(english / italiano)

Scioperi alla FIAT Chrysler Automobiles Kragujevac

I lavoratori rivendicano l'aumento dell'ammontare lordo dello stipendio base da 38.000 a 45.000 dinari annui, per un impegno economico pari allo 0,5% (sic) dei profitti-record realizzati con le FIAT500...

1) Sciopero a Kragujevac. Si ferma la Fca di Marchionne (Contropiano 27/6/2017)
2) FCA Serbia, tute blu sul piede di guerra. Sciopero nella fabbrica della 500L (S. Giantin / Il Piccolo, 28.6.2017)
3) FSM - WFTU: Solidarity with FIAT workers in Serbia / Solidarietà ai lavoratori FIAT in Serbia
4) NKPJ: Call for Solidarity


Su precedenti scioperi ed altre vicende alla FAS / ex FIAT / ex Zastava / di Kragujevac (Serbia) si veda la nostra pagina dedicata:


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http://contropiano.org/news/lavoro-conflitto-news/2017/06/27/sciopero-kragujevac-si-ferma-la-fca-marchionne-093354

Sciopero a Kragujevac. Si ferma la Fca di Marchionne

di Redazione Contropiano, 27 giugno 2017

A quanto pare non c’è paese in cui gli operai si sentano costretti a ringraziare Sergio Marchione e la famiglia Agnelli.
Lo stabilimento di Kragujevac, in Serbia, luogo di produzione della 500L, si è fermato per uno sciopero. Le richieste dei lavoratori sono chiare e drastiche: a) aumento salariale (attualmente fermo intorno ai 45 mila dinari, appena 370 euro), b) riduzione dei carichi di lavoro (oggi chi lavora deve coprire anche l’attività di chi è in malattia o in maternità), c) risarcimento delle spese di trasporto da casa al lavoro (notoriamente i trasporti pubblici della disastrata Serbia, dopo l’aggressione imperialista alla ex Jugoslavia, non sono al top del continente).
Per Fca si tratta di un problema serio, perché il nuovo modello della 500L – sottoposta a un radicale restyling – nelle aspettative della società doveva rilanciare le vendite, drasticamente calate negli ultimi anni. Basti pensare che nel 2016 la 500L ha registrato una flessione del -2.6% delle vendite in Europa (nei primi 4 mesi de 2017 adirittura del -12%), mentre negli Stati Uniti si è registrato un -61% che non ammette discussioni. 
Lo sciopero avrebbe dovuto concludersi oggi, se le trattative dovessero produrre un accordo. Altrimenti si prevede che potrebbe protrarsi ancora per tutta la settimana. 
Sciopero vero, insomma, non chiacchiere da parata…


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Fca Serbia, tute blu sul piede di guerra. Sciopero nella fabbrica della 500L


Braccia incrociate nella fabbrica di Kragujevac dove viene prodotta la nuova 500L: scontro su contratti, bonus e premio di produzione di Stefano Giantin, 28 giugno 2017


BELGRADO. La festa grande per il lancio della produzione della nuova 500L, a fine maggio, sembra ormai lontana. E oggi, più che tempo di celebrazioni, c’è maretta, negli stabilimenti Fiat Chrysler Automobili Srbija (Fca) a Kragujevac, in Serbia. 

Stabilimenti dove ieri, 27 giugno, alle sei di mattina in punto, gli operai hanno incrociato le braccia per uno sciopero generale, che era stato annunciato nei giorni scorsi dai sindacati e che era stato preceduto tra lunedì e venerdì della passata settimana da ben due scioperi “dimostrativi”, di un’ora ciascuno, per segnalare l’agitazione e rendere manifesti i mal di pancia delle tute blu serbe.


Tute blu, hanno specificato ieri il “Samostalni Sindikat”, un sindacato indipendente in Fiat, e la sigla “Nezaviznost”, una unione sindacale autonoma, che hanno richieste ben precise da rivolgere al management dell’azienda.

