Ancora su Il Piccolo e il razzismo geografico

1) L’essenza “balcanica” e lo “strano ordine” (cronachediordinariorazzismo.org)

2) La risposta del Direttore del Piccolo alla lettera di Giorgio Ellero, e la replica

Si vedano le lettere inviate a Il Piccolo da G. Ellero e C. Cernigoi per l'articolo di cronaca nera che alludeva a una presunta innata "ferocia balcanica":


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6/9/2012

L’essenza “balcanica” e lo “strano ordine”

Nella notte del 19 agosto, a Lignano Sabbiadoro, due coniugi, Rosetta Sostero, 65 anni e Paolo Burgato, 69, sono stati uccisi nella loro villa. Che si sia trattato di un delitto orribile, le cronache locali e nazionali non lasciano alcun dubbio. Quello che però non convince è l’accanimento che emerge in alcuni articoli nel voler rintracciare a tutti i costi una “pista etnica”, prima ancora che vi sia una qualche indicazione sicura da parte degli inquirenti. Così in diversi casi, ci si concentra sulle cosiddette “bande di stranieri”. Dopo aver consultato diverse testate on line, ci siamo resi conto che la “vulgata” della pista straniera e per giunta, diremmo, anche sessista (poi vedremo perché) è presente in diversi articoli. Vediamo come.

Un “illuminante” articolo de Il Piccolo (Lignano, un supertestimone ha visto gli assassini, del 22/8/20012), comincia, dopo alcuni giorni confusionari di ipotesi e smentite, ad elaborare una propria tesi: “Da un lato, infatti, ci sono quei tagli alla gola (chiamati sorriso di Allah), tipiche delle esecuzioni che avvengono nel mondo islamico. Dall’altro un modus operandi in generale che fa pensare a formazioni criminali di estrazione balcanica o dell’Est Europa” (stesse parole riprese anche da “Il Messaggero Veneto”, nello stesso giorno). Il Piccolo ritorna sull’argomento il 25/8/2012 (Lignano, anche una donna nella banda omicida. Secondo gli inquirenti l’ordine lasciato nella villetta dei Burgato farebbe pensare a una presenza femminile all’interno del commando), dove all’ipotesi “etnica” si aggiunge quella “sessista” (vedi il titolo!): “Le persone che stanno dando a quest’indagine un respiro molto ampio che, naturalmente, guarda anche Oltreconfine visto che al momento una delle ipotesi più accreditate è che il massacro porti la firma di una certa criminalità balcanica”. E ancora (Lignano, prelievi di saliva per arrivare ai killer, del 26/8/2012): “Si sonda nel giro delle bande di ladri e di rapinatori che, provenienti da Paesi dell’Europa dell’Est, fanno base nella regione veneta, da dove poi si spostano per compiere reati in zone limitrofe e tornare in regione. Una delle ipotesi, la matrice balcanica, tenuta già in considerazione, valutando le modalità e l’estrema violenza del duplice fatto di sangue, facendo pensare alla totale mancanza di scrupoli e del benché minimo rispetto per la vita umana”.

La stessa tesi è ripresa dal quotidiano.net in due articoli: uno pubblicato il 26/8/2012 (Coniugi uccisi a Lignano, tracce di due estranei nel garage della villetta), dove si precisa che “due testimoni avrebbero visto un furgone con targa di un paese dell’Est parcheggiato davanti alla villetta con accanto un uomo alto, tatuato, a torso nudo, con indosso pantaloni militari e con accento dell’Est”; e l’altro pubblicato il 27/8/2012 (Delitto di Lignano, coniugi torturati: ad agire furono un uomo e una donna): “Sono stati infatti isolati due diversi tipi di dna: uno maschile e uno femminile. Si rafforza, intanto, l’ipotesi che i materiali esecutori possano essere di origine balcanica. Con i risultati del Dna, prende dunque forza l’ipotesi della presenza anche di una donna nella villetta. Elemento che gli investigatori ricavano dall’aver trovato uno ‘strano’ ordine nelle stanze”.

Anche il quotidiano “La Repubblica”, nell’articolo del 28/8/2012, non è da meno (Lignano, una donna tra gli aguzzini della coppia): “La borsa della signora Rosetta era chiusa ma forse, anche in questo caso, qualcuno ci ha rovistato dentro e poi si è preoccupato di richiuderla o l’ha richiusa nel gesto automatico che spesso capita alle donne (…) Qualcuno ha visto un uomo robusto, coi capelli rasati, che si lavava le mani in strada, mentre vengono smentiti altri elementi come i tatuaggi, la tuta mimetica, gli anfibi, la parlata slava (…)” E tuttavia l’articolo prosegue “Una tortura imposta dai malviventi – forse già in fuga verso i vicini Balcani – per scoprire il nascondiglio del tesoro di famiglia”.

