Sulla neutralità (sic) dello Stato italiano in tema di nazismo
 
1) ANPI nazionale: "Sulla condanna del nazismo non ci possono essere dubbi"
2) ANPI Alessandria: Dura condanna dell'astensione italiana sulla Risoluzione ONU contro la glorificazione del nazi-fascismo
3) L'Europa non rinnega più il nazismo (Dante Barontini)
4) Repetita juvant: Sul nazismo la UE si astiene (Italo Slavo per JUGOINFO)
 
 
Sullo stesso tema:
 
Il documento dell'Onu con il voto di ogni paese: Y=yes, N=no, A=astenuto
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Evropska Unija na strani nacizma (Testi, libri e video consigliati / Geehrte Kollaborateure…)
 
 
 
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http://www.anpi.it/sulla-condanna-del-nazismo-non-ci-possono-essere-dubbi/
 
"Sulla condanna del nazismo non ci possono essere dubbi"

Si è appreso, nei giorni scorsi, che in una Commissione dell’ONU è stato posto in votazione un documento di condanna del nazismo. Gli Stati si sono divisi; il documento è stato approvato, ma con significativi voti contrari e/o di astensione.
Ci ha colpito - spiega il presidente nazionale dell'Anpi, Carlo Smuraglia - in particolare, vedere i Paesi europei, a partire dall’Italia, schierati sulla linea dell’astensione, così come il vedere, tra i voti contrari, anche quello degli Stati Uniti.
Le spiegazioni sono assolutamente insufficienti. Sulla condanna del nazismo, soprattutto in una fase in cui ci sono tanti rigurgiti di neo-nazismo, non ci possono essere dubbi, esitazioni o contrarietà, perché si è trattato di quello che alcuni hanno definito come “ il male assoluto” e tutti dovrebbero essere impegnati a non dimenticarlo.
In particolare - sottolinea il presidente nazionale dell'Anpi, Carlo Smuraglia -  ci sembra grave che non si sia pronunciata a favore l’Europa (e, per quanto ci riguarda più da vicino, l’Italia), che ha vissuto praticamente in tutti gli Stati, l’orrore, la brutalità, la violazione dei diritti umani, da parte del nazismo. Non ci possono essere ragioni di opportunità, e tanto meno ragioni collegate alle presunte finalità di chi ha promosso l’iniziativa, che possano valere, in questo caso.
Quand’anche si dubitasse delle ragioni che hanno indotto a formulare quella proposta e quand’anche si ritenesse che anche lo Stato proponente meriterebbe un giudizio severo, per quanto riguarda i diritti umani, questo non toglierebbe che si trattava di esprimere una condanna severa del fenomeno nazista. Contro il nazismo e il fascismo, dopo le terribili esperienze vissute in Italia e in Europa, non si può fare a meno di schierarsi sempre in qualunque occasione; altrimenti perfino questa doverosa condanna rischierebbe di finire in un limbo di ambiguità, francamente non ammissibile e non accettabile quando si tratta di fenomeni devastanti come il nazismo.
 
 
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http://www.marx21.it/italia/antifascismo/24851-la-dura-condanna-dellastensione-italiana-sulla-risoluzione-onu-contro-la-glorificazione-del-nazi-fascismo.html
 
La dura condanna dell'astensione italiana sulla risoluzione ONU contro la glorificazione del nazi-fascismo
Associazione Nazionale Partigiani d'Italia
Comitato Provinciale di Alessandria

L'Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha approvato lo scorso 22 novembre una mozione presentata dalla Russia che condanna i tentativi di glorificazione dell'ideologia del nazismo e la conseguente negazione dei crimini di guerra commessi dalla Germania nazista.

La Risoluzione esprime "profonda preoccupazione per la glorificazione in qualsiasi forma del movimento nazista, neo-nazista e degli ex membri dell'organizzazione "Waffen SS", anche attraverso la costruzione di monumenti e memoriali e l'organizzazione di manifestazioni pubbliche".

Il documento rileva anche l'aumento del numero di attacchi razzisti in tutto il mondo.

