Costituzione serba e modifiche dei confini

In Serbia si sono finalmente accorti che la Costituzione prevede un
referendum per ogni eventuale modifica dei confini statali:

http://www.b92.net/info/vesti/index.php?yyyy=2006&mm=02&dd=16&nav_id=188794

Il Presidente della Corte Costituzionale ha affermato che soltanto i
cittadini, con un referendum, possono decidere riguardo ai cambiamenti
dei confini statali.

Slobodan Vucetic ha detto che ai sensi della Costituzione della Serbia
in vigore, il territorio della Serbia è integrale ed inalienabile.
"A seconda dei risultati delle trattative sul tema di Kosovo, soltanto
i cittadini con un referendum, la maggioranza assoluta del corpo
elettorale di tutti i cittadini con diritto di voto possono decidere a
proposito del cambiamento dei confini statali. Questo è l'unico modo
per modificare i confini statali, fintantochè questa Costituzione è in
vigore", ha affermato.

Questa notizia giunge dopo la seduta del Consiglio di Sicurezza
dell'ONU, nella quale sono state ripetute le varie ipotesi per la
soluzione del "problema" Kosovo, quando la Presidentessa del Centro
serbo di Coordinamento per il Kosovo e Metohija, Sanda Raskovic Ivic,
ha annunciato la possibilità dell'organizzazione di un referendum
sullo status del Kosovo, nel caso in cui le trattative andassero male
per gli interessi della Serbia.

http://www.b92.net/info/vesti/index.php?yyyy=2006&mm=02&dd=15&nav_id=188639

(informazioni a cura di D. Kovacevic)

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KOSOVO: KOSTUNICA, SECESSIONE DA SERBIA E' UNA RAPINA /ANSA

(ANSA) - BELGRADO, 15 FEB - Il governo della Serbia resta aggrappato
strenuamente al suo no a ogni ipotesi di secessione della provincia a
maggioranza albanese del Kosovo, il cui status sara' al centro di un
decisivo negoziato internazionale a partire dal 20 febbraio prossimo.
Lo ha ripetuto oggi con toni da comizio il premier Vojislav Kostunica,
il quale - durante una manifestazione pubblica - ha detto che
Belgrado, pur disponibile a un ''compromesso'', giudicherebbe
addirittura alla stregua di ''una rapina'' l'eventuale riconoscimento
internazionale della regione contesa come staterello indipendente.
Kostunica ne ha parlato nella storica cittadina di Oresac, in
occasione dell'odierna festa nazionale che la nuova Serbia
postjugoslava celebra nel ricordo del 15 febbraio 1804, data della
prima insurrezione popolare ottocentesca contro la dominazione turca,
nonche' in omaggio alla prima costituzione liberale del Paese, varata
sempre il 15 febbraio, ma nel 1835. ''Dividere il Kosovo dalla Serbia,
attraverso una rapina, rappresenterebbe una diretta violazione del
diritto internazionale'', ha tuonato il premier. ''Noi siamo
pienamente disponibili a soluzioni di compromesso che garantiscano una
sostanziale autonomia'', ha aggiunto, precisando pero' che dell'
indipendenza reclamata come un diritto dalla leadership della
maggioranza albanese della provincia (il 90% della popolazione (anche
di più, in seguito alla pulizia etnica di stampo nazista in atto,
appoggiata dalla NATO! ndCNJ) ). Belgrado, almeno ufficialmente, non
vuol proprio saperne. ''I principi su cui si basa la Serbia per
risolvere questo problema sono in linea con il diritto
internazionale'', ha sottolineato Kostunica, rifacendosi ancora una
volta al rispetto dei confini riconosciuti di uno Stato sovrano e alla
risoluzione 1244 dell'Onu: quella con cui la comunita' internazionale
si impegno' nel 1999, dopo i bombardamenti Nato e la cacciata dal
Kosovo delle forze di Slobodan Milosevic, a non mettere tuttavia in
discussione la sovranita' di Belgrado sulla regione. Il primo ministro
serbo, paladino nel 2000 delle rivolta popolare che condusse alla
caduta di Milosevic, ha sempre detto che il suo governo - sebbene
condanni i metodi del vecchio regime - non intende discostarsene nel
rifiuto di ammettere la secessione del Kosovo: una terra che i serbi
considerano culla secolare della loro cultura e della loro fede
ortodossa. Di recente egli ha anzi avvertito di essere deciso ad
accogliere come ''illegittima'' l'eventuale dichiarazione
d'indipendenza, anche se certificata dalla comunita' internazionale,
mentre ha preferito non commentare la sparata del leader
dell'opposizione nazionalista Tomislav Nikolic, che nei giorni scorsi
si e' spinto ancora piu' in la' proponendo di qualificare in
Parlamento come ''regione occupata'' un futuro Kosovo indipendente. La
secessione definitiva della provincia, pretesa a gran voce e senza
indugi come unica soluzione accettabile dalla dirigenza locale
albanofona, viene ormai evocata sotto banco come inevitabile, seppure
a tappe, anche da diversi diplomatici occidentali. Un rappresentante
del Foreign Office britannico ne ha parlato giorni fa per la prima
volta in modo pubblico ed esplicito, suscitando a Belgrado un vespaio
di proteste. (ANSA). LR
15/02/2006 17:16