Jugoinfo

PRESIDENTI DEL CONSIGLIO (1)


Domenica 10 settembre 2000 il Presidente del Consiglio in carica Amato
parlando a Ravenna a titolo personale ha detto che il bombardamento
della NATO sulla RF di Jugoslavia ha rappresentato una "violenza etica".
Gli ha fatto eco il suo predecessore Massimo D'Alema, responsabile di
quella violenza etica nonche' di innumerevoli violazioni del diritto
nazionale ed internazionale nonche' di alcune decine di migliaia di casi
di cancro dovuti ai bombardamenti: secondo D'Alema i bombardamenti sono
stati di sicuro "spiacevoli", ma la questione etica sarebbe "complicata"
da affrontare (certo troppo complicata per i nostri piccoli cervelli).


> ITALIAN PRIME MINISTER SAYS BOMBING OF YUGOSLAVIA WAS ETHICAL VIOLENCE
> ROME, Sep 11 (Tanjug). Italian Prime Minister Giuliano Amato has
> described last year's (MarchJune) NATO bombing of Yugoslavia as ethical
> violence.
> Underlining that he was not speaking in his capacity as prime
> minister, Amato said at a reception given Sunday evening in Ravenna by the
> coalition UNITA, that he had felt deeply disturbed during the intervention
> in Serbia's KosovoMetohija province, as it is immoral to attack someone
> with planes and bombs without facing him on the ground.
> If war has ethics, we have violated it, Amato said to an
> applauding audience.
> Massimo d'Alema, who was Italy's prime minister at the time of
> the
> NATO aggression, said on the same occasion that bombing is undeniably
> unpleasant and that the war in KosovoMetohija was without any doubt a
> tragedy that must be considered also from an ethical viewpoint, but added
> that this was a complex issue.


--------- COORDINAMENTO ROMANO PER LA JUGOSLAVIA -----------
RIMSKI SAVEZ ZA JUGOSLAVIJU
e-mail: crj@... - URL: http://marx2001.org/crj
http://www.egroups.com/group/crj-mailinglist/
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PRESIDENTI DEL CONSIGLIO (2)


"...Io penso che la comunita' internazionale sara' in grado di fare un
calcolo soltanto dopo, ma che la valutazione della scomparsa in Kosovo
di un numero di persone fra le 100 e le 200mila si avvicini alle
dimensioni della tragedia che e' stata compiuta... un esercito e gruppi
paramilitari che sono andati casa per casa a scacciare e terrorizzare la
popolazione, a derubare, a uccidere, a violentare"

Massimo D'Alema dinanzi alla Camera dei deputati il 19 maggio 1999
(dagli Atti ufficiali del Parlamento della Repubblica)


"Gli ufficiali della NATO hanno ammesso ieri sera che le loro stime sul
numero dei civili kosovaro-albanesi massacrati dalle forze serbe fatte
in tempo di guerra potrebbero essere state troppo alte... Non si puo'
dimostrare che tutti i cadaveri esumati [meno di tremila] siano stati
vittima di assassinio o esecuzioni..."

(The Guardian, 18/8/2000)

> Figures put on Serb killings too high
> Special report: Kosovo
>
> Jonathan Steele
> Friday August 18, 2000
> The Guardian
>
> Nato officials conceded last night that their wartime
> estimates of the number of Kosovo Albanian civilians
> massacred by Serb forces might have been too high.
> They were reacting to findings by forensic experts for
> the International Criminal Tribunal in the Hague who
> are preparing to complete their work in Kosovo after
> exhuming about 3,000 bodies.
>
> Not all of the dead can be proved to be victims of
> murder or execution...


Nota del CRJ: i bombardamenti della NATO hanno causato circa 2000
vittime civili sul momento; altrettante, tra morti ammazzati e "lupara
bianca", sono le vittime del terrorismo degli alleati della NATO (UCK)
dalla occupazione KFOR della provincia serba a tutt'oggi.


--------- COORDINAMENTO ROMANO PER LA JUGOSLAVIA -----------
RIMSKI SAVEZ ZA JUGOSLAVIJU
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http://www.egroups.com/group/crj-mailinglist/
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VICENZA - TORINO - PERUGIA - PERUGIA-ASSISI - VIENNA - STOCCOLMA

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VICENZA

LUNEDI' 18 SETTEMBRE - ORE 20.30
Sala circoscrizione 6 - Vicenza
(Villa Lattes, vai Thaon di Revel)
"Guerre ed embarghi"
dibattito con:
Fulvio Grimaldi
proiezione video: "Serbi da morire" - effetti della guerra con
attenzione
al disastro ambientale. E' questo video un'ottima documentazione delle
conseguenze economiche, sociali, sanitarie ed ambientali dell'attacco
NATO.
Organizzano: Punto Rosso / Collettivo "Spartakus" / Circolo del Cinema
"Farhenheit 451
Info: tel fax 044 542084
posta el. sparta@...
Contrà Ponton del Luzzo, 10 - 36100 Vicenza

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TORINO

SOS ZASTAVA

PERCHE' POSSANO ANDARE A SCUOLA
CON IL MATERIALE SCOLASTICO PER POTERE SCRIVERE


I figli dei lavoratori della Zastava di Kragujevac iniziano, anche loro,
l'anno scolastico in questi giorni.

La Zastava e' una fabbrica jugoslava di automobili e di camion che
occupava
piu' di 30.000 dipendenti, oggi in prevalenza ferma perche' gli impianti
sono stati distrutti dai bombardamenti della Nato della primavera
dell'anno
scorso.

