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il manifesto - 29 Gennaio 2006
EUROPA - CARINZIA

L'ultima battaglia di Haider contro gli sloveni

Nazionalisti austriaci e locali contro la sentenza della Corte sui
«cartelli bilingui». Schüssel tace
ANGELA MAYR

«E' possibile che delle persone adulte nell'Europa dell'anno 2006
temano una invasione slovena?», si chiede il quotidiano viennese Der
Standard appellandosi direttamente «An die Kärntner» (ai carinziani),
gli abitanti della regione austriaca governata da Jörg Haider
confinante con l'Italia e la Slovenia. In nome loro, della «comunità
di popolo» rimessa in campo, il governatore della Carinzia si oppone
all'installazione di cartelli topografici bilingui, in sloveno oltre
che in tedesco, prescritta da una sentenza della corte costituzionale
austriaca del dicembre scorso. «La sentenza è sbagliata,
contraddittoria, non corretta, non ammissibile e mette in pericolo la
pace nel paese», ha minacciato Haider, ex leader della Fpö ora a capo
di un partito arancione, Bzö, da lui fondato, accusando di illegalità
il presidente della corte costituzionale Karl Korinek. Già nel 2001
una sentenza della Corte chiese l'installazione di cartelli
topografici bilingui nei comuni con una popolazione slovena superiore
al 10% (abrogando una legge regionale che prevedeva un tetto del 25%)
in applicazione dell'articolo 7 del contratto di stato del 1955 -
fondamento della ricostituita autonomia statuale austriaca postbellica.

L'articolo 7 sancisce i diritti di parità delle sei minoranze
linguistiche autoctone austriache. In Carinzia (Kaernten/Koroska)
circa 200 comuni dovrebbero avere cartelli bilingui. «I cartelli sono
diventati il simbolo del riconoscimento dell' esistenza di una
minoranza slovena sul posto, - spiega Rudi Vouk del consiglio degli
sloveni carinziani - là dove ci sono lo sloveno è riconosciuto come
lingua ufficiale e le associazioni culturali slovene vengono
sovvenzionate dai comuni». Avvocato di professione, è stato Vouk a
provocare le due sentenze della Corte costituzionale con un espediente
originale: attraversando in macchina oltre i limiti di velocità prima
S.Kanzian e poi Bleiburg, paesi con minoranza slovena, e rifiutandosi
poi di pagare la multa per l'assenza di cartelli in lingua slovena.
Altri 20 ricorsi contro multe linguisticamente scorrette giacciono
presso la Corte.

Contro la sentenza Haider ha confezionato un'inchiesta popolare
chiamando la maggioranza a decidere sui diritti della minoranza: un
attacco alla democrazia e allo stato di diritto senza precedenti
denunciato dalle opposizioni di socialdemocratici e Verdi e dal
presidente della repubblica Heinz Fischer, ma tollerato nei fatti dal
cancelliere Wolfgang Schüssel del partito popolare (övp) rimasto
finora in silenzio.

Non a caso, giacché Schüssel, presidente di turno dell'Unione europea,
è ostaggio dell'alleato di governo Haider che minaccia di far saltare
l'accordo con i popolari se la övp pretende l'applicazione della
sentenza. E c'è da credergli perché sulla questione dei cartelli
topografici Haider gioca la sua ultima partita in vista delle elezioni
politiche previste l'autunno prossimo, dopo il tracollo subito alle
regionali di Stiria, Vienna e Burgenland dove il Bzö è rimasto senza
rappresentanza: ottenere un seggio diretto in una circoscrizione della
Carinzia, nell'area dei comuni bilingui è oggi il solo modo per
assicurarsi l'ingresso in parlamento, visto che il suo partito è dato
largamente al di sotto del quorum nazionale fissato al 4%. Per battere
la concorrenza dell'altro pezzo del suo vecchio partito che è rimasto
col nome Fpö, Haider punta sul «superamento a destra», come ha
registrato l'ex ideologo e europarlamentare della Fpö Andreas Mölzer-

Ostaggio di Haider è diventato anche l'Orf, la televisione di stato
austriaca, che si rifiuta di trasmettere una documentazione storica
sulla disputa dei cartelli in Carinzia «Articolo 7- il nostro
diritto», già mostrata in alcuni festival austriaci e alla tv slovena.
Prodotto dallo stesso Orf, il documentario mostra anche il noto
assalto ai cartelli bilingui del 1972 fatti erigere in Carinzia a
tappeto dall'allora cancelliere Bruno Kreisky, accolto sul posto da
grida di Heil Hitler e sporco ebreo.

Di nuovo anche oggi si mobilitano le organizzazioni patriottiche
tedesche nazionali e tradizionali carinziane già promotrici
dell'assalto ai cartelli del 1972. In testa il «Karntner Abwehrbund»
(Kab) motiva il suo rifiuto di cartelli bilingui con il vecchio
stereotipo: «In questo modo in Carinzia si delimita un territorio
sloveno». E intanto l'ordinanza per l'installazione dei cartelli
bilingui chiesta dalle opposizioni al cancelliere Wolfgang Schüssel
intanto non arriva.