(italiano / english / francais)

Avvocati statunitensi e preti cattolici difendono il boia Gotovina


1. IN PELLEGRINAGGIO FINO ALL'AIA PER L’ONOMASTICO DI ANTE GOTOVINA!

2. LINK:

# IN NOME DI DIO E DEL POPOLO
un documentario RAI scaricabile online
# NON SOLO ANTE
Perchè si è scelto di vincolare l'adesione della Croazia alla UE
esclusivamente alla consegna del generale Ante Gotovina e non anche
al rispetto dei diritti delle minoranze che vivono o che vogliono
rientrare nel paese? (Indovina un po' perchè?...)

3. NEWS:

2005:

FALSI DOCUMENTI GOTOVINA TROVATI IN ITALIA
DEL PONTE, IL VATICANO PROTEGGE GOTOVINA
«Il Vaticano protegge il generale Gotovina»
Carla del Ponte e il Vaticano
Arrestato Ante Gotovina
Minacce di morte a Drago Hedl
JOVIC, INGIUSTE ACCUSE A VATICANO

2006:

GOTOVINA; SOSTENITORI CON LUI, IN PIAZZA E IN TV
GOTOVINA, SAREBBE STATO ANCHE IN ITALIA
GOTOVINA, SAREBBE STATO IN NORDITALIA
CROAZIA: CRIMINI GUERRA, AVVOCATO AMERICANO PER GOTOVINA
EX DIRETTORE CIA TENET INCONTRO' GOTOVINA, STAMPA
SPUNTANO LEGAMI GOTOVINA CON CIA DI CLINTON
KRAJNA 1995: Tenet-Gotovina dietro i massacri
Giovani con i berretti ustascia alle manifestazioni di solidarietà
con Gotovina
Gotovina, eroe del cinema
'DINAMO' ZAGABRIA AIUTERA' DIFESA GOTOVINA
ATTORE DELLA SERIE 'ER' VUOLE INTERPRETARE GOTOVINA
GOTOVINA DIVENTA EROE DI ROMANZO EROTICO
GENERALE CROATO PRESENTA FICTION TRA PROVE DI INNOCENZA

4. IN ENGLISH:

2006: Gotovina faces charges relating genocidal Operation Storm /
Croatia funding the generals
2004: Fugitive Croat general involved in smuggling

5. EN FRANCAIS:

# LIENS:
Les réfugiés serbes de Croatie indifférents au procès de Gotovina
Croatie : baroud d’honneur des anciens combattants pour Gotovina à Split
Ante Gotovina a été arrêté en Espagne
TPI : Ante Gotovina, gangster et chef de guerre
TPI : Ante Gotovina, barbouze français, « héros » croate
# La presse croate lie l´ex-chef de la CIA à Gotovina et à "Tempête"


=== 1 ===

<< PELLEGRINAGGIO ALL'AIA PER L’ONOMASTICO DI ANTE GOTOVINA! >>



<< Il ringraziamento va innanzitutto a quelle 11 persone che da
Pakostane (cittadina natale di Gotovina in Dalmazia, ndt) hanno fatto
a piedi il cammino fino all’Aia, 1762 km in due mesi, per creare così
una catena umana in nome dell’amore e della verità... anche con tutti
noi che abbiamo partecipato raggiungendoli in pullman... Dopo la
santa messa, i nostri cari croati in Olanda ci hanno offerto da
mangiare e bere nella sala della chiesa . Li ringraziamo di tutto
cuore... >>

L'articolo appare su "NAROD" (Popolo), Numero trimestrale, 2006. Si
tratta dell'ennesima testimonianza della sempre maggiore ingerenza
della chiesa cattolica croata nella vita sociale e politica. Il suo
sottotitolo è tutto un programma: "Portavoce per il rinnovamento
demografico e il risorgimento spirituale, per l’educazione all’amore
patriottico e istituzionale dei croati." (NAROD, Glasilo za
demografsku obnovu i duhovni preporod, te domoljubni i drzavotvorni
odgoj Hrvata , Zagreb, VI, VII, i VIII, 2006. Glavni i odgovorni
urednik don Anto Bakovic. 10000 Zagreb, Ulica grada Vukovara 226 E,
fax 00385 6158691. e.mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. )

Tra gli altri articoli all’interno:

<< Messa a suffraggio delle vittime di Bleiburg. Offensiva dello
jugocomunismo criminale >>

(Bleiburg è la località in Austria dove i partigiani titini
giustiziarono un gran numero di ustascia e collaborazionisti del
nazismo in fuga verso Occidente, nel 1945)

<< NEL RICORDO DELLA GRANDE AZIONE DI LIBERAZIONE. Senza la
"Tempesta" l’Europa ci sarebbe stata ancor più lontana >>

(Dunque si esalta un’azione di vera pulizia etnica contro i civili
serbi della Krajina)

<< LA CRISI DEMOGRAFICA (dei croati, ndt) E’ LA CRISI DELLA SOCIETA! >>

Segue: << LA DECROATIZZAZIONE DELLA CROAZIA. >> Nella foto il
cardinale Bozanic con Mesic, il presidente, il primo ministro
Sanader, e Seks, ministro della giustizia, in prima fila alla messa
per la Giornata dello Stato croato...

Intanto, sul campanile della cattedrale di S. Doimo, a Spalato,
sventola la "scacchiera", la bandiera dello Stato croato. Quando si
dice: "Dio e croati!"...

(A cura di Ivan Istrijan)



=== 2 ===

VIDEO DI RAINews24

http://www.rainews24.it/ran24/reportage/default_27112005.asp

"In nome di Dio e del Popolo"

reportage di Angelo Saso

La caccia al superlatitante e' poco piu' di un pretesto. Il generale
croato Ante Gotovina ha fatto perdere le sue tracce quasi cinque anni
fa, quando la procura del Tribunale dell'Aja ha reso pubblici i 7
capi di accusa nei suoi confronti per crimini di guerra e violazione
delle consuetudini belliche.
Da allora, grazie a una solida e apparentemente inattaccabile rete di
coperture Gotovina e' diventato un fantasma, un fantasma segnalato
ovunque,anche in Italia.

A settembre la procuratrice presso il Tribunale dell'Aja ha indicato
i monasteri francescani croati come possibile rifugio del suo
ricercato numero uno, dopo Mladic e Karadzic. La Chiesa di Zagabria e
il Vaticano hanno negato con sdegno.
Dare la caccia al fantasma di Gotovina nella Croazia di oggi vuol
dire fare un viaggio nel tempo, indagare i meccanismi del Paese
profondo, capire come e' nato il mito nazionalista di un Gotovina
"Difensore della Patria e della Fede", tanto forte soprattutto negli
ambienti ecclesiastici..
Il nostro viaggio parte da Visovac, uno dei monasteri piu' belli
della Croazia, e si snoda attraverso i luoghi in cui fu combattuta
l'Operazione Tempesta che e' costata a Gotovina l'incriminazione
all'Aja fino all'incontro con Boris, il fratello del generale, che
vive in un villaggio sull'Adriatico, affittando camere ai turisti.

video ottimizzato 56kb:

http://www.rainews24.it/ran24/reportage/video/56K_innome_27112005.wmv

video ottimizzato per utenze adsl:

http://www.rainews24.it/ran24/reportage/video/256K_innome_27112005.wmv


Foto del generale, in ginocchio, che bacia la mano a Giovanni Paolo
Secondo:

http://www.rainews24.it/ran24/reportage/foto/Gotovina-e-il-Papa.jpg
oppure:
https://www.cnj.it/immagini/gotopapa.jpg

