D'ALEMA NO.

Dall'avvocato Pasquale Vilardo riceviamo queste importanti note,
riportate di seguito, che ci trovano assolutamente d'accordo.
Il ripudio della guerra come strumento di risoluzione delle
controversie internazionali rimane un criterio guida dell'agire
politico di tutti i cittadini democratici. Principi così fondamentali
non si barattano per un piatto di lenticchie. I rappresentanti
politici devono rispettare i sentimenti ed i valori pacifisti dei
loro elettori oltrechè, naturalmente, le leggi fondamentali della
Repubblica.
La guerra di aggressione contro la RF di Jugoslavia, nel 1999, non è
stata solo illegale, ma anche criminale, avendo causato centinaia di
morti civili innocenti sul colpo e molte decine di migliaia di morti
ammazzati in seguito alle conseguenze ambientali dei bombardamenti.
Essa è stata condotta usando armi vietate, ed ha avuto come
conseguenza diretta la "pulizia etnica" delle comunità non albanofone
dalla provincia serba del Kosmet, con veri e propri pogrom ed atti
vandalici anche contro beni culturali sulla carta tutelati
dall'UNESCO. Il Kosmet, dal giugno 1999 in poi, pur militarmente
occupato dagli aggressori del paese sotto ipocrita copertura ONU, è
diventato il paradiso della criminalità organizzata che gestisce il
traffico di droga, prostituzione ed armi in Europa: non è azzardato
dire che la guerra di aggressione del 1999 sia stata scatenata da
certi poteri in seno alla NATO anche per tutelare gli interessi
criminali di queste bande mafiose delle quali l'UCK ha rappresentato
la mera infrastruttura militare. Dal punto di vista strettamente
politico, tra gli obiettivi in gran parte conseguiti di quei
bombardamenti del 1999 vanno annoverati: 1) una nuova secessione su
base razziale nel già massacrato contesto balcanico 2) il furto
giuridico ed economico ai danni della RF di Jugoslavia, fino allo
scioglimento formale di questo Stato 3) la delegittimazione dell'ONU
e dei principi fondamentali del diritto nazionale ed internazionale.
Per tutti questi motivi - giuridici, etici e politici - la proposta
di assegnare qualsivoglia incarico istituzionale a Massimo D'Alema è
irricevibile e ci vede come strenui oppositori.

A. Martocchia
(resp. politico, Coord. Naz. per la Jugoslavia)


----- Original Message -----
From: Avv.Vilardo Pasquale
Sent: Monday, May 01, 2006 6:16 PM
Subject: All'attenzione di Rina Gagliardi e del direttore Piero
Sansonetti. INOLTRO.

Inoltro gli interrogativi posti a Rina Gagliardi e al direttore di
Liberazione sull'eventuale candidatura di D'Alema a capo dello
stato sia per conoscenza che per richiedere lumi a coloro che a suo
tempo proposero le denunce - e sono numerosi tra PRC e GD, ad
esempio - e ancora oggi fanno il discorso del diritto e della
guerra, ma anche della difesa della Costituzione e sulla nonviolenza,
perche' francamente sono perplesso a fronte di questa reiterata
proposta, tanto piu' perche' l'Unione ha in Parlamento i numeri per
non cedere a nessun ricatto bipartisan e quindi per agire in positivo.
Mi pare che i principi giuridici, politici ed etici in ballo siano
evidenti: o abbiamo sbagliato noi ad opporci alle guerre anche in
quanto illegali e dopo i "ragazzi di Salo' " vedremo la
riabilitazione dei "bombardieri umanitari", dei mercenari e peggio
ancora?
E poi, preparandoci alla battaglia sul referendum costituzionale,
come difendiamo articoli e principi come quelli che scaturiscono
dagli articoli 11, 78, 87 della stessa con un capo dello stato che da
capo del governo li ha bellamente violati senza che si abbia notizia
pubblica di un'autocritica?
O dobbiamo liberarci dei nostri studi giuridici e dei nostri principi
politici di decenni e decenni - a sinistra e nell'area comunista -
in quanto vecchi arnesi obsoleti e ormai di impaccio alla
governabilita'?
Pasquale Vilardo


----- Original Message -----
From: Avv.Vilardo Pasquale
Sent: Monday, May 01, 2006 3:46 PM
Subject: All'attenzione di Rina Gagliardi e del direttore Piero
Sansonetti.


