Ripetere ostinatamente gli errori del passato

1) Limes, l’UE e la falsa coscienza (di Andrea Martocchia / CNJ ONLUS e CUA-BO, 14.10.2016)
2) I ripetenti della Storia (di Giorgio Stern, 14.10.2016)
3) Nasce, in segreto l’Esercito Europeo. Il silenzio a sinistra (di Fosco Giannini / PCI , 9.10.2016)
4) Aggressione della NATO: c'è una via d'uscita? (di Christopher Black, 14.4.2016)


Segnaliamo anche (in ordine cronologico inverso):

INIZIATIVE

“NO al referendum, NO alla guerra”
Una mostra NO-WAR a Piazza San Giovanni (SibiaLiria 16.10.2016: http://www.sibialiria.org/wordpress/?p=3277 )
Il 21 e 22 ottobre, gli attivisti della Rete No War esporranno la mostra “NO al referendum, NO alla guerra”, a Piazza San Giovanni  (Roma),  nell’”accampata” che precederà il corteo del No Renzi Day.
La mostra (supportata da Sibialiria [ http://www.sibialiaria.org/ ] e L’Antidiplomatico [ http://www.lantidiplomatico.it/ ]) mette in evidenza l’impatto che la nuova Costituzione, imposta dal Governo Renzi, avrebbe anche in materia di proclamazione dello Stato di guerra.
I pannelli della mostra illustrano il ruolo nefasto – diretto o indiretto – del governo italiano rispetto ad alcuni scenari di guerra: Siria, Yemen, Libia, Ucraina…
La mostra, inoltre, potrà essere liberamente scaricata in formato PDF e sarà quindi a disposizione di tutti coloro che vogliono sviluppare nei loro territori iniziative per il No al referendum e NO alla guerra.
La URL da dove scaricare (o visionare)  la mostra è: https://drive.google.com/drive/folders/0B_WENlEYeAwqaXp2MkZjV05ETVE?usp=sharing
Il videoclip promozionale dell’iniziativa è visionabile su Youtube: https://youtu.be/dmIrnQScrtU

TESTI

Siria: chi sono i criminali di guerra (di Domenico Losurdo, 17 Ottobre 2016)
In questi giorni una sistematica campagna di disinformazione di cui sono protagonisti in particolare USA, Gran Bretagna e Francia, bolla quali «criminali di guerra» Assad e Putin. È la preparazione multimediale dell’ulteriore scalata dell’aggressione contro la Siria a cui mirano Obama (appoggiato e stimolato da Hillary Clinton) e gli alleati e vassalli di Washington. Per chiarire chi sono i veri criminali di guerra riporto (con nuovi sottotitoli) quello che ho scritto in miei due recenti libri (La sinistra assente. Crisi, società dello spettacolo, guerra, Carocci, 2014; Un mondo senza guerre. L’idea di pace dalle promesse del passato alle tragedie del presente, Carocci, 2016), basandomi per altro su fonti esclusivamente occidentali. La scalata a cui si prepara l’imperialismo potrebbe avere conseguenze tragiche per la pace mondiale. È per sventare questo pericolo che occorre mobilitarsi sin d’ora...

Sudditi di nessuno (di Manlio Di Stefano / M5S, #ObiettivoEsteri – 14.10.16 - #IoVoglioLaPace)
Il segretario generale della NATO, Jens Stoltenberg, è colui che pochi mesi fa, a Davos, dichiarava: "Nel lungo periodo, l'organizzazione si potrebbe adattare a seconda della situazione. Si potrebbero affrontare sfide quali la guerra nucleare". Dobbiamo preparaci ad una guerra nucleare secondo costui. Jens Stoltemberg è il Segretario di un'organizzazione che sta facendo di tutto per arrivare a questo punto di rottura e a questo scenario. Il livello di esercitazioni militari e di accerchiamento della Russia ad est è senza precedenti...

Sergio Romano: «Nuova guerra fredda con la Russia? È colpa nostra. Di Putin non abbiamo capito nulla» (di Francesco Cancellato, 13.10.2016)
... Quando nel 2008 il governo georgiano decise di invadere l’Ossezia del sud, c’era sul territorio georgiano un contingente americano di 800 addestratori. Non credo che i soldati americani ignorassero quello che stava per accadere...

