Jugoinfo


LINGUA BIFORCUTA


Sul sito Osservatorio Balcani Caucaso, finanziato dalla Commissione Europea, Rodolfo Toè ci spiega che agli << studenti bosgnacchi (bosniaco musulmani) della Republika Srpska (RS) >> sarebbe negato il "diritto" di riferirsi alla propria lingua come "lingua bosniaca" anziché, per l'appunto, "bosgnacca". << Parlare di "lingua bosgnacca" ... significa in un certo senso negare l'esistenza di un territorio culturale e linguistico comune a tutta la Bosnia Erzegovina per limitarlo a un solo gruppo etnico, quello appunto bosgnacco e musulmano. >> 

Rodolfo Toè vuole dare a intendere che quel "territorio culturale e linguistico comune" termina ai confini della Bosnia.
E come chiamare allora la lingua parlata dai bosgnacchi del Sangiaccato? O del Kosovo?
Noi la chiamiamo SERBOCROATO. Desolé, direbbero i francesi.

Fatto sta che, con questa paradossale motivazione sul nome della lingua, viene giustificata la politica di apartheid etnico a scuola ("boicottaggio"), promossa dalle famiglie dei bosgnacchi più oltranzisti con il sostegno dalla Comunità islamica di Nova Kasaba e sulla base di un memorandum sull'educazione stipulato a maggio tra Bosnia Erzegovina e... Turchia (sic!). Questa auto-segregazione scolastica in senso confessionale, che è finanziata dal ministero dell'Istruzione della Federacija e dal Fondo della diaspora bosgnacca in Australia "Bošnjaci", assomiglia drammaticamente a quella promossa negli anni Novanta dai nazionalisti pan-albanesi di Ibrahim Rugova in Kosovo, che tante tragedie causò per la pacifica convivenza su quel territorio.

Il demenziale articolo di Rodolfo Toè è leggibile qui:

(a cura di Italo Slavo)


(english / italiano)

La UE promuove fascismo anche in Moldavia

1) In Moldavia incombe la minaccia del fascismo
2) IAC: Stop repression against antifascist leaders in Moldova! Sign the petition!


Vedi anche:

I comunisti moldavi contro gli accordi con l'Unione Europea (11 dicembre 2013)
Dichiarazione del Partito dei Comunisti della Repubblica di Moldova: “Vogliono trasformare la Moldavia in un cane che abbai contro la Russia, legato alla catena europea”
http://www.marx21.it/internazionale/area-ex-urss/23381-i-comunisti-moldavi-contro-gli-accordi-con-lunione-europea.html 


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In Moldavia incombe la minaccia del fascismo

15 Settembre 2015

da kprf.ru

Traduzione dal russo di Mauro Gemma

L'organizzazione sovranazionale che riunisce i principali partiti comunisti dell'ex Unione Sovietica interviene contro la brutale ondata repressiva che ha investito la Repubblica di Moldova, con la violenta reazione poliziesca nei confronti delle recenti manifestazioni contro la politica economica attuata dall'attuale governo del paese (che, ricordiamo, è legato da un trattato capestro di associazione con l'Unione Europea, simile a quello sottoscritto dal regime nazional-fascista dell'Ucraina) e l'arresto di esponenti dell'opposizione, tra cui il leader di “Blocco Rosso” Grigory Petrenko, membro onorario dell'Assemblea Parlamentare del Consiglio di Europa (solidnet). Secondo i partiti comunisti dell'ex URSS sulla Moldavia incombe ora la minaccia di un'aperta dittatura di stampo fascista che, sull'esempio della vicina Ucraina, liquidi la presenza legale di un'opposizione politica e sociale nel paese.

Per parte nostra, esprimiamo l'augurio che quanto sta avvenendo in Moldavia scuota le coscienze dell'opinione pubblica del nostro paese e delle forze democratiche che la rappresentano, che (a parte qualche sporadica eccezione) su alcune derive di carattere fascista presenti in Europa (oltre alla Moldavia, in Ucraina e nei paesi baltici) continuano a conservare un rigoroso e inspiegabile silenzio. (MG)

Dichiarazione dell'Unione dei Partiti Comunisti-PCUS

Il Segretariato del Consiglio Centrale dell'Unione dei Partiti Comunisti-PCUS (UPC-PCUS) denuncia il comportamento del regime oligarchico instaurato nella Repubblica di Moldova che ha costretto il popolo moldavo a interrompere e invertire il cammino del proprio sviluppo storico. I tentativi di ripristinare il capitalismo agonizzante nella Repubblica si sono tradotti nella distruzione delle sue forze produttive, nel degrado sociale e morale della società, nell'impoverimento di massa dei lavoratori, nel dilagare di disuguaglianza e ingiustizia sociale.

Le masse popolari della Moldavia non possono certo approvare la politica controrivoluzionaria delle autorità della Repubblica. Dall'inizio di settembre, nella Repubblica si sono svolte molte affollate proteste pacifiche contro gli attacchi antipopolari del governo oligarchico. In un'operazione diretta a interrompere la protesta di massa dei lavoratori, le autorità moldave hanno fatto ricorso alla repressione contro i leader politici e gli attivisti dell'opposizione. La repressione della protesta popolare sta spingendo il governo moldavo a reazioni estreme: all'instaurazione di un regime fascista, di un'aperta dittatura terrorista.

A nome dei 17 partiti comunisti che operano sul territorio dell'Unione Sovietica distrutta in modo criminale, il Segretariato del Consiglio Centrale dell'UPC-PCUS dichiara: le azioni del regime antipopolare in Moldavia, orientato alla dittatura fascista e indirizzato alla soppressione della protesta popolare, non potranno salvarlo dal crollo imminente. Le aspirazioni controrivoluzionarie dell'oligarchia compradora all'intensificazione dello sfruttamento e dell'oppressione delle masse lavoratrici si scontrano con le leggi oggettive dello sviluppo sociale, generano conseguenze distruttive e, in ultima analisi, sono destinate al completo fallimento.

Il Segretariato del Consiglio Centrale dell'UPC-PCUS


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Da: International Action Center <internationalactioncenter.nyc @ organizerweb.org>
Oggetto: Stop repression against antifascist leaders in Moldova! Sign the petition!
Data: 18 settembre 2015 01:36:50 CEST
A: jugocoord @ tiscali.it

Sign the petition:

Tell Moldovan officials,
President Obama and European Union:

Free Grigory Petrenko 
& Anti-Oligarchy Protesters

https://goo.gl/tNrBg1

 Emergency picket and press conference 
NEW YORK CITY

Monday, Sept. 21
5pm to 6pm

Moldovan Mission to the UN
35 East 29th Street, New York, NY 10016
Called by Solidarity with Ukraine Antifascists Committee
Facebook event page:
facebook.com/events/1624868801102896/

On Sept. 6, police in Chisinau, Moldova, brutally attacked a protest against oligarchy and austerity. Several hundred people had marched to the Prosecutor General's Office (similar to the Department of Justice) demanding the resignation of the country's attorney general over growing repression of the popular movement, and calling for the arrest of oligarch and political kingmaker Vlad Plahotniuc. Dozens were injured in the ensuing police riot.

Seven protest leaders were arrested, and some were beaten in custody. At first officials said they would be held for 72 hours. But a judge extended their imprisonment to 30 days. This decision was upheld by the appeals court on Sept. 14-15.


Who are the political prisoners? Grigory Petrenko, initiator of the march, leads the socialist and antifascist Red Bloc party. He is a former parliamentary deputy well known throughout Moldova. His fellow detainees, known as the "Petrenko Group," include Pavel Grigorchuk and Mikhail Amerberg, antifascist youth leaders who spent several months in jail in late 2014 - early 2015 on frame-up charges. Alexander Roshko, Oleg Buzni, Voya Jurat and Andrew Druz are all Red Bloc organizers.

Petrenko's party has been building a movement of workers, farmers and pensioners against austerity measures imposed by the ruling Alliance for European Integration. This summer, protests initiated by Red Bloc against planned hikes in utility rates and fuel prices succeeded in stopping some of these attacks. Red Bloc has made headway with its program of solidarity among all nationalities and language groups and upholds Moldova's proud antifascist traditions. That's why Grigory Petrenko and his comrades were targeted for arrest.

On Sept. 15, Petrenko's spouse, Lilia Petrenko, was harassed by dozens of police carrying machine guns, who planted "evidence" in her vehicle. The frame-up attempt was caught on amateur video (view here: http://goo.gl/iHpVMB). Red Bloc reports growing intimidation and repression across the country, including illegal raids of offices and members' homes.

What's going on in Moldova? Moldova is a country of 3.6 million people sandwiched between Ukraine and Romania. Since 2007, the country's government has been dominated by politicians representing local oligarchs who want to join the European Union and NATO. To do this, they have privatized and sold off local industry, cracked down on agricultural trade with Russia, and adopted increasingly repressive, anti-communist measures. The regime headed by Moldovan Prime Minister Valeriu Strele? and President Nicolae Timofti is allied with the far-right junta in Ukraine, which jails oppositionists, celebrates Nazi collaborators and wages war against the people of Donbass with U.S.-NATO support.


Today there is growing dissatisfaction in Moldova, which has seen thousands take to Chisinau's central square. However, this movement, headed by a coalition called the "Yes Platform," is dominated by right-wing proponents of Euro-integration, just like the government. The leaders of this movement are mostly angry about being shut out of the spoils by Plahotniuc.

