(srpskohrvatski / italiano)

Straordinaria partecipazione a Lubiana e Belgrado

1) Lubiana 27 aprile: Spettacolare concerto del Coro Partigiano Triestino! I video
2) Belgrado 4 maggio: Da ogni parte della Jugoslavia per il 33.mo anniversario della morte di Tito / Putovali cijelu noć da prvi dođu na Titov grob


Prossimo appuntamento a Kumrovec, Croazia, il 24-25 Maggio per la "Giornata della Gioventù"

Putovanje na proslavu dana mladosti u Kumrovec 2013. godine

Jugoslovenski Centar Tito organizuje odlazak u Kumrovec na proslavu dana mladosti 24. maja 2013. godine u 22 casa. Okupljanje putnika za Kumrovec je ispred glavnog ulaza u glavnu zeleznicku stanicu Beograd. Cena puta iznosi 40 evra. U cenu puta je ukljuceno: 
- Prevoz
- Prisustvovanje manifestaciji proslave Dana Mladosti u Kumrovcu 25. maja 2013. godine
- Obilazak spomen - kompleksa logora Jasenovac tokom povratka za Beograd
Osoba a kontakt i organizator puta je drug Goran Miladinovic zamenik predsednika Jugoslovenskog Centra Tito. 
Mobilni telefoni: +38164/2106952 i +38164/2940148



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Ljubljana/Lubiana 27 aprile 2013: 
CONCERTO ... per pane, pace e libertà / KONCERT... za svobodo, za kruh

Spettacolare concerto del Coro Partigiano Triestino a Lubiana, in occasione dell'anniversario della costituzione del Fronte di Liberazione sloveno

La ripresa televisiva:

Il concerto su Youtube:



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La Slovenia si veste di rosso


Il 27 aprile i vertici dello stato sloveno al completo, dal presidente della Repubblica alla neo premier, erano in prima fila al concertone di 4 ore per la celebrazione della Giornata della resistenza. Insieme con la Slovenia ufficiale oltre 10.000 persone a cantare gli inni socialisti

Se Tito fosse tornato per un attimo in vita e se lo avessero portato sabato sera al palazzetto dello sport di Lubiana avrebbe certamente gioito. Avrebbe pensato che il socialismo aveva retto anche dopo la sua morte e che i “valori” e le “conquiste” della sua rivoluzione continuano ad essere amorevolmente coltivati dal popolo e dagli esponenti politici.
Oltre 10.000 persone assiepate sugli spalti, per quattro ore di serrato concerto, all’insegna dei canti della resistenza, non evitando quelli con espliciti riferimenti alla rivoluzione comunista e nemmeno i richiami a Tito. In programma persino uno degli inni ufficiosi del precedente regime: Računajte na nas – Contate su di noi, di Đorđe Balašević, un testo che esalta l’ardore rivoluzionario e l’attaccamento delle giovani generazioni dell’allora Jugoslavia socialista. Oggi nemmeno il noto cantante serbo sembra andare troppo fiero di quel suo successo.
In prima fila i vertici dello stato: il presidente della Repubblica, Borut Pahor, il capo del governo Alenka Bratušek, il presidente della Corte costituzionale Ernest Petrič e altri esponenti di spicco della vita politica slovena. Alla fine tutti in piedi sulle note dell’Internazionale, in un tripudio di stelle rosse, berretti partigiani e di magliette con l’effige di Tito.