L'ultima guerra (di Piotr, 7 ottobre 2016)
È col cuore grave che sono costretto a prendere atto che dal giorno 6 ottobre 2016 una guerra tra la Russia e gli USA è possibile in ogni momento... Perché un'affermazione così brutale (o catastrofista, come mi vien detto)? Bene, questo è lo svolgimento del dramma, in tre atti:
Atto 1. A margine dell'Assemblea Generale dell'ONU di qualche giorno fa, il segretario di Stato, John Kerry, si incontra con esponenti dei "ribelli" siriani...
Atto 2. L'addetto stampa della Casa Bianca, John Earnest, fa sapere ai giornalisti che si sta discutendo sulla possibilità di una campagna militare diretta contro la Siria... Questa dichiarazione è raddoppiata dalle parole - nascoste dai nostri media - pronunciate dal Capo di Stato Maggiore dell'Esercito degli Stati Uniti, Mark Milley, a una conferenza delle Forze Armate statunitensi... "Voglio essere chiaro con coloro che, in tutto il mondo, vogliono distruggere il nostro stile di vita e quello dei nostri alleati e amici. Noi vi fermeremo e vi colpiremo più duramente di quanto siate mai stati colpiti. Non c'è alcun dubbio a riguardo."...
Atto 3. Ed ecco come reagisce la Russia. Non lo sapete perché i grandi media non ve lo dicono... Il portavoce del ministero russo della Difesa, il generale Igor Konashenkov, ha per prima cosa rammentato agli Stati Uniti la gittata e le capacità di intercettazione dei missili dei sistemi di difesa antiaerea S-300 e S-400 schierati in Siria. Ha poi sottolineato che questi sistemi sono in Siria non in funzione offensiva ma per difendere le forze russe ivi dislocate e che gli Stati Uniti sono invitati ad essere matematicamente certi che saranno usati se i soldati russi verranno attaccati da chicchessia. E infine - ecco dove si voleva arrivare - ha ricordato che i soldati russi operano sul terreno con le forze armate siriane e che quindi ogni attacco a queste sarà considerato un attacco alle forze armate russe...
... Lo shock del bombardamento di Belgrado fu quello - per chi si degnò di capirlo - della prima capitale europea bombardata in cinquant'anni dalla fine della II Guerra Mondiale. Lo shock del conflitto in Novorussia - per chi si degna di essere scioccato - è quella di una feroce guerra al centro della civile Europa. Europa! De te fabula narratur!

Una guerra fredda al servizio di una guerra geoeconomica (di Alberto Rabilotta e Michel Agnaïeff – da alainet.org, 3 Ottobre 2016)
... "la geoeconomia è la continuazione delle antiche rivalità tra le nazioni per mezzi industriali", e ... i nemici degli USA in questo "confronto geoeconomico sono Cina, Russia ed altri Stati capitalisti nei quali i governi nazionali sono i principali attori sul terreno dei commerci"...

Il vero ruolo dell’America in Siria (di Jeffrey D. Sachs* | da project-syndicate.org – 30.8.2016)
La guerra civile in Siria rappresenta la crisi più pericolosa e distruttiva del pianeta... A gennaio il New York Times ha riportato alcuni fatti legati ad un ordine segreto presidenziale del 2013 alla CIA di armare i ribelli siriani. Secondo il resoconto del giornale l’Arabia Saudita fornirebbe un consistente finanziamento per gli armamenti, mentre la CIA, su ordine di Obama, garantirebbe supporto organizzativo e la formazione... Gli sforzi guidati dagli Stati Uniti per rovesciare Assad non hanno lo scopo di proteggere il popolo siriano come hanno suggerito diverse volte Obama e la Clinton, ma sono in realtà una guerra per procura contro l’Iran e la Russia con la Siria come campo di battaglia...
ORIG.: America’s True Role in Syria (JEFFREY D. SACHS, 30.8.2016)


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Limes, l’UE e la falsa coscienza

di Andrea Martocchia, 14.10.2016

Ho ascoltato ieri sera, 13 ottobre 2016, la conferenza organizzata dal LIMES CLUB a Bologna nell'Aula Magna della Facoltà di Scienze Politiche (*).
Ci siamo ritrovati un una sala letteralmente gremita: i posti a sedere erano tutti occupati e molte decine di persone, tra cui il sottoscritto, sono dovute rimanere ad ascoltare in piedi o accovacciate. Credo di poter valutare in circa 300 i partecipanti. Voglio sottolineare questo per dare la misura del bisogno di iniziative sui temi di politica internazionale, rispetto ai quali in alcuni settori della nostra società c'è evidentemente sete di conoscenza, una sete che l'apparato dei media evita di soddisfare se non con bevande avvelenate: anche in questa occasione, come in tante altre simili, pure da parte dei relatori si è apertamente lamentata tale (dolosa) sottrazione di informazione.

È stata insomma una grande occasione, ma voglio parlarne perché ne sono uscito con il sentimento forte di avere assistito alla ennesima occasione sprecata.

È pur vero che sarebbe ingenuo aspettarsi troppo da iniziative di questo tipo. Conosciamo LIMES dalla sua fondazione e ne abbiamo constatato un certo declino, da rivista preziosa nata proprio per esporre ciò che i media e la politica ci negano di conoscere, a periodico "ecumenico" imbrigliato nel conformismo dei rapporti accademici nostrani e dalle compatibilità del gruppo editoriale L'Espresso, in un panorama editoriale in cui è tutta una gara al ribasso. Programmaticamente non-ideologica, la narrativa di LIMES è confinata nell'angusta dimensione della geopolitica come se quest'ultima esistesse davvero come disciplina autosufficiente, evitando perciò di scavare tra le cause strutturali dei conflitti e soprattutto impossibilitata a riconoscere nella guerra la manifestazione più eclatante e consueta delle crisi di sovraccumulazione del capitale. La ossessione invece di "dare voce a tutte le parti" ha reso vieppiù enigmatici i numeri della rivista; ciononostante, proprio in virtù della sua programmatica ecumenicità, LIMES è diventata la vetrina ambita anche da giovani studiosi, soprattutto da chi esce da studi di politica internazionale o simili e legittimamente cerca il suo posto al sole nel giornalismo, nell'accademia o persino nella diplomazia. (E vaglielo a dire, a quale prezzo è possibile oggi come oggi conseguire tali posti: per le menti più critiche e brillanti, il prezzo da pagare è quantomeno la rinuncia alle proprie convinzioni.)

