CONCORSO A PREMI: INVENTA UN SUPERLATIVO!

Propongo ad amici e compagni di impegnarsi cinque minuti in un gioco
virtuoso. Si tratta di aiutare i giornalisti de "Il Manifesto" a
rendere ancora piu' enfatica la loro prosa sugli avvenimenti
balcanici, inventando prefissi e superlativi aventi la radice:

...nazionalist...

Regole del gioco:
Bisogna applicare l'epiteto esclusivamente alle sinistre oppure alle
destre anti-occidentali. E' fatto divieto di usarlo per criticare il
conservatore monarchico serbo Vojislav Kostunica, che, in quanto
rappresentante degli interessi europei in quell'area, piuttosto va
sostenuto.
Inviate i vostri componimenti a: <redazione@...>
Buon divertimento!

(Italo Slavo)

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http://www.ilmanifesto.it/Quotidiano-archivio/
15-Novembre-2002/art88.html

il manifesto - 15 Novembre 2002

JUGOSLAVIA

«Milosevic torni a Belgrado»

Il parlamento chiede all'Aja che l'ex presidente, gravemente malato,
si curi in patria e si difenda a piede libero

TOMMASO DI FRANCESCO

La notizia di mercoledì 13 non deve avere fatto molto piacere ai
giudici del Tribunale dell'Aja, già alle prese con mille
contraddizioni del processo Milosevic. Inaspettata poi, visto il caos
che regnava a Belgrado dopo l'annullamento delle presidenziali serbe
del 13 ottobre scorso. La camera alta del Parlamento jugoslavo ha
adottato una risoluzione nella quale chiede al Tribunale dell'Aja di
consentire all'ex leader serbo Slobodan Milosevic, detenuto in attesa
della conclusione del processo a suo carico, di poter venire curato in
patria e di difendersi poi a piede libero. La risoluzione è stata
votata da tutti i partiti, ed è stata promossa dal Partito socialista
serbo (Sps) di Milosevic e dallo Jul (Sinistra jugoslava) legato a
«Mira» Markovic, moglie di Milosevic.
L'associazione ipernazionalista [sic] «Libertà» - che ha lanciato
nelle elezioni una campagna a favore dell'ultranazionalista [sic]
Vojslav Seselj arrivato al 22% - ha accusato davanti alla corte di
Belgrado di tentato omicidio il procuratore dell'Aja Carla Del Ponte.
Ecco che l'ombra di Milosevic e le ambiguità sostanziali del processo
dell'Aja, tornano al centro della crisi a Belgrado. Il maxiprocesso
contro Milosevic - dieci anni di guerre interetniche nei Balcani e un
solo colpevole, così l'ha costruito la Del Ponte -, dopo «Kosovo» e
«Bosnia» è entrato nella fase «Croazia», ma è stato più volte sospeso
a causa delle gravi condizioni di salute dell'imputato eccellente. I
media internazionali sfottevano sulla sua «malattia», poi le visite
dei medici dello stesso Tribunale dell'Aja hanno provato che soffre
gravemente di ipertensione e problemi cardiaci e che l'assiduità del
processo e il ruolo che lui ha di «difensore di se stesso» possono
provocare «il peggio». E mercoledì i giudici dell'Aja hanno ordinato
un esame psichiatrico per «la pressione mentale» esercitata
sull'imputato e un «rapporto medico sull'estremo affaticamento». Il
processo è stato sospeso fino a lunedì. Solo in questo mese le
sospensioni sono state tre. Dura così da quattro mesi.

Ora il voto del parlamento di Belgrado ricorda alla comunità
internazionale che la Jugoslavia e il suo presidente Kostunica,
avrebbero preferito per Milosevic un processo in patria. E che un
peggioramento delle sue condizioni di salute - oltre che a
«santificarlo» - sarebbero un peso insopportabile che già grava sulle
presidenziali serbe dell'8 dicembre prossimo, per le quali si è
ricandidato Kostunica dopo l'accordo con il presidente serbo Dijndijc
per eliminare la clausola che prevede il quorum del 50%
dell'elettorato al secondo turno per rendere valido il voto. E il
processo dell'Aja? A questo punto i magistrati internazionali
cominciano a temere concretamente il fallimento del maxi-giudizio.