---

Croazia-UE: non solo Ante

21.10.2005 Perché si è scelto di vincolare il cammino europeo della
Croazia esclusivamente alla consegna del generale Ante Gotovina e non
al rispetto dei diritti delle minoranze che vivono o che vogliono
rientrare nel paese? Se lo chiede Jacopo Giorgi, in questo suo
editoriale

http://www.osservatoriobalcani.org/article/articleview/4842/1/51/


=== NEWS ===

TPI: CROAZIA, FALSI DOCUMENTI GOTOVINA TROVATI IN ITALIA

(ANSA) - ZAGABRIA, 4 GIU - In una borsa gettata una decina di giorni
fa da un'automobile in fuga davanti a una pattuglia di carabinieri
nei pressi di Napoli sarebbe stata trovata una carta d'identita'
italiana contraffatta di cui, a giudicare dalla fotografia, si
sarebbe servito il generale croato Ante Gotovina, il super ricercato
dal Tribunale penale dell'Aja (Tpi) per crimini di guerra commessi
durante la guerra in Croazia (1991-1995). Lo sostiene oggi il
quotidiano di Zagabria Jutranji list senza pero' indicare la fonte di
questa informazione ne come ha ottenuto una foto del documento falso,
pubblicato a corredo dell'articolo. Accanto alla carta d'identita'
italiana nella borsa lanciata da una Bmw nera con targa italiana e
con a bordo diverse persone, c'erano anche un passaporto e una
patente slovena, anch'essi falsi e con la foto di Gotovina, dei
ritagli giornalistici sul generale e un paio di pantaloni. Sembra che
il tutto sia stato ritrovato durante un'operazione di routine vicino
a Castello di Cisterna, quando l'auto non si e' fermata all'alt dei
carabinieri che si sono messi all'inseguimento, ma non sarebbero
riusciti a raggiungere l'automobile. Sempre secondo il giornale le
autorita' italiane avrebbero chiesto alla Croazia un campione del Dna
del fuggiasco per accertare se fosse stato proprio Gotovina a
indossare i pantaloni trovati. Si e' subito pensato che l'ex generale
si nascondesse in Italia, forse protetto dalla camorra, o che vi
fosse andato nell'ambito di qualche operazione di traffico di armi
per la mafia italiana. Il governo croato pero' ha reagito con cautela
dato che negli ultimi anni si sono spesso fatte le piu' disparate
ipotesi sul nascondiglio di Gotovina. Sarebbe stato visto a Roma, lo
proteggerebbe la mafia siciliana, oppure e' in Irlanda tra i
terroristi dell'Ira, in Sudamerica dove ha servito negli anni Ottanta
per la Legione straniera francese, o e' forse proprio in Francia tra
gli ex commilitoni della Legione. Il procuratore generale del Tpi
Carla Del Ponte ha invece sempre insistito che Gotovina si
nascondesse da qualche parte tra la Croazia e la Bosnia, dunque alla
portata delle autorita' croate, protetto da una forte rete di
sostenitori, ex commilitoni croati, da individui vicini al crimine
organizzato, ma e anche da apparteneti dei servizi segreti di
Zagabria. La sua latitanza, che dura ormai da quattro anni, e'
costata lo scorso marzo alla Croazia il rinvio dell'apertura dei
negoziati di adesione all'Unione europea e Bruxelles si aspetta che
Zagabria nei prossimi messi faccia tutto il possibile per
localizzarlo, a almeno dimostri che il generale non si trova in
Croazia, come ha sempre insistito il governo croato. Per questa
ragione la borsa che suggerisce che Gotovina sia in Italia ha fatto
pensare, come scrive il Jutranji list, che si possa trattare di un
tentativo di depistaggio inscenato dai servizi segreti croati, o da
quelli di qualche paese amico della Croazia, forse persino della
Slovenia o dell'Italia, oppure della stessa rete che aiuta la fuga
del generale. Indicativo e' il fatto che se n'e' parlato alla vigilia
della visita di giovedi' scorso di Del Ponte a Zagabria e poche
settimane prima prima del suo rapporto sulla collaborazione del paese
con il Tpi in base al quale i ministri degli esteri Ue dovranno
decidere se sgelare o no l'avvio delle trattative di adesione.
(ANSA). COR
04/06/2005 16:24

TPI: DEL PONTE, IL VATICANO PROTEGGE GOTOVINA

(ANSA) - LONDRA, 20 SET - Carla del Ponte, capo del Tribunale Penale
Internazionale (TPI) dell'Aia, ha accusato il Vaticano di proteggere
Ante Gotovina, un ex generale croato ricercato per l'uccisione di 150
serbi.
La procuratrice ha dichiarato al quotidiano britannico Daily
Telegraph di credere che Gotovina sia nascosto in un convento
francescano in Croazia, ma che tutti i suoi tentativi di ottenere
collaborazione da parte del Vaticano per individuare il generale sono
falliti.
Il Vaticano, ha dichiarato la del Ponte, potrebbe probabilmente
localizzare in quale convento Gotovina, uno dei massimi ricercati per
crimini di guerra nell'ex Jugoslavia, e' nascosto ''nel giro di pochi
giorni'', ma si e' finora rifiutato di farlo.
''Secondo informazioni da me ottenute, Gotovina e' nascosto in un
convento francescano e quindi il Vaticano lo sta proteggendo. Mi sono
rivolta al Vaticano, ma si rifiuta totalmente di collaborare'', ha
detto la procuratrice dell'Aia, che dopo essersi rivolta, invano,
persino a Papa Benedetto XVI ha deciso di rendere pubblica la questione.
A luglio la del Ponte si era recata a Roma per un incontro con il
'ministro degli Esteri' del Papa Giovanni Lajolo il quale aveva
dichiarato di non poterla aiutare. ''Dicono di non avere
informazioni, ma non ci credo. Credo che la Chiesa cattolica abbia
tra le piu' avanzate reti d'informazione e d'intelligence'', ha detto
la del Ponte.
Il generale Gotovina, 49 anni, e' latitante dal 2001, quando il TPI
lo incrimino' per crimini di guerra con l'accusa di aver organizzato
l'uccisione di 150 serbi e la deportazione di altri 150.000 o 200.000
di loro. Gli Usa hanno messo una taglia di oltre 4 milioni di euro su
di lui. (ANSA).
20/09/2005 14:02

---

http://www.lernesto.it/index.aspx?m=77&f=2&IDArticolo=5526

«Il Vaticano protegge il generale Gotovina»

di Giacomo Scotti e Tommaso Di Francesco

su Il Manifesto del 21/09/2005

Carla Del Ponte, procuratore dell'Aja, accusa: la Chiesa cattolica
impedisce la cattura del criminale, «eroe» per Zagabria. Dura
reazione di Navarro Valls: «Fuori le prove». Coinvolto il papato di
Wojtyla?

Ieri la Sala stampa del Vaticano e il governo croato hanno trasalito:
il procuratore dell'Aja, Carla Del Ponte, in una intervista al Daily
Telegraph, ha accusato il Vaticano di «proteggere la fuga di Ante
Gotovina», uccel di bosco dal 2001, ricercato dal Tribunale
internazionale dell'Aja per i crimini di guerra commessi
nell'«Operazione Tempesta» che portò nel 1995 alla cacciata
dell'intera popolazione serba delle regioni croate della Lika, Kordun
e Banovina ed al massacro, dopo l'operazione, di qualche migliaio di
civili. Particolarmente dura la reazione del portavoce vaticano
Joaquin Navarro Valls, per il quale la Del Ponte «non ha dato prove
delle sue accuse». Lo scontro inedito riflette un interrogativo
pesante: la denuncia, più che rivolta al nuovo «pastore tedesco»
sembra coinvolgere lo stesso Wojtyla - che non nascose mai la sua
simpatia verso la cattolicissima Croazia nella guerra interetnica nei
Balcani, a conoscenza probabilmente di questo ruolo non proprio
neutrale della Chiesa cattolica verso Gotovina. Tutto è cominciato a
Londra, in concomitanza, anche, di uno strano atto terroristico
compiuto da ignoti a Zagabria, ieri l'altro, all'Ambasciata
britannica: un funzionario addetto al disbrigo della posta è rimasto
gravemente ferito da un pacco bomba. A Londra, dunque, attraverso le
colonne del quotidiano Daily Telegraph Carla Del Ponte è uscita allo
scoperto. Il procuratore ritiene che il criminale di guerra sia
nascosto da tempo in un monastero francescano della Croazia. Altre
fonti dicono, invece, che sia ospite di un monastero francescano
dell'Erzegovina, regione della Bosnia controllata dai croati, famosa
nell'ultima guerra fratricida e, ancor prima nella seconda guerra
mondiale, per i misfatti delle milizie croate neo-ustascia e
ustascia. Molti aderenti al movimento filo-nazifascista avevano le
loro basi proprio nei conventi da dove, grazie ad una fitta rete di
connivenze che aveva base a Roma proprio in Vaticano, venne fatta
fuggire poi tutta la leadership ustascia compreso il leader Ante
Pavelic.

Per la Del Ponte, il Vaticano dovrebbe indicare «in pochi giorni»
quale degli ottanta monasteri croati (in Croazia ed Erzegovina) offre
protezione al generale ricercato, considerato dai neofascisti croati
e, almeno fino a ieri, anche da gran parte dei militanti del partito
tudjmaniano tornato al potere con Ivo Sanader, un grande «eroe
nazionale» e come tale osannato ovunque. Inoltre il procuratore
dell'Aja ha riferito pure di essersi recata in Vaticano nel luglio
scorso, incontrandovi l'arcivescovo Giovanni Lajolo, segretario di
Stato. Il «ministro degli Esteri di Benedetto XVI» come lo ha
definito la Del Ponte, avrebbe risposto alle sue pressanti richieste
che il Vaticano non è uno Stato e pertanto «non ha obblighi
particolari». Praticamente si è rifiutato di collaborare con un
organismo delle Nazioni unite.