In quella gremita platea la grande maggioranza erano infatti e giustamente studenti. Mi chiedo però che cosa abbiano imparato dalla conferenza. Inizialmente i relatori si sono presentati ed hanno esposto alcuni loro punti di vista, con toni non particolarmente accesi nonostante il titolo della serata: NATO-RUSSIA LA GUERRA POSSIBILE, che opportunamente ribaltava e precisava il titolo del numero della rivista oggetto della presentazione: RUSSIA-AMERICA LA PACE IMPOSSIBILE. Le cose più gravi – come la notizia che saranno prossimamente schierati decine di soldati italiani nei Paesi Baltici a pochi metri dal confine russo – sono state dette con un candore disarmante (magari lo fosse davvero...). Si è parlato di provocazioni da parte USA che ci sono già state – come il bombardamento della base militare siriana poche settimane fa mirato a far saltare la tregua appena raggiunta, o l'abbattimento del jet russo da parte turca, o ancora il colpo di Stato a Kiev scattato proprio all'indomani di un altro accordo del quale si era fatta garante una trojka europea – e di altre provocazioni che sarebbero possibili e potrebbero far precipitare "incidentalmente" o "colposamente" la situazione. Di tante altre provocazioni che pur ci sono state non si è invece parlato – dal terrorismo ucraino in Crimea, ai colpi ucraini caduti in territorio della Federazione russa nel 2014, all'abbattimento da parte ucraina dell'aereo di linea malaysiano – ma certo non si poteva parlare di tutto. Di qualcosa però non si è voluto parlare, o meglio ci si è affrettati a liquidarlo come se fossero inezie inutili da discutere, per la serie: stendiamo un velo pietoso.
Eh no! Al pacato Lucio Caracciolo, che a un certo punto ha detto: "Meglio dunque che lasciamo stare l'Unione Europea", replichiamo che l'Unione Europea non la lasciamo stare proprio per niente. 

Sulla Unione Europea hanno fatto a gara a minimizzare, a dire che è impotente, inutile e divisa, che di fronte alle scelte cruciali si ritrova sempre in ordine sparso... È una opinione consolatoria, questa, che però è anche (auto)assolutoria e non coglie il punto. 
In realtà, la Unione Europea ha responsabilità-chiave nell'infiammarsi di scenari come quello ucraino. In questo non c'è niente di nuovo, poiché essa persegue la continuità di secoli e secoli di politiche russofobiche e antislave, tra le quali 2 (due, finora) Guerre Mondiali: non si capisce allora perché eludere il problema con battutine sarcastiche sulla irrilevanza della UE rispetto agli USA. In piazza Majdan ad aizzare la folla dei teppisti nazisti antirussi c'erano Gianni Pittella e Margaret Ashton, oltre a MacCain e Nuland. A piazza Majdan, in effetti, era in corso EURO-Majdan, e a sventolare erano essenzialmente bandiere della UE, non statunitensi; e a premere su sempre nuove sanzioni contro la Russia è sempre Angela Merkel. 
Se tale atteggiamento della Unione Europea – vale a dire del suo "nocciolo duro" franco-tedesco à la Schäuble, di che altro parliamo? – è sconcertante, lo è solo nella misura in cui esso è tragicamente simile a quello tenuto rispetto alla crisi jugoslava, dalla quale – è evidente – ci si ostina a non voler apprendere proprio nulla. Eppure fu LIMES, tramite Gianni De Michelis, a rivelarci che a Maastricht quella notte di dicembre 1991 si era barattata l'adozione dell'euro in cambio del sangue dei popoli jugoslavi: vale a dire che l'Unione Europea a guida tedesca scelse lo squartamento di quel paese, riponendosi in piena continuità con il suo macabro passato. È proprio questa Europa qui che continua ad essere levatrice della guerra, epicentro – e ovviamente, stoltamente vittima essa stessa – di grandi guerre.

Ci ha lasciato davvero di stucco, su questo, la posizione del Console Onorario di Russia a Bologna, tra i relatori alla conferenza, che ha voluto più volte sottolineare la sua origine "per metà bosniaca" e fare ripetutamente riferimento alla guerra in Jugoslavia ed alle mancanze o "errori" commessi in quel caso. In realtà non ci furono errori, ma piuttosto crimini: crimini perpetrati in piena facoltà di intendere e di volere dalla leadership europea, cioè tedesca. Fa anche cadere le braccia che, dopo tanti anni, si continui a dipingere la aggressione NATO contro i serbi di Bosnia come quell'intervento salvifico che portò alla pace di Dayton, laddove però per i tre anni precedenti era stato tutto un susseguirsi di provocazioni, strategia della tensione, boicottaggio dei piani di pace (come quello Cutilhero), rifornimenti palesi e occulti di armi alle parti filo-occidentali e filo-europee attraverso le azioni coperte della stessa NATO... La Unione Europea fu tenuta a battezzo con quei crimini infami, per i quali certamente è la mano USA-NATO a sporcarsi per prima, ma questo sempre in virtù del fatto che i provocatori USA sanno che la UE cade volentieri in tutte le provocazioni di quel genere.