La Slovenia riscopre la resistenza

È stato questo l’epilogo della paradossale Giornata della Resistenza festeggiata in Slovenia senza una cerimonia ufficiale. In assenza della solita noiosa manifestazione statale la classe politica ha fatto a gara per presenziare al concerto del coro partigiano “Pinko Tomažič” di Trieste e di un ricco numero di star del panorama musicale nazionale.
I coristi triestini hanno celebrato, così, con uno spettacolo che sembrava uscito dai primi anni Settanta, i loro 40 anni d’attività. Nei mesi scorsi avevano già fatto già alcuni concerti a Lubiana, dove avevano registrato il tutto esaurito. Da lì era nata l’idea di rifare lo spettacolo nel nuovissimo palazzetto dello sport di Stožice e di farlo proprio in occasione della Giornata della Resistenza.
All’epoca Boris Kobal, un noto comico sloveno di origine triestina, aveva voluto esplicitamente ringraziare quello che aveva definito lo sponsor generale della manifestazione, l’allora capo del governo Janez Janša: “Finché c’è lui al potere abbiamo garantito il successo di simili iniziative”.
Va detto che riempire il palazzetto dello sport di Lubiana, facendo anche pagare i biglietti, non è una cosa semplice a meno che a suonare non sia qualche rock star di fama internazionale. In questi ultimi mesi, di proteste di piazza in Slovenia, però, c’è stata una vera e propria riscoperta della musica della resistenza. Il coro femminile delle Kombinat, che anch’esso è salito sul palco sabato, è stato addirittura per settimane ai vertici delle classifiche degli album più venduti in Slovenia. Proprio le loro canzoni sono diventate la colonna sonora delle proteste.


Via Janša, finite le proteste

Il concerto del coro triestino, quindi, avrebbe potuto, in qualche modo, essere l’epilogo della cosiddetta V insurrezione popolare slovena. Una manifestazione anticasta era stata infatti programmata proprio il 27 aprile a Lubiana e faceva seguito ad una serie di proteste che erano partite da Maribor e che poi avevano portato in piazza, lo scorso febbraio, ben 20.000 persone. Questa volta, però, la partecipazione popolare è stata poco significativa. Gli stessi organizzatori hanno dovuto ammettere, loro malgrado, il ruolo di catalizzatore, per la contestazione, che era riuscito a svolgere proprio Janez Janša.
L’ex premier, che gode della fiducia incondizionata dei suoi sostenitori, viene visto dalla gran parte del centrosinistra come un diabolico principe delle tenebre. Uscito di scena sembra che le ragioni per protestare siano venute meno, anche se il nuovo governo Bratušek non pare intenzionato a cambiare sostanzialmente la politica del rigore impostata dal precedente esecutivo.
I politici di centrosinistra del resto non sembrano avere molto spazio di manovra, visto quanto sta accadendo sui mercati internazionali e la speculazione finanziaria che ha colpito la Slovenia. Hanno capito, però, che se non possono cambiare i provvedimenti d’impronta neoliberista, che vengono loro imposti da Bruxelles, possono almeno cantare le canzoni care ai loro elettori.


Il primo ministro canta “Bandiera rossa”?

Il presidente Borut Pahor,  la mattinata del 27 aprile, non ha mancato di invitare nel suo palazzo il coro partigiano di Trieste, per consegnare ai coristi un’alta onorificenza. Uscito dalla cerimonia, il coro ha fatto tappa alla protesta anticasta, dove ha cantato tra le ovazioni dei presenti alcune canzoni, poi ha dato appuntamento a tutti coloro che erano in piazza al concerto in programma la sera al palazzetto dello sport.
Lì alla casta politica slovena di centrosinistra è stata riservata la prima fila e nessuno è sembrato voler mancare. Hanno dispensato larghi sorrisi ed hanno applaudito anche quando qualche artista ha lanciato loro alcune frecciate, o quando un cantante ha finito il suo pezzo sventolando la bandiera con il pugno chiuso della cosiddetta insurrezione popolare. Non si sono scomposti nemmeno davanti al fuori programma di una poco elegante benedizione impartita da un falso vescovo, che, senza alcun controllo, dopo essersi potuto sedere tra il pubblico così agghindato, non ha avuto alcun problema ad arrivare davanti al palco.
Dagli schermi del grande palazzo dello sport si è anche potuto vedere il primo ministro, Alenka Bratušek, in un elegante vestitino rosso, che pareva canticchiare “Bandiera rossa”. Lei, assieme alle altre cariche dello stato, non si è persa un solo istante del concerto.
Per il suo governo questi sono giorni difficili. L’esecutivo è alle prese con il Programma nazionale di riforme, che fa propri i suggerimenti arrivati dall’UE e dai mercati internazionali. Resta da ultimare, e da consegnare a Bruxelles entro il 9 maggio, il Programma di stabilità che prevede il piano concreto degli interventi da prendere per arginare la crisi, e tra di essi non potranno mancare i tanto spesso citati tagli alla spesa pubblica.


