Riceviamo e volentieri diffondiamo:
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PARTITO DELLA RIFONDAZIONE COMUNISTA

CIRCOLO GEYMONAT

Q.RE MONTANARA - PARMA

geymonat.prcparma@...


Assessore all’ignoranza


Abbiamo atteso qualche giorno, per lasciare il tempo di riflettere e documentarsi all’assessore Ferraris dopo le dichiarazioni pubblicate dalla Gazzetta di Parma in merito all’inopportunità di una via Tito.

Costatiamo che non l’ha fatto, le forniamo alcuni dati che potrà approfondire quando vorrà avendo Parma la fortuna di essere una delle città più attive e documentate a livello nazionale sulla figura di Tito e della Resistenza Jugoslava.

Perché è bene premettere e ribadire (non ci stancheremo mai di farlo) che il tentativo di “rimozione” dalla memoria collettiva di Tito, s’inquadra nel tentativo di sminuire l’importanza della Resistenza Jugoslava e di riflesso di denigrare la Resistenza Italiana.

Sono passate poche settimane dal 25 aprile, dove c’era in città chi voleva onorare la Resistenza leggendo lettere di repubblichini o dicendo che “sono tutti uguali” anche i repubblichini lottavano per un ideale.

NO!!!

I fascisti e gli Antifascisti non sono uguali!!!

Enorme è stato il tributo jugoslavo alla guerra contro il nazifascismo: su una popolazione di 18 milioni di abitanti dell’intero Paese, furono al comando di Tito 300.000 combattenti alla fine del ’43 e 800.000 al momento finale della liberazione, 1.700.000 furono i morti in totale, sul campo 350.000 i partigiani morti e 400.000 i feriti e dispersi. Da 400.000 a 800.000, in altre parole da 34 a 60 divisioni, furono i militari tedeschi e italiani tenuti impegnati nella lotta, con rilevanti perdite inflitte ai nazifascisti. Una lotta partigiana su vasta scala, che paralizzò l’avversario e passò progressivamente all’offensiva, un’autentica guerra, condotta da quello che divenne un vero e proprio esercito popolare e che fece di Tito più di un capo partigiano, un belligerante vero e proprio, riconosciuto e considerato a livello internazionale.
La Resistenza della Jugoslavia è stata di primaria grandezza in Europa e da quell’esperienza la Jugoslavia è uscita come il paese più provato e al tempo stesso più trasformato. La Resistenza jugoslava ancor più di altre è stata più di una guerriglia per la liberazione del proprio territorio, è stata empito universale di una nuova società, ansia di superamento delle barriere nazionali, anelito di pace, libertà e giustizia sociale, da parte di tanti uomini e tante donne del secolo scorso.

A Parma l’Antifascismo è vivo e ha ottima memoria, sia per ricordare chi ci ha lasciato e cosa ha fatto per tutti, sia per ricordare quando si tornerà a votare (grazie a loro) chi dell’Antifascismo si è riempito la bocca una volta l’anno di pastasciutta.

(c.i.p. 25-07-2013)