Da quella sala sono uscito perciò fondamentalmente indignato. Indignato in generale, per la occasione perduta nonostante le potenzialità di un evento pubblico del genere. Indignato anche con me stesso, per non avere alzato la mano subito, avendo capito troppo tardi che tutto sommato sarebbe stato importante intervenire davanti a quel pubblico di giovanissimi ignari, che difficilmente in questo "mercatino delle opinioni e degli aneddoti" possono prendere vera coscienza dei problemi del mondo in cui vivono. Perché talvolta la falsa coscienza non è dovuta all'essere ideologici, ma alla convinzione di non esserlo, che ci costringe nel circolo vizioso del non-detto e del conformismo dei giornalisti e dei commentatori mainstream; laddove invece condizione necessaria per provare a scongiurare il rischio della guerra è riconoscere e dichiarare a quale schieramento si appartiene.

Andrea Martocchia
(Coordinamento Nazionale per la Jugoslavia e Comitato Ucraina Antifascista Bologna)



=== 2 ===

I ripetenti della Storia

di Giorgio Stern
14 ottobre 2016 (via email)
 

Stoltenberg il capo della NATO ha dato ordine al Governo italiano di mandare soldati ai confini della Russia. 

Nessuno di noi ha eletto lo Stoltenberg, che, con il nome che si ritrova potrebbe essere benissimo una delle macchiette naziste del film di Charlie Chaplin “Il Grande dittatore”.

Il governo italiano, che nessuno di noi ha eletto, obbedisce allo Stoltenberg e manda i soldati in Lettonia, in Polonia e lungo i confini della Russia.

Nel 1939 la guerra cominciò così. Prima la Polonia, poi la Francia e la Gran-Bretagna, poi la Russia (allora U.R.S.S.). 

Doveva essere una Blitzkrieg, una guerra lampo. L’Italia per non perdere il suo posto al tavolo dei vincitori (così sembravano allora i nazisti) inviò soldati con scarpe di cartone e pezze da piedi al posto di calze, tanto dovevano tornare da trionfatori entro l’autunno.

Non andò così, ma così cominciò. Con una banda di criminali buffoni che si definivano statisti e portarono l’umanità dentro la più grande tragedia della storia.

Vogliamo ripeterci…?


=== 3 ===


Nasce, in segreto l’Esercito Europeo. Il silenzio a sinistra

di Fosco Giannini*

Ricordate le vecchie Finanziarie della Democrazia Cristiana, dei governi Craxi-Forlani, che venivano votate in Parlamento attorno a ferragosto, in modo che quasi nessuno se ne accorgesse?  Evidentemente, questo stile di lavoro – operare nell’ombra, lontani dall’attenzione di massa – ha fatto scuola, poiché con le stesse modalità, oggi, sembrano lavorare il governo Renzi e la stessa Unione europea.

Mi riferisco, soprattutto, al lavorio – oscuro quanto inquietante – portato avanti in questa fase da “un nucleo duro” di governi dell’Ue ( tra i quali, molto attivo, quello italiano) per la costruzione dell’esercito europeo. C’è innanzitutto da osservare come questa “tessitura notturna”, tenuta accuratamente lontana dai riflettori mediatici, stia dando i suoi frutti: della costruzione in atto dell’esercito europeo non parla nessuno e nemmeno le forze più avanzate della sinistra italiana e del movimento contro la guerra stanno affrontando la questione, per quanto essa meriti. Lo stesso quotidiano “il Manifesto”, che pure, sul terreno della lotta contro il riarmo è, solitamente, presente, sull’attuale processo di costruzione dell’esercito europeo sta tacendo. Speriamo per disattenzione e non per un’ambiguità di linea politica.

Che cosa sta accadendo? Essenzialmente questo: un gruppo originario di governi dell’Ue ( Italia, Spagna, Francia, Germania), constatando che in gran parte degli altri membri dell’Ue vi sono ancora perplessità (o totali contrarietà, come quelle della Gran Bretagna, dell’Olanda, della Svezia) alla costruzione dell’Armata Europea, stanno accelerando il processo di costruzione dell’esercito sovranazionale europeo, offrendosi (con l’appoggio totale di Bruxelles) come primo nucleo militare organizzato, come primo – ma quanto forte e significativo ! – nucleo dell’esercito europeo.

Il processo sta avanzando tanto rapidamente quanto ( lezione della vecchia Democrazia Cristiana) segretamente. Soprattutto, lontano dagli occhi delle sinistre e dal movimento contro la guerra, che sembrano assenti.

Ciò che è accaduto tra lo scorso 27 settembre e lo scorso 5 ottobre la dice lunga sull’accelerazione dei lavori per la costruzione dell’esercito europeo, come il silenzio delle sinistre e del movimento contro la guerra la dice lunga sulle modalità ultrasegrete di questo lavorio (  dicendola lunga, con ogni probabilità, anche sull’attuale debolezza delle sinistre e del movimento).