Violenta anche la reazione della Conferenza episcopale croata di
Zagabria (riunisce anche i vescovi cattolici della Bosnia-Erzegovina)
che, per bocca del suo portavoce Don Anton Sulljic, ha definito
«inaccettabili» le accuse della Del Ponte al Vaticano, perché la
Chiesa croata «non ha indizi su dove si trovi Gotovina». Il quale
deve rispondere in particolare dell'uccisione diretta di 150 civili
serbi e dell'espulsione forzata di circa 200 mila civili nell'estate
del `95.

Sulla medesima linea del Vaticano e dei vescovi croati anche il
premier Ivo Sanader, il quale ha peraltro ribadito la volontà di
collaborare con l'Aja, ripetendo però che le indagini finora condotte
dai servizi segreti croati «non danno la presenza di Gotovina in
Croazia». E' peraltro molto diffusa l'opinione che proprio i servizi
segreti croati, almeno fino a qualche mese addietro, abbiano protetto
Gotovina, coprendo anche i suoi finanziatori.

La Chiesa croata, i vescovi croati (e in Erzegovina), non hanno mai
pronunciato una parola di condanna di Gotovina, considerato anche da
loro «eroe della causa croata». Per il «caso Gotovina» a primavera
l'Ue ha bloccato i colloqui per l'ingresso della Croazia. Ma
l'Austria ha rilanciato la campagna per l'apertura di colloqui, già
in autunno, tra Bruxelles e Zagabria. La Del Ponte ha ribadito nei
giorni scorsi - come del resto ha fatto per i ricercati serbobosniaci
Ratko Mladic e Radovan Karadzic - che in assenza della cattura di
Gotovina, l'Ue dovrebbe bloccare ogni ipotesi d'integrazione.

---

Carla del Ponte e il Vaticano

27.09.2005 [Drago Hedl] Le dichiarazioni del capo procuratore del
Tribunale dell'Aia secondo le quali il generale Gotovina sarebbe
nascosto in un monastero, suscitano una valanga di reazioni stizzite
sia nei circoli ecclesiastici che nella Zagabria ufficiale

http://www.osservatoriobalcani.org/article/articleview/4736/1/51/

Arrestato Ante Gotovina

08.12.2005 [Andrea Rossini] Il generale latitante croato Ante
Gotovina, ricercato per crimini di guerra e contro l'umanità per il
ruolo svolto nelle guerre degli anni '90 e in particolare
nell'operazione "Tempesta" contro la popolazione serba delle Krajne,
è stato arrestato questa notte in Spagna. Del Ponte: "Presto anche
Karadzic e Mladic". I nostri articoli

http://www.osservatoriobalcani.org/article/articleview/5024/1/51/

Minacce di morte al nostro corrispondente Drago Hedl

09.12.2005 [Andrea Rossini] Una storia inquietante all'indomani
dell’arresto di Ante Gotovina. Drago Hedl, editorialista di Feral
Tribune e nostro corrispondente dalla Croazia, è stato minacciato di
morte. Hedl ha raccontato i crimini commessi contro civili serbi a
Osijek e Vukovar

http://www.osservatoriobalcani.org/article/articleview/5026/1/51/

---

CROAZIA: GOTOVINA; JOVIC, INGIUSTE ACCUSE A VATICANO

(ANSA-AFP) - BANJA LUKA (BOSNIA ERZEGOVINA), 8 DIC - Il presidente
della presidenza collegiale bosniaca, il croato Ivo Miro Jovic, ha
detto oggi che l'arrresto di Ante Gotovina in Spagna dimostra che
Carla Del Ponte, la presidente del Tpi, aveva torto quando accusava
il Vaticano di avere aiutato il generale a nascondersi in Bosnia e in
Croazia. ''Carla del Ponte dovrebbe vergognarsi di dichiarazioni che
hanno fatto un grave torto alla chiesa cattolica romana,
dichiarazioni stando alle quali Gotovina si nascondeva in monasteri
qui o in Croazia'', ha detto Jovic alla Tv serba. In una intervista
al quotidiano britannico Daily Telegraph pubblicata lo scorso
settembre, la signora Del Ponte aveva accusato il Vaticano di
proteggere Ante Gotovina ed aveva detto che probabilmente il
latitante aveva trovato rifugio in un monastero francescano in
Croazia. La signora Del Ponte aveva aggiunto che, nonostante le sue
sollecitazioni, il Vaticano aveva rifiutato ''qualsiasi forma di
collaborazione''. (ANSA-AFP). ZU
08/12/2005 21:36

CROAZIA: GOTOVINA;SOSTENITORI CON LUI,IN PIAZZA E IN TV

(ANSA) - ZAGABRIA, 12 DIC - Ieri in piazza, e oggi incollata per
quasi due ore davanti agli schermi, la Croazia - o almeno la sua
frangia piu' nazionalista - continua a dare pieno sostegno pubblico
ad Ante Gotovina. L'ex generale che stamani ha fatto il suo esordio
nell'aula del Tribunale internazionale dell'Aja (Tpi) sulla ex
Jugoslavia, dove dovra' rispondere di crimini di guerra commessi ai
danni di civili serbi negli anni '90.
Con lunghi speciali e notiziari straordinari tutte le televisioni
pubbliche e private hanno seguito in diretta la lettura dei setti
capi d'accusa e la dichiarazione di non colpevolezza del generale, un
uomo che in patria molti considerano un eroe della guerra per
l'indipendenza combattuta dal 1991 al 1995 contro le forze federali
di Belgrado e le milizie secessioniste serbe della regione ribelle di
Krajina.
Lo scontento e l'amarezza per l'arresto di Gotovina si e' riversato
sulle piazze del paese gia' poche ore dopo la notizia. E giovedi'
sera un primo raduno spontaneo di alcune centinaia di persone a
Zagabria si e' concluso davanti al palazzo del governo: preso a
sassate dai piu' scalmanati, prima dell'intervento di unita' anti-
sommossa della polizia.
Manifestazioni di studenti e membri delle molte associazioni di
reduci di guerra sono continuate poi venerdi' e sabato, anche con
brevi blocchi di alcune strade locali in Dalmazia, la regione
d'origine di Gotovina, e roghi di pneumatici. Zara e le cittadine
circostanti continuano a essere d'altronde punteggiate da fotografie
del generale e quasi non c'e' vetrina o negozio che non abbia affisso
un suo manifesto con la scritta 'Eroe, non criminale': slogan con il
quale nei quattro anni di latitanza del generale la destra
nazionalista gli ha sempre manifestato esplicita solidarieta'.
La manifestazione di protesta piu' significativa si e' tenuta in ogni
caso ieri a Spalato, promossa dall'influente Associazione degli
invalidi di guerra (Hvidra), conosciuta per il suo revanscismo
estremo e le critiche della politica di cooperazione con il Tpi
attuata dal governo di centro-destra del moderato Ivo Sanader. Circa
50.000 persone, molte con in mano crocifissi, candele accese, foto di
Gotovina e bandiere nazionali, hanno ascoltato i discorsi di alcuni
dei leader della destra extraparlamentare che piu' volte hanno
gridato al tradimento: inveendo non solo contro il governo, ma anche
contro i vescovi cattolici, tenutisi a loro volta ben lontani dai
raduni di protesta e dalle recriminazioni per l'arresto di giovedi'.
''Che governo e' mai questo, che arresta e consegna i nostri
generali. Noi ce ne vergogniamo'', ha esclamato Zeljko Strize, uno
degli esponenti della Hvidra, accolto da un lungo applauso. Un
radicalismo declamatorio che al di fuori di Spalato raccoglie
tuttavia consensi marginali se e' vero - come e' vero - che al di la'
dei sondaggi pro-Gotovina (il 61% dei croati rifiuta di considerarlo
un criminale di guerra) le manifestazioni organizzate nelle altre
citta' del paese non hanno visto piu' di qualche centinaio di
presenze. Come a dire che la maggioranza silenziosa appare disposta
se non altro a 'ingoiare il rospo', magari in cambio delle
prospettive di integrazione europea.
Di fatto - notano alcuni analisti - il dissenso popolare per il caso
Gotovina resta, e preoccupa come mai prima il governo Sanader, al
potere da due anni. Eppero' esso non sembra sfiorare in questi
giorni, neanche da lontano, i toni, il clima e i numeri delle
proteste del 2001: quando un altro generale croato fu arrestato per
crimini di guerra e a manifestare a Spalato, in modo assai molto meno
pacifico di ieri, si ritrovarono almeno 100.000 persone. (ANSA). COR*LR
12/12/2005 17:33

