[Agg. 4/3/2020: foto e video di Giulia Capriotti] A Pozza di Acquasanta Terme (AP) sabato 21 settembre 2019 è stato inaugurato il Cimitero Partigiano Internazionale, restaurato anche grazie al contributo del Coordinamento Nazionale per la Jugoslavia ONLUS
Le nuove lapidi sono state infatti realizzate con gli 8000 euro devoluti dalla nostra associazione. Con l'occasione è stata verificata l'anagrafica e la corretta grafia dei nomi dei caduti, come già spiegato sul nostro sito.
Contestualmente al restauro sono stati apposti un pannello esplicativo dei fatti storici, su supporto ligneo, e una targa marmorea che così recita:
Nel Trentennale dell'eccidio nazi-fascista del 1944 partigiani italiani e stranieri ebbero qui degna e comune sepoltura
Il sisma del 2016 e il "nevone" del 2017 semidistrussero questo Sacrario
L'amministrazione comunale col contributo di Jugocoord e A.N.P.I. lo restaurò
A imperitura memoria
2019
foto di Giulia Capriotti
SCARICA LA LOCANDINA DELLA CERIMONIA DI POZZA 21/9/2019 (PDF)
Nel corso della cerimonia del 21 settembre, oltre alle istituzioni – Sindaco di Acquasanta, presidente della Provincia e vicepresidente della Giunta regionale – e ai rappresentanti di ANPI e Jugocoord, è intervenuto l'attore Pietro Benedetti con la recitazione di stralci dalle "Memorie di Cola Giovanni", poemetto in ottava rima di Guido De Julius: una testimonianza di straordinario valore storico e civile, reperita negli anni Settanta dall'indimenticabile Drago Ivanović, rimasta inedita fino ad oggi. Ha scritto Benedetti:
Una manifestazione bellissima, presenti le istituzioni, l'ANPI locale e provinciale, i ragazzi delle scuole con i loro insegnanti e il preside – pure se la scuola era chiusa –, poi i tre montenegrini nipoti di uno dei partigiani slavi caduti (Jovan Karadaglić), Susanna Angeleri, Pietro Benedetti e Fabrizio Amadio per Jugocoord... e, per la prima volta...
... la storia di un eroe: Giovanni Cola da Collefrattale, rimasta nascosta fino ad oggi, raccontata in Ottava Rima da Guido de Julius. Una storia che fu raccolta da un manoscritto dal compianto Drago Ivanović, partigiano fuggito dal Lager di Colfiorito, superstite delle stragi nazifasciste di Acquasanta Terme.... avevo dei Tedeschi gran timore
ma pur dei lor comandi fe' rifiuto
seguitai ancor far di quel favore
a tanti prigionieri gli resi aiuto
dicovi il vero e non vi faccio errore
ditemi un pò voi se fui risoluto
il giorno stesso ch'ebbi tanti guai
la sera a casa i Partigian portai!(da " Giovanni Cola " di Guido de Julius)
Aggiornamento 4/3/2020 – foto e video gentilmente concessi da Giulia Capriotti:
VIDEO: Pietro Benedetti recita brani dalle Memorie di Guido De Julius
Di seguito riportiamo alcuni video e fotografie della cerimonia. In calce riproduciamo l'articolo apparso sul periodico ANPI Patria Indipendente.
VIDEO: Ingresso al suono del Silenzio
VIDEO: Intervento di Susanna Angeleri per Jugocoord
VIDEO: I ragazzi recitano poesie
VIDEO: Bella Ciao
VIDEO: L'intervento di Dražen Karadaglić, nipote del martire Jovan
VIDEO: Acquasanta Terme - Riaperto il cimitero dei partigiani chiuso per sisma (22 set 2019, Redazione VeraTV)
Oltre 100mila euro di lavori per il sacrario nella frazione di Pozza, luogo dell'eccidio del 1944
Si ringrazia G. Parlamenti per le fotografie
Un piccolo grande cimitero internazionale partigiano
Redazione Patria Indipendente, 20 settembre 2019
Sui monti di Acquasanta Terme (Ascoli Piceno) era stato danneggiato gravemente dal sisma di tre anni fa. Sabato 21 settembre l’inaugurazione dopo la messa in sicurezza dell’area, il restauro e la sistemazione delle lapidi. E domenica 22 una cerimonia all’ex campo di prigionia di Colfiorito
Testimonia la lotta e la solidarietà di popoli uniti contro il nazifascismo il cimitero partigiano internazionale di Pozza e Umito, frazioni di Acquasanta Terme (AP). E da domani racconterà anche di uno straordinario impegno di ricostruzione e di recupero della memoria della Resistenza in un territorio glorioso. Le lapidi, le mura, tutta l’area erano state infatti gravemente lesionate dal terremoto dell’agosto di tre anni fa, dalla neve eccezionale dell’inverno successivo e dalle nuove scosse del gennaio. «Era un’ulteriore ferita per una Comunità che mai ha dimenticato», illustra Giuseppe Parlamenti, vicepresidente del Comitato provinciale Anpi picentino.