Il 27 settembre scorso i ministri della difesa dell’Ue si sono incontrati a Bratislava. Sul tavolo dei lavori vi erano, tra l’altro, tre progetti  per la costruzione dell’esercito europeo: dell’Italia, della Francia e delle Germania. Tre proposte, sostanzialmente simili, che hanno trovato il pieno accoglimento da parte dell’Alto rappresentante per la politica estera e di difesa dell’Ue, la “renziana” Federica Mogherini, che ha sintetizzato i tre progetti presentandoli, infine, come il progetto unico di Bruxelles.

Il progetto unico della Mogherini e di Bruxelles, come sintesi delle proposte italiane, francesi e tedesche, è semplice: di fronte alle attuali indecisioni degli altri partner europei, l’esercito dell’Ue comincia dall’unità militare tedesca, francese, italiana e spagnola.

A Bratislava, di fronte alla determinazione militare del nucleo duro europeo, si è levata, contraria, la voce del ministro della difesa britannico ( primo elemento positivo della Brexit) Michael Fallon, alla quale si sono aggiunte quelle, diversamente critiche, dell’Olanda, della Svezia, della Polonia, della Lituania e della Lettonia.

La determinazione con la quale, tuttavia, sta andando avanti il progetto di costruzione dell’esercito europeo da parte del “nucleo duro” è stata dimostrata dall’incontro “a latere” – a Bratislava – tra la ministra tedesca della difesa, Ursula von de Leyen, il francese Jean-Yves Le Drian e la ministra italiana Roberta Pinotti ( del tutto casuale l’assenza del ministro della difesa spagnolo, d’accordo col progetto del nucleo duro militare iniziale).

A dimostrazione della razionalità delle tesi dei comunisti ( contrarie all’esercito europeo poiché – nelle condizioni storiche date – altro non sarebbe che l’esercito delle politiche neo imperialiste,  iperliberiste e reazionarie di questa, concreta, Ue, un esercito, tra l’altro, succube della NATO ) due notazioni: primo, va notato come il nucleo dei Paesi Ue ostinatamente volto alla costruzione dell’ esercito sovranazionale ( tolta la Gran Bretagna della Brexit) rappresenti, in verità, il nucleo ( Germania, Francia, Italia) imperialista storico d’Europa. Secondo, va notato come la stessa tesi ( che viene pericolosamente avanti persino da settori della sinistra, italiana ed europea) secondo la quale un esercito europeo libererebbe l’Ue dal dominio della NATO, è stata platealmente, sonoramente sconfessata proprio a Bratislava, dove, all’incontro “a latere” tra i ministri della difesa del governo italiano, francese e tedesco ha – significativamente – partecipato anche il segretario generale della NATO, Jens Stoltenberg, che certo, nel summit, non ha svolto un ruolo di secondo piano.

Stoltenberg ha innanzitutto smentito categoricamente il ministro britannico della difesa ( che continua a rimarcare, dal suo punto di vista, una contraddizione tra esercito europeo e NATO), affermando in modo netto che “non c’è alcuna contraddizione tra un sistema di difesa europeo forte e una NATO forte, e che, anzi, l’uno sarà complementare all’altro”. “Complementare”, ha rimarcato il segretario generale della NATO, svelando chiaramente il disegno USA di sottomettere ai propri disegni imperialisti anche l’eventuale esercito europeo. Avendone tutte le carte, tutte le condizioni oggettive di fase. Ma Stoltenberg, ad ulteriore dimostrazione dell’intento egemonico della NATO sul futuro esercito del nocciolo duro europeo, ha anche aggiunto che “ i progetti militari NATO ed esercito europeo dovranno essere complementari, ma non segnati da duplicazioni sul terreno militare reale”, alludendo chiaramente al fatto che l’esercito europeo non  dovrà  portare ad un doppio Quartier Generale militare in Europa, “poiché – ha ribadito categoricamente Stoltenberg – l’unico Quartier Generale dovrà rimanere il SHAPE ( Supreme Headquartiers Alied Powers), quello  dell’Alleanza Atlantica, con sede a Mons, Belgio ”. E c’è poco da commentare…

Ma, dicevamo, occorre tener d’occhio ciò che è accaduto tra il 27 settembre ed il 5 ottobre. Dopo Bratislava, infatti – e, con ogni probabilità, sotto la stessa spinta dell’incontro tra Italia, Francia, Germania e il segretario generale della NATO – , vi è stata la “calata”, in Italia, del direttore Esecutivo dell’EDA ( Agenzia europea per la Difesa, che coordina l’attività militare e industriale in materia di armamenti), lo spagnolo ( a dimostrazione di quanto anche la Spagna sia tra i soggetti del nucleo duro militare europeo) Jorge Domecq.  Chi incontra, Domecq, in Italia? Incontra – nella segretezza quasi assoluta –  i massimi responsabili delle Forze Armate italiane e i massimi rappresentanti dell’industria bellica in Italia.