CROAZIA: TPI; GOTOVINA, SAREBBE STATO ANCHE IN ITALIA

(ANSA) - ZAGABRIA, 12 DIC Potrebbe essere stato anche in Italia, il
generale Ante Gotovina, accusato di crimini di guerra dal Tribunale
penale internazionale per l'ex Jugoslavia (Tpi), durante i suoi
quattro anni di latitanza, secondo quanto afferma un giornalista
croato che lo intervisto'. ''Io e Gotovina abbiamo parlato in una
grande citta' dell' Italia settentrionale'', ha detto stasera alla tv
croata il giornalista Ivo Pukanic, a cui il generale - apparso oggi
per la prima volta davanti ai giudici del Tpi all'Aja - aveva
rilasciato nel 2003 un'intervista, la sua unica durante la latitanza.
Pukanic, direttore e proprietario del settimanale di Zagabria
'Nacional', aveva sempre rifiutato di rivelare, anche ai servizi
segreti e alla polizia, il luogo del suo incontro con Gotovina,
limitandosi a dire che si era trattato di una grande metropoli
europea. Il giornalista e editore cui sono attribuiti legami con
settori deviati dei servizi segreti croati era poi stato messo sulla
lista dei sostenitori del latitante e dichiarato 'persona non grata'
dall'Unione europea. Non ci sono per ora conferme alle dichiarazioni
rilasciate da Pukanic alla tv croata. (ANSA). COR-DIG
12/12/2005 21:37

CROAZIA: TPI; GOTOVINA, SAREBBE STATO IN NORDITALIA / ANSA

(ANSA) - ZAGABRIA, 12 DIC Potrebbe essere stato anche in Italia, il
generale Ante Gotovina, accusato di crimini di guerra dal Tribunale
penale internazionale per l'ex Jugoslavia (Tpi), durante i suoi
quattro anni di latitanza trascorsi viaggiando per mezzo mondo, come
attesterebbe il suo passaporto: dall' America del sud alla Cina. ''Io
e Gotovina abbiamo parlato in una grande citta' dell' Italia
settentrionale'', ha detto stasera alla tv croata il giornalista Ivo
Pukanic, a cui il generale - apparso oggi per la prima volta davanti
ai giudici del Tpi all'Aja - aveva rilasciato nel 2003 un'intervista,
la sua unica durante la latitanza. Pukanic, direttore e proprietario
del settimanale di Zagabria 'Nacional', si era sempre rifiutato di
rivelare, anche ai servizi segreti e alla polizia, il luogo del suo
incontro con Gotovina, limitandosi a dire che si era trattato di una
grande metropoli europea. Il giornalista e editore cui sono
attribuiti legami con settori deviati dei servizi segreti croati era
poi stato messo nelle lista dei sostenitori del latitante e
dichiarato 'persona non grata' dall'Unione europea. Non ci sono per
ora conferme alle dichiarazioni rilasciate da Pukanic alla tv croata.
Nell'intervista del 2003, accompagnata da una serie di fotografie,
Gotovina aveva detto di riconoscere l'autorita' del Tpi, chiedendo
pero' che gli fosse concessa la possibilita' di parlare con gli
inquirenti dell'Aja a condizione che fosse sospeso l'atto d'accusa a
suo carico per crimini di guerra e contro l'umanita' perpetrati
contro la popolazione civile serba di Croazia alla fine della guerra,
nell'agosto 1995. La richiesta fu respinta dal procuratore generale
del Tpi, Carla Del Ponte. Con le dichiarazioni di Pukanic sembra si
possa cominciare a far luce sulla latitanza di Gotovina e i sui
innumerevoli rifugi. Secondo la stampa croata, il generale era sempre
accompagnato da almeno un cittadino francese, probabilmente qualche
ex commilitone della Legione straniera. Il suo passaporto falso - uno
dei due ritrovati dagli agenti spagnoli che mercoledi' scorso lo
hanno arrestato mentre cenava assieme a un australiano di origine
croata in un albergo a Tenerife, nell' arcipelago della Canarie -
mostra una serie di visti d'ingresso: Cile, Argentina, Repubblica
Ceca, Russia, Tahiti, Mauritius, Cina. L'ipotesi che Gotovina fosse
passato per l'Italia era stata fatta dalla stampa tre volte negli
ultimi anni. Dapprima si era parlato di una tappa in Sicilia dopo la
fuga dalla Croazia via mare, a pochi giorni dall'incriminazione nel
luglio 2001; poi un suo conoscente aveva detto al quotidiano
'Jutarnji list' che che lo avrebbe riconosciuto nell'ottobre 2003
mentre passeggiava in Piazza di Spagna, a Roma; infine, nello scorso
giugno nel napoletano, da un'auto inseguita da una pattuglia di
carabinieri era stata lanciata una borsa contenente documenti falsi,
italiani e sloveni, con la foto di Gotovina e ritagli di giornali
riguardanti il suo dossier. Era stata allora avanzata l'ipotesi che
lo proteggesse la camorra, o che si trattasse di un tentativo di
depistaggio organizzato dai sui sostenitori. Stasera, in una
dichiarazione alla radio croata, il presidente croato Stipe Mesic ha
chiesto alla forze dell'ordine di portare davanti alla giustizia
tutti quelli che hanno aiutato la fuga di Gotovina in questi anni.
(ANSA). COR-LR
12/12/2005 22:38

CROAZIA: CRIMINI GUERRA, AVVOCATO AMERICANO PER GOTOVINA

(ANSA-AFP) - ZAGABRIA, 29 DIC - Un magistrato americano, Greg Kehoe,
ex procuratore del Tribunale penale internazionale (TPI) per l'ex-
Jugoslavia, difendera' il generale croato Ante Gotovina, accusato di
crimini di guerra. Lo ha reso noto oggi il suo avvocato croato.
Sempre in Croazia, si e' conclusa un'altra vicenda legata al
conflitto che ha insanguinato i Balcani negli anni '90: un serbo di
Croazia, Slobodan Davidovic, e' stato condannato oggi a 15 anni di
carcere per aver ucciso prigionieri bosniaci mussulmani disarmati
durante il massacro di Sebrenica. Lo ha riferito oggi l'agenzia
stampa Hina. Greg Kehoe, secondo Luka Misetic, avvocato di Ante
Gotovina, si unira' alla squadra di difesa dell'ex generale croato
dopo il 9 gennaio, quando riprenderanno i lavori del tribunale
internazionale. Il magistrato americano e' stato fino allo scorso
marzo consigliere delle autorita' irachene per il tribunale che
giudica Saddam Hussein e ha ricoperto la carica di procuratore del
TPI. In qualita' di procuratore ha istruito il dossier contro l'ex
generale croato Tihomir Blaskic. Gotivina, in fuga dal 2001 dopo
esser stato inccriminato per crimini di guerra commessi contro i
serbi di Croazia alla fine del conflitto, e' stato arrestato il 7
dicembre nell'isola di Tenerife ed e' stato trasferito nel carcere di
Scheveningen, in prossimita' della sede del TPI all'Aja. Slobodan
Davidovic, serbo proveniente da Vukovar, citta' della Croazia
orientale, e' stato giudicato colpevole, da un tribunale di Zagabria,
di aver ucciso sei prigionieri dopo che le truppe serbo-bosinache
invasero Srebrenica, l'enclave mussulmana nella Bosnia orientale, nel
luglio del 1995. Davidovic, 57 anni, era stato arrestato a giugno
dopo che era stato riconosciuto in un video girato nel 1995 che
mostrava dei prigionieri mentre venivano uccisi da un'unita'
paramilitare serba chiamata ''Scorpioni''. Inoltre l'uomo e' stato
riconosciuto colpevole di aver torturato soldati croati nel 1991. Gli
Scorpioni hanno preso parte al massacro, il piu' atroce dalla fine
della seconda guerra mondiale, a Srebrenica, di piu' di 8.000
mussulmani nel 1995. Cinque dei suoi compagni ex Scorpioni,
riconosciuti nello stesso video, sono attualmente giudicati da un
tribunale di Belgrado per rispondere delle stesse accuse. Il video,
mandato in onda a giugno da una televisione serba, ha scioccato il
paese. In esso degli uomini incappucciati deridono, torturano e
infine uccidono giovani disarmati in un bosco. Davidovic, secondo
l'agenzia Hina, si appellera' contro il verdetto. (ANSA-AFP) I82
29/12/2005 17:27