L’11 marzo del 1944 le contrade acquasantane di Pozza, Pito, Umito, San Martino, arrampicate sui marchigiani Monti della Laga (Parco nazionale del Gran Sasso) furono teatro di un eccidio di civili – 10 vittime, la più giovane era una bimba di undici mesi, sorpresi all’alba dalla 6°compagnia Brandenburg con l’indispensabile supporto dei collaborazionisti locali, buttati giù dal letto e crivellati a colpi di mitra – e di una battaglia durissima ingaggiata dai partigiani della formazione guidata dal capitano dei carabinieri Ettore Bianco, dove operavano anche militari inglesi, grecociprioti e soprattutto della ex Jugoslavia, fuggiti dopo l’armistizio dai campi di prigionia di Colfiorito e Servigliano.
Caddero in 26 tra i boschi di castagni in uno scontro durissimo, tra loro pure una donna, falciata dai proiettili dopo essere riuscita a lanciare una bomba a mano e aver ferito gravemente un sergente tedesco. «Le spoglie delle vittime della strage e dei morti in combattimento – continua Parlamenti –– prima sepolte in una fossa comune, nel 1974 furono traslate nel cimitero. Sia il governo inglese sia quello della ex Jugoslavia volevano rimpatriare i loro connazionali, ma il sindaco di allora, Ciro Centini, eletto con la Dc, dando voce ai sentimenti della popolazione di Acquasanta, riuscì ad ottenere che restassero, per riposare insieme agli italiani: “Hanno vissuto per mesi nelle nostre povere case, abbiamo hanno condiviso momenti terribili e qui sono morti, lasciateli con noi”, documenta una corposa corrispondenza ufficiale».
Neppure due mesi dopo i sismi e le intemperie dell’inverno 2016-2017, già nel 73° anniversario del massacro nazifascista e della battaglia, la sezione dei partigiani di Acquasanta aveva ripristinato la grande targa marmorea del sacrario. Tuttavia i danni erano ingentissimi e se non ci fosse stato un intervento di messa in sicurezza da parte del Comune l’intero cimitero sarebbe franato a valle. Lavori costosi, oltre 64mila euro sono stati investiti dall’amministrazione cittadina, e a dare un importante contributo al restauro del cimitero, 8mila euro, è stato il Coordinamento nazionale per la Jugoslavia (Jugocoord).
Le opere di riqualificazione sono state realizzate ad agosto e così sabato 21 settembre e domenica 22 un doppio appuntamento ribadirà la vocazione democratica e solidale del territorio. Domani, si terrà l’inaugurazione del cimitero con gli interventi dei rappresentanti di tutte le istituzioni locali, a cominciare dal primo cittadino di Acquasanta Terme, Sante Stangoni, e di Sergio Fabiani, presidente della Provincia, di Anna Casini, vicepresidente della giunta regionale. Un parterre d’eccezione completato dal presidente dell’Anpi provinciale Pietro Perini, da Susanna Angeleri, componente del direttivo Jugocoord, l’attore Pietro Benedetti con la recitazione di stralci dalle “Memorie di Cola Giovanni”, un poemetto in ottava rima di Guido De Julius, reperita negli anni Settanta dal partigiano Drago Ivanović e rimasta inedita fino a oggi; parteciperanno inoltre alcuni familiari dei Caduti stranieri che porteranno le testimonianze dei loro congiunti.