Under pressure from the EU, Washington and NATO member Romania, Moldova could follow Ukraine into the abyss of fascism and civil war - whether under the current regime or a "pro-European" replacement. Petrenko and his Red Bloc comrades recognize this and are trying to build a genuine people's movement to counter this trend. They demand an end to the political domination of the oligarchs, an end to austerity and selling off of the country's industry and resources, peace with neighboring Transnistria, and restoration of friendly relations and trade with Russia.

Why should people in the U.S. care? In 2014, the anti-war and progressive movement was caught off guard by the right-wing coup in Ukraine. As a result, Washington had a free hand to push its agenda of NATO expansion and engage in provocative threats against Russia.

Some 7,000 people have died in Ukraine's "Anti-Terrorist Operation" against the Donetsk and Lugansk People's Republics. Nearly a million people have been made refugees by the war in Donbass and thousands of Ukrainians have fled political repression and the military draft. Billions of dollars that should have been spent on food assistance, schools and jobs here at home has been siphoned off to bail out the bankrupt Kiev regime and arm it for more war.

The current Moldovan government and many of its opponents in the "official" opposition seem determined to follow a similar path. The war-makers of both parties in Washington would be happy with this development, because it would mean another foothold for NATO expansion and war against Russia. But for people in the U.S. and all over the world, it would mean more cutbacks and even greater danger of a wider war that could engulf all of Europe.

What can I do? Sign the petition (https://goo.gl/tNrBg1) and share it with your friends, family and co-workers.

Take a photo of yourself holding a sign with the hashtag #FreePetrenko and post it on social media. Don't forget to include a link to the petition!

In New York, join us Monday, Sept. 21 from 5-6 pm for a picket and press conference outside the Moldovan Mission to the UN. Happening during the opening of the 70th General Assembly of the United Nations, this will help bring national and international attention to the case.

Follow IACenter.org and No2NATO.org  and for updates.





(russkij / italiano)

Serbia: una terra avvelenata
Un documentario russo illustra le conseguenze dei bombardamenti del 1999

1) Daria Aslamova: Serbia: una terra avvelenata
2) Дарья Асламова: Сербия, Отравленная земля


DOCU-FILM: сербия. отравленная земля
http://s5.stc.all.kpcdn.net/images/serbia-2014/video/505934.mp4

Vedi anche: 
La Serbia: avvelenata e occupata dalla NATO, asservita e immiserita dal FMI e dalla UE (di Enrico Vigna, settembre 2015)
http://www.civg.it/index.php?option=com_content&view=article&id=738:la-serbia-avvelenata-e-occupata-dalla-nato-asservita-e-immiserita-dal-fmi-e-dalla-ue&catid=2:non-categorizzato


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15 anni dopo i bombardamenti NATO della Serbia la corrispondente del giornale russo Komsolvskaja Pravda Daria Aslamova è andata in questo paese per vedere
che segno ha lasciato li' la guerra
.  


Quella primavera di quindici anni fa a Belgrado anche i non fumatori chiedevano sigarette.
Spopolava un tabacco di contrabbando a basso costo, che faceva diventare la gola secca e i polmoni scoppiavano dalla tosse mattutina, ma all'infelice città non importava. Fumavano ragazzini di dieci anni che hanno smesso di giocare alla guerra, fumavano studentesse in minigonne, rispettabili madri di famiglia e le vecchiette con occhi morti e vuoti. Fumavano persino i soccorritori quando trascinavano dal bombardato e ardente centro televisivo i corpi di sedici giornalisti.

Mi ricordo le loro facce, illuminate nel buio dal bagliore dell’incendio. La mattina iniziava con una sensazione di nausea, bicchieri di grappa che bruciavano lo stomaco vuoto, e "domacia kafa", un caffe casalingo (un caffè turco molto forte, patrimonio dell'Impero Ottomano). Non mi ricordo nemmeno quello che abbiamo mangiato. E non mi ricordo di aver dormito. La sirena nell'aria cominciava a lavorare alle 2 di notte, e nelle stanze bluastre per il fumo la gente balzava in piedi dalla sedia e correva alla finestra. Mi addormentai solo una volta, nella casa dei miei amici in Batajnica, un sobborgo di Belgrado, dove si trovava l'aeroporto militare. Mi hanno dato una bottiglia e mi hanno detto di bere fino a quando il soffitto non avrebbe girato come una trottola. È impossibile non dormire sempre. Alle due di notte nella mia camera esplosero le finestre, e io rotolai sul pavimento. Stavo a quattro zampe in mutande, sconvolta dalla paura, fino a quando mi ha tirata fuori sulla scala la padrona di casa di nome Melania. "Stai qui, disse. Se la casa crollerà, la scala resisterà. E di cemento armato. Vuoi una sigaretta? " Quella notte a Batajnica è morta una bambina di tre anni: Milica Rakic.

78 notti insonni si conclusero con la resa della Jugoslavia nel giugno 1999. La mostruosa macchina militare della NATO, unita alla forza ferrea anglosassone, ha spedito nel Medioevo un paese fiorente dei Balcani. I serbi scossi hanno pianto i morti e si sono detti: gli orrori della guerra sono alle spalle. Non sapevano ancora che il peggio stava solo iniziando.

"Sono tutti condannati!"

E' successo a Baghdad nel 2003, pochi giorni prima dell'inizio della guerra. Un interprete iracheno mi portò in ospedale, dove erano ricoverati i bambini da Bassora. Donne in hijab con facce pietrificate stavano vicino ai letti dei loro neonati che stavano morendo di leucemia e tumori linfatici, erano bambini di due e tre anni. Molti di loro muovevano a malapena il collo, li bloccava il gonfiore dei linfonodi. Questi erano dei bambini molto seri e silenziosi. Essi non piangevano. " Perché mi ha portato qui?" - Mormorai, sbalordita da ciò che vedevo. "Sono le vittime della guerra del Golfo", mi spiegarono. "Le vittime?! Ma gli americani hanno bombardato Bassora nel 1991!”.

A quel tempo questi bambini non erano ancora in questo mondo!". "E' stata una mini guerra nucleare – raccontava il medico. Per l'operazione "Desert Storm" gli americani utilizzarono munizioni con uranio impoverito. In tutto sono state scaricate 320 tonnellate di uranio. Le madri di questi bambini hanno ricevuto una dose di radiazioni grave, ed i loro bambini sono stati condannati già nel grembo materno. Ma questa non è la cosa peggiore che vedete. A Bassora nascono bambini senza occhi e naso, senza braccia e gambe, senza cervello, con due teste. Le malformazioni congenite sono presenti in più della metà dei bambini. Solo che a nessuno importa."

Dopo pochi giorni guardavo dal balcone dell’hotel "Palestina" come di nuovo bombardavano la città di Baghdad. Allora il peggio mi sembrava la morte istantanea sotto le bombe. Dopo tutto, ero giovane e ingenua.

Insieme  al Dott Radan Dzhodich, direttore dell'Istituto di Oncologia e il miglior chirurgo della Serbia, vado in sala operatoria.
"Il ragazzo ha solo 15 anni mi spiega il dottor Dzhodich.  Cancro alla tiroide in forma grave". 15 anni. Quindi è nato l'anno dei bombardamenti della NATO, mi dicevo io facendo i conti.

Due ore dopo il medico Dzhodich tiene tra le mani di un pezzo di carne umana e mi spiega: ecco la metà della ghiandola tiroidea, in cui c'è il tumore. "Ora dobbiamo scoprire se ci sono metastasi". Pochi minuti agonizzanti, e diventa chiaro: il corpo delicato del ragazzo è pieno di metastasi. "Quello che riusciremo a rimuovere rimuoveremo. Poi cuciremo, dice con ottimismo il Dott Dzhodich.  Il ragazzo avrà ancora una operazione, e probabilmente la chemioterapia. Lei deve essere stanca, vada via. Noi dobbiamo finire il lavoro. "

Cammino lungo il corridoio dell'ospedale, bagnata di sudore freddo, e appesantita dal dolore umano. Davanti ai miei occhi sta la stanza dove il medico Dzhodich esamina giovani donne. Alcune piangono amaramente. La maggior parte di loro hanno il tumore alla tiroide in forma disperata.
"La tiroide è la prima a reagire alle radiazioni radioattive, mi spiegava il dott. Dzhodich. Negli ultimi dieci anni in Serbia, il cancro alla tiroide è aumentato del 300 per cento. Il sarcoma è in rapida crescita e così la leucemia. La verità è che la NATO ha usato la nostra regione come una discarica per i rifiuti nucleari. Noi ancora non sappiamo quante bombe con uranio impoverito sono cadute sulla nostra terra. Negli ultimi dieci anni non abbiamo visto alcuna indagine governativa seria sulle conseguenze del bombardamento. Siamo solo medici. Il nostro lavoro è curare. Io lavoro in oncologia come chirurgo da 40 anni. E parlo come medico: il cancro sta diventando sempre più precoce, aggressivo e inoperabile."

Che cos'è l'uranio impoverito
Sono semplicemente scorie nucleari, il cui smaltimento ha sempre avuto costi inimmaginabilmente cari.