CROAZIA: EX DIRETTORE CIA TENET INCONTRO' GOTOVINA, STAMPA

(ANSA) - ZAGABRIA, 11 GEN - L'ex direttore della Cia, George Tenet,
avrebbe partecipato nell'estate del 1995 alle preparazioni
dell'operazione militare dell'esercito di Zagabria 'Tempesta' che
pose fine al conflitto serbo-croato (1991-1995). Lo sostiene oggi il
settimanale di Zagabria 'Globus' citando una fonte anonima vicina al
generale Ante Gotovina, comandante dell'operazione, oggi sotto accusa
per crimini di guerra perpetrati contro la popolazione civile serba
della regione della Krajina, conquistata nella 'Tempesta'. Tenet
all'epoca era il vice direttore della Cia (promosso a capo
dell'agenzia nel 1997), quando l'amministrazione di Bill Clinton
decise di prendere parte attiva, con attacchi aerei, nei conflitti
balcanici degli anni Novanta. ''Il 20 luglio 1995 alla base militare
di Sepurine, nei pressi di Zara, Tenet ha incontrato il ministro
della difesa croato Gojko Susuak, il capo dei servizi segreti
Miroslav Tudjman e il generale Gotovina'', afferma 'Globus' ricordano
che la stampa croata e internazionale avevano spesso scritto del
pieno appoggio americano all'operazione 'Tempesta', dato anche con
limitati attacchi aerei ad alcune postazioni serbe e aiuti logistici.
Secondo la stessa fonte a Sepurine sarebbe stata c creata una base
aerea americana da dove partivano i 'Predator' comandati a distanza.
Tenet sarebbe venuto in Croazia per verificare che la base fosse
pronta e che la Cia avrebbe potuto seguire in tempo reale e
fotografare l'operazione militare croata scattata all'alba del 4
agosto 1995. Durante e immediatamente dopo la 'Tempesta' decine di
civili serbi furono uccisi, alcuni villaggi saccheggiati e dati al
fuoco mentre circa 200.000 serbi fuggirono dal paese. Per questi
crimini il generale Gotovina dovra' rispondere davanti ai giudici del
Tribunale dell'Aja al processo che potrebbe iniziare entro la fine di
quest'anno. Secondo 'Globus' non si puo' escludere che al processo a
testimoniare sia chiamato anche Tenet. (ANSA). COR-TF
11/01/2006 15:32

CROAZIA: SPUNTANO LEGAMI GOTOVINA CON CIA DI CLINTON/ ANSA

(ANSA) - ZAGABRIA, 11 GEN - L'ex capo della Cia George Tenet avrebbe
incontrato nell'estate del 1995 i vertici militari croati, incluso il
generale Ante Gotovina, accusato ora di crimini di guerra dalla
giustizia internazionale, solo pochi giorni prima che il presidente
Franjo Tudjman scatenasse l'operazione 'Tempesta': la controffensiva
che schianto' le milizie serbe alleate di Slobodan Milosevic in
Croazia nel pieno delle guerre balcaniche della ex Jugoslavia. E'
quanto emerge da una rivelazione pubblicata oggi per la prima volta
dalla stampa di Zagabria. ''Il 20 luglio 1995, nella base militare di
Sepurine, nei pressi di Zara, Tenet incontro' il ministro della
difesa croato Gojko Susuak, il capo dei servizi segreti Miroslav
Tudjman e Gotovina'', sostiene una fonte anonima vicina ai legali del
generale-imputato, citata dal settimanale 'Globus'. Una riunione top
secret che, se confermata, sarebbe l'ennesima prova dell' aperto
coinvolgimento militare, logistico e politico dell'amministrazione di
Bill Clinton nell'ultima grande battaglia del conflitto combattuto in
Croazia tra il 1991 e il 1995. Tenet all'epoca era vice direttore
della Cia (sarebbe stato promosso a capo dell'agenzia nel 1997),
nonche' uno dei piu' convinti sostenitori della decisione di Clinton
di prendere infine parte attiva, con attacchi aerei, nel tragico
teatro balcanico degli anni '90. Tutto avvenne dopo il massacro di
8.000 musulmani a Srebernica, in Bosnia, perpetrato a inizio luglio
dalle forze serbo-bosniache comandate dal generale Ratko Mladic,
nonostante l'enclave fosse sotto protezione dell'Onu, quando a
Washington si stabili' che era tempo di passare dalle troppe minacce
non realizzate ai fatti. Era pero' chiaro che le forze serbe non
sarebbero state sconfitte solo con raid aerei: c'era bisogno di un
alleato in loco e la mano fu tesa alla Croazia, che ormai era
militarmente pronta a riprendersi la regione ribelle della Krajina.
Secondo la stampa si tratto' di una iniziativa concepita da Clinton
come segreta poiche' l'operazione congiunta dei servizi segreti
americani con i croati non aveva l'avallo ufficiale del Congresso. Il
Dipartimento di Stato sostiene del resto ancor oggi di non aver mai
dato il via libera alla 'Tempesta', cosa che la stampa di Zagabria
considera realistica visto che la luce verde da Washington sarebbe
arrivata in effetti aggirando i canali diplomatici, tramite contatti
militari e di intelligence culminati appunto nella missione di Tenet.
Pochi giorni dopo Srebrenica, a Sepurine iniziarono ad arrivare gli
Hercules con a bordo materiale di spionaggio, alcuni velivoli
Predator pilotati a distanza e una squadra di 'consiglieri militari'.
Dell'esistenza della base, messa in piedi in tre giorni con l'aiuto
dei croati e sotto la supervisione dello stesso generale Gotovina,
neanche l'ambasciatore Peter Galbraith - a quanto sembra - venne
informato. A Tenet - secondo 'Globus' - spetto' tra l'altro il
compito di verificare che la base fosse pronta e che la Cia potesse
seguire in tempo reale e fotografare dall'alto l'operazione militare
lanciata da Tudjman all'alba del 4 agosto 1995. Nei giorni precedenti
le informazioni raccolte dagli americani grazie ai loro Predator
erano state inviate in due direzioni: verso il Pentagono e verso lo
stato maggiore croato. Non solo; l'aiuto a stelle e strisce si
rivelo' molto concreto anche nella pianificazione tattica
dell'operazione, tramite un team di generali della riserva radunati
in una fantomatica azienda di consulting, e con la partecipazione
diretta Usa a un mini-raid contro le batterie di difesa dell'unica
base aerea controllata dalle milizie secessioniste serbe della
Krajina alleate di Belgrado: quella di Udbina, al confine con la
Bosnia. La Krajina cadde alla fine in meno di una settimana, ma
durante e immediatamente dopo l'operazione 'Tempesta' non mancarono
sanguinosi episodi di rappresaglia: decine di civili serbi furono
uccisi, alcuni villaggi saccheggiati e dati alle fiamme, mentre circa
altri 200.000 serbi dovettero fuggire dal Paese. Per queste
brutalita' il generale Gotovina - arrestato il mese scorso in Spagna,
alle isole Canarie, dopo una lunga e controversa latitanza - dovra'
rispondere ora dinanzi ai giudici del Tribunale penale internazionale
dell'Aja sui crimini di guerra nella ex Jugoslavia, nell'ambito di un
processo che potrebbe iniziare entro la fine di quest'anno. I suoi
avvocati appaiono tuttavia decisi a coinvolgere anche i vecchi
patroni americani. Secondo 'Globus', non si puo' escludere che la
difesa possa ottenere persino una imbarazzante convocazione in
udienza di Tenet, nelle vesti di testimone e quasi di complice.
(ANSA) COR*LR
11/01/2006 17:59

