IL 18 MARZO 2006 A ROMA
CONTRO LE GUERRE E CONTRO LE OCCUPAZIONI MILITARI

https://www.cnj.it/INIZIATIVE/fse180306.htm

ed anche per ricordare il settimo anniversario della
AGGRESSIONE DELLA NATO CONTRO LA REP. FED. DI JUGOSLAVIA

https://www.cnj.it/24MARZO99/index.htm


1. Il volantino del CNJ per la giornata del 18 marzo 2006

scaricalo in formato PDF: https://www.cnj.it/INIZIATIVE/volant180306BIS.pdf

2. Porre termine all'occupazione - Solidarietà con il popolo iracheno:
Dichiarazione di 55 Partiti comunisti e operai in occasione del 3°
anniversario della guerra contro l'Iraq


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Anche il Coordinamento Nazionale per la Jugoslavia in piazza a Roma

IL 18 MARZO 2006

CONTRO LE GUERRE
CONTRO LE OCCUPAZIONI MILITARI

e per ricordare la
aggressione della NATO
contro la R. F. di JUGOSLAVIA
iniziata il 24 MARZO 1999

Abbiamo assistito in questi mesi ad uno strumentale dibattito sul
diritto all'esistenza degli stati: tutto il ceto politico politically
correct di centro-destra-sinistra si è sperticato in difesa del
concetto che mai nessuno stato va cancellato dalle cartine geografiche
per nessun motivo. Ma tutti hanno omesso di ricordare che un paese è
stato già cancellato dalle cartine geografiche, formalmente il 4
febbraio 2003, dopo averne iniziata la demolizione con il
riconoscimento delle secessioni su base "etnica" il 15 gennaio 1992.
Parliamo di un paese multiculturale dove popoli appartenenti alle più
svariate nazionalità convivevano in pace e in armonia tra di loro, un
paese dove erano ammesse soltanto l'Unità e la Fratellanza. Per chi
non lo avesse capito stiamo parlando della Jugoslavia.

La Jugoslavia costituiva un ostacolo per le mire espansionistiche
della NATO verso Est, ed anche se dagli anni Ottanta era stata
costretta a subire alcuni dei diktat degli strozzini globali del FMI e
della BM, non era facile rapinarla delle sue risorse e privarla della
sua autonomia. La Jugoslavia inoltre era nata e si era sviluppata a
partire dagli ideali socialisti ed antimperialisti che le avevano
consentito di sconfiggere l'invasore nazifascista con le sole forze
del proprio popolo partigiano.

Oggi purtroppo gli esiti di quella Guerra di Liberazione sono stati
capovolti e nei Balcani gli sconfitti hanno preso il potere: quelli
che ieri erano i quisling, i collaborazionisti dei regimi di Hitler e
Mussolini, adesso svolgono il loro sporco lavoro per conto dei nuovi
padroni occidentali in tutte le nuove repubbliche "indipendenti". I
"nuovi" confini nei Balcani ricalcano quelli voluti dal Terzo Reich e
le piccole repubbliche monoetniche vengono facilmente manipolate e
schiacciate secondo il vecchio principio del divide et impera.

Queste classi dirigenti filo-occidentali hanno usato i metodi della
disinformazione strategica ed i soldi di Soros e delle altre lobby
"non governative", oltre al terrorismo ed alla "pulizia etnica":
quest'ultima è in atto ancora adessoin Kosovo ai danni della
popolazione non albanese e degli albanesi antisecessionisti. Dove i
killer e le mafie locali non sono bastati, l'imperialismo è
intervenuto direttamente sul campo con i suoi militari,
orwellianamente in "missione di pace", causando lutti e distruzioni,
inquinamento chimico (Pančevo) e radioattivo (uranio impoverito), con
l'intenzione di sfregiare quelle terre per sempre.

Sbaglia di grosso chi pensa che la partita nei Balcani sia finita da
un pezzo. Tutte le questioni restano aperte, a partire dalla Bosnia, e
nuove divisioni sono in programma, dal Montenegro al Kosovo, passando
per la Vojvodina e il Sangiaccato: l'ulteriore disgregazione dello
spazio jugoslavo è infatti l'esito automatico delle scelte criminali
effettuate in ambito politico-diplomatico, militare, economico,
culturale dal 1991 in poi. È stato scatenato un processo
(auto)distruttivo "a valanga", che non conterrà mai in se alcuna
possibile, ragionevole o auspicabile ipotesi di stabilizzazione
finale: poiché non esistono e non possono esistere "confini giusti" a
separare le genti dei Balcani.

Chi pagherà per avere aperto questa voragine? Chi pagherà per questi
crimini? Finora, sono stati usati solo capri espiatori. L'imperialismo
non ha pietà verso i propri oppositori. Slobodan Milošević, malato di
cuore, è stato prima sepolto vivo in una galera, nel disinteresse ed
anzi per la soddisfazione di commentatori e "anime belle dei diritti
umani", e poi assassinato. Chi ha fatto bombardare il petrolchimico di
Pančevo ed i quartieri popolari di Aleksinac, Niš e tante altre città,
gode invece evidentemente di una perfetta licenza di uccidere: "L'idea
neocon di esportare la democrazia è giusta, è un grande obbiettivo...
superando la visione ottocentesca della sovranità nazionale..." (M.
D'Alema).