E' stato difficile trovare un paese dove si può tranquillamente, senza problemi con la stampa, seppellire le scorie nucleari. L’uranio impoverito 238 è un sottoprodotto della produzione di uranio arricchito 235. Il minerale di uranio attraversa centinaia di centrifughe, e all'uscita risulta 11% di uranio arricchito e 89% di uranio impoverito, che deve essere in qualche modo smaltito.

Nel 1970 agli americani è venuta un'idea brillantemente cinica su come utilizzare i rifiuti nucleari. L’uranio 238 è un pesante metallo radioattivo con una densità molto elevata (due volte superiore a quella del piombo, e leggermente inferiore a quella del tungsteno, un metallo molto costoso). E quindi può essere utilizzato con successo ed in modo economico per la produzione di proiettili perforanti con nuclei di uranio e proiettili, nonché per rafforzare i carri armati (il cosiddetto "uranokeramika", uno strato di uranio schiacciato tra piastre di acciaio).
Nel Pentagono non si pensava alle conseguenze dell'uso di piccole armi nucleari. Chi se ne frega dei bambini iracheni? O Albanesi? O serbi? Sì, gli scienziati avvertivano con tutta la responsabilità che l'uranio non è solo radioattivo, ma, soprattutto, chimicamente tossico. Esistono tre modalità di avvelenamento con uranio. Contatto diretto con la pelle (schegge di uranio nell'esplosione di un proiettile o carro armato). L'inalazione di polveri di uranio che vengono prodotte dalle esplosioni di bombe. E la terza via: l'acqua e la terra contaminate, che danno frutti avvelenati. Per realizzare tutto l'orrore di questi fatti, è sufficiente dire i tempi del suo dissolvimento. La longevità dell'uranio è di 4,5 miliardi di anni.

"Dopo i bombardamenti della ex Jugoslavia, abbiamo chiesto alla Nato le mappe che mostrano i luoghi in cui sono caduti i proiettili all'uranio, dice il famoso tossicologo serbo Radovan Kovacevic. La NATO ha fornito le mappe, ma ha cercato di minimizzare il danno. Ad esempio, hanno segnalato 112 posizioni. Personalmente ho trovato la posizione di una 113°, quando insieme ai volontari siamo saliti su una montagna vicino alla città di Vranje, dove c'era una torre della televisione. I rilevatori di radiazioni si sono quasi inceppati. I ragazzi mi hanno chiesto: "Capo, cosa facciamo? Non abbiamo nemmeno le tute protettive. "Ho risposto: "Prendiamo un campione del terreno e corriamo via." Ora questo luogo è circondato da filo spinato. Se solo io ho trovato un altro posto infetto non menzionato nelle mappe, chissà quanti sono in realtà ?! Quante erano le bombe? La NATO afferma che erano 31.000, i serbi 50 mila, e invece gli esperti russi sostengono che erano almeno 90 mila.".

Nel 1997, Radovan Kovacevic era il capo del Centro per la protezione dalle radiazioni. Già allora, in base all'esperienza della guerra del Golfo e i bombardamenti della NATO in Bosnia nel 1995, la Jugoslavia aveva messo in guardia la comunità internazionale, che la NATO utilizzava bombe con nuclei di uranio. La comunità internazionale rimase in silenzio, anche se l'allegato II della Convenzione sulla protezione fisica dei materiali nucleari del 1980, classifica l'uranio impoverito come materiali nucleari della seconda categoria.

Dopo l'aggressione dell'Occidente contro la Jugoslavia il tossicologo Dr. Kovacevic ha lavorato come medico in una squadra che era impegnata nella decontaminazione delle aree in Montenegro e a Lustica (allora parte della Jugoslavia). In pratica, avviene che si ispeziona uno strato di terra di diversi metri. Ma il fatto è che una parte dei proiettili penetrano più in profondità, e l'uranio così penetra nele falde acquifere sotterranee, ma le autorità hanno sempre preferito restare in silenzio.

"Ho lavorato con gli ufficiali, che sono stati coinvolti nella pulizia dei territori in Montenegro -  dice il dottor Kovacevic. Quando si operava tutti avevano distintivi e indossavano tute speciali di protezione. Allo stesso tempo, quando abbiamo analizzato il loro materiale genetico, il 75 per cento di loro avevano anomalie tipiche delle persone esposte alle radiazioni. In quel momento tra gli ufficiali si è diffuso un focolaio di influenza, e abbiamo scoperto che anche il virus dell'influenza era mutato. Abbiamo anche controllato parte dei civili. L'uomo che portava il cibo agli ufficiali, è morto in tempi brevi di cancro linfatico. I primi a lanciare l'allarme sono stati i caschi blu italiani in servizio in Kosovo (e sul Kosovo sono stati buttati tre volte più proiettili all'uranio che nel sud della Serbia). Diverse migliaia di loro hanno sviluppato il cancro, ragazzi giovani e forti, e circa trecento di loro sono morti durante la missione.
In America i medici militari si sono preoccupati solo quando centinaia di allegri ragazzi americani, con spalle larghe e con denti bianchi, dopo la guerra in Iraq, sono diventati pazienti permanenti delle cliniche oncologiche
"

“La mia opinione personale come medico è che l'uso di uranio impoverito nei bombardamenti comporta gravi conseguenze per la salute". Così parla l'ex ministro della Difesa e della salute della Jugoslavia, il famoso patologo, Dottor Zoran Stankovic.                                                          

"Con l'esplosione di una bomba, l'80 per cento si trasforma in polvere e il vento porta l'ossido di uranio a quaranta chilometri.  L'uranio inalato entra nei polmoni e reni. Questo metallo pesante si deposita nel corpo, nelle ossa. Gli americani hanno fatto studi su soldati dopo la guerra nel Golfo Persico. Il 70 per cento degli uomini ha avuto bambini con difetti genetici, con anomalie. Abbiamo avuto un ufficiale che è stato coinvolto nella pulizia delle terre dopo il bombardamento. Sua moglie dopo è rimasta incinta e il bambino è nato senza una gamba, senza un occhio, una mano deforme con problemi cardiaci. E pensate: l'ufficiale era completamente attrezzato contro le contaminazioni. Ma questo non ha salvato suo figlio. Che cosa succede alle persone che semplicemente vivono lì, non sapendo del pericolo?"

La morte invisibile

Sotto l'erba di seta verde delle terre serbe e bosniache c'è un suolo avvelenato e acque che portano una morte lenta. La purezza pastorale dei paesaggi rurali sembra un'amara ironia sullo sfondo di un pericolo invisibile, affrontato dalla gente del posto.
"La cosa peggiore è che l'uranio attraverso la terra e le acque sotterranee, e penetra nella catena alimentare, dice il tossicologo Radovan Kovacevic. I nostri colleghi in Croazia, hanno trovato degli animali selvatici, contaminati con uranio. Dopo tutto, gli animali e gli uccelli non conoscono confini e si muovono liberamente nella regione. Qui in Serbia, abbiamo trovato tracce di uranio in cervi e fagiani. I nostri veterinari provenienti da Vranje hanno notato una forte crescita di leucemia in capre, pecore e mucche. A volte i proiettili all'uranio cadevano nei fiumi, uno è anche finito in un pozzo, nel sud della Serbia. Abbiamo esaminato il contadino che stava cercando di ripulire il pozzo. 3759 nanogrammi di uranio 238 per litro di urina! (Ai caschi blu in servizio in Kosovo ammalati di cancro, in un litro di urina trovavano fino a 231 nanogrammi, e nelle urine dei soldati americani dopo l'Iraq - 150 nanogrammi). Naturalmente, l'agricoltore è morto in poco tempo. In Serbia oggi il cancro è diagnosticato ogni giorno ad almeno un bambino. La NATO ci uccideva, non solo durante i bombardamenti. La NATO continua ad ucciderci come nazione da quindici anni, e il numero delle vittime è sempre in aumento. Un generale americano della NATO una volta disse: "Ancora 10 di queste guerre come in Iraq, e ci sbarazziamo totalmente delle scorie nucleari"
"La questione dell'uranio impoverito è da tempo diventata una questione politica, dice l'ex ministro della Sanità Zoran Stankovic. La Serbia stava cercando di presentare una denuncia al Tribunale dell'Aja contro i paesi che hanno bombardato l'ex Jugoslavia. Ma il procuratore Carla del Ponte ce l'ha negato per il fatto che i cambiamenti nei cromosomi delle persone esposte alle radiazioni, possono essere visti al microscopio elettronico entro un anno. Come dire: siete in ritardo. Ora è necessario effettuare l'esumazione dei cadaveri. Ma non ci sono né soldi né volontà politica. Quando i soldati italiani tornati dal Kosovo hanno cominciato a morire di cancro linfatico il governo italiano non ha voluto pagare risarcimenti alle famiglie e agli ammalati, e ha interrotto lo studio. Se le conseguenze dei bombardamenti con uranio per la salute umana sarano provate, è difficile immaginare quante compensazioni la NATO, dovrà pagare alle vittime (e in particolare agli americani), ai loro familiari e ai paesi infetti. Pertanto, nessuno è interessato alla verità. 
"Preferiscono dimenticare".