La maggioranza dei loro genitori non lavora ed i lavoratori che non
lavorano
percepiscono una indennita' di disoccupazione di 15.000 lire al mese. Lo
Stato non garantisce il materiale scolastico che va comperato se i soldi
in
famiglia ci sono.


Per questi motivi i lavoratori torinesi che hanno deciso di aiutare i
figli
dei lavoratori della Zastava attraverso le adozioni a distanza:

lanciano un appello ai lavoratori torinesi per sostenere con una

SOTTOSCRIZIONE

Allo scopo di poter dare ad ogni ragazzo
· 5 QUADERNI
· 5 MATITE
· 5 PENNE

La raccolta avverra' con i blocchetti di ricevuta
Sara' fatta da un rappresentante sindacale della azienda dove lavorate
Verra' data informazione della avvenuta consegna del materiale e
l'attestato
di ricevimento

Torino 11 settembre 2000, Via Pedrotti 5

Il Comitato Piemontese SOS Zastava

---

PERUGIA

Per il giorno 22 settembre abbiamo organizzato (Assijug, Campo
antimperialista) una cena per la raccolta di fondi per la Jugoslavia.
La cena sarà l'occasione per illustrare ad una vasta (si spera) platea
l'iniziativa della carovana contro l'embargo, raccogliere le relative
adesioni e, eventualmente, elaborare proposte migliorative e nuove
iniziative.
Per chi é interessato l'appuntamento é presso:
La Casa del Popolo in località Casa del Diavolo PG. alle ore 20.30. Per
arrivarci chi viene dalla super strada E45 uscita Ponte Pattoli; per chi
proviene da Sud o dall'autostrada proseguire sulla E45 in direzione
Cesena e poi uscita Ponte Pattoli.

Per contattarci utilizzare i nostri e-mail oppure telefonare allo
0349-8642732 (Marcello)

PS. oltre da bere e mangiare ci sarà musica in abbondanza con musicisti
slavi dal vivo

---

PERUGIA-ASSISI

Comunicato Stampa del Campo Antimperialista

TOGLIAMO I RICCHI PER DARE AI POVERI!
TOGLIAMO LA NATO CHE AMMAZZA I POVERI PER
DIFENDERE I RICCHI!



Si e' svolta stamane a Perugia, alle ore 12,00, presso la sede regionale
di Voce Operaia, la
Conferenza stampa dei responsabili della Campo Antimperialista.

Alla presenza di giornali e TV e viste le infuocate polemiche in corso,
sono state spiegate le
ragioni dell'annullamento della annunciata ³Contro-marcia per la pace²
prevista per lo stesso
giorno di quella tradizionale, il 24 settembre.

All¹interno della Tavola della Pace (la coalizione pacifista che
organizza la Manifestazione
ufficiale) e' alla fine prevalsa la posizione dei pacifisti conseguenti
i quali hanno stigmatizzato
cio' che accadde l¹anno passato quando il Presidente del Consiglio
D¹Alema e il segretario del
principale partito di governo (Veltroni), ebbero la sfrontatezza di
capeggiare la Marcia mentre
avevano accettato di fare dell¹Italia la portaerei della NATO
nell'illegale e infame aggressione alla
Jugoslavia (il piu' gigantesco bombardamento dai tempi della seconda
guerra mondiale).

Dopo colloqui con gli organizzatori pacifisti della Marcia, l¹arco di
forze antagoniste che si
raccoglie nel Campo Antimperialista ha deciso dunque di confluire con
spirito fraterno e unitario in
quella tradizionale, che sara' dunque non solo contro le guerre e gli
eserciti, ma contro la NATO e
gli Embarghi in particolare.

Il 24 settembre dunque, pacifisti e antimperialisti sfileranno tutti
assieme contro il nemico comune,
contro l¹Impero dei ricchi di cui la NATO e' il braccio armato, e contro
l¹ingiustizia internazionale,
di cui Fondo Monetario e Banca mondiale sono gli organi supremi.
Non sara¹ dunque la ³marcia degli estremisti², ma una vera marcia per la
pace, in quanto
³estremisti² sono coloro che hanno le mani macchiate di sangue e che
continuano con l¹embargo a
strangolare i popoli dopo averli massacrati.

Domani stesso chiederemo un incontro a Padre G. Nicola, del Sacro
Convento di Assisi, per
chiedere se corrisponda a verità il fatto che i francescani, abbiano
deciso di disertare la
manifestazione, solo perché i seminatori di morte governativi sono
invitati a restarsene a casa,
pena una sonora conTESTAtazione

Tutti i cittadini, ci comitati in buona fede sono invitati a partecipare
alla Marcia unitaria affinché
abbia pieno successo.

Per adesioni: campo@...

Campo Antimperialista
Assisi 2000
11 settembre 2000

UNA LUNGA MARCIA ....
PER LA PACE E LA GIUSTIZIA!
UNA STAGIONE di lotte e di impegno contro l'imperialismo!


CONTRO LA N.A.T.O.,
PER ABOLIRE L¹EMBARGO ALLA JUGOSLAVIA,
PER TOGLIERE AI RICCHI E DARE AI POVERI!