Le rivendicazioni. La prima, la principale, «l’aumento del salario» base mensile fino «a 45.000 dinari», circa 370 euro lordi, ha specificato il Nezaviznost in una nota diffusa su Facebook, e che «non ci si muova di un dinaro da quella cifra». Ma gli operai hanno protestato anche per altri tre motivi. Per chiedere una maggiorazione salariale o dei rimborsi per i lavoratori che vengono in fabbrica nei turni notturni, quando non possono usufruire dei mezzi di trasporto organizzati, ossia dalle dieci di sera alle sei del mattino. Esigono poi l’elargizione del bonus di produzione concordato per il 2016 e un aumento dello stesso per il 2017. E soprattutto una profonda riorganizzazione del lavoro, per non gravare eccessivamente, come starebbe accadendo oggi, sui lavoratori chiamati a sostituire operai in malattia o assenti per altre ragioni, come la maternità, o in generale in condizioni di organico ridotto.


Come funziona lo sciopero? Le modalità le ha comunicato il Samostalni Sindikat, che ha precisato che i lavoratori avrebbero dovuto presentarsi in fabbrica sul posto di lavoro e poi «non lavorare». «Non vogliamo essere una forza lavoro a basso costo, «lavoro decente, paghe decenti», il motto degli scioperanti. Motto che ha fatto presa su un numero considerevole di operai nello stabilimento, nato da una joint venture tra Fiat (67%) e governo di Belgrado (33%), primo esportatore nel Paese balcanico con oltre un miliardo di euro, l’8% dell’export serbo nel 2016, il 3% del Pil nazionale.

Forte l'adesione. Secondo quanto comunicato dal presidente del Sindacato indipendente, Zoran Markovic, e riportato dall’agenzia di stampa serba Beta, «circa 2.000 lavoratori del primo e secondo turno» hanno aderito allo sciopero, il 90% circa, mentre 250 colletti bianchi hanno deciso di non sostenere la lotta. Una percentuale alta di partecipazione allo sciopero che, secondo Markovic, ha causato l’interruzione della produzione nei gangli degli impianti, dal montaggio alla logistica, passando per la verniciatura e la carrozzeria. Lo stesso Markovic, in precedenza, aveva confermato che la battaglia principale è quella per lo stipendio, da far salire dagli attuali 38.000 dinari a 45mila mensili, in una fabbrica che l’anno scorso ha prodotto 85mila veicoli, un target che è stato confermato anche per l’anno in corso malgrado «l’uscita di circa mille lavoratori» dalla Fiat, ha precisato Beta. E «vogliamo l’ingresso di nuovi operai o una diversa organizzazione del lavoro» ha spiegato il sindacalista, considerato che oggi «un lavoratore deve compiere più operazioni».

Quanto durerà la protesta? «Fino a che le nostre richieste non saranno accolte o fino a quando non ci sarà un accordo» con il management, spiega a Il Piccolo lo stesso Markovic. Management che, nei giorni scorsi, non ha voluto commentare pubblicamente l’agitazione nello stabilimento della Fca in Serbia, ma «speriamo che un accordo arrivi quanto prima, anche se oggi non c’è stato alcun contatto». «Oggi è stato il primo giorno e sicuramente domani (oggi per chi legge, nda) continueremo», aggiunge Markovic, confermando che il blocco andrà avanti a oltranza.


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WFTU Solidarity with FIAT workers in Serbia

07 Jul 2017

The World Federation of Trade Unions, which is the militant voice of 92 million workers in 126 countries all over the world, stands firmly by the side of the 2.000 workers of the factory of FIAT Chrysler Automobiles, automobile assembly plant in Kragujevac, Serbia, who are on strike since Tuesday 27 June 2017.

The workers have taken strike action against the intensification of work, which increased after numerous workers were dismissed from the factory, while the factory tries to produce a high number of cars per day. Their main demands also include wage increase and transport allowance.

WFTU, on behalf of the world class-oriented trade union movement, calls the working class of Serbia and internationally to support the struggle of the workers of the factory of FIAT in Kragujevac. This factory has great profits from cars production and exportation that are gained through the exploitation of its workers and through the intensification of work, with dramatic results on their health and safety.

International solidarity with FIAT workers in Serbia to continue their struggle until the satisfaction of their just demands!

The Secretariat

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Solidarietà ai lavoratori FIAT in Serbia

Federazione Sindacale Mondiale (FSM - WFTU) | wftucentral.org


07/07/2017

La Federazione Mondiale dei Sindacati, che è la voce militante di 92 milioni di lavoratori in 126 paesi in tutto il mondo, si schiera fermamente al fianco dei 2.000 lavoratori della fabbrica FIAT Chrysler Automobiles dell'impianto di assemblaggio meccanico a Kragujevac, in Serbia. I lavoratori di astengono dal lavoro da martedì 27 giugno 2017.