La piccola città di Vranje nel sud della Serbia, il cuore della regione, è la più colpita dal bombardamento dell'uranio. Una tradizione locale: attaccare sugli alberi gli annunci dei funerali.
Sto in piedi sotto la pioggia fredda che piange i morti, e guardo i loro volti molto giovani. Il motivo principale: il cancro. Come la bambina di cinque anni, appena morta.
Ma la città vorrebbe grattare via dalla memoria l'anno 1999. Nessuno vuole ricordare i bombardamenti. Tutti sono tormentati dalla paura di essere espulsi di nuovo dal branco europeo. I serbi hanno bevuto fino al fondo il veleno dell'umiliazione, e il silenzio stabilitosi è colmo di sconfitta amara.

"Perché stai torturando la gente con i ricordi?  Mi dice la anziana dottoressa V. Non possiamo aiutarli ormai. Penseranno che in ogni sorso d'acqua e in ogni pezzo di pane li aspetta la morte. Sì, è vero, il cancro è raddoppiato negli ultimi dieci anni. Ma se noi, medici, cominceremo da soli a raccogliere fatti e testimonianze per l'accusa contro questi criminali della NATO, ci uccideranno tutti uno per uno. Non potete neanche immaginare, di quanti soldi si potrebbe parlare! Io, come testimone, non voglio finire la mia vita in qualche "casuale" incidente d'auto"

"L' Istituto di Sanità Pubblica a Vranje ha preparato un piano: come studiare in dettaglio gli effetti dell'uso di uranio nella nostra regione, dice un giornalista locale Nikola Lazic. Per le ricerche sono necessari 250 mila euro, ma nessuno vuole pagare. C'è una legge del silenzio, come scelta della politica statale. Il governo della Serbia vuole aderire all'UE e alla NATO, e il prezzo per questo, è nascondere fatti circa il bombardamento. I medici in Vranje non amano parlare della crescita del cancro. Neanche noi, giornalisti, non riusciamo ad ottenere informazioni sulle persone malate".

L'operazione della NATO contro la Repubblica Federale di Jugoslavia è la seconda di una serie di cosiddetti "interventi umanitari".

La prima è stata l'operazione "Deliberate Force" contro i serbo-bosniaci nel 1995. Entrambe le operazioni sono state effettuate senza un mandato delle Nazioni Unite e rientrano nella definizione di "aggressione militare illegale."

Anche se il motivo principale per l'intervento sono stati considerati la pulizia etnica degli albanesi nella regione del Kosovo e Metohija (dal punto di vista di Belgrado, separatisti e terroristi), la causa segreta della "guerra immediata" dicono che è stato uno scandalo sessuale in cui era stato coinvolto il presidente degli Stati Uniti Bill Clinton scoperto in una relazione frivola con la stagista Monica Lewinsky. La situazione era stata prevista nel famoso tragicomico film «Sesso & potere» (Wag the Dog), uscito nel 1997, due anni prima della guerra contro la Jugoslavia. La trama del film è addirittura profetica: il presidente degli Stati Uniti, che è stato coinvolto in uno scandalo sessuale, inizia una guerra virtuale contro l'Albania per distrarre l'attenzione del pubblico.

Ma a differenza del film, la guerra contro la Jugoslavia non è stata un'immagine televisiva, ma una realtà sanguinosa.

Amnesia pubblica

Nessuna pietà per i vinti. I serbi l'hanno capito da tanto tempo. Rughe amare intorno alla bocca e occhi spenti con l'espressione “non m'importa", tutti questi sono segni di sconfitta.                                                                                                                  

Invece di gettare in faccia a tutto il mondo la sana rabbia slava, i serbi la ingoiano e la soffocano.

Per Belgrado, molto tranquillamente, passeggiano turisti americani, britannici, italiani e francesi, con interesse guardano gli edifici distrutti dalla guerra, si fotografano sul loro sfondo. Come se fosse solo un tour divertente per i luoghi di una guerra dimenticata, ma in cui il loro paese ha avuto un ruolo diretto.

"Parlare di bombardamenti ora è "politicamente scorretto"osserva con ironia il politologo Giorgio Vukadinovich.  La nostra elite politica esita a parlare con persone provenienti da Occidente e ricordare loro la guerra, per non imbarazzarli casualmente. E’ un paradosso: in Serbia, abbiamo un elite pro-NATO, filo-europea e russo-scettica e il popolo pro-russo ed euro-scettico. Emotivamente, storicamente la gente qui è vicina ai russi. La Serbia è probabilmente l'unico paese al mondo in cui il presidente russo non è solo il leader straniero più popolare, ma ancor più popolare del presidente serbo. Putin porebbe facilmente vincere le elezioni in Serbia.

In ogni paese, per avere una certa influenza, si deve pagare. Qui amano la Russia gratuitamente. Ma ecco un altro paradosso: tutti i media locali sono completamente filo-occidentali e poco a poco stanno cercando di cambiare il filo-russismo del popolo. Che cosa ha fatto l'Occidente? Ha comprato l'elite politica, gli intellettuali e i media. Ci sono due modi per controllare i media: il loro acquisto oppure il ricatto con la pubblicità. Se scrivete in difesa della Russia, non avrete la pubblicità. Semplicemente.

Mosca gioca lealmente, contribuendo economicamente. La Russia ha aperto per i prodotti serbi una zona di libero scambio, e per questo motivo, molte aziende europee stanno costruendo fabbriche in Serbia, per vendere le loro merci in Russia con il marchio "made in Serbia". Ma la gente comune conosce queste cose? No! Nessun giornale non pubblicherà una cosa del genere. Però siamo costantemente bombardati dalla NATO con la propaganda europea: che dice che senza Europa la Serbia morirà. I media creano una "reltà mediatica" che non ha niente a che fare con la realtà. Per esempio, il nostro istituto "Nuovo Pensiero politico serbo" ha fatto un sondaggio nella popolazione e si è scoperto che il 70% si oppongono alla NATO e il 67,5% sono per l'alleanza con la Russia. Nessuno dei media ha avuto il coraggio di pubblicare i risultati del sondaggio.
I tempi dei giochi franchi è passato. Sì, Mosca ha creato la TV «Russia Today», molto bene, ma non è in serbo. Invece "Al Jazeera", per esempio, ha aperto una televisione balcanica speciale, in quanto questa è una zona enorme: Serbia, Croazia, Montenegro, Macedonia, Bosnia, Slovenia. Voi avete perso la guerra fredda, sottovalutando la "forza soffice, sottile(soft power), e ora potreste perdere il mondo freddo. State esagerando con il fattore economico come lo avete sottovalutato durante l'era sovietica. Tutte le grandi società russe, come "Lukoil" e "Gazprom" stanno prendendo posizioni difensive nei Balcani. Sembra come la loro protezione dal racket. Essi sono disposti a pagare i media solo perché non si scaglino addosso. Si preoccupano di interessi corporativi ristretti. Ma per sostenere i blogger pro-russi e i siti web costa pochissimo. Alle aziende russe nemmeno gli viene in mente questa cosa! E questo nonostante il fatto che i loro progetti siano largamente dipendenti dal sostegno dell'opinione pubblica.
  
A Mosca, guardano sorpresi  il fatto che la nave serba gira verso l'Occidente. Come mai? Vi hanno bastonati e voi andate dalla NATO? Da fuori sembra che i serbi siano masochisti. Ma siamo stati picchiati in parte per causa vostra, perché la Serbia è l'unico alleato della Russia in Europa. I politici russi dicono spesso: non possiamo essere più serbi dei serbi stessi. Ma anche i serbi stanno pensando: non possiamo essere più russi noi dei russi stessi"

Come Eltsin ha venduto la Jugoslavia

Il 12 aprile 1999 il Parlamento della Repubblica Federale di Jugoslavia, che era già stata "spianata"per bene dagli aerei della NATO, in preda alla disperazione ha votato per l'adesione della Repubblica all'Unione con Russia e Bielorussia.
Il parlamento russo ha appoggiato immediatamente la richiesta dei serbi agonizzanti e ha vivamente consigliato il presidente russo Boris Eltsin di avviare il processo di unificazione. Eltsin non ha detto nulla. Egli ha anche ignorato l'appello della Duma di inviare subito in aiuto ai Serbi dei consiglieri militari e armi.

"A quel tempo io conducevo le consultazioni con i partner russi dell'entourage di Eltsin e dissi loro: Difendeteci! Proteggendo noi, difenderete voi!"Ricorda l'ex Ministro degli Affari Esteri della Jugoslavia Zivadin Jovanovic.        

Tutto questo era visto con grande scetticismo. Per la Russia del periodo di Eltsin l'unico partner "era Washington. Volevamo comprare armi. Ci hanno risposto: non avete soldi. Perché no? C'è il debito dell'URSS verso la Jugoslavia per un valore di quasi due miliardi di dollari. Prendete quei soldi e dateci missili e aerei. I russi hanno dichiarato che la Jugoslavia era grande, ma è diventata piccola. Quindi, la restituzione del debito dovrebbe essere discussa con le altre repubbliche. Ma voi avete la struttura del commercio, abbiamo contestato, secondo la quale il 70% dei beni sono stati acquistati dalla Serbia. Prendete quei soldi. Se non bastano, aggiungiamo noi.