Il Campo Antimperialista, assieme a tutti i movimenti antagonisti e
anticapitalisti, promuove una grande campagna
d'autunno di conTESTAzione internazionale

- per dire basta alle aggressioni e alle guerre imperiali contro i paesi
che difendono la loro legittima sovranità nazionale,
- per farla finita con la NATO e gli embarghi illegali che affamano i
popoli oppressi e i più deboli,
- per boicottare i vertici del Fondo monetario e della Banca Mondiale
che pianificano il genocidio dei poveri allo scopo di
tutelare l¹opulenza dei paesi più ricchi,
- contro il governo italiano che continua a spendere risorse ingenti per
armi offensive di distruzione e per mantenere,
violando la costituzione, corpi militari oltre frontiera,
- per la solidarietà con le lotte di tutti i popoli oppressi
dall¹imperialismo e dal colonialismo:

venerdì 23 settembre, ore 20
Concerto e festa di solidarietà con musicisti jugoslavi
casa del Popolo di Casa del Diavolo (PG)

Domenica 24 settembre
Marcia per la pace Perugia-Assisi

Martedì 26 settembre
Tutti a Praga per boicottare il vertice del F.M.I. e della banca
Mondiale

Sabato 14 ottobre
Manifestazioni in tutta Italia di solidarietà con la lotta del popolo di
Colombia contro il rischio di
aggressione U.S.A.


Sabato 21 ottobre
nell'anniversario del massacro nazista a Kragujevac
Manifestazioni a Roma e a Milano contro l'emarbo alla Jugoslavia

Primi di dicembre
Tutti a Nizza per boicottare il vertice dell¹Unione Europea

Fine dicembre
Partenza da Bari della Nave contro per violare l¹Embargo alla
Jugoslavia, con tonnellate di
prodotti, farmaceutici, ospedalieri ecc, che la NATO proibisce siano
consegnati a Belgrado


NON CI SARA¹ MAI PACE
SENZA UNA VERA GIUSTIZIA SOCIALE!

---

VIENNA

Einladung
zur
Jahreshauptversammlung
der
Jugoslawisch-Österreichischen Solidaritätsbewegung

'-----------------------------------'
' Sonntag, 24. Oktober 2000, 18 Uhr '
' 15., Meiselstraße 46/4 '
'-----------------------------------'


Liebe Freunde und Mitglieder der JÖSB!

Der Luftkrieg der NATO gegen Jugoslawien ist zwar (vorläufig) vorbei,
doch
die Aggression gegen ein Land, das sich nicht der Neuen Weltordnung
unterzuordnen bereit war und ist, geht weiter: der Kosovo ist besetzt,
die
militärischen Drohungen bleibt aufrecht, die Versuche Montenegro
abzuspalten
sind offensichtlich und vor allem – das mörderische Wirtschaftsembargo
wird
fortgesetzt.

Die JÖSB, gegründet gegen die westliche Aggression und zur Unterstützung
des
jugoslawischen Volkes, hat also nach wie vor mehr als genug zu tun. Mehr
als
ein Jahr sind seit der Gründung verstrichen – es ist nun Zeit Bilanz
über
unsere Aktivitäten, Erfolge und Misserfolge zu ziehen und die Aufgaben
für
das kommende Jahr festzulegen.

Wir laden alle unsere Mitglieder und Freunde, jene die uns unterstützt
haben
und mit uns gegen den Strom des „militärischen Humanitarismus“ zu
schwimmen
bereit sind, ein, an unserer ersten Generalversammlung teilzunehmen.


Vorläufige Tagesordnung:

(1) Bilanz des vergangenen Jahres

www.vorstadtzentrum.net/cgi-bin/joesb/news/viewnews.cgi?category=all&id=9627
78603
(2) Kampagne gegen das Embargo

www.vorstadtzentrum.net/cgi-bin/joesb/news/viewnews.cgi?category=all&id=9667
18247
(3) Internationaler Aktionstag 21. Oktober

www.vorstadtzentrum.net/cgi-bin/joesb/news/viewnews.cgi?category=all&id=9657
71908
(4) Weitere Aktivitäten
(5) Organisationsbericht
(6) Finanzbericht
(7) Wahl des neuen Vorstands


Mit Anti-NATO-Grüßen
Willi Langthaler
Obmann der JÖSB

Jugoslawisch-Österreichische Solidaritätsbewegung (JÖSB)
PF 217, A-1040 Wien, Österreich
Tel/Fax +43 1 924 31 61
Mobil +43 6991 924 31 61
joesb@...
www.vorstadtzentrum.net/joesb
Kto-Nr. 9282, RB Schwechat, BLZ 32823

---

STOCCOLMA

Subject: Good deed
Date: Thu, 7 Sep 2000 11:48:43 +0200
From: TFF Sweden <TFF@...>
To: TFF Special <TFF@...>


Dear friend

Your good deed today could be to sign the Appeal to restore the
Ministry's support for TFF at:

http://www.transnational.org/pressinf/2000/pf98TFFSuppAppeal.html
ENGLISH

http://www.transnational.org/pressinf/2000/pf98TFFStodSv.html
SWEDISH

Our heartfelt thanks to everyone who have already taken action.

This is our last signature campaign message.

Peace is a comparative advantage. Next, PressInfo #99 will deal with
a series of new initiatives we will launch this autumn - to give you
a comparative advance.

Have a good day

Jan Oberg


--------- COORDINAMENTO ROMANO PER LA JUGOSLAVIA -----------
RIMSKI SAVEZ ZA JUGOSLAVIJU
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COME SI FA A DIMINUIRE IL PREZZO DEGLI IDROCARBURI IN UN SISTEMA
ECONOMICO CAPITALISTA?

CON LA GUERRA!


Dopo la Russia, e' la RF di Jugoslavia il paese europeo con il piu'
basso prezzo del carburante: un altro "buon motivo" per aggredirli
entrambi, e per collocare le nostre truppe a presidiare i giacimenti del
Caucaso e del Mar Caspio, nonche' le zone di transito balcanico, dalla
fragile FYROM al docile Montenegro, attraverso il protettorato del
Kosovo.