---

KRAJNA 1995

Tenet-Gotovina dietro i massacri

L'ex capo della Cia George Tenet avrebbe partecipato nel luglio del
1995, a poche settimane dall'offensiva per ripulire etnicamente la
regione della Krajna dalla popolazione serba, a un summit con i
vertici militari croati, incluso il generale Ante Gotovina, accusato
ora di crimini di guerra dalla giustizia internazionale. «Il 20
luglio 1995, nella base militare di Sepurine, nei pressi di Zara,
Tenet incontrò il ministro della difesa croato Gojko Susuak, il capo
dei servizi segreti Miroslav Tudjman e Gotovina», sostiene una fonte
anonima vicina ai legali del generale-imputato, citata ieri in un
lungo articolo dal settimanale Globus. Una riunione top secret che,
se confermata, sarebbe l'ennesima prova dell' aperto coinvolgimento
militare, logistico e politico dell'amministrazione di Bill Clinton
nell'ultima grande battaglia del conflitto combattuto in Croazia tra
il 1991 e il 1995. George Tenet all'epoca era vice direttore della
Cia, nonchè uno dei più convinti sostenitori della decisione di
Clinton di prendere parte attiva alla guerra civile nella ex
jugoslavia. E proprio alla vigilia dell'«operazione tempesta» aerei
Usa, decollati dall'Italia, colpirono, la notte prima dell'attacco i
ripetitori di Knin. A Tenet - secondo «Globus» - spettò tra l'altro
il compito di verificare che la base segreta fosse pronta e che la
Cia potesse seguire in tempo reale, fotografare dall'alto e
«consigliare» i comandi croati durante l'operazione militare lanciata
dall'allora presidente Tudjman all'alba del 4 agosto 1995. Nel corso
dell'offensiva 3.000 furono i serbi massacrati mentre altri 200.000
dovettero fuggire dal Paese.

il manifesto
12 Gennaio 2006

---

Croazia, il doloroso confronto con l’Olocausto

[Drago Hedl] 27 gennaio, giorno della memoria. Le istituzioni croate
si interrogano su come tramandare il ricordo di quanto avvenuto
durante il regime di Pavelic. Presto un nuovo museo presso l'area
memoriale di Jasenovac, ma alle manifestazioni pro Gotovina c’erano
anche giovani con i berretti ustascia. Dal nostro corrispondente

http://www.osservatoriobalcani.org/article/articleview/5196/1/51/

Gotovina, eroe del cinema

[Drago Hedl] Ante Gotovina, il generale croato detenuto nel carcere
del Tribunale dell’Aja in attesa di giudizio per crimini di guerra,
sarà il personaggio principale di due film croati. Un documentario,
che verrà presentato a maggio, e un film drammatico d’azione, che è
ancora in fase progettuale

http://www.osservatoriobalcani.org/article/articleview/5492/1/51/

---

CROAZIA: IL 'DINAMO' ZAGABRIA AIUTERA' DIFESA GOTOVINA

(ANSA) - ZAGABRIA, 24 MAR - Il Dinamo Zagabria, primo nella
classifica del campionato croato e probabile vincitore, devolvera'
l'incasso dell'ultima partita della stagione al fondo per la difesa
del generale Ante Gotovina, sotto processo per crimini di guerra al
Tribunale dell'Aja per l'ex Jugoslavia (Tpi). Lo riferisce oggi la
stampa di Zagabria. All'ultima riunione della direzione della squadra
di calcio e' stato deciso che l'incasso della partita contro il
Hajduk di Spalato verra' versato al conto di una organizzazione,
fondata in febbraio, che si prospetta di raccogliere fondi per
finanziare la difesa degli alti ufficiali croati accusati dal Tpi, di
cui il piu' famoso e il piu' alto di grado e' appunto il generale
Gotovina, dopo quattro anni di latitanza arrestato lo scorso
dicembre. Trattandosi del 'derby nazionale' tra le due piu' forti
squadre croate la direzione ha stimato che per la partita che si
disputera' il 13 maggio verranno venduti almeno 35.000 biglietti e
incassati circa 150.000 euro. La decisione della direzione della
squadra e' tanto piu' controversa per il fatto che il Dinamo, come
pure quasi tutte le squadre croate, sono da anni in difficili
condizioni finanziarie. Gotovina, incriminato nel 2001 per crimini
commessi contro la popolazione civile serba alla fine del conflitto
in Croazia nel 1995, si e' dichiarato non colpevole alla prima
apparizione davanti ai giudici del Tpi. In patria e' da molti
considerato un eroe della guerra per l'indipendenza ingiustamente
accusato. (ANSA). COR
24/03/2006 13:53

CROAZIA: ATTORE DELLA SERIE 'ER' VUOLE INTERPRETARE GOTOVINA

(ANSA) - ZAGABRIA, 29 MAR - L'attore croato Goran Visnjic, succeduto
a George Clooney nella serie televisiva americana 'ER-medici in prima
linea', vorrebbe impersonare il ruolo del generale Ante Gotovina,
sotto processo al Tribunale dell'Aja per l'ex Jugoslavia (Tpi) per
crimini di guerra. Lo ha annunciato alla stampa il regista Antun
Vrdoljak, suocero dell'attore. ''L'idea di girare un film su Gotovina
mi e' venuta dopo il suo arresto lo scorso dicembre perche' per me
lui e' un eroe della guerra per l'indipendenza della Croazia e noi
gli dobbiamo molto'', ha spiegato Vrdoljak, senza precisare chi
dovrebbe produrre il film ne' quando pensa di iniziare le riprese.
''Poco dopo mio genero mi ha detto che gli piacerebbe impersonare il
generale, un'offerta che nessun regista puo' rifiutare'', ha aggiunto
Vrdoljak che sapra' piu' dettagli in estate quando Visnjic, impegnato
da sei stagioni sul set di 'Er' nel ruolo del giovane medico Luka
Kovac, tornera' per le vacanze in Croazia. Nel 2001 il generale Ante
Gotovina e' stato accusato di crimini di guerra contro civili serbi
durante la guerra in Croazia (1991-1995). Dopo quattro anni di
latitanza, trascorsi, a giudicare dal suo passaporto falso,
viaggiando per mezzo mondo - dall'Argentina, all'Europa occidentale
fino alla Cina e a Tahiti - e' stato finalmente trovato alle Canarie
lo scorso dicembre e trasferito all'Aja, dove si e' dichiarato
innocente. Gotovina e' il piu' alto ufficiale croato nelle carceri
dall'Aja e in patria molti lo considerano un eroe ingiustamente
incriminato. (ANSA). COR
29/03/2006 15:40

CROAZIA: GOTOVINA DIVENTA EROE DI ROMANZO EROTICO / ANSA

(ANSA) - ZAGABRIA, 27 APR - Combattente nella Legione straniera
francese, bandito accusato di rapina a mano armata, spia per i
servizi segreti di Francois Mitterand, generale dell' esercito della
Croazia ed eroe dell'indipendenza postjugoslava, ma anche criminale
di guerra e, non ultimo, playboy. Sono i tasselli della vita
sregolata di Ante Gotovina, arrestato 4 mesi fa dopo una lunga
latitanza e sotto processo dinanzi al Tribunale dell'Aja sui crimini
di guerra in ex Jugoslavia (Tpi), ricomposti ora in versione
romanzata in un feuilleton a sfondo erotico che sta per essere
pubblicato in patria. 'La tempesta dopo la tempesta': e' questo il
titolo del romanzo, che allude all'omonima operazione militare
(l'operazione Tempesta, appunto) guidata da Gotovina nell'agosto del
1995 quando l'esercito croato sferro' l'ultima offensiva contro i
secessionisti serbi. Si tratta dell'opera seconda di Sinaja Bui
Simunovic, una sessantenne hostess in pensione che non hai mai voluto
svelare le regioni della propria ossessione per il generale, gia'
protagonista del suo lavoro di esordio. ''Il primo romanzo, 'L'amore
del generale' era a sfondo romantico, mentre in questo, che ha piu'
particolari erotici, ci sono anche molti dettagli simili alla
biografia vera'', si e' limitata a spiegare l'autrice al giornale
'Jutarnji list' di Zagabria. Secondo lei, del resto, Gotovina, merita
di essere descritto come ''un uomo forte, onesto, un vero eroe, che
fugge per mezzo mondo insieme a Sani, il suo grande amore, ma alla
fine riesce a dimostrare la propria innocenza e trionfa diventando
presidente del paese per cui ha combattuto''. La storia inizia su una
delle isole della Dalmazia da dove il Garibaldi croato e la sua Anita
fuggono in nave verso l'Italia e finiscono per nascondersi in un
monastero a Parma: praticamente nello stesso modo in cui molte volte
la stampa croata aveva ipotizzato che fosse realmente cominciata la
fuga di Gotovina nell'estate del 2001, lasciati moglie e figlio a
Zagabria, dopo l'incriminazione da parte del Tpi. Nella finzione, la
coppia gira poi per mezzo mondo, dalla Francia all'Africa fino a un
iglu' in Alaska, ''fuggendo dall' ipocrisia e dalla cattiveria''
degli inseguitori, secondo il racconto della scrittrice-hostess, che
sembra aver modellato su se stessa il personaggio dell'eroina
femminile della storia. Nonostante l'atto d'accusa che nella realta'
giudiziaria lo vede responsabile dell'uccisione di almeno 150 civili
serbi e della pulizia etnica della regione secessionista della
Krajina, molti in Croazia continuano d'altronde a considerare
Gotovina un coraggioso paladino della guerra per l'indipendenza
croata. A conclusione di quattro anni di latitanza, che al paese sono
costati il rallentamento del processo di adesione all'Ue, il generale
e' stato arrestato lo scorso dicembre sulle Isole Canarie, in Spagna,
reduce da una fuga in giro per il globo documentata dai timbri del
passaporto falso trovatogli indossso. Un'odissea che ha contribuito
peraltro a consolidarne la leggenda in Croazia, sullo sfondo
dell'immagine - alimentata da ambienti nazionalisti - del Gotovina
soldato, legionario e fegataccio. Ma anche di quella, mai smentita e
approdata infine alla letteratura rosa, di incallito tombeur de
femmes. (ANSA) COR*LR
27/04/2006 17:04