Sono stato testimone della conversazione del Presidente della Jugoslavia Milosevic, poi morto nel carcere dell'Aja, con il vostro ministro degli Esteri Kozyrev, pochi anni prima dell'inizio della guerra. Noi non chiediamo la carità, diceva Milosevic. Abbiamo un milione di tonnellate di grano, conserve, mais. Siamo disposti a indebitarci, ma in qualche modo li restituiremo. Abbiamo chiesto di poter comprare l'ultima generazione di aerei da combattimento e petrolio, che potevano essere trasportati sul Danubio. Ma Kozyrev era talmente innamorato di Washington che guardava tutto attraverso gli occhi americani. Non è che non avrebbe fatto nulla per la Jugoslavia, non avrebbe fatto nulla neanche per la Russia. Tale era il pensiero politico e psicologico generale della leadership russa di allora. Abbiamo anche inviato i nostri piloti per allenarsi in Russia. Dopo di che, la Russia ha detto che anche se vi vendiamo gli aerei, come faranno i vostri piloti a volare sopra Ucraina, Ungheria, Bulgaria, Romania. Essi verranno abbattuti! Non è una vostra preoccupazione, abbiamo risposto. Voleranno a proprio rischio. La risposta della Russia è stata: no. Questa non è la nostra guerra. E noi abbiamo dovuto resistere in solitudine per 78 giorni alla più grande macchina militare dell'umanità".

Ma è possibile che nessuno allora a Mosca non avesse capito che quella era in primo luogo una prova generale per la guerra contro la Russia? Mi chiedo io.

"Nessuno. I russi non capivano che la distruzione della Jugoslavia era il primo passo verso la Russia. Ho chiesto loro: meglio proteggere la Russia cominciando dai Balcani o dagli Urali? Aiutateci, e aiuterete voi stessi. Fermiamola insieme l'espansione della NATO verso l'Est. I russi ci respingevano: state cercando di spostare i vostri problemi sulle nostre spalle, dicevano.
Allo stesso tempo io insistevo con i partener europei: se state pianificando una guerra contro la Jugoslavia, questa sarà una guerra anche contro l'Europa. Vi troverete in una tale morsa soffocante statunitense, che non sfuggirete più ai loro dettami. E qual è stato il risultato? L'Europa si è impegnata a combattere in Afghanistan, in Iraq, poi in Libia, Mali, Siria, e ora di fatto anche in Ucraina. Gli Stati Uniti spiano senza esitare e controllano milioni di europei. Quelli piangono e si lamentano. Ma tutto è logico. Dopo tutto, hanno accettato di ballare con il diavolo".

Nuovo Drang nach Osten

La strategia di Hitler di "Drang nach Osten", "Assalto all’Oriente" ha acquisito un nuovo significato alla fine del ventesimo secolo. Nonostante il fatto che Hitler abbia fallito, il piano, in generale, è stato adottato dalla NATO.
"Il nuovo assalto all’Oriente è iniziato proprio nel 1999 con il bombardamento della Jugoslavia" argomenta l'ex-Ministro degli Esteri Jovanovic Zivadin.  "Il vero obiettivo geopolitico è l'espansione verso i confini russi. Dal 1999, l'America ha cominciato a creare la più grande base americana fuori dal suolo americano: Camp Bondsteel in Kosovo. Perchè in un cosi piccolo Kosovo una base cosi grande? Le serve per la Serbia? No.                                                                         

Anche per i Balcani la base è troppo ampia. Qual è la ragione? Bacino del Caspio, bacino Caucasico, l'Asia centrale e la Siberia, ecco cosa giustifica l'esistenza di una simile base. Proprio con Bondsteel è iniziato l'aumento delle basi militari statunitensi in Europa, in Bulgaria, Romania, Polonia, Stati baltici, Repubblica Ceca. Ora in Europa, ci sono più basi militari degli Stati Uniti che al culmine della Guerra Fredda! Oggi il continente europeo è completamente militarizzato. Tutto questo è la preparazione per un assalto ai confini russi. Questo spiega la guerra in Georgia nel 2008 e il Maidan ucraino nel 2014. L'aggressione contro la Jugoslavia è stato un punto di svolta per l'intervento di globalizzazione. Lo scopo principale è prendere la Siberia, il più grande serbaroio terrestre di riserve naturali.

Nel 1999 alla Russia sembrava che si potesse a cuor leggero consegnare i serbi. "Basta che non scoppi la guerra, ripetevano i russi. Con gli americani ci metteremo d'accordo". Beh, ci sono riusciti? Le nuove autorità ucraine sono fermamente intenzionate ad aderire alla NATO.
Ora a Belgrado, per un'amara ironia della storia, nell’ex palazzo del Ministero della Difesa della Jugoslavia è stato aperto un ufficio della NATO, e l'esercito serbo è riformato da un generale americano. L'operazione contro la Jugoslavia nel 1999 è stata chiamata "Angelo Misericordioso ". Sapete cosa vi dico: L'Angelo Misericordioso sta già volando verso la Russia
."

Post scriptum: nel 1938, dopo la firma dell'accordo di Monaco sul trasferimento della regione dei Sudeti alla Germania, Churchill disse grandi parole [contro questo accordo, ndt]: «Avete avuto la scelta tra la guerra e il disonore. Avete scelto il disonore, e ora otterrete una guerra". Un anno dopo è cominciata la seconda guerra mondiale. Allora, nel 1999, la Russia ha scelto il disonore, cedendo la Serbia, e già nel 2003 ha ricevuto la rivoluzione delle rose in Georgia, nel 2004 la rivoluzione arancione in Ucraina, nel 2008 la guerra con la Georgia, e nel 2014, alle proprie frontiere, una guerra civile in un'Ucraina (una volta fraterna). La logica della storia rimane la stessa: il tradimento e la vergogna vanno lavati via solo con sangue. Purtroppo, soprattutto il proprio.

 

Traduzione a cura del Forum Belgrado Italia/CIVG.it


=== 2 ===

http://www.beoforum.rs/en/comments-belgrade-forum-for-the-world-of-equals/433-2015-08-13-23-38-38.html

Спустя 15 лет после натовских бомбардировок Сербии спецкор
«KP» Дарья Асламова отправилась в эту страну, чтобы посмотреть,
какой след оставила там война.Текст: Дарья Асламова


Той весной в Белграде пятнадцать лет назад даже некурящие просили сигарет.

В ход шел дешевый контрабандный табак, от которого саднило горло и разрывало легкие от утреннего кашля, но несчастному городу было наплевать. Курили десятилетние пацаны, переставшие играть в войну, дымили гимназистки в коротких юбочках, смолили почтенные матери семейств и старухи с пустыми мертвыми глазами. Курили даже спасатели, когда вытаскивали из разбомбленного горящего телецентра тела шестнадцати журналистов.

Я помню их лица, выхваченные из тьмы багровым заревом пожара. Утро начиналось с чувства тошноты, рюмки ракии, обжигавшей голодный желудок, и «домачей кафы» (крепчайшего турецкого кофе, наследия времен Османской империи). Я даже не помню, что мы ели. И не помню, чтобы мы спали. Воздушная сирена начинала работать в два часа ночи, и в сизых от дыма комнатах люди вскакивали со стульев и бежали к окну. Уснула я лишь однажды, в доме моих друзей в Батайнице, пригороде Белграда, где находился военный аэродром. Мне дали бутылку и сказали пей, пока потолок не закрутится, как волчок. Нельзя же все время не спать. А в два часа ночи в моей комнате взрывной волной вышибло окна, и я скатилась на пол. И стояла на четвереньках в трусах, обезумевшая от страха, пока меня не вытащила на лестницу хозяйка дома по имени Мелани. «Сиди здесь, — сказала она. — Если дом рухнет, то лестница останется. Она железобетонная. Хочешь сигарету?» В ту ночь в Батайнице погибла трехлетняя девочка Милица Ракич.

78 бессонных белградских ночей закончились капитуляцией Югославии в июне 1999. Чудовищная военная машина НАТО с железной англосаксонской энергией вбомбила в средневековье цветущую балканскую страну. Потрясенные сербы оплакали мертвых и сказали себе: ужасы войны позади. Они еще не знали, что самое страшное только начинается.

«Они все обречены!»

Это было в Багдаде в 2003 за несколько дней до начала войны. Иракский переводчик привел меня в госпиталь, где лежали дети из Басры. Женщины в хиджабах с окаменевшими лицами сидели у кроваток своих умирающих от лейкемии и рака лимфы младенцев и двух- и трех-летних детей. Многие из них с трудом ворочали шеей, им мешали раздутые лимфатические узлы. Это были очень серьезные, тихие дети. Они совсем не плакали. «Почему вы привели меня сюда?» — лепетала я, ошеломленная увиденным. «Это жертвы той войны в Персидском Заливе», — объяснили мне. «Жертвы?! Но американцы бомбили Басру в 1991 году! Тогда этих детей на свете не было!» «Это была мини-ядерная война, — рассказывал доктор. — При операции „Буря в пустыне“ американцы использовали боеприпасы с обедненным ураном. Всего было сброшено 320 тонн урана. Матери этих детей получили серьезную дозу радиации, а их дети были обречены еще в материнской утробе. Это не самое страшное, что вы видите. В Басре рождаются дети без глаз
и носа, без рук и ног, без мозга, с двумя головами. Врожденные уродства обнаруживаются у более, чем половины новорожденных. Только никому до этого нет дела».

Спустя несколько суток я наблюдала с балкона отеля «Палестина», как снова бомбят город Багдад. Тогда самой страшной мне казалась мгновенная смерть под бомбами. Ведь я была еще молодой и наивной.


Вслед за доктором Раданом Джодичем, директором Института онкологии и лучшим хирургом Сербии, я иду в операционную.