* Ricette socialiste per arginare la crisi energetica (A. Scargill)
* Il progetto AMBO (Corridoio 8) e la destabilizzazione della FYROM
(Albanian Daily News)
* Stelle e striscie sul Caspio (S. Finardi)

Sull'argomento si veda anche:

Alberto di Fazio: "Le connessioni fra la guerra dei Balcani e la crisi
energetica prossima ventura", dal libro "Imbrogli di guerra"
> http://www.iac.rm.cnr.it/~spweb/libro/

Una considerazione sul caro-petrolio
> http://digilander.iol.it/Yuri/Il%20caro%20Petrolio.htm


===

Subject: Socialist Labour Party Statement On Fuel Crisis


SOCIALIST LABOUR PARTY
President: Frank Cave Vice-President: Linda Muir
General Secretary: Arthur Scargill
9 Victoria Road, Barnsley, South Yorkshire S70 2BB
Answerphone/Fax: 01226-770957
www.socialist-labour-party.org.uk e-mail:
info@...

Press Release

A CRISIS THAT WILL CONTINUE

The current fuel crisis will not vanish with the lifting of blockades.
This
crisis, particularly in respect of oil and petroleum was predicted by
Socialists like myself years ago. It is an inevitable consequence of
the
free market and capitalist system. The long-term, and only, solution is
public ownership and control and the introduction of an integrated
energy
policy which should be implemented immediately, involving the following:

all North Sea oil and gas operations to be taken into public ownership;

all oil refineries and gas distributors to be taken into public
ownership;

all road transport - passengers and freight - including lorries, buses,
trains and waterway transport to be taken into public ownership;

all the revenues generated from creating integrated energy and transport
systems must be utilised for the benefit of the British people:

restoring the income 'link' for pensioners;
an immediate investment of »13 billion into the NHS, at the same time
abolishing private health care;
an immediate investment of »5 billion to be made annually in education;
a housing programme which would build or refurbish one million homes per
year over the next five years.

These are policies which should have emerged as a call from the TUC at
its
Congress this week, with the General Council and trade unions
recognising
that the actions of the oil producers, refineries and hauliers have been
and
are directed towards maintaining or increasing the profits of producers,
refineries and distributors - not protecting the wages, conditions and
jobs
of energy and transport workers, or of consumers.

Arthur Scargill
General Secretary, Socialist Labour Party

Thursday, 14 September, 2000

> Pétrole : une crise qui va continuer
>
> La crise pétrolière actuelle ne s¹arrêtera pas avec la levée des barrages.
> Cette crise avait été prévue depuis de longues années par les Socialistes
> comme moi-même. Elle est une conséquence inéluctable de l¹économie de
marché
> et du système capitaliste. La seule solution de long terme est la
propriété
> publique et l¹introduction sans délai d¹une politique énergétique intégrée
> qui comprendrait les points suivants :
>
> 1. toutes les activités pétrolières et gazières en Mer du Nord sont mises
> sous statut public ;
>
> 2. toutes les raffineries de pétrole et les sociétés de distribution de
gaz
> sont mises sous statut public ;
>
> 3. tous les transports ferroviaires et routiers, de passager et de fret, y
> compris les poids lourds, les cars, les trains et le transport fluvial
sont
> mis sous statut public ;
>
> 4. les revenus engendrés par la création de systèmes énergétiques et de
> transport intégrés doivent être utilisés au profit de la population
> britannique :
>
> - restauration de la liaison des pensions au revenu moyen ;
> - un investissement immédiat de 13 milliards de £ dans le Service National
> de
> Santé (NHS), en même temps que l¹abolition du système de soins de santé
> privé ;
> - un investissement immédiat et annuel de 5 millions de £ dans
> l¹enseignement ;
> - un programme de logement visant à construire ou à rénover un million de
> logements par an au cours de cinq prochaines années.
>
>
> Voilà des revendications qui auraient dû émerger au congrès du TUC la
> semaine dernière. Le Conseil général et les syndicats auraient dû observer
> que les actions des producteurs pétroliers, raffineries et
> patrons-camionneurs sont orientées vers la défense et l¹augmentation des
> profits des producteurs et des distributeurs, et non vers la protection
des
> salaires, emplois et conditions de travail des travailleurs des secteurs
de
> l¹énergie et du transport ou des intérêts des consommateurs.
>
> Arthur Scargill
> Secrétaire général du
> Socialist Labour Party

===

July 1, 2000 - Albanian Daily News
http://www.albaniannews.com
AMBO Corporation to Start Fund Raising Within Days