Anche “Il Secolo XIX”, il 2/9/2012 commenta la notizia (Giallo di Lignano, indagini su un circo), raccontando di una nuova “pista”, ovvero quella dei circensi passati in città per uno spettacolo in programma nella data del delitto: “Secondo gli investigatori gli assassini potrebbero essere di origine balcanica, e tra i lavoratori del circo non mancano quelli di origine slava. «Un semplice controllo, e tutti i prelievi sono stati spontanei», sottolineano gli investigatori. «I carabinieri in borghese – riprende il suo racconto Attilio Bellucci – si sono messi tutti attorno alle roulotte, mentre quelli in divisa ci hanno chiesto di uscire e di riunirci. Hanno prelevato a tutti, tranne i bambini, le impronte e il Dna: sono stati gentili e abbiamo collaborato. Poi hanno controllato ogni roulotte, senza portare via nulla. Non avevano sospetti su qualcuno in particolare, ci hanno solo chiesto se avevamo un furgone di un certo modello e colore, e noi non l’abbiamo».

Potremmo proseguire riportando altri esempi, ma ci sembra che questi possano bastare per invitare, ancora una volta, la stampa a prestare una maggiore attenzione. Ci sembra infatti che gli articoli sopra citati sconfinino pericolosamente nella stigmatizzazione delle persone che appartengono o provengono a/da una intera area geografica, alle quali viene attribuita una propensione alla devianza, a prescindere. Come d’altronde, sembra assurda l’associazione tra il coinvolgimento di una donna nell’omicidio e “l’ordine” che avrebbe contraddistinto il luogo del delitto.


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Inizio messaggio inoltrato:

Dice il Direttore - Re: Il Piccolo e il razzismo geografico
 Inviato da: Giorgio Ellero
 Mar 4 Set 2012 7:01 pm
 
 
 La risposta del direttore de Il Piccolo e la mia replica. 
 La sua disponibilità a pubblicare la mia prima lettera, cui non si dà seguito per mere cause tecniche, mi autorizza implicitamente a pubblicare la sua risposta. 
 
 G.E.
 
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Se queste sono le Vostre motivazioni, che mi sforzo di reputare veritiere e sincere, avete usato degli INDIZI trapelati dagli inquirenti per criminalizzare un'intera regione europea, e  questo va ben oltre il limitatarsi "a raccontare ai nostri lettori tale percorso di indagine". 
Ritengo questa Sua quindi, una ammissione di colpa o dolo, e come tale la accetto e archivio. 
Stento a crederci, però, visto che gli scritti razzisti da me segnalati compaiono nel giornale domenica 26 agosto, dove si annuncia l'AVVIO della raccolta su vasta scala di campioni di DNA presso i giostrai del circo, gli operai della ditta di famiglia in fallimento e nella cerchia di amici-conoscenti delle vittime, per poi confrontarli con ciò che avevate in mano Voi e gli inquirenti domenica scorsa: un capello, una cicca e poco altro, come pure riportato nel giornale di oggi, a 10 gg di distanza. Il che, a meno di essere preveggenti, è molto poco per imputare il tutto ad una fantomatica banda migrante dal Veneto di gentaglia balcanica dalla ferocia inumana, per poi usarlo per criminalizzare una complessa Regione europea vasta, Romania esclusa, due volte l'Italia (A proposito di crudeltà etno-geografica, di cinismo, di scrupoli e di rispetto per la vita umana: si tratta della stessa Italia che bombarda OGGI gli Afghani con gli AMX come ieri i Balcani con i Tornado, ma questo è un altro discorso, scomodo e che non fa vendere e quindi non va scritto su Il Piccolo, vero?). 
Noto inoltre che sul giornale di ieri 3 settembre la "pista balcanica" scompare, e il tenore del pezzo è asciutto e corretto, come pure nell'articolo odierno firmato di nuovo da Laura Borsani: avete cambiato idea Voi oppure gli inquirenti? 
 
 Dist. saluti
 Giorgio Ellero 
 
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 On 4 Sep 2012 at 12:37, Segreteria wrote:
 
Buon giorno signor Ellero. Non avrei alcuna obiezione concettuale a pubblicare la sua lettera, che per tanti versi contiene critiche molto stimolanti. Ma la lunghezza del testo rappresenta un ostacolo oggettivo, poichérichiederebbe all'incirca una intera pagina. 
Detta la premessa, non desidero però sfuggire al nocciolo della sua contestazione e dunque le propongo una succinta replica. I giornali di frequente - in rapporto a vicende di cronaca nera di particolare delicatezza - possonomettere solo in parte per iscritto il complesso dei materiali di cui dispongono. Se altrimenti agissero, va da sè che potrebbero nuocere al processo delle indagini. In questo senso, quando negli articoli da lei stigmatizzati indichiamo che la pista principale degli investigatori ha a che fare con una banda di criminali di origini balcaniche, non formuliamo alcun astratto giudizio o pre-giudizio di carattere razzistico geografico. In buona sostanza, in base ai risultati delle analisi sul Dna dei reperti rinvenuti sul luogo del delitto a Lignano, gli inquirenti ritengono vi sia un ambito da privilegiare. E noi ci siamo limitati a raccontare ai nostri lettori tale percorso di indagine.
 
 Un saluto cordiale
 
 Paolo Possamai
 
 
 Paolo Possamai 
 Direttore

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