«Мальчику всего 15 лет, — объясняет доктор Джодич. — Рак щитовидки в тяжелой форме». 15 лет. Значит, он родился в год натовских бомбардировок, мысленно подсчитываю я.

Спустя два часа доктор Джодич держит в руках кусок человеческого мяса и объясняет: вот половина щитовидки, внутри которой опухоль. «Сейчас мы узнаем, есть ли метастазы». Несколько мучительных минут, и становится ясно: хрупкое мальчишеское тело насквозь прошито метастазами. «Что сможем, удалим. Потом зашьем, — с дежурным оптимизмом говорит доктор Джодич. — Мальчику предстоит еще одна операция и, возможно, химиотерапия. Вы, наверное, устали, идите. А нам нужно закончить работу».

Я иду по коридору больницы, мокрая от холодного пота и придавленная человеческим горем. Перед моими глазами стоит комната, где доктор Джодич осматривает молодых женщин. Некоторые из них рыдают навзрыд. У большинства — рак щитовидки в безнадежной форме.

«Щитовидная железа первой реагирует на радиоктивное излучение, — объяснял мне доктор Джодич. — За последние десять лет рак щитовидки в Сербии вырос на 300 процентов. Стремительно растет саркома и лейкемия. Правда состоит в том, что НАТО использовало наш регион как свалку для ядерных отходов. Мы до сих пор не знаем, сколько бомб с обедненным ураном обрушилось на нашу землю. За прошедшие десять лет мы не видели ни одного серьезного правительственного исследования последствий бомбардировок. Мы лишь врачи. Наше дело — лечить. Я работаю в онкологии хирургом 40 лет. И говорю как врач: рак становится все более молодым, агрессивным и неоперабельным».

что же такое обедненный уран?

Это просто ядерный мусор,
чье захоронение всегда стоило немыслимо дорого.

Непросто было найти страну, где можно тихо, без шумихи в прессе похоронить ядерные отходы. Обедненный уран-238 — побочный продукт производства обогащенного урана-235. Урановая руда проходит через сотни центрифуг, и на выходе получается 11% обогащенного урана и 89% обедненного, с которым надо что-то делать.

В 1970 году американцам пришла в голову гениально-циничная мысль, как использовать ядерный мусор. Уран-238 — тяжелый радиоактивный метал с очень высокой плотностью (в два раза выше, чем у свинца, и чуть ниже, чем у вольфрама, очень дорогого металла). А значит его успешно и дешево можно использовать для производства бронебойных снарядов с урановыми сердечниками и пуль, а также для укрепления танковой брони (так называемая «уранокерамика» — слой урана, зажатый между стальными листами).

О последствиях применения малых ядерных боеприпасов в Пентагоне не думали. Кого волнуют иракские дети? Или албанские? Или сербские? Да, ученые предупреждали со всей ответственностью, что уран не просто радиоактивен, но, главным образом, химически токсичен. Есть три пути отравления ураном. Прямой контакт с кожей (урановая шрапнель при взрыве снаряда или танка). Вдыхание урановой пыли, которая образуется при горении снарядов. И третий путь: зараженная вода и земля, дающая отравленные плоды. Чтобы осознать весь ужас этих фактов, достаточно сказать: период полураспада урана составляет 4,5 миллиарда лет.
Ковачевич

«После бомбардировок бывшей Югославии мы потребовали от НАТО карты с указанием мест, где упали урановые снаряды, — говорит знаменитый сербский токсиколог Радован Ковачевич. — НАТО представило карты, но постаралось преуменьшить ущерб. К примеру, они указали 112 локаций. Я сам лично нашел 113 локацию, когда вместе с добровольцами поднялся на гору рядом с городом Вранье, где стояла телевышка. Детекторы радиации чуть не заклинило. Ребята спросили меня: „Босс, что будем делать? На нас даже нет защитных костюмов“. Я ответил: „Берем пробу земли и бежим“. Теперь это место обнесли колючей проволокой. Если только я нашел еще одно зараженное место, не указанное в картах, сколько же их на самом деле?! Сколько вообще было снарядов? НАТО утверждает, что 31 тысяча, сербы — 50 тысяч, а русс�

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Refugee Crisis And The Balkans

1) Vulin: "Hrvatska humanost trajala samo dva dana"
2) Croatia refuses to accept refugees, partly closes borders with Serbia (18 Sep, 2015)
3) Hungary stops train with 1,000 asylum seekers, blocks and expels 40 Croatian police officers
4) Evropa zaboravlja da je Srbija sama primila 900.000 izbeglica tokom devedesetih!


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BERLIN (Own report) - Berlin has closed its southern borders to refugees, preventing other victims of civil wars from entering, and has begun deportations of rejected asylum applicants back to Southeast Europe. Inconsistencies among government officials over how to approach the refugee problem have ultimately led to an unexpected influx of tens of thousands of refugees. Thousands in the German population have made a unique display of helpfulness toward refugees, helpfulness, the government will now render futile. At today's EU Interior and Justice Ministers Meeting, measures will be promoted to once again seal the EU borders and establish camps to hold refugees immediately upon their arrivals in Greece, Italy, and possibly Hungary. One such camp has been opened in Germany to separate Southeast European refugees for their rapid deportation. Last week, one hundred eleven refugees were deported by plane to Kosovo. Half of the 250,000 refugees, who entered Germany this year, between January and August, are threatened with immediate deportation. At the same time, demands are being raised to drastically reduce state support for refugees and to abolish the fundamental individual right of asylum...
http://www.german-foreign-policy.com/en/fulltext/58877

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http://www.veritas.org.rs/blic-14-09-2015-zasto-ste-nas-zaboravili-srpske-izbeglice-ponosne-na-pomoc-sirijcima-ali/

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La Slovenia si trova in una difficile situazione, o applica severamente le regole di Schengen, venendo meno ad un approccio umanitario, oppure lascia passare i profughi, rischiando le ire europee...
HRW REPORT: “As Though We Are Not Human Beings”. Police Brutality against Migrants and Asylum Seekers in Macedonia (HRW, Sept 21, 2015)
Available In English - Македонски
'BEATINGS, INHUMAN CONDITIONS': HRW ACCUSES MACEDONIA OF BRUTAL ASYLUM SEEKER TREATMENT (RT, 21 Sep, 2015)
... The 59-page document, issued Monday, is compiled from interviews with 64 victims and witnesses...
http://www.rt.com/news/316091-macedonia-asylum-seekers-abuse/


Videos:

Izbeglička kriza: Šta se zaista dešava, a mediji kriju od nas! (Marija S, 14 set 2015)
VIDEO: https://www.youtube.com/watch?v=vrHrUAGMbAc
Originalni video: 
#RefugeeCrisis: What The Media Is Hiding, Help #SyrianRefugees Go Home (SyrianGirlpartisan, 9 set 2015)
There are a few things you should know about the Refugee Crisis...
VIDEO: https://www.youtube.com/watch?v=pHFnvFbThDE0

B92, Bulevar: Izbeglice - Izjava Save Štrbca, 17.9.2015. (CentarVeritas, 19 set 2015)
Beograd i Srbija preplavljeni su izbeglicama sa Bliskog Istoka. Svakodnevno pratimo njihovo kretanje i više od toga uslove u kojima oni žive i kroz šta prolaze dok nevoljno napuštaju svoje zemlje. U svemu tome možda zaboravljamo da među nama postoje oni koji su bežeći pred nekim prethodnim ratom završili u nekom od prihvatnih centara širom Srbije...
VIDEO: https://www.youtube.com/watch?v=tiFtsdKBBrg

Croatia: Refugees clash at Beli Monastir train station (Ruptly TV, 18 set 2015)
Refugees and migrants, who are currently stranded in a train station in Beli Manastir, clashed on Friday, as they were waiting to board trains to Zagreb. Some were injured during the incident and received first aid...
VIDEO: https://www.youtube.com/watch?v=6VyX5Pa52OY

Hungary: We seized Croatian train carrying 1000 refugees and 40 police - Hungarian govt spokesman (Ruptly TV, 18 set 2015)
“The Croatian system for handling migrants and refugees has collapsed basically in one day,” according to the spokesperson for the Hungarian government, Zoltan Kovacs, who gave a statement to the press in Beremend close to the Croatian border, on Friday. The spokesman was flanked by aide to Hungarian Prime Minister Viktor Orban, Gyorgy Bakondi...
VIDEO: https://www.youtube.com/watch?v=yx8KCFNiak0

Croatia: Scenes of chaos as hundreds of refugees board westward-bound trains (Ruptly TV, 18 set 2015)
Hundreds of refugees crowded on to trains at Beli Manastir train station, Croatia, bound for Zagreb on Friday. The previous day at least 26 buses and one train brought refugees to Beli Manastir...
VIDEO: https://www.youtube.com/watch?v=gHxVxfqsI50

Hungary: Hundreds of refugees arrive from Croatia (Ruptly TV, 18 set 2015)
Hundreds of refugees arrived near the Hungarian village of Beremend after crossing over from Croatia, on Friday. Police and army officers oversaw the operation which saw refugees switch buses at Beremend’s bus depot. Hungarian volunteers provided supplies to those on the packed buses, passing bottles of water and food through the open windows...
VIDEO: https://www.youtube.com/watch?v=jFxXi26wrVc


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http://www.jutarnji.hr/vucic-u-cudu--vulin-prijeti-tuzbama--zao-mi-je-sto-su-hrvatska-humanost-i-solidarnost-trajale-samo-dva-dana-/1420320/

Jutarnji.hr - 18.09.15

VUČIĆ U ČUDU, VULIN PRIJETI TUŽBAMA
'Žao mi je što je hrvatska humanost trajala samo dva dana, kod nas je bilo 140.000 ljudi'

Autor: Hina

Srbijanski ministar rada i socijalne skrbi Aleksandar Vulin poručio je u četvrtak Hrvatskoj da ne zatvara granicu i međunarodne puteve i najavio da će, u protivnom, Srbija zatražiti zaštitu pred međunarodnim sudovima.