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Belgrado 4 maggio 2013: Da ogni parte della Jugoslavia per il 33.mo anniversario della morte di Tito



VIDEO:


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Građani na grobu Josipa Broza Tita

Sub, 04/05/2013 - Kolone građana iz svih krajeva bivše SFRJ, počele su od jutros da stižu na grob nekadašnjeg predsednika SFRJ Josipa Broza Tita, obeležavajući 33 godine od njegove smrti. Doživotni predsednik SFR Jugoslavije, preminuo je 4. maja 1980. godine, a njegovoj sahrani u Beogradu prisustvovalo je više od 200 visokih ličnosti iz čak 127 zemalja. Tito se na čelu Jugoslavije nalazio punih 35 godina i imao je izuzetan ugled u svetu. Posebno je veliki značaj, u međunarodnim odnosima, imala njegova uloga kao jednog od osnivača Pokreta nesvrstanih, što je u tadašnjim međunarodnim okolnostima imalo veliki značaj.

I cittadini alla tomba di Josip Broz Tito

Una marea di cittadini di tutte le parti  dell’ex Jugoslavia è iniziata stamane ad arrivare alla tomba del presidente della Jugoslavia, Josip Broz Tito, segnando il suo 33° anniversario di morte. Il presidente della Jugoslavia a vita,  morì il 4 maggio del 1980, e al suo funerale svoltosi a Belgrado parteciparono più di 200 alti funzionari di quasi 127 paesi. Tito fu a capo della Jugoslavia per ben 35 anni ed ebbe rispetto da tutto il mondo. Per quanto riguardo i rapporti internazionali, molto importante fu il suo ruolo nella creazione del Movimento dei non-allineati, cosa che in quei tempi fu una cosa di notevole importanza.


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OBJAVA: 04.05.2013

STOTINE U BEOGRADU POVODOM GODIŠNJICE SMRTI J. BROZA TITA


Putovali cijelu noć da prvi dođu na Titov grob


Vihore se zastave SFRJ i Saveza komunista Jugoslavije, mnogi od njih nose kape s petokrakama, bedževe, i parole na kojima je ispisano: "Živio Tito", "Tito je naš" i gotovo svi kažu da su Jugoslaveni


Piše: mf/VLM

Povodom 33. godišnjice smrti Josipa Broza Tita nekoliko stotina ljudi okupilo se jutros na njegovom grobu u Beogradu, a prva je vijenac položila Titova udovica, Jovanka Broz, javlja B92.

Izvjestitelj B932 s mjesta događaja javlja kako su neki od posjetitelja, a ima ih iz cijebivše države, putovali cijelu noć da bi bili u 8 sati među prvima koji će položiti cvijeće na Titov grob, no najviše je Slovenaca i Makedonaca.

Vihore se zastave SFRJ i Saveza komunista Jugoslavije, mnogi od njih nose kape s petokrakama, bedževe, i parole na kojima je ispisano: "Živio Tito", "Tito je naš" i gotovo svi kažu da su Jugoslaveni, javio je novinar B92 svojoj redakciji i zapaža kako je među onima koji su odali počast Titu, i oni koji su rođeni nakon njegove smrti, a "posjetitelji su još jednom pokazali kako kult ličnosti Josipa Broza Tita ne nestaje".