Dusan Golubovic, ucciso il il 22 febbraio 1943 per essersi avvicinato troppo alla recinzione

Dopo alterne vicende e numerose nostre sollecitazioni, il Comune di Foligno in luglio ha comunicato il suo diniego alla apposizione di una semplice lapide che onorasse gli antifascisti reclusi nel campo di concentramento delle "Casermette" di Colfiorito.

Nella lettera, che ci è pervenuta con inaccettabile ritardo e solo a seguito di formale Diffida da parte del nostro avvocato, si afferma che la Giunta Comunale "nella seduta del 02-10-2019 ha ritenuto 'non accoglibile la richiesta trattandosi di spazio pubblico' [e] si riserva di valutare la possibilità di realizzare e posizionare specifiche targhe in loco per la commemorazione di fatti storici ivi realmente accaduti'. "

Purtroppo, nonostante il giro di parole, la motivazione addotta non significa che sarà il Comune a farsi carico – come pure sarebbe giusto – di apporre una opportuna targa a memoria dei fatti : dire che la lapide non si può apporre "trattandosi di spazio pubblico" è come affermare che in un giardino non si possono installare panchine perché qualcuno poi ci si siede... È una vile presa in giro, cui si aggiunge la capziosa precisazione che il Comune si riserva di far apporre altre targhe "per la commemorazione di fatti storici ivi realmente accaduti" come se il testo da noi proposto non si riferisse a fatti storici realmente accaduti .

ANTEFATTO

Con questa presa di posizione il Comune di Foligno ha suggellato in negativo un triennio caratterizzato da contraddizioni ed esitazioni di fronte alla nostra iniziale richiesta di realizzare un manufatto commemorativo nel sito dove sorgeva un campo di concentramento fascista.

 
Ventuno agosto 1943: il Comandante del "Campo di Concentramento per internati civili" di Colfiorito notifica il decesso del prigioniero Blazo Marović. Fonte: Campifascisti.it

Il nostro progetto di monumento fu ridimensionato dalla allora Giunta di centrosinistra con la discutibile motivazione [1] che "l'inserimento di un monumento di fronte alla sede dell'ente parco ne altera significativamente l'immagine e ne condizionerebbe eventuali ampliamenti e modifiche dell'assetto planimetrico." Pur perplessi – trattandosi di un contesto sotto vincolo della Sovrintendenza e purtuttavia già sfregiato da numerose interferenze commerciali-pubblicitarie – avevamo acconsentito ad "optare per la semplice collocazione di una targa sulla parete già individuata". [2] Di seguito il testo di tale targa:

IN MEMORIA DI TUTTI GLI INTERNATI
IN QUESTE CASERMETTE TRA IL 1939 E IL 1943:
DEI CIRCA 1800 PRIGIONIERI POLITICI ANTIFASCISTI
ITALIANI, ALBANESI, JUGOSLAVI
DEI 132 PRIGIONIERI DI GUERRA INGLESI E SUDAFRICANI
DI DUŠAN GOLUBOVIĆ
COLPITO A MORTE IL 22 FEBBRAIO 1943 DA UNA SENTINELLA
E DELLA GRANDE FUGA
IL 22 SETTEMBRE 1943 DI OLTRE 1200 MONTENEGRINI
I QUALI, NUMEROSI SACRIFICANDOSI
PER I VALORI DELL’INTERNAZIONALISMO ANTIFASCISTA,
PARTECIPARONO ALLA RESISTENZA PARTIGIANA IN QUESTE TERRE

Poco dopo in quel Comune cambiavano la maggioranza politica, la Giunta e il Sindaco.
Sarebbe tuttavia semplicistico attribuire tutta la responsabilità del recente esito alla nuova Giunta comunale di destra: l'accaduto deve piuttosto far riflettere sul rapporto con la memoria storica, che in quel territorio come in tutta Italia è chiaramente degradato.