TPI: GENERALE CROATO PRESENTA FICTION TRA PROVE DI INNOCENZA

(ANSA) - ZAGABRIA, 2 MAG - Quattro cortometraggi fiction verranno
presentati ai giudici del Tribunale penale dell'Aja per l'ex
Jugoslavia (Tpi) come prova in difesa del generale croato Slobodan
Praljak, accusato di crimini di guerra perpetrati contro la
popolazione musulmana durante il sanguinoso conflitto in Bosnia
(1992-1995). All'idea di introdurre nel materiale giudiziario queste
singolari e inconsuete 'prove d'innocenza', scrive oggi il
settimanale di Zagabria 'Nacional', e' arrivato lo stesso Praljak,
che prima di indossare la divisa da generale faceva il regista.
Praljak, che per un periodo era comandante delle truppe croate in
Bosnia, le forze paramilitari dell'Hvo, e' accusato, insieme ad altri
cinque alti dirigenti politici e militari croato-bosniaci, di aver
preso parte nel ''piano criminale'' di Zagabria che mirava alla
spartizione con Belgrado della Bosnia e alla creazione di una 'Grande
Croazia' con l'annessione di territori bosniaci ripuliti dalla
popolazione musulmana. Durante il conflitto furono uccisi numerosi
civili musulmani, saccheggiati e rasi al suolo interi villaggi,
mentre sullo stesso Praljak pende anche l'accusa di aver originato la
distruzione dello Stari most (Ponte vecchio) di Mostar, perla
dell'architettura ottomana del '500. I quattro brevissimi film,
diretti dal generale alcuni mesi fa quando era in liberta'
provvisoria in attesa di processo e girati in uno studio di Zagabria,
mostrano alcune situazioni 'particolari', al limite dell'eccesso e
del crimine, che solo grazie al pronto e saggio intervento di
Praljak, che impersona se' stesso, sono stati evitati. Cosi', in uno
di essi, Praljak impone la propria autorita' a dei suoi soldati che
stavano per trucidare un gruppo di prigionieri di guerra, mentre in
un altro, che cerca di dimostrare quanto caotica e imprevedibile
fosse la situazione in quegli anni, il generale riesce a calmare un
soldato croato che aveva fatto irruzione nel quartier generale
minacciando di uccidere tutti i presenti. La difesa e' consapevole,
secondo 'Nacional', che i cortometraggi non possono avere valore di
prova, ma pur sempre non si e' opposta alla volonta' di Praljak di
presentarli in aula perche' lui spera di mostrare al Tpi ''qual'era
l'atmosfera tra le truppe croate in Bosnia, il loro basso livello di
organizzazione, la difficolta' di imporre un modo ordinato di comando
e come lui stesso in alcune situazioni si era comportato''. E ancora
da vedere se i giudici accetteranno il materiale fiction e come
reagiranno durante la proiezione. (ANSA). COR-PIN
02/05/2006 16:16


=== 4 ===

FUGITIVE GENERAL TO BE TRIED FOR ROLE IN OPERATION STORM

Gotovina faces charges relating to Croatian army’s capture of rebel
Serb territory. By Helen Warrell in The Hague

IWPR’S TRIBUNAL UPDATE No. 433, December 9, 2005

---

http://www.adnki.com/index_2Level.php?
cat=Politics&loid=8.0.248656542&par=0

ADN Kronos International (Italy)
January 12, 2006

CROATIA: CIA ALLEGEDLY BEHIND 'ETHNIC CLEANSING' OPERATION

Zagreb - The American Central Intelligence Agency
(CIA) masterminded a military operation carried out
near the end of the Balkan wars, in which over 200,000
Serbs were expelled from Croatia and hundreds killed,
the Zagreb weekly Globus reported on Thursday.

The CIA secretly planned operation 'Storm', which took
place in August 1995, at the Sepurine military base,
near Adriatic port of Zadar, with the knowledge of
then-US president Bill Clinton and top Croation
leaders.

Globus said it obtained the information from the
defence team of general Ante Gotovina, who was
arrested last December on charges of having committed
crimes against Serb civilians in the operation “Storm”
and is awaiting trial before the UN's Hague war crimes
tribunal for the former Yugoslavia.

According to Globus, George Tenet, who later became
CIA chief, had “directly” worked with Gotovina on
planning operation “Storm”. The paper alleged that
Clinton wanted to punish the Serbs, who overran the UN
protected Bosnian enclave of Srebrenica in July 1995,
by crushing their rebellion in Croatia.
....
Serbs in Croatia rebelled against the republic’s
secession from former Yugoslavia in 1991, and until
'Storm', controlled one-third of Croatia’s territory,
on which they proclaimed their own Republic of Srpska
Krajina (RS).

Globus said that Tenet and at least 12 American
military experts had worked with Gotovina in Sepurine,
planning military action that resulted in the fall of
Krajina. The Americans had, among other things, jammed
Serb communication systems and conducted
reconnaissance flights for the Croats, Globus said.

After the mass exodus of Serbs, their property in
Krajina was subject to mass destruction and at least
150 civilians were killed. ICTY chief prosecutor Carla
del Ponte has charged Gotovina, along with late
Croatian president Franjo Tudjman, of a “joint
criminal undertaking” aimed at ethnically cleansing
the Serbs from Croatia.

After hiding for four years, Gotovina was arrested by
Spanish police on the Canary Islands in early
December, but pleaded not guilty before the Hague
Tribunal. According to Zagreb's media, Gotovina’s
lawyers are basing his defence on the fact that the
Americans were masterminded the operation and it would
be difficult for the Hague tribunal to prove that
Washington was a part of a “joint criminal
undertaking.”

---

http://www.jang.com.pk/thenews/aug2004-daily/12-08-2004/world/w6.htm

Thursday August 12, 2004-- Jamadi-us-Sani 25, 1425 A.H.

Fugitive Croat general involved in smuggling

ZAGREB: Fugitive Croatian general Ante Gotovina, who is wanted by
UN court for crimes against ethnic Serbs during the 1991-1995 war,
has been implicated in a ring of arms and drugs smugglers, a Croatian
weekly reported on Wednesday quoting a secret service report.
Former counter-espionage chief Franjo Turek said Gotovina was
involved with a group of Croatian officers, many like himself
former members of the French Foreign Legion, allegedly trafficking
in weapons and illegal drugs, the Globus weekly said. The group
was linked to an attempt to smuggle some 600 kilos of cocaine
discovered by police in the coastal town of Rijeka in 1999, it said.
Bosnian Croat General Ivan Andabak was charged with that crime but
later released. The names of two other Croatian generals — Ante
Roso and Miljenko Filipovic — were also mentioned in connection with
the case.
In his report to the government dated September 2003, Turek wrote
that "Gotovina’s role in the criminal activities of a group around
Andabak" was being investigated.
The report also said that secret services had Gotovina under
surveillance since March 2001. Despite this, Gotovina went into
hiding in July 2001 when the International Criminal Tribnal for
former Yugoslavia (CTY) in The Hague made public his indictment.

---

http://www.iwpr.net/?
p=tri&s=f&o=262042&apc_state=henitria69c9975adaf752e20f494d5631f84e5

CROATIA: FUNDING THE GENERALS

Bos-Hrv-Srp: HRVATSKA: FINANSIRANJE GENERALA:
http://www.iwpr.net/?apc_state=henftri262042&l=sr&s=f&o=262042

As donations pour into a private foundation set up to pay for the
defence of Croatians accused of war crimes, questions are raised
about how the government in Zagreb decides who gets state legal aid.