"Želimo upozoriti Hrvatsku i svaku drugu zemlju da ne dolazi u obzir zatvaranje međunarodnih puteva i da ćemo zaštitu svojih ekonomskih i svakih drugih interesa zatražiti pred međunarodnim sudovima", izjavio je Vulin u Horgošu za agenciju Tanjug, reagirajući na raniju najavu iz Zagreba da bi Hrvatska mogla zatvoriti svoje granice bude li dnevno pristizalo toliko izbjeglica kao u srijedu, kada ih je stiglo više od 5.000.

Ministar Vulin kaže kako to što "Hrvatska nije u stanju skrbiti za svega 6.000 ljudi nije i ne smije biti razlog" da se prijeti okružju, a još manje da se izbjeglicama uskrate elementarna ljudska prava.

"Mi nećemo plaćati cehove tuđe nesposobnosti. Ako Hrvatska nije sposobna izboriti se sa 6.000 migranata, Srbija je spremna poslati joj pomoć i ljude koji su se posljednjih mjeseci izborili sa 140.000 mirnih i civiliziranih ljudi koji nisu napravili niti jedan incident", rekao je Vulin, dodajući kako mu je "žao što je hrvatska humanost i solidarnost trajala samo dva dana".

Vulin je upozorio da je Srbija dosad registrirala "više od 140.000 ljudi koje je i nahranila, liječila i zaštitila", dok Hrvatska sa 6.000 još neregistriranih migranata "prijeti zatvaranjem međunarodnih puteva i granica".

"Da je Srbija zatvorila svoje granice kad je u jednoj noći iz Makedonije i Grčke ušlo više od 9.000 migranata, danas bi Makedonija bila suočena s potpunim kolapsom, a EU s humanitarnom katastrofom neslućenih razmjera", ustvrdio je Vulin pošto su hrvatski dužnosnici u četvrtak najavili će Hrvatska zatvoriti granicu bude li ponovo u jednom danu na njezin teritorij ušlo oko 8.000 izbjeglica.

"Nema potrebe da dolazite, niti je Hrvatska zainteresirana da bude mjesto na kojem ćete pokušati tražiti istu zaštitu koju možete imati i u onim zemljama u kojima ste već", izjavio je u četvrtak hrvatski ministar unutarnjih poslova Ranko Ostojić, potvrdivši da je granica Slovenije zatvorena za izbjeglice, a tranzitni koridori ne postoje.

Beogradski elektronički mediji prenose u četvrtak navečer i izjavu srbijanskog premijera Aleksandra Vučića iz Washingtona kako "ne razumije zašto je Hrvatskoj problem da osigura nužnu pomoć i potporu izbjeglicama".

Vučić je dodao da Srbija u potrazi za rješenjima izbjegličke krize "surađuje sa svima i spremna je tako i nastaviti".

"Znate, u našoj zemlji ti ljudi prođu oko 600 kilometara i ostaju mnogo duže nego što su ostali u Hrvatskoj koja ima taj problem dva dana, a mi imamo četiri mjeseca", rekao je Vučić u Washingtonu, gdje boravi u trodnevnom posjetu.

Naglašavajući kako je Srbija bila spremna prihvatiti izbjeglice, Vučić je rekao da ne razumije šta je problem "svima drugima oko toga, poglavito onima koji imaju rutu od 35 kilometara, pa zatvaraju puteve prema Srbiji".

"Nikako ne razumijem o čemu se sve radi. Možda mi ne umijemo kukati, plakati, tražiti novac... Ne znam o čemu je riječ?", rekao je srbijanski premijer komentirajući izbjegličku krizu koja se iz Srbije i s mađarsko-srbijanske granice od srijede prelijeva u Hrvatsku.

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17.09.15 u 23:06
KRIZA SE U SVE VEĆOJ MJERI SELI I U SLOVENIJU Ljubljana zbog izbjeglica do daljnjeg otkazala vlakove iz Hrvatske
Slovenske željeznice objavile su u četvrtak navečer da su do daljnjega otkazale međunarodne vlakove iz Hrvatske preko Dobove zbog mogućnosti da ih koriste migranti.


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http://www.rt.com/news/315892-croatia-refuses-accept-refugees/

Croatia refuses to accept refugees, partly closes borders with Serbia

Published time: 18 Sep, 2015

Croatia has closed seven of its eight border crossings with Serbia overwhelmed by a huge surge of refugees turned away by Hungary. PM said Croatia will not accept or accommodate asylum seekers any longer.

"We cannot register and accommodate these people any longer," Prime Minister Zoran Milanovic told reporters on Friday. "They will get food, water and medical help, and then they can move on. The European Union must know that Croatia will not become a migrant 'hotspot.' We have hearts, but we also have heads."

On Thursday Croatia closed most of its road border crossings with Serbia leaving only one on the main road linking Belgrade and Zagreb at Bajakovo. The decision came as over 13,000 refugees entered the country after Hungary closed its borders on Wednesday failing to cope with the refugee flow. Police told Reuters that about 500 refugees had been detained after crossing into the south of Hungary from Croatia on Thursday.

Some of the refugees appear to be stuck on the border between Croatia and Hungary. Reuters reported on Thursday that a convoy of more than 10 buses which was heading towards the Croatian city of Osijek was turned towards the Hungarian border. Refugees were offloaded at the Croatian border village Beremend, according to a Reuters reporter at the scene. Hundreds of migrants were also witnessed on Friday at a petrol station by a road in the Croatian border town of Beli Manastir.

Scuffles between refugees erupted on Friday at the Croatian Beli Monastir train station as the people were boarding the trains bound for Zagreb. Some were injured and received first aid.

Dozens of refugees staged a silent sit-in protest at the Serbian-Hungarian border near the town of Horgos on Friday. They held placards which read: “We don’t have houses anymore. We will live here,” and “This is shame for Europe.”

The site was a scene of violence on Tuesday, when police used water cannon and teargas to push back refugees attempting to enter Hungary.

Milanovic said on Friday he has called a session of Croatia's National Security Council. Interior Minister Ranko Ostojic told N1 Television that “it’s a matter of time” before Croatia closes all borders. 

Columns of asylum seekers were expected to turn to Slovenia, however the Interior Ministry said on Friday that Slovenia does not intend to open a corridor for the refugees heading to Western Europe to pass through.

"At the moment we have no basis on which we could form a corridor," Interior Ministry state secretary Bostjan Sefic told reporters.

'Time is running out'

The UN refugee agency (UNCHR) on Friday issued a stark warning that time was running out for Europe to resolve the current refugee crisis.

"With more than 442,440 refugees and migrants having arrived via the Mediterranean so far this year, some 2,921 deaths, and 4,000 people arriving on the Greek islands daily, the crisis is growing and being pushed from one country to another without solution," UNHCR spokesperson Adrian Edwards told reporters in Geneva.

The agency blamed an absence of a “coherent response” to the situation as the main reason for confusion which sometimes resulted in violence at the border crossings and camps. 

"This environment is fertile ground for people-smugglers and others seeking to prey on this vulnerable population," he said.

He welcomed European Parliament’s Thursday decision to relocate an additional 120,000 people to all countries of the EU.

Adrian Edwards said that the Extraordinary Justice and Home Affairs Council meeting called for Tuesday and the European Council meeting slated for Wednesday may be “the last opportunity for a positive, united and coherent European response to this crisis.”

“Time is running out," he said. 

The International Organization for Migration (IOM) warned on Friday that the situation risked turning into another WWII.

"It's very similar to what happened in the 1920s in Europe when the beggar-thy-neighbour policy on trade pitted countries against each other and led to the war,” said Joel Millman, spokesman for the IOM. 

“We fear that something similar is happening now with the kind of hardening of borders and as a response to Germany's decisions."

In a report issued on Friday, the European statistics agency (Eurostat) said that the number of people seeking refuge in the EU in the second quarter of 2015 was 85% higher than during the same period in 2014.

213,200 people have applied for asylum in second quarter of 2015, with Germany receiving the highest number of applications – more than a third. Hungary had 15 percent; Austria had 8 % followed by Italy, France and Sweden – each 7 %. Compared with the population of each EU member state, the highest rates of registered first time applicants during the second quarter 2015 were recorded in Hungary, according to Eurostat. Most of the asylum seekers are from Syria and Afghanistan, it said.


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http://www.rt.com/news/315906-hungary-train-arrest-migrants/

‘Human smuggling’? Hungary stops train with 1,000 asylum seekers escorted by 40 Croatian police

Published time: 18 Sep, 2015

An unannounced train carrying over 1,000 asylum seekers, accompanied by around 40 Croatian police officers, has been intercepted by Hungarian authorities, who accused Zagreb of breaking international laws and intentionally participating in “human smuggling.”