La principale responsabilità della partecipazione dell'Italia alla
aggressione contro la Jugoslavia nel 1999 ricade sull'allora governo
di centrosinistra. Alla vigilia delle elezioni del 9 aprile, noi siamo
e resteremo vigili affinché i responsabili istituzionali rispondano
delle loro scelte guerrafondaie, e perché tali politiche
anticostituzionali e tali aggressioni armate non si ripetano, né nei
Balcani, né in Iran, né altrove.

Ritirare adesso i soldati italiani dall'Iraq come dal Kosovo,
dall'Afghanistan... da tutte le missioni all'estero!

Basta secessioni, basta "divide et impera": no allo squartamento
dell'Iraq su base etnica, no alla secessione di Kosovo e Montenegro!

Chiudere il Tribunale ad hoc dell'Aja insieme ad Abu Ghraib,
Guantanamo e a tutti i luoghi di morte creati dagli imperialisti per
assolvere se stessi!

NON PUÒ ESISTERE UNA EUROPA UNITA

SENZA LA JUGOSLAVIA

Italijanska Koordinacija za Jugoslaviju

sito internet: https://www.cnj.it/

posta elettronica: j u g o c o o r d @ t i s c a l i . i t

notiziario telematico JUGOINFO:
http://groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/messages

Stampato in proprio c/o RCA, Via di Casal Bruciato, Roma



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Porre termine all'occupazione - Solidarietà con il popolo iracheno

Dichiarazione di 55 Partiti comunisti e operai in occasione del 3°
anniversario della guerra contro l'Iraq

http://www.kke.gr , mailto:cpg@...

in http://www.solidnet.org

13 marzo 2006


La guerra contro l'Iraq, scatenata dall'imperialismo USA e dai suoi
alleati si protrae da ormai tre anni.

Per il 18 marzo, in occasione dell'anniversario della guerra, sono
previste dimostrazioni e proteste in tutto il mondo contro il
prolungamento dell'occupazione.

Facciamo appello ai popoli lavoratori affinché rafforzino la loro
lotta e la solidarietà con il popolo Iracheno e perché fermino la
minaccia di nuovi interventi imperialisti nella regione.

In quanto partiti comunisti e operai che lottano per la pace, la
giustizia sociale, il progresso e il socialismo, appoggiamo il
legittimo diritto del popolo Iracheno a resistere all'occupazione.

Rinnoviamo la nostra ferma solidarietà con la sua lotta per porre fine
all'occupazione, per ripristinare la sovranità e l'indipendenza, per
la liberazione e l'integrità del paese.

Chiediamo il ritiro immediato di tutte le forze d'occupazione quale
presupposto per un Iraq democratico e sovrano, un'azione legale contro
i crimini degli invasori e il pieno indennizzo dei danni da loro causati.


Partito Comunista di Albania
Partito Algerino per la Democrazia e il Socialismo
Partito Comunista di Argentina
Partito Comunista di Australia
Partito Comunista del Bangladesh
Partito Comunista di Belarus
Partito del Lavoro del Belgio
Partito Comunista dei Lavoratori di Bosnia-Erzegovina
Partito Comunista Brasiliano
Partito Comunista del Brasile (PcdoB)
Nuovo Partito Comunista di Britannia
Partito Comunista Bulgaro Georgi Dimitrov
Partito Comunista di Bulgaria
Partito Comunista del Canada
Partito Comunista di Cuba
AKEL, Cipro
Partito Comunista di Boemia e Moravia
Partito Comunista in Danimarca
Partito Comunista di Danimarca
Partito Comunista di Estonia
Partito Comunista di Finlandia
Partito Comunista di Macedonia
Partito Comunista Unificato di Georgia
Partito Comunista Tedesco
Partito Comunista di Grecia
Partito Comunista Operaio Ungherese
Partito Comunista dell'India
Partito Comunista di Irlanda
Partito Comunista di Israele
Partito dei Comunisti Italiani (PdCI)
Partito Comunista Giordano
Partito Socialista di Lettonia
Partito Socialista di Lituania
Partito Comunista del Lussemburgo
Partito dei Comunisti del Messico
Partito Comunista di Malta
Nuovo Partito Comunista dell'Olanda
Partito Comunista Filippino (PKP-1930)
Partito Comunista di Polonia
Partito Comunista Portoghese
Partito dell'Alleanza Socialista di Romania
Partito Comunista della Federazione Russa
Partito Comunista Operaio Russo - Partito dei Comunisti Russi
Nuovo Partito Comunista di Jugoslavia
Partito Comunista della Slovacchia
Partito Comunista Sudafricano
Partito Comunista dei Popoli di Spagna
Partito Comunista di Svezia
Partito Comunista di Siria
Partito Comunista Siriano
Partito Comunista del Tagikistan
Partito Comunista di Turchia
Partito Comunista di Ucraina
Unione dei Comunisti di Ucraina
Partito Comunista del Venezuela

13 marzo 2006

Traduzione a cura del
Centro di Cultura e Documentazione Popolare