SOFIA - The New York-registered Albanian, Macedonian and
Bulgarian
Oil Corporation (AMBO Corporation), set up to construct a trans-Balkan
oil
pipeline linking the Bulgarian Black Sea port of Bourgas with Albania's
Adriatic port of Vlora, will start raising funds as of the beginning of
July, the company's vice-president, Gligor Taskovic, has announced.
Leading oil companies such as Mobil, BP Amoco, Agip, Chevron
and
Texaco have already expressed interest in the project, said AMBO
president
Ted Ferguson, who went to Sofia at the end of May to meet government
representatives. In Ferguson's opinion the pipeline can be completed by
the
end of 2004 or in 2005.
The pipeline will be 900 kilometers long and have an annual
capacity of 35 million tons of oil. According to estimates, the facility
will cost about 1.130 billion dollars, 450 million dollars of which will
be
raised from company shares and 600 million dollars provided through bank
credits.
Talks have already been held with the European Bank for
Reconstruction and Development (EBRD), the International Financial
Corporation (IFC), the Overseas Private Investment Corporation (OPIC)
and
EXIM, company sources said.
A Regional Development Ministry export council has considered
AMBO's preliminary survey in order to become acquainted with the basic
facts. The corporation assigned its execution to four consulting
companies
- the major one of which is Brown & Root. The legal analysis was
undertaken
by CS First Boston, while the political one, by Richard Armtrige.
At the time, regional development minister Evgeni Chachev said
that
first a choice must be made between this project and the alternative one
of
a pipeline linking Bourgas with the Greek port of Alexandropoulis. In
Minister Chachev's opinion both projects are important and it is up to
the
investors to decide which will start first.
Recently, the Bourgas-Alexandropoulis project seems to have
been
slightly forgotten. In 1998, Greece received more than two million euros
from the European Union for feasibility studies. Still, only the first
stage of the studies has been carried out while the second phase is
currently under preparation. At the same time, the USA has promised
support
to Baku-Ceyhan as an alternative to the route passing through Russia.
The truth is that the Caspian Oil Pipeline Consortium has not
made
the final choice as to which of the possible routes it would use to
transport oil to the European markets.
The agreement for Baku-Ceyhan is more of a political act and
oil
companies feel nervous about it, being unaccustomed to such strong
pressure, experts commented. Analyses show that this pipeline will cost
about three billion dollars and would render oil supplies more
expensive.
It is convenient for carrying the oil extracted in the Southern Caspian
(especially Azerbaijan) but would prove to be unprofitable for oil
carried
from Kazakhstan. The overall oil deposits in the Caspian Sea are
estimated
at 200 billion barrels.
The construction of an oil pipeline from the Kazakh oil deposit
at
Tengiz to the Russian port of
Novorosiisk must be completed in 2002. Recently, Russian president
Vladimir Putin and his Kazakh
counterpart, Nursultan Nazarbayev, agreed on transporting Caspian oil
through Russia to Novorosiisk.
AMBO's biggest advantage is that 300,000-ton super tankers can enter
Vlora
port, which would make
transport cheaper. The decision as to where the oil would be directed
to
after that is up to the oil companies. Moreover, Vlora is on the way for
tankers going to the oil ports of Trieste and Rijeka, while
Alexandropoulis
is somewhat out of the way.
Another of the AMBO project's advantages is the support it
receives
from the US administration, which has granted funds for the feasibility
studies. If the big oil companies confirm their interest in the project
this would be another big plus.
The idea is for AMBO to become a holding structure with the
participation of several big oil companies operating in the region of
the
Caspian Sea. The holding will register companies in the three countries
under local laws.

>>-----Original Message-----
>>Date: Wednesday, July 05, 2000 4:19 AM
>>Subject: [sn-vesti 8202] Macedonia being destabilised
>>
>>
>>EXTRACT
>>
>>NOTE: The Digest is available on-line at
>><http://www.europeanfoundation.org/intelligencedigest.html>www.europeanfou
n
>d
>>ation.org/intelligencedigest.html
>>
>>Issue No. 97 16th - 29th June 2000
>>
>>Greek politician says KLA trying to destabilise Macedonia
>>
>>As killings, bombings and the abduction of children for prostitution
>>continue daily under the nose of Nato "peacekeepers" in Kosovo (for
>>daily reports, see <http://www.kforonline.com>www.kforonline.com), a
>>Greek member of the European Parliament, Yiannis Souladakis, has told
>>reporters that groups linked to the Kosovo Liberation Army are
>>involved in attempts to infiltrate and destabilize the Former
>>Yugoslav Republic of Macedonia (FYROM). Souladakis said the
>>infiltrators were "involved in drug-trafficking, illegal arms and
>>women trade, while lately...attempting to acquire a political
>>character."
>>
>>Moreover, the Greek newspaper Kathimerini reported last week that the
>>40-mile border between the former Yugoslav Republic of Macedonia and
>>Kosovo is riddled by smugglers who are tied to armed gangs fomenting
>>rebellion among Macedonia's ethnic Albanians. The newspaper said
>>ethnic Albanians from both sides crisscross the border with large
>>quantities of cigarettes, alcohol, guns and women whom they force
>>into prostitution.
>>
>>Macedonian newspapers have also highlighted an alleged connection
>>between organized smuggling rings and the political leadership of the
>>ethnic Albanians of western Macedonia, centred in the city of Tetovo.
>>The repeated attacks on police targets in ethnic Albanian regions,
>>culminating in the shooting of two border guards at Blace earlier
>>this month, are attributed to the activities of Albanians who, beyond
>>smuggling, are forming the nucleus of an armed movement in Macedonia.
>>The reports say armed groups are forming under the leadership of
>>extremists from the KLA. No proof has been provided, according to the
>>press reports, but the rumours are fuelled by reports by the
>>Macedonian secret service and statements by government officials who
>>say such groups exist and are tied to the military-political
>>leadership of Kosovo.
>>
>>Meanwhile, the Greek government has joined the US in denying a New
>>York Times report that said Greece was involved in efforts to
>>negotiate the resignation of Yugoslav President Slobodan Milosevic
>>coupled to guarantees for his personal safety and that of his family.
>>A Greek government spokesman said a recent trip by former foreign
>>minister Karolos Papoulias to Belgrade was not related to the alleged
>>scenario outlined in the Times report. [CNS News, 21st June 2000]
>>
>>
>>
>>Greek border guard killed by Albanians
>>
>>A Greek border guard has been shot dead in an encounter with Albanian
>>drug dealers on the Greek-Albanian border. According to reports,
>>Ioannis Pamboukidis, 30, was killed when the Albanians used their
>>Kalashnikovs to open fire on the customs officers who were patrolling
>>a remote rural area. [La Repubblica, 28th June 2000]
>>
>>
>>
>>Balkan pipeline project to start raising funds next month
>>
>>The Albanian, Macedonian and Bulgarian Oil Corporation LLC (AMBO) of
>>Pound Ridge, New York, has announced that it will start raising funds
>>in early July for a $1.13bn pipeline to ship crude oil from the Black
>>and Caspian seas to the West. The underground pipeline, 913
>>kilometres long, is designed to carry 750,000 barrels a day, or 35m
>>metric tons per year, which will represent 40 percent of the crude
>>oil from newly-developed oilfields to enter the Black Sea in the next
>>five years, or 30 percent of the new oil over the next 10 years. It
>>will pass from Burgas, on the Black Sea coast, to Vlora on the
>>Adriatic coast of Albania, and will ship Russian, Azerbaijani, Kazakh
>>and Turkmenian oil from around the Black Sea to the markets of
>>Western Europe and North America. It will also bypass Turkey's
>>heavily travelled Bosphorus Straits. Big tankers with 300,000 tonnes
>>of crude can anchor at the port of Vlora, which makes the transit
>>journey to the United States economic, while the biggest tankers
>>passing the Bosphorus could carry 150,000 tonnes, AMBO officials
>>said. A holding structure with three separate companies in Bulgaria,
>>Macedonia and Albania will build the pipeline. The company's
>>executive vice-president has added that companies including Texaco,
>>Chevron, Exxon Mobil, BP Amoco, Agip, Total, Elf, Fina, were
>>interested in the pipeline that will become operational in 2005. The
>>trans-Balkan pipeline is also part of the Transport Corridor 8 plan.
>>Corridor 8 will include a highway, railway, oil pipeline and
>>fibre-optic telecommunications line as well as AMBO's oil pipeline.
>>[Albanian Daily News, June 16, 2000]
>>

