Il valore del pacchetto azionario offerto alla Chiesa e'
stato stimato a 50 milioni di euro, somma che coprirebbe solo una
parte del valore dei beni nazionalizzati. (ANSA). COR*VD
03/11/2003 19:18

=== 2 ===

http://auth.unimondo.org/cfdocs/obportal/
index.cfm?fuseaction=news.notizia&NewsID=2548

La Chiesa croata vieta il lavoro domenicale

I mega centri commerciali sono i maggiori rivali della influente Chiesa
croata. Per assecondarla, nell’imminenza delle elezioni, il governo di
centro sinistra decide di vietarne la apertura domenicale. Ma il 70%
del clero croato è per l’HDZ

(28/10/2003) Da Osijek, scrive Drago Hedl

Il 16 ottobre, un giorno prima dell’annuncio ufficiale dello
scioglimento delle Camere (le elezioni in Croazia si terranno il 23
novembre), il Parlamento ha approvato una legge che proibisce il lavoro
domenicale per tutti i grandi centri commerciali. La legge è passata
grazie alla pressione della Chiesa cattolica che ha tenuto una lunga
campagna sul divieto di lavoro domenicale, sostenendo l’esigenza di
lottare per i diritti dei lavoratori nella richiesta che possano godere
di almeno un giorno di riposo settimanale in compagnia delle proprie
famiglie.

Nonostante in Croazia, come nel resto del mondo, siano in molti a
lavorare la domenica, la Chiesa ha deciso di limitare la propria
iniziativa al settore commerciale. Gli esperti ritengono che i grandi
centri commerciali siano diventati i maggiori concorrenti della Chiesa,
dal momento che molti decidono di fare le spese negli orari della messa
domenicale.

A partire dal primo gennaio 2004, giorno di entrata in vigore della
legge, solo un negozio ogni 5.000 abitanti potrà lavorare la domenica,
e la misura del negozio sarà limitata a 200 metri quadri. Le
amministrazioni locali decideranno se un negozio potrà aprire oppure
no. Ai grandi e moderni ipermercati, che la domenica sono strapieni,
non sarà più concesso di lavorare quel giorno.

“E’ stato un piacere per me sapere che il Parlamento croato ha
accolto positivamente la posizione della Chiesa. E’ importante che
quelli che fanno le leggi ascoltino le persone comuni, la cui voce non
sarebbe altrimenti sentita in pubblico - ha dichiarato l’arcivescovo
Ivan Prenda commentando la nuova legge.” Prenda è il presidente della
Caritas croata, che ha organizzato una raccolta di firme che richiedeva
la fine del lavoro domenicale.

I grandi centri commerciali in Croazia, come il Mercatone italiano,
il Billa austriaco, il Mercator sloveno e il croato Getro, oltre a
molti altri, si sono dichiarati fortemente dispiaciuti dalla decisione
del Parlamento. Non nascondo il fatto che le domeniche sono le giornate
che gli procurano le maggiori entrate, e che tale decisione avrà un
effetto negativo. Le direzioni hanno affermato che il divieto del
lavoro domenicale provocherà il licenziamento di almeno il 10% degli
impiegati.

In Croazia circa 150.000 persone lavorano nel settore commerciale,
questo significa quindi che la legge da sola potrebbe causare la
perdita di 15.000 posti di lavoro. La mancanza di opportunità di
impiego costituisce uno dei problemi principali in Croazia, dove circa
350.000 persone sono alla ricerca di un lavoro e il gigantesco tasso di
disoccupazione (circa il 18%) ha mostrato una leggera tendenza a
diminuire solo negli ultimi mesi, grazie ad enormi sforzi da parte del
governo.

L’esecutivo diretto dal primo ministro Ivica Racan è stato molto
condiscendente in diverse occasioni nei confronti delle richieste della
Chiesa. Il governo ha accolto la richiesta della Chiesa che il
catechismo fosse insegnato non solo nelle scuole elementari, ma anche
negli asili. Il bilancio statale mette a disposizione fondi
significativi a sostegno della Chiesa, e quei fondi sono utilizzati per
pagare il mantenimento dei preti. Gran parte delle proprietà della
Chiesa che erano state espropriate durante il comunismo sono state
restituite e, ove questo non fosse stato possibile, la Chiesa ha
ricevuto compensazioni nella forma di partecipazioni a compagnie
redditizie, come la compagnia statale di assicurazioni “Croatia
osiguranje”.