The train carrying up to 1,000 refugees was accompanied by some 40 Croatian police officers, who were reportedly detained and then sent back. Croatian police however refuted initial reports that officers accompanying the train were detained or disarmed, explaining that 36 officers “returned” to Croatia in the evening.

“There was no disarming or arrests. It is not true,” Croatian police spokeswoman Jelena Bikic told Reuters, claiming that there was “an agreement about the escort between the police officers from the two sides in advance.”

Hungarian authorities said that the incident happened due to Croatia’s failure to coordinate train’s border crossing. According to the head of the Hungarian disaster unit, Gyorgy Bakondi, the Croatian train arrived at Magyarboly without any prior notice, bringing the number of unannounced arrivals to over 4,000 on Friday alone.

Croatia’s FM Vesna Pusic claimed that the two countries had agreed “to provide a corridor” for refugees, Sky News reported. However Hungarian spokesman Zoltan Kovacs rejected the claim as a “lie.”

“The Croatian system for handling migrants and refugees has collapsed basically in one day,” Kovacs added. “What we see today is the failure of the Croatian state to handle migration issues. What is more we see intentional, intentional, participation in human smuggling taking the migrants to the Hungarian border.”

Hungary’s foreign minister earlier in the day accused Croatia of encouraging migrants to break the law.

“Rather than respecting the laws in place in the EU, they (Croatia), are encouraging the masses to break the law, because illegally crossing a border is breaking the law,” Peter Szijjarto said in Belgrade. “At the moment, the Croatian government is transporting migrants – in contravention of the laws in force in the European Union – towards the Hungarian border instead of giving them a place to stay and looking after their needs,” he added.

After Hungary blocked off their border with Serbia this week with the aid of a metal fence and riot police, migrants flooded neighboring Croatia in search for an alternative route. More than 17,000 have arrived in the country since Wednesday morning.

“We cannot register and accommodate these people any longer,” Croatian Prime Minister Zoran Milanovic told a news conference. “They will get food, water and medical help, and then they can move on. The European Union must know that Croatia will not become a migrant ‘hotspot’. We have hearts, but we also have heads.”

Meanwhile European Commission President Jean-Claude Juncker offered Croatia logistical and technical assistance to cope with the migrant flow during a conversation with Milanovic.

“Both stressed the need to enhance the protection of the EU's external border, to step up EU assistance in our immediate neighborhood and to make swift progress on operational solidarity between the EU Member States to cope with the refugee crisis,” Juncker's office said.


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In english: EUROPE FORGETS THAT SERBIA ALONE RECEIVED 900,000 REFUGEES IN THE NINETIES (September 20, 2015 - by Grey Carter)
https://theremustbejustice.wordpress.com/2015/09/20/europe-forgets-that-serbia-alone-received-900000-refugees-in-the-nineties/



Srbijadanas.com, 08.09.2015., SIT GLADNOM NE VERUJE: 
Evropa zaboravlja da je Srbija sama primila 900.000 izbeglica tokom devedesetih!

14. Septembar 2015.

Dok se Evropljani na čelu sa Nemačkom svađaju i prepiru kako će raspodeliti 500.000 izbeglica iz Sirije, jer će to biti “veliki udar” na njihovu ekonomiju, kao da se zaboravlja da je samo Srbija tokom devedesetih godina primila blizu 900.000 izbeglica i raseljenih lica, pre svih iz Hrvatske, Bosne i Hercegovine i sa Kosova i Metohije.

Talasi izbeglica, koji svakim danom stižu u Evropu, prete da preliju zemlje Evropske unije. Glavno pitanje u javnosti bilo je – koliko će koja država dobiti migranata i da li će moći da se izbori sa tim vrtoglavim brojkama? Ali, pre svega, setimo se i naše situacije 90-ih godina, naših brojki, kapaciteta i mogućnosti.

Zbog krizne situacije sa migrantima, Martin Šulc je pozvao na iznalaženje zajedničkog evropskog rešenja za situaciju sa migrantima i izbeglicama i na primenu sistema kvota za raspodelu izbeglica među državama članicama EU.

On je izrazio sumnju da države članice mogu da postignu bilo kakav uspeh putem individualnih mera. Nakon prisutnog straha od hiljada izbeglica koje iz dana u dan pristižu u sve većem broju, ipak je donesen plan briselske Komisije gde je odlučeno da je pred Nemačkom veliki zadatak – da primi najveći broj migranata.

Pre nego što se budemo bavili nemačkim problemima, podestimo se situacije u Srbiji 90-ih. Ratovi 1991-1995 i 1999. doneli su u Srbiju veliki broj izbeglica iz Hrvatske, Bosne i Hercegovine, Makedonije, Slovenije… Sa KiM je nakon 1999. prebegao veliki broj Srba u užu Srbiju i Vojvodinu, a, oni se, budući da su izbegli iz svojih kuća, ali razmešteni na teritoriji svoje zemlje, tretiraju kao raseljena lica.

Savo Štrbac, predsednik Informaciono-dokumentacionog centra “Veritas”, za portal Srbija Danas.com iznosi neverovatne podatke sa kojima se Srbija suočavala tih godina, imajući sličan problem kao zemlje EU danas.

Štrbac kaže da je prema popisu Komeserijata za izbeglice Srbije koji je verifikovao UNHCR-a 1996. godine izbeglica iz Hrvatske je tada bilo 297.543, iz Bosne 254.326, iz Makedonije 1.322, iz Slovenije 3.168, onih koji nisu hteli da odgovore 9.916, onih koji su pisali samo “SRJ” 949, što je ukupno 566.275 – toliko je popisano izbeglica u Srbiji 1996. godine.

Nakon reintegrisanja Istočne Slavonije, Baranje i Zapadnog Srema nakon 1998. godine u Srbiju je stiglo još 90.000izbeglica.

Raseljenih lica sa Kosova i Metohije posle 1999. godine ima 230.000.

To znači da je ukupno Srbija hranila 886.275 izbeglica i raseljenih lica!

“Bilo je i kasnijih popisa, ali ovi su najrelevantniji. Nakon ratova bilo je svega – ili su se vraćali u svoje stare krajeve, ili su odlazili negde u svet, ili ostajali u Srbiji i dobijali srpsko državljanstvo i tako se integrisali, pa su obrisani kao izbeglice”, kaže Savo Štrbac.

“Jasno je da je Srbija mnogo manja i skromnija od Nemačke. To je bilo strašna situacija za Srbiju (tadašnju SRJ), jer je bila izmučena ratovima, tako da je to bilo veliko opterećenje. Bez obzira što nam je pomagala Međunarodna zajednica preko UNHCR-a - to bilo mnogo teže za Srbiju nego za sadašnje stanje koje se očekuje u zemljama EU”, rekao je Štrbac.

Situacija u Nemačkoj

“Nemačka bi to sigurno podnela finansijski. Ali tu postoje drugi problemi, kao što su kulturološki i bezbednosni, i to usložnjava situaciju. Srbija je imala rat, inflacije, siromaštvo, tajkuni su je opljačkali nakon rata – a sa druge strane Nemačka kao najbogatija, ima visok standard i dosta veću površinu”, kaže Štrbac.

“Dakle Srbija je sa 1999. godinom, sa raseljenim licima sa KiM, imala oko 800.000 izbeglica, a Nemačka sigurno može više, čak i nekoliko miliona. U to ne treba sumnjati.”, zaključio je Štrbac.

Dragaš: Srbija finansirala 5% u pomoći izbeglicama, ostatak su izneli građani

Ekonomista Branko Dragaš konstatuje da smo tokom 90-ih godina imali masovno proterivanje Srba. “Svega oko 5 odsto država Srbija je učestvovala u finansiranju izbeglica, sve ostale troškove podneli su građani Srbije. Prema tome, Nemačka svoj problem treba da rešava na svom državnom nivou, pa da vidimo da li će građani Nemačke moći da prihvate migrante koji su došli kao posledica pogrešne politike Zapada ka arapskom svetu”, kaže Dragaš. On navodi da mi nismo krivi za migracionu krizu, već da „za to treba da odgovaraju Evropska unija i Amerika“.

“To je njihov problem. Uostalom, ako zemlje EU tipa Mađarska, Češka ne žele da prihvate kvote, ne vidim razloge da i mi prihvatamo neke izbeglice. Možemo da pomognemo samo dok su oni u tranzitu kod nas, i to u vidu najosnovnijih potreba”, rekao je Dragaš.

Hrvatska prima 500 izbeglica?!

Govoreći o aktuelnim raspodelama izbeglica po članicama EU, Štrbac kaže da Hrvatska dobija nedefinisan broj, i da negira da će primiti onoliko koliko im dodeljuje EU.

“Oni su sada Hrvatskoj po tim kvotama dodelili 3.200 migranata, a hrvatska ministarka i tu cifru negira i govori o primanju 500 migranata!”, kaže Štrbac.

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Više od 800.000 izbeglica

“Dakle Srbija je zaključno sa 1999. godinom sa raseljenim licima sa Kosova i Metohije hranila više od 800.000 izbeglica. Ovaj broj je bio veliki za Srbiju. Broj izbeglica sa kojima se suočavaju današnje zemlje EU nije alarmantan, s obzirom koliko je Srbija mala zemlja i kako se finansijski izborila u našem slučaju”, zaključio je Štrbac.