Sarà Giuseppe Parlamenti, dopo il taglio del nastro, ad avviare la cerimonia inaugurale con una relazione sulla storia del cimitero e sul restauro. Il vice presidente provinciale dei partigiani ha infatti personalmente ha curato la revisione dei dati riportati sulle lapidi e verificato l’anagrafica e la corretta grafia dei nomi, inserendo inoltre quelli di tre Caduti montenegrini finora assenti (mentre era riportato un solo diverso nominativo, risultato errato).
Sono dunque 37 le lapidi per 39 Caduti: le vittime dell’11 marzo 1944, e altre tre originarie di Acquasanta morte in altre date o luoghi: in particolare di, 13 italiani, 21 jugoslavi (montenegrini), e 5 tra inglesi e grecociprioti.
All’ingresso del cimitero, ci anticipa Parlamenti, è stato istallato un pannello che riporta le vicende accadute e l’Albo d’oro di tutti i combattenti di Acquasanta Terme, partigiani e patrioti operanti anche fuori del territorio che può vantare al Valor Militare ben 2 Medaglie d’Argento, 6 di Bronzo, 2 Croci al VM e 15 Croci al merito di guerra (queste ultime concesse a chi, pur senza aver compiuto particolari e rischiose azioni, avesse fatto onore al Paese per almeno 5 mesi). Tra i decorati anche il parroco di Umito, Gisberto D’Angelo, che ospitò il comandante Bianco e si adoperò per far rilasciare alcuni ostaggi e prigionieri in mano ai tedeschi.
Il pannello riporta anche una frase pronunciata da una delle giovani vittime della strage, Emidio Collina, appena diciottenne, al maresciallo, italiano collaborazionista, che gli sparava: ”Cittadino, quando vedrai mia madre dille di non piangere, giacciono con me fratelli italiani, jugoslavi, inglesi, grecociprioti”. Quei mesi di lotta continuano a unire i popoli, “Qui trovammo fede, madri, fucili. I morti lo sanno i vivi non dimenticheranno”, recita un’altra iscrizione. E con i familiari dei Caduti stranieri, domenica 22, alle ore 10, si terrà una cerimonia all’ex campo di prigionia di Colfiorito da cui riuscirono a scappare la maggior parte dei militari degli eserciti Alleati che poi rimarranno sui Monti della Laga a combattere nella formazione di Bianco. «Trovarono ospitalità, solidarietà e affetto in case di persone poverissime, già provate dalla miseria prima della guerra. Grandioso fu il contributo delle donne del luogo», precisa Parlamenti. Se Martina Cristanziani, Caduta nella battaglia dell’11 marzo ’44, è considerata nell’Ascolano simbolo delle donne partigiane, non di meno fu generoso e imponente l’apporto di tutte le donne di Acquasanta, sfamarono i partigiani e in tantissime furono staffette.
Il libro “La libertà… racconti di donne resistenti” scritto da Rita Forlini, l’altra vicepresidente del comitato provinciale Anpi di Ascoli Piceno, e Pacina Pacioni, allora consigliere alle Pari opportunità del capoluogo (pubblicato grazie al Comune di Teramo, all’Arci e all’Istituto storico locale della Resistenza) e attraverso i ricordi della famiglia Digiambattista ripercorre la formidabile partecipazione del mondo femminile acquasantano alla lotta di Liberazione. «Anche le più giovani rischiarono la vita per procurarsi i vettovagliamenti e consegnare le informazioni ai partigiani», spiega la vicepresidente dell’Anpi picentina Rita Forlini. Sabato 21 settembre molti coetanei di quelle donne e dei Caduti parteciperanno alla nuova inaugurazione del Cimitero partigiano. «Con gli studenti e gli insegnanti dell’Istituto comprensivo del Tronto e Valfluvione l’Anpi avvierà un progetto di incontri con la storia e La giornata di domani rappresenterà un passaggio di testimone dal passato al presente» aggiunge la vicepresidente Forlini. «Nel segno dell’auspicio riportato sulla targa che da domani accoglierà i visitatori», conclude il vice presidente Parlamenti. Quell’epigrafe, oggi più attuale che mai, è quasi un appello: “Fiumi di sangue divisero i popoli. Che oggi il sacrificio dei compagni migliori li unisca”.