L'"IMPERO" ED I SUOI SERVI

"Dobbiamo riconoscere che questa non e' un'azione dell'imperialismo
americano. E' in effetti un'operazione internazionale (o, per la
verita', sovranazionale). Ed i suoi obiettivi non sono guidati dai
limitati interessi nazionali degli Stati Uniti: essa e' effettivamente
finalizzata a tutelare i diritti umani (o, per la verita', la vita
umana)".
Cosi' parlava Michael Hardt, a proposito della aggressione della
NATO contro la Repubblica Federale di Jugoslavia ("Il Manifesto",
15 maggio 1999; citato da D. Losurdo su "Liberazione" del 9/3/2002).

Pochi mesi dopo, lo stesso Hardt pubblicava assieme a Toni Negri il
libro "Empire", nel quale si sostiene che l'"Impero", in quanto
delocalizzato, pervasivo ed ubiquo, "non e' americano". Poiche'
l'"Impero" tutto deve inglobare in se', ogni resistenza non solo e'
vana, ma e' pure regressiva e condannabile. Percio' la Jugoslavia
non aveva diritto di difendersi ne' dai micronazionalismi di stampo
revanscista-fascista, ne' dalla aggressione della NATO, guidata
dagli USA.

Cosi' il libro di Hardt e Negri aveva il successo garantito. Dopo
un incessante battage pubblicitario in molti paesi, attraverso il
quale il volume e le tesi in esso contenute venivano imposte come
Verbo alle "moltitudini" del movimento cosiddetto no-global, Negri
si guadagnava persino una lode sul "Time". Recentemente i due
autori sono stati ospiti di Stanlio ed Ollio su "La7"; il loro
testo sacro e' prossimo all'uscita in un paese come la Croazia, dove
viceversa non solo i vecchi film dell'epopea partigiana ma pure
quelli nuovi di Emir Kusturica ("Underground") sono sottoposti
a censura ed ostracismo.