By Goran Jungvirth in Zagreb (TU No 453, 22-May-06)


It wasn’t just football chants ringing from the terraces when 45,000
fans gathered earlier this month at the Maksimir stadium. And they
had more on their minds than the footballing fate of Croatian
champions Dynamo Zagreb.

Almost as important as the match itself was the chance for supporters
to show their support for a man they consider a national hero.

Singing “Ante Gotovina is hiding in our hearts”, the capacity crowd
gave freely to a newly-established fund to defend Croatia’s favourite
general, who is facing trial for war crimes in The Hague.

With Gotovina’s 10-year-old son looking on, Dynamo Zagreb donated all
the earnings from the game to the Foundation For Truth About the
Homeland War.

The foundation was set up earlier this year and says its aim is to
support the legal defence of Gotovina and other Croatian defendants
at the Hague tribunal, as well as to publicise the view that Zagreb’s
role in the Croatian conflict was no more than legitimate national
defence.

The foundation is run by lawyer Ivan Curkovic, who has been joined on
the board by folk singer Miroslav Skoro, lawyers Igor Zidic and Ante
Zupic and two Croatian diaspora representatives.

With the 150,000 euro income from the football match, the total
raised by the foundation so far comes to more than 300,000 euro.

The money is a testament to the continued popularity of Gotovina –
who is widely viewed by Croatians as a hero for leading the 1995
operation known as Operation Storm to regain Serb-held territory.

That popularity has not diminished since Gotovina was captured last
year while hiding in the Canary Islands, and even appears to be
growing as his trial approaches in The Hague. Croatian media have
reported that the Gotovina “brand” now rivals that of Che Guevara.

The general has pleaded not guilty to four counts of crimes against
humanity and three of violations of the laws and customs of war, all
relating to Operation Storm. Prosecutors want to join his case with
that of two other Croatian generals, Mladen Markac and Ivan Cermak,
who are accused of being members of a joint criminal enterprise led
by the late Croatian president Franjo Tudjman, that was, the
prosecution says, formed in order to forcibly expel 200,000 Serbs
during Operation Storm.

From the moment he was arrested last year, Gotovina’s supporters
began gathering money for his defence. The city of Zadar donated
around 125,000 euro and his birthplace Pakostane 5,000 euro.

In fact, fundraising has gone so well that the foundation has invited
other defence teams with Croatian clients at the tribunal to apply
for support.

This expanded offer was sparked by news reports that another former
general in Croatia’s military, Rahim Ademi, was going to have to sell
his apartment to pay some 70,000 euro in legal costs. The case of
Ademi, is now with the Croatian judiciary, having been transferred
back under tribunal rules that allow low and middle ranking cases to
be heard in Balkan countries.

Ademi has to pay his own costs, but others in apparently similar
positions have had legal expenses paid by the Croatian state. Ademi’s
lawyer Cedo Prodanovic, who in the end waived his fee, is also being
paid by the Zagreb government to defend another accused general, Cermak.

The government’s different treatment of the two men, paying for the
defence of one but not the other, is seen as something of an anomaly.

“I’m ashamed of the differences the state draws between the
generals,” Ademi’s wife told the Croatian media last month.

The government in Zagreb also spent a large sum – which some reports
put as high as 20 million US dollars – on the defence of General
Tihomir Blaskic, who was commander of the Croat paramilitary forces
in Bosnia, and not a member of Croatia’s own military at all. Blaskic
was sentenced to 45 years imprisonment for war crimes committed by
his troops against Bosnian Muslims, but this sentence was cut to nine
years and he was released in 2004 because he had served most of that
time already.

By contrast, six other senior Bosnian Croat political and military
figures currently facing trial for alleged crimes committed in Herzeg
Bosna, a self-declared Croat entity within Bosnia, are receiving no
support from Zagreb.

“Why are some ‘ours’ and some ‘theirs’?” asked Tomislav Jonic, who
represents Valentin Coric, one of the six, on hearing that there
would be no financial help from the Croatian government.

The Croatian government has steadfastly refused to answer questions
about the issue, though President Stjepan Mesic was drawn into the
debate, saying that all defendants should receive state support
regardless of whether they are tried in The Hague or in Croatia.

But this pledge has yet to be implemented by the government, which is
led by Mesic’s political opponents.

Croatian prime minister Ivo Sanader has publicly supported the work
of the private foundation, suggesting indirectly that the government
is more than willing to hand over the costly responsibility of
defending its generals.

The only role the authorities seem willing to play is to send their
own lawyer to the trials as an amicus curiae – friend of the court –
to challenge prosecution claims that war crimes were the result of a
“joint criminal enterprise”, an allegation which forms the basis for
the indictments against Gotovina, Cermak, Markac and others.

The foundation’s president, Curkovic, describes it as a “citizens’
initiative which is apolitical, non-partisan and non-government”.
Despite Sanader’s expression of support, he said his organisation is
not coordinating with the government.

He said about 50 per cent of donations have come from ordinary
Croatians and half from organisations or municipal departments.

Curkovic said he has already been approached by the defence team of
General Mirko Norac, whose case is joined to that of Ademi and will
be heard in Croatia.

“Our principle is that we are calling on everybody to contact us and
present us with their defence strategy programme and how much it will
cost. After that, the executive board decides about financing the
defence,” he said. “All the accused can contact us. The government
doesn’t have the resources to help everyone.”

But many defence lawyers are not aware that the original purpose of
funding only Gotovina’s defence has changed.

Prodanovic has had no contact with the foundation so far. “If the
foundation has been formed to finance the defence of generals, then
it would be logical for it to contact us,” he said.


Goran Jungvirth is an IWPR reporter in Zagreb.
IWPR’S TRIBUNAL UPDATE No. 453, May 22, 2006


=== 5 ===

LIENS EN FRANCAIS:

Les réfugiés serbes de Croatie indifférents au procès de Gotovina
http://balkans.courriers.info/article6323.html

Croatie : baroud d’honneur des anciens combattants pour Gotovina à Split
http://www.balkans.eu.org/article6139.html

Ante Gotovina a été arrêté en Espagne
http://www.balkans.eu.org/article6120.html

TPI : Ante Gotovina, gangster et chef de guerre
http://www.balkans.eu.org/article5157.html

TPI : Ante Gotovina, barbouze français, « héros » croate
http://www.balkans.eu.org/article5147.html


----- Original Message -----
From: Georges Berghezan
Sent: Thursday, January 12, 2006 3:05 AM
Subject: La presse croate lie l´ex-chef de la CIA à Gotovina et à
"Tempête"

La presse croate lie l´ex-chef de la CIA à Gotovina et à "Tempête"

ZAGREB,(AFP, 11/01/06) -L´ex-directeur de la CIA, George Tenet, a
participé à la préparation de l´opération militaire Tempête qui a mis
fin à la guerre serbo-croate de 1991-1995 et a valu à son commandant,
le général croate Ante Gotovina, son inculpation par le TPI, affirme
la presse croate.
"En juillet 1995, dans la base militaire de Sepurine, près de Zadar
(sud de la Croatie ), Ante Gotovina a préparé les actions +Eté 95+ et
+Tempête+ avec l´ancien chef de la CIA George Tenet", écrit dans son
édition de mercredi l´hebdomadaire indépendant Globus, citant une
source anonyme proche des avocats de Gotovina.
M. Tenet, à l´époque adjoint du directeur de l´Agence centrale de
renseignements (CIA), s´était rendu en Croatie le 20 juillet 1995,
selon la même source.
Il a rencontré sur la base de Sepurine le ministre de la Défense,
Gojko Susak, le chef des services de renseignements, Miroslav
Tudjman, et le général Ante Gotovina, qui a par la suite dirigé l
´opération Tempête.
Cette opération a permis à Zagreb de reprendre en août 1995 le
contrôle de la majeure partie de ses territoires occupés depuis 1991
par les sécessionnistes serbes appuyés militairement par le régime au
pouvoir à Belgrade.
En revanche, l´offensive a entraîné la mort de centaines de civils
serbes et entraîné l´exode d´environ 200.000 Serbes de Croatie ,
selon le Tribunal pénal International (TPI) pour l´ex-Yougoslavie.
Ante Gotovina a été inculpé en 2001 de crimes de guerre par le TPI.
Après quatre ans de clandestinité, il a été arrêté début décembre
1995 par la police espagnole sur l´île de Tenerife et transféré au
TPI. Il plaide non coupable.

SOURCE : http://fr.groups.yahoo.com/group/alerte_otan/messages