ALL'ATTENZIONE DI RINA GAGLIARDI E DEL DIRETTORE PIERO SANSONETTI.


Cara Rina Gagliardi,
ho letto il tuo articolo su Liberazione di oggi - 1.5.06 - dal
titolo " La corsa al Quirinale ..." nel quale riproponi la
candidatura di D'Alema per il Quirinale e pertanto reinvio per
conoscenza la mia lettera al giornale in proposito, non pubblicata,
con le seguenti precisazioni.

1. Nel 1999 la guerra dei governi della Nato all'ex Jugoslavia
provoco' un imponente movimento internazionale di giuristi contro
l'illegalita' e la disumanita' della stessa.
In Italia i giuristi del PRC furono protagonisti di quel movimento,
che sfocio' in 14 procedimenti dinanzi a 14 diverse Procure della
Repubblica firmate da centinaia di cittadini, con in prima fila
numerosi parlamentari e dirigenti nazionali e locali del PRC.
Ne scaturi' un procedimernto penale a carico di D'Alema in qualita'
di Presidente del Consiglio per violazione degli articoli 11, 78, 87
della Costituzione e di articoli del codice penale quali quelli ex
art. 283, 287 e 422.
Il Tribunale dei Ministri archivio' perche' ritenne che il Parlamento
aveva formalmente dichiarato la guerra ex art.78 Cost. Ma non era
cosi', il Parlamento era stato messo di fronte al fatto compiuto:
infatti, Nichi Vendola scrisse un articolo su Liberazione in
proposito, vari parlamentari assentirono (tra loro il sottosegretario
di D'Alema ed esponenti del centrodestra, oltre quelli della
sinistra radicale), un magistrato incaricato all'uopo lesse i
resoconti parlamentari e confermo' il tutto.
Nel frattempo, in conseguenza di quella guerra illegale, veniva
approvato informalmente dai governi in carica - senza alcun passaggio
parlamentare - il nuovo trattato della NATO, esplodeva la vicenda
dell'uranio impoverito e la tragedia jugoslava si aggravava a
dismisura, ad indicare altre conseguenze nefaste.
A questo punto - a norma di legge - il decreto di archiviazione su
D'Alema puo' essere revocato e infatti tra giuristi del PRC vi e'
stata anche una deliberazione in tal senso, anche se non posta in
essere.

2. Dopo il 1999 lo spettro delle guerre imperiali si e' aggravato a
dismisura, il PRC ha adottato la linea della non violenza, la nostra
Costituzione rischia ormai di essere stravolta e sostituita con
un'altra, di impianto autoritario e liberista.

3. Alla luce di quanto sopra non ti pare che:
- la candidatura di D'Alema al Quirinale e' in stridente contrasto
con la lotta del movimento per la pace contro l'illegalita' della
guerra alla ex Jugoslavia del 1999 e - piu' in generale - con lotta
per la difesa della Costituzione e la linea della nonviolenza del PRC?
- non si rischia cosi' di deludere il movimento, sociale politico e
giuridico, contro la guerra, e di infilare il PRC in un tunnel di
terribili contraddizioni, a mio avviso indifendibili?

Alcuni dei protagonisti del movimento politico e giuridico contro la
guerra hanno gia' approvato la mia lettera non pubblicata,
formulando esplicite richieste al PRC, tra i cui parlamentari
numerosi sono coloro che pure hanno denunciato D'Alema.
Di piu': il Presidente della Repubblica puo' anche essere un non
parlamentare, perche' dunque insistere con questa mono-richiesta
cosi' discutibile, inopportuna e contraddittoria con la stessa storia
e gli stessi principi del PRC?
E comunque pensa anche al prossimo futuro: con comportamenti del
genere ritieni che il PRC reggera' poi alle critiche, in campo
sociale politico giuridico etico? E - di grazia - con quali
argomentazioni serie?
Non so se sono il Don Chisciotte della situazione, scrivo anche per
dirimere i miei stessi dubbi, che sono tanti, pero' ammetterai che
gli interrogativi sono seri, inquietanti, ineludibili. Non a caso
vorremmo ri-fondare il movimento comunista, in discontinuita' netta
con gli errori e le tragedie del passato. E il vizio di dire una cosa
prima di essere eletti e di farne poi un'altra "una volta in sella
politico-istituzionale", lasciamolo ai politici del pensiero unico,
capitalista e borghese: noi siamo diversi, siamo comunisti e vogliamo
cambiare (in meglio) le cose.
A tale proposito trascrivo le parole di Nichi Vendola su
"Liberazione" del 30.12.99, a commento del decreto di archiviazione
su D'Alema:

<< ... "c'e' un giudice a Berlino!" A Roma quel giudice e' in vacanza
o, se c'e', e' assai distratto, non conosce bene neppure le norme
scritte nella carta costituzionale, non legge neppure i giornali:
infatti l'alta magistratura capitolina ha archiviato le trenta
denunce, presentate da illustri giuristi e da alcune migliaia di
italiani, contro il governo D'Alema per la guerra d' aggressione alla
Repubblica jugoslava: dicono questi Soloni (potremo chiamarli "toghe
nere") che non vi e' stata illegittimita' ne' reato, perche'
l'intervento militare fu preventivamente avallato dal Parlamento: una
menzogna evidente, per chiunque sappia leggere e scrivere: Signori
della corte, a me parlamentare fu negato per svariati giorni persino
uno straccio di dibattito, le parole e un truffaldino voto vennero
dopo, a guerra avviata. Davvero non lo sapevate? Le guerre sono
sempre, fra l'altro, strage di verita'... >>

E del resto finanche il Sottosegretario alla Presidenza del
Consiglio on. Minniti sul " Corriere della Sera " del 30.6.99 ammette:

<< Eravamo in aula con i parlamenatari che si interrogavano
sull'opportunita' di un intervento aereo mentre gli aerei erano gia'
in volo. Il Parlamento discuteva e intanto tutto stava gia'
accadendo. >>

Avv. Pasquale Vilardo

P.S.
Per sottolineare l' "internita' " politica e giuridica della mia
critica faccio presente che sono dirigente del circolo PRC di Ponte
Milvio e faccio parte degli organismi giuridici del PRC, dei Giuristi
Democratici e del comitato per la difesa della Costituzione.



----- Original Message -----
From: Avv.Vilardo Pasquale
To: lettere@...
Sent: Thursday, April 20, 2006 8:18 AM
Subject: D'ALEMA , L'OPPOSIZIONE ALLA GUERRA, LA NONVIOLENZA.

D'ALEMA, L'OPPOSIZIONE ALLA GUERRA, LA NONVIOLENZA.

Caro direttore,

in questi giorni impazza il "D'Alema for President" - dal toto-
Quirinale al toto-Camera -, ma voglio ricordare, per il popolo
dell'opposizione alla guerra e della nonviolenza che ha eletto il 9
aprile numerosi suoi rappresentantti alla Camera e al Senato, che
D'Alema e' stato denunciato per l'illegalita' e la disumanita' della
guerra del 1999 di aggressione alla ex Jugoslavia, nella sua qualita'
di Presidente del Consiglio, per la violazione degli art.11 e 78 della
Costituzione e di svariati articoli del codice penale.
All'epoca le denunce vennero archiviate, sulla base del presupposto
che le Camere avessero dichiarato formalmente lo stato di guerra ai
sensi dell'art.78 della Costituzione. Ma non e' stato cosi', tanto e'
vero che Nichi Vendola scrisse un articolo su Liberazione per ribadire
che le Camere vennero messe di fronte al fatto compiuto e che numerosi
parlamentari - finanche di centrodestra - hanno confermato la versione
di Vendola, del resto suffragata dai resoconti parlamentari,
scrupolosamente letti e riletti da un valente magistrato incaricato a
cio'.
Ci sono tutti i presupposti dunque perche' l'istanza redatta da tempo
dai giuristi del PRC ai sensi dell'art. 2 comma 2 della legge del 5
giugno 1989 n.219 perche' venga revocato il decreto di archiviazione
e si proceda nei confronti di D'Alema sia depositata alla Procura
della Repubblica presso il Tribunale di Roma.
Ma a parte l'aspetto giuridico, c'e' una domanda etico-politica cui
rispondere: e' possibile votare D'Alema sulla base di principi quali
la non violenza e l'opposizione alla guerra?
Possibile che in tutta l'Unione non ci siano altri candidati per
cariche cosi' importanti e impegnative sotto il profilo politico,
giuridico ed etico?


Avv. Pasquale Vilardo,
portavoce dell'Associazione Giuristi Democratici di Roma.


(sullo stesso argomento vedi anche la documentazione raccolta qui:
https://www.cnj.it/24MARZO99/politico.htm
https://www.cnj.it/24MARZO99/giudiziario.htm )