Quali questioni pone Domecq, negli incontri? Fondamentalmente, il direttore dell’EDA, “denuncia” la diminuzione, da parte dei Paesi europei del nocciolo duro militare, degli investimenti nella ricerca militare e tecnologica a fini bellici, rammentando agli italiani  che “ Gli Stati Uniti hanno appena varato un progetto che consente al Pentagono di investire 18 miliardi di dollari all’anno ( bene a sapersi! n.dr.) per stimolare le industrie più innovative, in particolare quelle di Silicon Valley, nella nuova ricerca bellica”. Proseguendo, Domecq è stato chiaro con gli italiani ( Forze Armate e industriali della guerra): “ Dopo dieci anni di tagli dovuti alla crisi, nel 2015 le spese per la Difesa, in Europa, hanno ricominciato a crescere. Ma quelle per la ricerca no…”. Un declino europeo, su questo terreno militare? Potremmo chiederci. Ma Domecq smentisce: “ No. La Global Strategy lanciata da Federica Mogherini si abbina ad un progetto di investimenti che vede per la rima volta risorse del bilancio europeo destinate alla Difesa. Già l’anno prossimo saranno stanziati, dall’Ue, 25 milioni di euro per la ricerca bellica. E se l’Action Plan presentato dalla Commissione sarà approvato, nel bilancio quinquennale 2017-2021 ci potranno essere 3,5 miliardi di euro da investire su progetti militari congiunti”. Investimenti bellici ponderosi e davvero inquietanti, in relazione ai tagli drastici – sia al welfare che ai diritti e ai salari – che l’Ue impone ai popoli e agli Stati che ad essa aderiscono…

Ma, progetti militari per quali obiettivi ? Domenecq lo svela : “ Per il rifornimento degli aerei da guerra in volo; per un sistema di droni europeo; per una nuova generazioni di satelliti ad uso bellico; per la difesa del cyber spazio; per la produzione del nitruro di gallio, essenziale per una nuova generazione di sensori ad uso bellico; per la produzione di “fibre tessili intelligenti” per le nuove tute dei militari al fronte”.

Una richiesta di enorme spostamento di risorse economiche verso il fronte militare che la dice lunga sulla stessa natura neo imperialista dell’Ue. Che la dice lunga su quale disegno persegua il nocciolo duro dei Paesi dell’Ue che oggi, compresa l’Italia, punta alla costruzione dell’esercito sovranazionale: rafforzamento delle spinte imperialiste e neocolonialiste di una Unione europea legata al carro della NATO; e ripresa delle economie nazionali attraverso il riarmo bellico. Un classico imperialista, che si ripete con gli abiti dell’Ue.

Ciò che stupisce, rispetto a tutto ciò, è il silenzio e la passivizzazione delle forze della sinistra italiana e del movimento contro la guerra. E’ davvero ora di cercarsi e di unirsi per definire un’analisi comune e una lotta comune contro l’esercito europeo in costruzione. Se non ora, quando?

*segreteria nazionale PCI; responsabile dipartimento esteri

9 ottobre 2016


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Aggressione della NATO: c'è una via d'uscita?

Scritto da Christopher Black

Il 23 marzo Generale Breedlove, Capo di Stato Maggiore del Comando Americano Europeo, ha fatto una dichiarazione al Ministero della Difesa della Georgia, annunciando nuove manovre militari congiunte americane-britanniche-georgiane che si svolgeranno nel maggio di quest'anno sotto il nome in codice Noble Partner (Nobile Compagno) 2016.

In quel discorso ha messo in chiaro la reale intenzione dell'elite americana al potere : la guerra con la Russia.

Ed ai suoi burattini georgiani ha dichiarato quanto segue, a quanto pare rimanendo impassibile:
"Per quanto riguarda la mia visita qui. La situazione della sicurezza in tutta l'Europa continua ad evolversi e diventare sempre più complicata. Noi continuiamo ad affrontare sfide dirette alla  sicurezza da due diverse direzioni. A est, ci troviamo di fronte ad una Russia riemergente ed aggressiva, che ha scelto volontariamente di essere un nemico e di essere una minaccia aggressiva e a lungo termine per gli Stati Uniti e per i nostri alleati e partner europei.

"Al Sud ... l'Europa è di fronte alla sfida spaventosa di migrazioni di massa, causate dal collasso e dall'instabilità dello stato ... e  che maschera i movimenti di criminali, terroristi e foreign fighters (combattenti stranieri).  Come risultato del conflitto nella regione, "Daesh" - si sta diffondendo come un cancro, approfittando dei percorsi di minor resistenza, minacciando nazioni europee - e la nostra - con attacchi terroristici.  La sua brutalità porta alla fuga di milioni di persone  dalla Siria e dall'Iraq ... provocando una sfida umanitaria senza precedenti.
"Mentre lavoriamo con gli alleati ed i partner per rispondere e superare queste gravi minacce, diamo il nostro totale appoggio alla sovranit
à e all'integrità territoriale della Georgia. Oggi ho avuto il privilegio di visitare la Linea di Confine Amministrativo con il vostro Capo della Difesa e il nostro Ambasciatore. E qui sono stato testimone della illegittima divisione del popolo georgiano. Come la vostra coraggiosa, valorosa nazione èstata diretta testimone, la Russia continua a cercare di estendere la sua influenza oppressiva e distruttrice alla sua periferia, e ora sta anche cercando di ristabilire un ruolo aggressivo e di comando sulla scena mondiale. La Russia in ultima analisi cerca di ribaltare le regole ed i principi stabiliti del sistema internazionale, di incrinare l'unità del mondo libero e di sfidare la nostra determinazione." 