MEMORIA PUBBLICA E MEMORIE DIVISE

Già all'inizio del 2017 abbiamo stigmatizzato come "a 74 anni dalla grande fuga dei prigionieri jugoslavi dal campo (22 Settembre 1943) e dall’inizio della lotta partigiana nella zona, non esiste ancora alcun monumento, targa, centro visita, museo o manufatto che richiami la centralità delle Casermette nella vicenda dell’antifascismo umbro, italiano ed europeo. Questo nonostante enunciazioni ed iniziative che negli scorsi anni hanno attestato una volontà di istituire un Museo della Memoria da erigere in alcuni dei locali dell’ex campo."
Nell'opuscolo "La lotta antifascista dei prigionieri di Colfiorito" [3] abbiamo dedicato una intera sezione a fare la cronistoria delle "Iniziative e progetti per la memoria del campo" evidenziando una (già allora) impressionante serie di enunciazioni a vuoto e promesse mancate.

 

Va peraltro rilevato come il Comune di Foligno non abbia negato il proprio patrocinio alle nostre iniziative commemorative né all'epoca del centrosinistracon la attuale giunta di destra. Il problema si pone quando, al di là delle iniziative estemporanee e "separate", si prova a "fissare" il fatto storico in un atto o manufatto fisico che, con formalità istituzionale, metta per così dire "nero su bianco" l'accadimento storico in modo che esso sia riconosciuto in ogni ambito della vita sociale.
Negli anni scorsi analoghi atti o manufatti sono stati realizzati, in luoghi ove sorgevano campi di detenzione fascisti, non solo in altre regioni italiane [4] ma proprio nelle vicinanze di Foligno [5]. Nel caso delle Casermette di Colfiorito un tale gesto viene pervicacemente impedito, come ad evitare di offendere qualcuno: come se a qualche memoria di parte (la parte perdente nella Seconda Guerra Mondiale) si dovesse sacrificare la formazione di una più generale memoria pubblica e dell'etica (religione civile) che ne conseguirebbe.

Vicende come quella delle Casermette non dovrebbero essere appannaggio di una sola parte politica, considerata anche la solidarietà di tanta gente del posto che rese quegli avvenimenti Storia, locale e corale. Certo, accreditare nella memoria pubblica l'esistenza del maggiore campo di concentramento dell'Italia centrale in quel territorio comporta uno sforzo, perché può mettere in crisi una certa visione autocommiserante della propria Storia e una certa cognizione idilliaca della propria cultura, che lì come nel resto d'Italia impediscono di guardare con lucidità al passato e al presente.

NON FINISCE QUI

A questo punto, poiché la Giunta comunale si è presa la responsabilità di affermare una chiara posizione di parte, è doveroso che anche le altre parti si assumano le proprie responsabilità, ciascuna per il ruolo che le compete. L a discussione sulla memoria delle Casermette di Colfiorito – che si parli di lapide, monumento o museo – può legittimamente spostarsi su di un piano più strettamente politico. Come Jugocoord Onlus rimaniamo a disposizione per fornire consulenza storica e sostegno tecnico-pratico, ma crediamo sia l a sinistra antifascista folignate e umbra a dover superare esitazioni e veti incrociati per attivarsi, riconoscendo la centralità delle Casermette per l'antifascismo e prodigandosi per la realizzazione di una lapide e/o altra struttura permanente che incarni tale centralità, a partire dai prossimi significativi anniversari: 22 settembre fuga dal campo, 27 gennaio giornata della memoria, 3 febbraio deportazione nazifascista dalla montagna folignate.

 

Il Direttivo di Jugocoord Onlus
14.8.2020

 

NOTE:
[1] Comunicazione 23/5/2019.
[2] Nostra risposta luglio 2019. In data 1/8/2019 facevamo seguito con nuova documentazione tecnico-progettuale, inclusa la richiesta di Autorizzazione Paesaggistica, per la sola targa (Pratica Edilizia n.29/2019).
[3] Ed. autoprodotta, Jugocoord Onlus 2018.
[4] A Casoli (CH) è stato recentemente inaugurato un centro di documentazione sull'internamento fascista.
[5] A Pissignano di Campello sul Clitunno pochi anni fa è stata apposta una lapide grazie all'impegno dell'ISUC. Già negli anni Sessanta una lapide fu apposta alla Rocca di Spoleto, ex carcere da cui fuggirono numerosi prigionieri politici nell'autunno del 1943.