Una iniziativa giusta, si dirà, visti i continui rigurgiti fascisti e nazisti ai quali si assiste sempre più spesso in diversi quadranti del mondo.

E invece no. Perché solo 115 dei Paesi rappresentati alle Nazioni Unite hanno votato a favore della mozione, mentre in passato il numero dei sì era stato assai più consistente, ad esempio 130 due anni fa. Incredibilmente ben 55 delegati, tra i quali il Governo italiano, si sono astenuti e 3 rappresentanti - quelli degli Stati Uniti, Canada e Ucraina - hanno addirittura votato contro.

La Vicepresidente nazionale dell'ANPI, Carla Nespolo ha inviato il seguente comunicato stampa, condiviso dall'ANPI Provinciale di Alessandria.

" L'astensione del Governo Italiano sulla risoluzione dell' ONU, approvata a maggioranza, che sancisce il rifiuto del neonazismo nel mondo e respinge "ogni forma di negazione dei crimini nazisti", è un atto grave e inaccettabile.

L'Italia è il Paese in cui la Resistenza al fascismo e al nazismo è stata tra le più forti ed estese d'Europa.

La Costituzione Italiana è, per specifica decisione dei Padri Costituenti, una Costituzione Antifascista.

Tanti partigiani, tanti giovani e tante donne, hanno lottato, sofferto e in molti casi hanno lasciato la vita, per sconfiggere nazismo e fascismo.

Vergognosa è l'astensione dell'Italia!

Il fatto che tanti altri Paesi Europei si siano astenuti, rappresenta una svolta pericolosa e regressiva nella stessa politica estera europea, ma non giustifica in alcun modo la scelta del Governo Italiano che ancora una volta ha rinunciato ad un ruolo di protagonista in Europa.

La decisione degli Stati Uniti d'America, del Canada e dell'Ucraina, di votare contro tale risoluzione, se mai, dimostra un'inaccettabile subalternità europea ed italiana, alla volontà americana.

Nè vale a giustificare tale scelta, il fatto che tale risoluzione sia stata proposta dalla Russia.

Tra l'altro si tratta di un documento molto simile ad altri, presentati nel 2011e nel 2012, e sempre votati all'unanimità o quasi, dall'Assemblea dell'ONU.

Persino Israele, Paese notoriamente amico degli Stati Uniti, ha votato a favore del rifiuto dell'ideologia fascista e nazista. 

L'Italia si è astenuta! E questo è inaccettabile e deplorevole.

L'ANPI eleva alta e forte la propria voce, contro tale voto, che umilia la nostra storia democratica e offende la Resistenza, i suoi protagonisti e i suoi valori."

 
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L'Europa non rinnega più il nazismo
 
di Dante Barontini, 23 Novembre 2014
 
La decisione di non votare una risoluzione Onu di condanna del nazismo da parte dei paesi dell'Unione Europea è un'autentica “svolta ideologica” nella storia del continente. Non è possibile sottovalutare il peso di questa decisione, che immaginiamo avrà coinvolto tutti i primi ministri della Ue, i capi di stato, i ministri degli esteri, a partire ovviamente dalla “signora Pesc”, Federica Mogherini. C'è stato dunque un consenso unanime sulla scelta dell'astensione, pensata come un compromesso tra la posizione estrema di Usa, Canada e Ucraina (contrari) e quella dei favorevoli (tutto il resto del mondo).

Decisione infame ma notevole, visto che la risoluzione includeva anche la condanna di “ogni forma di negazione dei crimini nazisti”, a cominciare naturalmente dall'Olocausto.

Dalle cancellerie europee si dirà - forse, come tardiva giustificazione - che questa risoluzione, presentata dalla Russia, era poco più che una ripetizione di analoghe risoluzioni approvate all'unanimità o quasi dall'Assemblea dell'Onu (già nel 2010 e nel 2012); e che, quindi, si trattava stavolta solo di una furbesca mossa propagandistica del Cremlino per raccogliere una condanna indiretta del nuovo regime ucraino, sorto dal golpe sponsorizzato da Stati Uniti e Unione Europea. 