http://www.albaniannews.com
Albanian Daily News
Friday August 18, 2000



Trans-Balkan Oil Line Appears Feasible


The Albanian-Macedonian-Bulgarian Oil Pipeline Corp.
(AMBO), Pound Ridge, NY, and the governments of
Bulgaria, Macedonia and Albania said last week that a
US-sponsored feasibility study of the proposed
Trans-Balkan Oil Pipeline project has been completed
and delivered to the contracting parties.

The report provides a “commercially compelling
proposition” to the major oil companies who are
developing their oil fields in the Caspian Sea who
have chosen the Black Sea export route to the
Mediterranean Sea, said Gligor Tashkovich, executive
vice-president of AMBO.

The large, recently-developed oil fields “confirm the
requirement for multiple export routes out of the
Caspian region,” said Tashkovich. “We believe that the
Trans-Balkan Oil Pipeline will be one of the more
significant routes to be developed.”

The $1 million study updated and enlarged the
project’s original feasibility study of 1996.

AMBO is developing a $1.1 billion pipeline, which will
carry crude from the Bulgarian Black Sea port of
Burgas to the Albanian Adriatic Sea port of Vlora.

The pipeline has a projected throughput of 750,000 b/d
of oil. (Oil and Gas Journal)

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Da "Il Manifesto" del 27-04-2000

Stelle e strisce sul Caspio

Per il controllo delle risorse energetiche del Caucaso e dell'Asia
centrale sono scese in
campo le grandi potenze. Gli Stati uniti faranno di tutto per vincere
la
partita
SERGIO FINARDI

Alla fine del marzo 2000, davanti alla platea del Council of Foreign
Relations (Cfr),
organismo che dentro un marasma di affiliazioni di diversa origine vede
rappresentato nei
suoi pi ristretti cerchi il cuore degli interessi imperiali degli Stati
Uniti e dei suoi "valori"
(in dollari ovviamente), il ministro Usa dell'Energia, Bill Richardson,
ha riaffermato un
giudizio gi pi volte espresso dalla leadership statunitense. L'Asia
centrale e la regione
caspico-caucasica sono di importanza strategica per gli Stati uniti, in
particolare per
l'approvigionamento energetico loro e dei loro alleati. Gli Stati
uniti,
ha detto Richardson,
dovranno fare di tutto per assicurare che la regione avanzi verso
scelte
che siano adatte
a promuovere quella libert che "e' mancata per cos tanti anni". Un
obiettivo cos
importante per l'America da meritare l'opera incessante di due esperti,
i
consiglieri molto
speciali del presidente per le questioni caspico-energetiche, Richard
Morningstar e
John Wolf - infaticabili tessitori di accordi tra i paesi dell'area e
di
connessioni tra questi
ultimi e il pi ampio corso delle strategie Usa.
Un pi ampio corso che ben definito in un articolo di qualche tempo fa
("La politica
statunitense verso l'Asia centrale e il Caucaso meridionale") del
generale William E.
Odom, oggi al centro di studi sulla "sicurezza nazionale" dello Hudson
Institute di
Washington ed ex-direttore della National Security Agency: "In altre
parole, la
scomparsa della minaccia sovietica non ha reso obsoleto il sistema di
sicurezza guidato
dagli Stati uniti e creato per contenerla.
Al contrario rimane straordinariamente importante per altri obiettivi
che
non sono sempre
chiaramente valutati. L'idea diffusa che la fine della Guerra fredda
abbia rimosso il
bisogno di una leadership degli Stati uniti nelle tre aree strategiche
[Europa,
Giappone/Corea, Golfo Persico, ndr.] pericolosamente sbagliata. In
certa
misura anzi
essa divenuta anche pi importante proprio per il collasso dell'Unione
sovietica.
Questo certamente vero nel Transcaucaso e nell'Asia Centrale".