Gli operai hanno indetto lo sciopero per protestare contro l'intensificazione dei ritmi di lavoro, a seguito dei numerosi licenziamenti della fabbrica che tenta di mantenere elevata la quantità di automobili prodotte al giorno. Le loro rivendicazioni principali includono anche aumenti salariali e indennità di trasporto.

La FSM, a nome del movimento sindacale con orientamento di classe, chiama la classe operaia della Serbia e internazionale a sostenere la lotta dei lavoratori della fabbrica FIAT a Kragujevac. Questa fabbrica trae grandi profitti dalla produzione e dall'esportazione di automobili attraverso lo sfruttamento dei suoi lavoratori e attraverso l'intensificazione del lavoro, con risultati drammatici sulla salute e la sicurezza.

Solidarietà internazionale ai lavoratori FIAT in Serbia nella loro lotta fino alla soddisfazione delle loro giuste rivendicazioni!

(Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare - http://www.resistenze.org/sito/te/pr/mo/prmohg10-019418.htm )


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Call for Solidarity: Workers go on strike at Fiat Serbia factory

The CC of the NKPJ on FCA workers struggle

http://www.nkpj.org.rs/komsrb@...

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NCP of Yugoslavia, Call for Solidarity: Workers go on strike at Fiat  Serbia factory [En]

http://www.nkpj.org.rs/komsrb@...

http//:solidnet.org
http://www.solidnet.org/serbia-new-communist-party-of-yugoslavia/ncp-of-yugoslavia-call-for-solidarity-workers-go-on-strike-at-fiat-serbia-factory-en

Workers go on strike at Fiat Serbia factory [En]
The SolidNet Team


Call for Solidarity: Workers go on strike at Fiat Serbia factory [En]

Dear Comrades, we wish to bring the following important matters to your  attention:

Workers at the factory of Fiat Chrysler Automobiles’ Serbian subsidiary  FCA Srbija in Kragujevac are on strike over excessive workload and low  wages.

The strike began on Tuesday 27 June after two days of warning protests.  Two thousand blue collar workers, representing 90 per cent of the  workforce, have taken strike action to demand a small wage increase,  paid overtime, an end to layoffs, a reorganization of work to cut  workload, and compensation for transport costs for shifts that start or finish when there in no public transport.

The core issue is the intensification of work, and low wages. Last  summer, a whole shift was laid off, but the volume of work stayed the same.

Workers took strike action after management refused to negotiate.

The strike is seen as a highly significant test of Serbian workers’  ability to resist the intensification of work, and win a decent living  wage. Many European auto manufacturers have shifted production to  Eastern Europe, where wages are low. FCA Srbija production workers earn  about 400 Euros per month. Recently, Slovakian VW workers won a significant wage increase after taking strike action.

The strike committee’s demands are as follows:

1.  Increase the minimum wage per hour from 2 to 2,40 Euros (290 dinars);

2. Improve production organization, and replace workers who are absent for maternity and paternity leave, or for long periods of illness;

3. Recognize bonuses linked both to the achievement of efficiency goals and to the recognition of bronze and silver in World Class Manufacturing  principles;

4. Apply the collective bargaining agreement to both the transport  allowance when working outside the standard working hours and no public transport is available (at night from 22.00 to 05.00).

The way foreign “investment” works in Serbia and neighbouring countries goes well beyond standard bourgeois exploitation. The term “investment” here has truly turned into its opposite. Most of the expenses are paid out of the state budget, leaving the private owners to accumulate more and more super-profits without any serious risk to their businesses.

The workers in Kragujevac aren’t the only ones who decided to intensify the class struggle. More and more strikes are being reported throughout Serbia and other former-Yugoslav lands. “Falk East” in Knjaževac, “Goša” in Smederevo, the Railways of the Serb Republic (Serb part of Bosnia and Herzegovina), and the list goes on… As the economic crisis deepens and the cost of living grows, the purchasing power and working conditions  are deteriorating at a rapid pace. The intensification and expansion of class struggle is becoming the only way to survive.

On behalf of the rights of workers factory of Fiat Chrysler Automobiles’ Serbian to fight for their legitimate demands, we call for international solidarity.

Please, send message of solidarity to our email.

http://www.nkpj.org.rs/ - komsrb@...

With comradely greetings,

International Relations Section of the CC of the NKPJ