Possiamo senza sforzo convenire. Ma proprio questa motivazione rivela il peso tutto ideologicodella svolta pro-nazista della Ue, che con questo voto si sposta in blocco dal fronte democratico antinazista e quello “neutrale”, ovvero indifferente. O peggio.

In pratica questa motivazione spiega che “il merito” non conta nulla (la condanna del nazismo), la cosa più importante è contrastare l'avversario (la Russia) e sostenere l'alleato (l'Ucraina di Poroshenko e Pravy Sektor).

Non ci sono dunque più valori di libertà da difendere, non c'è più il “male assoluto”? Diciamo che con questo voto il concetto di “male assoluto”, storicamente e unitariamente identificato nel nazifascismo, non possiede più dei contorni valoriali riconosciuti e riconoscibili da tutti; ma diventa semplicemente l'etichetta da affibbiare al “nemico di turno”. L'integralismo islamico-sunnita dell'Isis può essere nominato come il nuovo "male assoluto", mentre i nazifascisti in carne-ossa-spranghe-fucili – in qualsiasi paese alleato dell'Occidente – non lo sono più. Se per caso ci fossero nei nazifascisti in un paese dichiarato “nemico” allora quello stigma potrebbe tornare nuovamente di moda; ma solo per il campo nemico, non per “i nostri alleati”.

Questa svolta ha una lunga storia, che data ormai dall'inizio degli anni '80. Durante tutto questo periodo lo stigma nazista ha continuato ad essere usato, anche a sproposito, per indicare il nemico di turno. Ricordiamo soltanto alcuni di questi “nuovi Hitler” che hanno costellato i discorsi dei presidenti statunitensi e quindi anche le prime pagine dei media occidentali. Il derelitto Noriega, agente Cia caduto in disgrazia e dittatore di Panama, è stato il primo ad avere avuto il dubbio onore di essere etichettato in questo modo. Poi è diventato un riflesso condizionato e irriflesso della propaganda, investendo Saddam Hussein (più volte, fino alla morte), Milosevic, Gheddafi, iraniani, dittatorelli africani o asiatici; con qualche penoso quanto infame tentativo di estendere lo stigma anche su rivoluzionari di sinistra (Chavez, per esempio), presto rientrato per manifesta insussistenza.

Questo voto di Stati Uniti e Unione Europea all'Onu mette perciò fine a una chiave retorica che ha caratterizzato tutto il dopoguerra occidentale e dichiara la fine dell'unità (molto conflittuale, naturalmente) del mondo nato dalla guerra contro il nazifascismo. Da oggi in poi “l'Occidente” dichiara di prepararsi a combattere "l'Oriente" e quindi annulla al proprio interno i confini – non sempre molto rigidi – entro cui erano stati rinchiusi i nazifascisti. C'è bisogno anche di topi e carogne, di criminali e serial killer, se questo è l'obiettivo...

Ci sembra notevole che questa svolta avvenga sotto l'egida del “primo presidente afroamericano” della storia. E' una prova che "il mito della razza" era effettivamente solo un mito bastardo ("la razza ce l'hanno i cani", disse la più immensa testa del '900). E ci sembra notevole anche il fatto che sia stata così repentina da spiazzare anche il principale alleato occidentale in Medio Oriente. Israele ha infatto votato a favore della mozione russa; con tutta la buona volontà criminale del suo governo, infatti, proprio non poteva votare contro o astenersi su una condanna dei killer dell'Olocausto.

Ci sembra altresì interessante (per essere notevoli ci vuole un po' di statura) che questa svolta non abbia ricevuto, fin qui, alcuna espressione critica da parte del primo presidente della Repubblica proveniente dalle fila dell'ex Pci. Sempre sollecito ad esternare il proprio pensiero su ogni aspetto dell'attualità politica, dovremmo interpretare il suo silenzio - se perpetuato - come assenso. Con tutte le conseguenze del caso, anche sul piano della sua stessa legittimità costituzionale. Su Renzi e i suoi ministri, invece, la Costituzione esprime già un giudizio implicito, anche se irriferibile...