Tanto vero che Adrian W. Burke, della Logistica del Corpo dei Marines -
collezionista di
incarichi operativi nei maggiori teatri di impegno Usa - ancora pi
preciso e chiaro nel
sommario conclusivo di un puntuale saggio ("Una strategia regionale
statunitense per il
Bacino caspico"), scritto per l'ultimo numero del 1999 della Strategic
Review, dello U.S.
Strategic Institute di Boston.
"Il presidente - scrive Burke - ha specificato gli indirizzi della
politica nazionale per la
regione del Caspio nel documento 'National Security Strategy' [del 30
ottobre 1998,
ribaditi nei due pi recenti documenti, ndr].L'insieme dei campi
energetici della regione
Asia centrale-Medio oriente contiene la pi grande concentrazione
mondiale
di riserve
di idrocarburi e merita l'attenzione statunitense. Assicurare alle
compagnie statunitensi la
leadership nello sviluppo delle risorse della regione e azzerare
l'influenza russa ed
iraniana sull'esplorazione e sviluppo dei campi energetici, nonch sulle
direttrici delle
pipelines per l'esportazione costituisce la base di quella politica. Al
fine di mantenere la
sua influenza nel bacino del Caspio, gli Stati uniti devono coinvolgere
i
capi di stato
regionali, cooperare con i settori economici americani interessati,
promuovere la
cooperazione militare e rispondere alle sfide complesse poste dai
problemi dell' accesso
e della sicurezza energetica."
Sebbene il termine "azzerare" non compaia ovviamente nel documento
clintoniano
dell'ottobre 1998, Burke ha certamente buone ragioni nell'usarlo per
sintetizzare il senso
delle indicazioni presidenziali e per farne la base delle sette
"raccomandazioni" che
rivolge ai responsabili della politica Usa nell'area, ivi compresi i
comandi militari che
hanno in carico la supervisione della regione e la cooperazione con gli
apparati della
difesa dei paesi ex Urss.
Sintetizzate, le sette raccomandazioni recitano: 1) rapida definizione
della questione
relativa allo stato "legale" del Caspio; 2) pieno supporto alla
realizzazione della condotta
Baku (Azerbaigian)-Ceyan (Turchia sud-orientale) e di una condotta
transcaspica dal
grande campo petrolifero kazako di Tengiz (Caspio nordorientale) verso
occidente,
cosa che avrebbe il pregio secondo Burke di mettere fuori gioco le
possibili vie
controllate da Iran e Russia; 3) "limitare la penetrazione economica
russa nella regione",
ma "permettere" alla Russia una "limitata" esplorazione petrolifera del
Caspio
settentrionale [bont sua, dato che sarebbe anche territorio russo o se
si
vuole
dagestano, ceceno e calmucco], l'esportazione del petrolio kazako e la
cooperazione sul
tema dell'assetto legale del Caspio; 4) gli Stati Uniti "dovrebbero
incoraggiare la Turchia
a diventare un leader regionale (...). la Turchia il migliore alleato
degli Stati uniti e una
punta della difesa statunitense contro Russia ed Iran; 5) "l'influenza
iraniana e le sue
potenzialit devono essere tenute sotto controllo [...ma] continuare a
tenere isolato l'Iran
potrebbe essere controproducente; 6) gli Stati uniti devono tollerare
la
presenza cinese
nella regione, presenza che sembra legata pi a preoccupazioni difensive
che a ritorni
economici; al tempo stesso, date le riserve petrolifere cinesi gi
provate, le compagnie
statunitensi hanno buone opportunit di assistere la Cina nel loro
sfruttamento e
contribuire a rinsaldare i legami tra i due paesi; 7) il Pakistan
dovrebbe essere "coltivato"
come strumento di contenimento dell'influenza regionale iraniana: "il
Pakistan la scelta
migliore come concorrente dell'Iran"; "Il Pakistan pu offrire una via
indiscutibilmente pi
diretta per il petrolio dal Caspio all'Oceano Indiano" che evita fra
l'altro "uno dei pi
sensibili punti di passaggio marittimo del mondo, lo Stretto di
Hormuz".
Infine il territorio
del Pakistan " gi un possibile punto di passaggio per l'esportazione
del
gas kazako e
soprattutto uzbeko".
Le sette raccomandazioni strategiche di Burke si coniugano poi con
alcune
altre pi
squisitamente militari. In primo luogo, Burke nota che i paesi della
regione sono stati
raggruppati incongruamente e in modo differente dai vari ministeri
statunitensi interessati
(Dipartimento di stato, Difesa, Commercio, Energia), cos da creare
approcci e strategie
di contatto differenti. Ad esempio il Dipartimento di stato continua ad
avere un gruppo
unico (regione russa) per tutti i paesi dell'ex-Urss, mentre la Difesa
-
tra il 1998 e il 1999
- ha inserito Azerbaigian, Georgia, Armenia, Ucraina e Bielorussia
nell'area di
responsabilit Eucom (Comando europeo) e Turkmenistan, Kazakistan,
Uzbekistan,
Tagikistan e Kirghizistan nell'area di responsabilit del Centcom
(Comando
centrale) -
con gli ultimi due paesi immessi perch potenziali vie di transito per
le
condotte verso
Pakistan, India e Cina.
Una unificazione degli approcci, ma soprattuto una divisione dei paesi
della regione
secondo reali affinit (soprattutto di carattere culturale e
linguistico)