Diversi opinionisti interpretano la legge sulla proibizione del
lavoro domenicale come un desiderio del governo attuale di ottenere il
favore della influente Chiesa cattolica in questo periodo
pre-elettorale. I sondaggi dimostrano, tuttavia, che circa il 70% dei
funzionari ecclesiastici e dei preti sono a favore del partito
attualmente all’opposizione, l’HDZ. Questa legge, quindi, aiuterà poco
la coalizione di centro-sinistra nella sua speranza di ricevere il
sostegno della Chiesa per vincere le elezioni.

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http://www.ansa.it/balcani/croazia/croazia.shtml

CROAZIA: VOTATA LEGGE CHE FACILITA I LICENZIAMENTI

(ANSA) - ZAGABRIA, 14 LUG - Il parlamento croato ha votato oggi
emendamenti alla carta del lavoro che, diminuendo le indennita' e
accorciando i tempi, faciliteranno i licenziamenti. Lo ha reso noto
l'agenzia di stampa Hina. Rispetto alla vecchia legge, le
indennita' sono state quasi dimezzate e in futuro la cifra massima in
caso di licenziamento non sara' superiore alla somma di sei stipendi
mensili. Sono stati anche notevolemente accorciati i termini del
preavviso: da un minimo di due settimane per i dipendenti con un anno
di anzianita' a un massimo di tre mesi per coloro che hanno
lavorato venti o piu' anni per la stessa azienda. Il governo,
proponendo gli emendamenti, ha spiegato che i tempi e le indennita'
di licenziamento rallentavano la ristrutturazione dell'economia
rendendo poco flessibile il mercato del lavoro in Croazia. Anche
se negli ultimi 12 mesi e' diminuita del 3 per cento, la
disoccupazione in Croazia rimane a livelli preoccupanti. Secondo una
stima diffusa di recente, in giugno era senza lavoro il 19,5 per
cento della popolazione attiva. (ANSA). COR*VD 14/07/2003
19:37

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CROAZIA: CHIESA CATTOLICA, NO A CORSI YOGA PER INSEGNANTI

(ANSA) - ZAGABRIA, 15 LUG - La Chiesa cattolica croata ha lanciato un
appello contro un' iniziativa del Ministero della Pubblica istruzione
che prevede corsi facoltativi di yoga per gli insegnanti.
''Riteniamo inaccettabile che nelle scuole in questo modo vengano
introdotti contenuti che sono in contrasto con i valori generalmente
accettati e con la tradizione culturale europea'' spiega il Consiglio
permanente della Conferenza episcopale croata (Hbk) in un comunicato
citato dall'agenzia di stampa Hina. Lo scorso giugno il Ministero
della Pubblica istruzione, in una circolare, ha raccomandato alle
scuole croate di stabilire una collaborazione con l' associazione
''Yoga nella vita quotidiana'' con lo scopo di educare il personale
scolastico allo yoga. Il progetto dovrebbe avere inizio in autunno.
I vescovi sostengono che ''gli insegnati che decideranno di
frequentare il programma, necessariamente applicheranno lo yoga anche
lavorando con gli alunni'' e le conseguenze di cio', secondo il Hbk,
saranno incalcolabili. ''Lo yoga - dice il comunicato - e'
strettamente legato all'induismo, e inoltre, chiunque lo pratichi
diventa soggetto al suo insegnante, il guru''. L'appello, rivolto
all'opinione pubblica e al governo croato, invita in particolar modo i
genitori a ''non permettere che i loro figli vengano manipolati in
questo modo nelle scuole pubbliche''. (ANSA). COR*VD
16/07/2003 13:31

http://www.ansa.it/balcani/croazia/croazia.shtml