Ed eccola qua, una dichiarazione di guerra a tutti gli effetti.
Non ci vuole un genio militare per guardare una carta geografica e capire che l'ammassamento di forze NATO, in particolare Americane, sulla frontiera occidentale della Russia, da Camp Bondsteel nella provincia serba del Kosovo, attraverso la Bulgaria e la Romania, dall'Ucraina fino in Polonia e nei Paesi Baltici, è costante e sempre più allarmante.
La crescente concentrazione di forze intorno a Kaliningrad, l'enclave russa che gli americani considerano una minaccia al loro controllo del Baltico,  e che si avvicina alla Russia, le  sempre più frequenti e violente violazioni dell'Accordo Minsk 2 lungo la linea di contatto nel Donbass, e il continuo sostegno alle forze in disfacimento dell'ISIS in Siria e in Iraq, nonostante le dichiarate promesse per la lotta contro il "terrorismo", tutto indica che i piani per un confronto diretto con la Russia si stanno realizzando.

Si può anche ridere della assurda descrizione della realtà da parte del generale Breedlove, ma questa è la propaganda che viene somministrata alle sue truppe e a tutte le persone che in Occidente sono legate a mezzi d'informazione completamente controllati dai servizi segreti della NATO.

 La serie di misteriosi attentati e di sparatorie degli ultimi mesi sia in America che in Europa, che ci hanno detto siano state commesse da "terroristi" legati all'ISIS, ha avuto due risultati visibili: l'aumento della sorveglianza e del controllo delle persone, che sono sempre più demoralizzate, arrabbiate e affamate di capri espiatori, e l'uso di queste persone come scusa  per chiedere una guerra contro la Siria al fine di eliminare i "terroristi" che essi stessi hanno creato, armato e addestrato.
Il ruolo della Russia nella distruzione dell'ISIS in Siria insieme all'Esercito Siriano e gli altri alleati, dall'Iran a Hezbollah, viene eliminato dal racconto o, peggio ancora, viene accusato di "complicare le cose", nel senso che la vittoria sulle forze ISIS ha reso molto più complicata la guerra Americana contro il governo Siriano.
Gli americani sono chiari a questo riguardo ed ora cercano di sminuire questa vittoria, mettendo in giro la falsa informazione che la Russia avrebbe preso accordi con loro per emarginare il presidente Assad.   Il governo Russo nega e la cosa non ha comunque senso, dal momento che il governo di Assad ha dimostrato di essere resistente e determinato a sconfiggere i suoi nemici ed è un alleato fidato della Russia. Ma ancora una volta, la disinformazione viene usata per creare sospetti tra Siria e  Russia e per abbattere il morale delle Forze Armate Siriane.

Chi scrive ha appena ricevuto una lettera dal Ministro della Difesa Canadese in risposta ad una domanda circa la legittimità dei bombardamenti del Canada in Siria, con in allegato una lettera dell'ambasciatore Canadese al Presidente del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. La lettera è rivelatrice. Si tenta di giustificare la partecipazione del Canada alla
aggressione contro la Siria. Essa afferma, in parte, che gli Stati Uniti e il Canada stanno bombardando la Siria perché
".... Gli Stati devono essere in grado di agire per autodifesa, quando il governo dello Stato ove vi sia una minaccia, non vuole o non può prevenire gli attacchi provenienti dal suo territorio. "
Naturalmente l' ISIS non rappresenta una minaccia per il Canada, anche se i canadesi ne sono convinti. Ma, cosa ancora più importante, il governo della Siria ed i suoi alleati sono perfettamente in grado, efficacemente e con forza, di prevenire tali attacchi. Ma i successi e le vittorie del governo Siriano degli ultimi mesi, da quando la Russia si è attivamente impegnata in Siria, vengono completamente ignorati.

La lettera si conclude con una dichiarazione ancora più significativa:
"Le azioni militari del Canada contro ISIL in Siria .... Non sono rivolte al popolo siriano, né  comportano un supporto al regime siriano ".
L'uso della parola "regime" indica sempre che quelli che bombardano un paese vogliono anche rovesciare quel "regime".
La parola è usata per umiliare il governo legittimo e dipingerlo come illegittimo ed è stata usata come mezzo di propaganda in tutte le aggressioni NATO, fin dalla Jugoslavia.

Le distorsioni dei fatti contenuti in quella lettera sono coerenti con l'affermazione di altri leader della NATO, da Londra a Berlino, e, ancora, letta nel suo contesto, la lettera equivale a una dichiarazione di guerra contro la Siria e conferma il ruolo servile del Canada ai generali americani come Breedlove che vagano per il pianeta progettando nuove conquiste.
Ma per tornare al generale Breedlove, è stato lui che ha detto qualche mese fa che sa "con  certezza" che la Russia sta per impegnarsi in una guerra ibrida nella zona del Baltico, che significa, naturalmente, che la NATO si impegnerà in operazioni sotto falsa bandiera, da imputare alla Russia, per cercare di costringere la Russia fuori da Kaliningrad come hanno cercato di fare in Crimea.
Pochi giorni fa Breedlove ha chiesto il rinnovo dei voli degli aerei spia U2 i vicino a confini russi, che sono utili solo se sorvolano il territorio russo. L'unico scopo di tali voli è quello di raccogliere informazioni sulle capacità di difesa e sulla disposizione delle forze in Russia e queste informazioni sono utili solo per preparare una guerra.
In cambio il ministero della difesa russo ha dichiarato che risponderà in modo asimmetrico e ha assicurato i russi che nessun U2 sorvolerà la Russia.