e secondo le scelte
di campo espresse (sostanzialmente filo-americane o meno), per Burke
la
soluzione
che pu permettere di coordinare meglio la divisione del lavoro
"militare"
nella regione.
L'enfasi sulle caratteristiche "linguistico-culturali" contiene in s gi
tutto un programma,
si tratti dell'area centro-asiatica o di quella balcanica.
In secondo luogo, Burke sostiene che gli Stati Uniti dovrebbero
assumere
come centro
focale della loro strategia militare nella regione un maggior
coinvolgimento nel
Centrasbat (Central Asian Combined Peacekeeping Battalion), considerato
il successo
delle manovre congiunte del 1997 con lo stesso Centrasbat (formato con
contingenti
russi, kazaki, uzbeki e kirghisi).
In terzo luogo, gli Stati Uniti dovrebbero incoraggiare la Russia ad
assumere pi
responsabilit nel Centrasbat, ma non al punto di permetterle di
stabilire
legami con i
leader militari della regione che passino sopra gli Stati Uniti (Burke
vuol forse dire che -
nonostante il proliferare di"consiglieri" come Brzezinski - i "leader
militari della regione"
non sono proprio tutti culo e camicia con i ragazzi della Cia e del
Pentagono e qualcuno
potrebbe aver conservato qualche agendina con i nomi dei vecchi
commilitoni
dell'Armata rossa e del ministero degli Interni sovietico, insieme ai
quali molti di loro si
sono formati e hanno fatto carriera).
Infine, dovrebbe essere promosso un nuovo battaglione simile al
Centrasbat, ma
focalizzato sul Caucaso (Caucbat), "con la leadership della Turchia e
l'inclusione di
Georgia, Armenia e Azerbaigian" e dovrebbero essere incoraggiate
"esercitazioni
combinate turco-americane, con partecipazioni bilaterali o
multilaterali
degli altri paesi
della regione", cosa che aumenterebbe l'interoperabilit e una maggior
"stabilit e
cooperazione" nella regione.
Sulla stessa rivista, un paio di numeri prima e all'indomani del
bombardamento Nato sulla
Yugoslavia, nel saggio "Il ruolo strategico dell'Europa nel Caucaso e
nel
Mar Nero", il
comandante britannico Michael C. Evans (Royal Navy) scriveva: "Caucaso
e
Mar Nero
diventano determinanti principali nell'equazione strategica petrolifera
perch essi hanno
in mano la chiave della distribuzione di petrolio e gas fuori dal
bacino
del Caspio e verso
l'Europa. [...Comunque] anche senza il petrolio, la regione del Caucaso
e
Mar Nero
potenzialmente di enorme importanza.
E' la cerniera tra Est ed Ovest, tra Asia centrale ed Europa, e fa da
divisorio tra l'influenza
della Russia a nord e la potenza regionale emergente della Turchia e
dell'Iran a sud.
Mentre essa in qualche modo geograficamente lontana dal centro
dell'Europa, allo
stesso tempo troppo vicina al centro di gravit degli interessi europei
per essere
ignorata.Allo stesso tempo che i confini dell'Europa si espandono, con
l'Unione Europea
dal punto di vista economico e politico, con la Nato dal punto di vista
militare,
ugualmente si espande l'area che costituisce il suo pi immediato
esterno".
Questo "immediato esterno" sfortunatamente giudicato tale anche dalla
Russia, dalla
Cina e dall'Iran. Dal 1992, ad esempio, una parte consistente degli
strateghi della
sicurezza nazionale russi si sono progressivamente orientati verso una
politica
"post-imperiale", secondo la definizione del suo primo teorico, Sergie
Karaganov (gi
membro del Consiglio presidenziale di Yeltsin), in base alla quale
"l'obiettivo della Russia
deve essere un parziale reintegro dell'ex-Urss dentro un quadro pi o
meno
confederale".
Cos, in questi anni, i paesi della regione sono stati sollecitati a
sottoscrivere, o hanno
loro stesso promosso, i pi diversi e contrastanti accordi, sia di
carattere
politico-militare che di carattere economico. Se negli anni passati si
pu
dire che gli
Stati Uniti abbiano raccolto i frutti di una forte pressione esercitata
su tali paesi, pi
recentemente vi sono stati segni che Russia, Cina ed Iran hanno
riguadagnato posizioni
nell'area. Chi gioca e chi giocato non molto facile, in realt, dirlo,
nonostante la gran
cassa che ogni potenza suona dopo ogni accordo.
Non si pu tuttavia prescindere, come vedremo, dai pesi relativi dei
vari
paesi coinvolti
nella vicenda e dal fatto che per forgiare nuove bilance di potenza
nella
regione sono le
vecchie strategie ad essere ancora le pi utili per le grandi potenze.
Scrive Ying-shih Yu in Commercio ed espansione nella Cina degli Han che
fu Ch'ao
Ts'o nel II sec. a.c. a creare per primo la strategia (accolta
dall'imperatore Wen) d'usare i
"barbari per attaccare i barbari". L'obiettivo? Proprio i "barbari
degli
stati occidentali",
come gli Han chiamavano i popoli delle regioni della Cina occidentale e
dell'Asia
Centrale non ancora entrati nella sfera della "pax sinensis".


--------- COORDINAMENTO ROMANO PER LA JUGOSLAVIA -----------
RIMSKI SAVEZ ZA JUGOSLAVIJU
e-mail: crj@... - URL: http://marx2001.org/crj
http://www.egroups.com/group/crj-mailinglist/
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