Il mondo che va alla guerra non ha più bisogno delle vesti idologiche adottate – spesso a fatica e per opportunismo – in tempi di “pace armata”. E l'anima più vera del nazismo – lo sterminio industrializzato – è assolutamente “interna” alla logica del capitale. Quindi, può benissimo esser tollerata. Potrebbe persino tornare utile, se non si troveranno soluzioni “liberal-democratiche” alla crisi...

p.s. Il documento dell'Onu con il voto di ogni paese: Y=yes, N=no, A=astenuto
 
 
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Sul nazismo la UE si astiene
 
Dunque, sul nazismo la Unione Europea si astiene. 
 
Non ci si venga a dire che lo fa "perché non vuole allinearsi alla Russia": è proprio su temi di principio come quello del nazismo che tali miserie decadono e all'ONU si vota al di là degli schieramenti. Peraltro, se proprio avesse voluto distinguersi, la UE avrebbe almeno potuto presentare un'altra, sua propria mozione sullo stesso tema. 
E invece no. Sul nazismo l'Unione Europea si astiene. 
 
Si astiene per il semplice motivo che al nazismo *dentro* l'Europa, da quasi un quarto di secolo, la UE (ex CEE) si appoggia, per poter perseguire le proprie politiche di consolidamento imperialista e allargamento, in una ottica di umiliazione dei popoli slavi e aggressività anti-russa. Una politica che è nazista in senso stretto, in senso storico: l'unico senso pieno da attribuire alle parole che usiamo. E' la politica di Hitler e Mussolini, che aggredirono i Balcani e le terre sovietiche trattandole da "colonia interna", con un loro specifico progetto europeista ("Nuovo Ordine Europeo"). 
 
Cosa cambia oggi? La UE, ex CEE, ha appoggiato il nazismo di Tudjman in Croazia nel 1991 così come nel 2014 sta appoggiando il nazismo della coalizione golpista messa al potere in Ucraina, mentre sostiene schieramenti politici nazionalisti che riabilitano la simbologia nazista e l'apartheid anti-russo nei paesi Baltici… o l'apartheid anti-serbo in Kosovo. 
Si tratta di nazismo in senso filologico. Poiché la principale funzione del nazifascismo come movimento storico, sulla scena europea, fu – dobbiamo ripeterlo – l'aggressione contro i paesi slavi e la Russia.
 
Questo succede mentre alla televisione italiana viene trasmessa la fiction propagandistica su Altiero Spinelli. 
 
Tale circostanza pone in ulteriore risalto l'ipocrisia della classe dirigente italiana e della Unione Europea.
La fiction si inserisce nella campagna mediatica che da alcuni mesi è in corso sulle televisioni dello Stato italiano, partita con un bombardamento di spot ("Di Europa si deve parlare") che da un lato tessono le lodi delle funzioni economiche della UE, dall'altro esplicitamente presentano la costruzione della UE come questione "di pace o di guerra" dell'epoca presente, con toni sostanzialmente ricattatori, con riferimenti ambigui e omertosi al centenario della Prima Guerra Mondiale… Non è per caso che la fiction su Spinelli è diretta da Alberto Negrin, specialista delle produzioni televisive commissionate politicamente – qualcuna più interessante, qualcun'altra peggio che mistificatoria e, a tutti gli effetti, fascista (es. "ll cuore nel pozzo", 2005). 
Il fatto che persino la stampa più allineata alle politiche UE abbia criticato la fastidiosa retorica di questa ultima produzione su Spinelli (cfr. Aldo Grasso sul Corriere della Sera del 25/11/2014 – http://www.corriere.it/spettacoli/14_novembre_25/altiero-spinelli-l-europa-fiction-che-gronda-retorica-a94799d8-746a-11e4-ab92-90fe0200e999.shtml ) la dice lunga sulla sua natura propagandistica e ideologica.
 
Il progetto di unità europea non ha necessariamente una fondazione antifascista, tutt'altro. L'Europa in costruzione non è quella che vogliamo noi, e non è nemmeno quella di Altiero Spinelli. Questa Europa assomiglia piuttosto a quella teorizzata nella Europaeische Revue (Rivista Europea) del Terzo Reich. E coerentemente, essa sul nazismo si astiene.
 
Italo Slavo per JUGOINFO