Ma i russi sanno che gli americani cercheranno di fare come hanno fatto in Cina e come hanno fatto ai tempi dei Sovietici.

Nel frattempo, sul lato orientale dell'Asia, gli Americani continuano le loro provocatorie  esercitazioni militari in opposizione alla Corea del Nord, prove che il governo della Corea del Nord teme giustamente potrebbero trasformarsi da un momento all'altro in una vera e propria guerra.
Di conseguenza hanno avvertito gli americani che, invece di aspettare di essere attaccata, la Corea del Nord può a sua volta aggredire gli Stati Uniti con armi nucleari in un attacco preventivo.  Eppure le esercitazioni continuano ogni giorno.
Il 1° aprile anche la Cina ha inviato un simile segnale allarmante affermando che da questo momento metterà tutti i suoi missili nucleari in condizioni di pronta risposta.  L'obiettivo è lo stesso,  scoraggiare un attacco americano.
Allo stesso tempo, le proteste di piazza in Serbia sembrano aver convinto il governo fantoccio di Belgrado a ritardare l'adesione alla NATO, la banda criminale che ha attaccato la Jugoslavia nel 1999 e che ha minacciato di radere al suolo Belgrado se il governo del presidente Milosevic non avesse accolto i suoi diktat. Ma in aggiunta all'umiliazione del popolo serbo, questa
settimana il tribunale per la Jugoslavia, controllato dalla NATO, ha svolto il suo ruolo di propaganda condannando il Dr. Karadzic per i crimini della NATO, ma assolvendo il dottor Seselj. Entrambe le decisioni sono state prese per motivi politici, entrambe servono gli stessi interessi e possono essere considerate nient'altro che un imbroglio per il popolo serbo ed un processo politico per fini propri della NATO.

Siamo in una posizione estremamente pericolosa. Vorrei citare una dichiarazione di Zivadin Jovanovic, Presidente del Forum di Belgrado per un mondo di Eguali, comparsa nel suo testo del 23 marzo perché chiarisce la situazione meglio di me.
Egli afferma:
"Coloro che hanno goduto dell'impunità, calpestando i principi fondamentali della Carta delle Nazioni Unite, generando caos e 'conflitti a bassa intensità', esautorando leader di altre nazioni, quelli che non tengono conto dei legittimi interessi di altre nazioni e stati, quelli che fanno pagare agli altri i fallimenti delle loro politiche, e quelli abituati ad avere sempre l'ultima parola, ingannando il proprio popolo e il mondo intero, certamente non smetteranno di cogliere l'occasione!  E proprio questo è fonte di grande pericolo." 

C'è una via d'uscita? Anche in questo caso, cito e chiudo con la dichiarazione del Presidente del Forum di Belgrado;


"La via d'uscita sta nel ripristino del rispetto dei principi fondamentali delle relazioni internazionali e del diritto internazionale, e più in particolare, nel rispetto del principio di uguaglianza sovrana di tutti gli stati.

In un senso più ampio, la via d'uscita sta nel rafforzamento del ruolo delle Nazioni Unite e nel rispetto e nel riconoscimento del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite come il corpo più importante per le questioni di pace e sicurezza;  nel riconoscere che la multipolarizzazione delle relazioni globali è un processo che non può essere fermato o arrestato con nessun mezzo; che, alla luce dei maggiori poteri di Russia, Cina e altri paesi BRICS, questa multipolaritàè inevitabile; nella tendenza alla democratizzazione delle relazioni globali che, in sostanza, significa il riconoscimento del fatto che anche i paesi medi e piccoli hanno il diritto di curare i propri interessi; nel rinunciare all'uso improprio della lotta contro il terrorismo al fine di diffondere e imporre gli interessi geopolitici delle grandi potenze;  nel fermare il finanziamento, l'inserimento, la formazione e l'invio di terroristi nelle aree di crisi;  nel prestare attenzione alla soluzione dei crescenti problemi socio-economici in Africa, Medio e Vicino Oriente e in tutte le altre parti del mondo, in particolare, quelle da cui provengono estremismo, terrorismo e crimine organizzato internazionale.
Al momento, per avere pace e sicurezza, 
è fondamentale trovare una soluzione politica e pacifica per la guerra in Siria, nel rispetto degli interessi di tutti i fattori politici, escludendo i terroristi di tutti i tipi e di qualsiasi parte politica".


Christopher Black è un avvocato penalista internazionale con sede a Toronto, èmembro della Law Society del Canada Superiore ed è conosciuto per aver seguito una serie di casi di alto profilo su diritti umani e crimini di guerra, in particolare per la rivista online New Eastern Outlook.

14/04/2016

Traduzione di Giorgio F. per Forum Belgrado Italia/civg.it