Jugoinfo


Cronache non-sportive e che non riguarderebbero la Svizzera

L’allenatore della nazionale serba Mladen Krstajic: «Purtroppo solo i serbi, a quanto pare, vengono condannati sulla base di una giustizia selettiva. Prima il maledetto Tribunale internazionale penale dell’Aja, oggi il Var». (Fonte: https://www.tio.ch/sport/mondiali-2018/1304882/aperta-un-inchiesta-contro-xhaka-e-shaqiri )

Sulle provocazioni nazionaliste pan-albanesi in occasione di eventi calcistici si veda anche:

Drone con bandiera della Grande Albania interrompe la partita di calcio Serbia-Albania (2014)
Le autorità calcistiche internazionali non comminano alcuna penalizzazione e l'autore del gesto, fratello del premier albanese Edi Rama, è subito rilasciato in quanto cittadino statunitense
https://www.cnj.it/documentazione/kosova.htm#drone2014

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http://www.sinistra.ch/?p=7479

Il sopravvento della politica nella partita Serbia-Svizzera

23 giugno 2018 – di Davide Rossi

Vladimir Petkovic è croato-bosniaco, ma è da tempo un consapevole cittadino svizzero, sa, certo meglio di molti altri, che occorre non alimentare i sentimenti ostili verso gli avversari, più che mai prima di giocare con la Serbia, forse per questo ha scelto come sede del ritiro insieme al suo vice Antonio Manicone, non una città scintillante della Russia di oggi, ma Togliatti, detta spesso in italiano Togliattigrad, la città dove una grande fabbrica della Lada-Vaz, Volžskij Avtomobilnyj Zavod, la Fabbrica Automobilistica della Volga, domina orizzonti di case popolari dalla profonda sobrietà socialista.

Per Petkovic sono certo il ricordo della sua gioventù jugoslava e probabilmente un luogo capace di permettergli di trasmettere ai giocatori qualche parola sull’importanza del lavoro operaio e della lotta dei sovietici contro il nazifascismo nella seconda guerra mondiale.

Tuttavia nella Svizzera ci son molti kossovari e quando Xherdan Shaqiri posta su Instagram le sue scarpe da gioco, una con bandiera svizzera e l’altra con quella kossovara, la provocazione diventa pericolosa. La partita inizia con gli elvetici confusi e spauriti e il serbo Mitrovic che al quinto minuto salta surclassando Schar e Akanji, incornando in rete e illudendo i suoi compagni che la Serbia possa avere gioco facile. Nel secondo tempo i rossocrociati, mettendo a frutto gli insegnamenti di Gianni Brera, ovvero difendendo la sconfitta e attendendo il momento opportuno per il contropiede, infilano così due volte i balcanici, raccogliendo una meritata vittoria.

Qui dovrebbe finire la cronaca della partita, ma purtroppo non è così, le reti sono dei kosovari Xhaka e Shakiri, che aveva anche colpito con un gran tiro l’incrocio dei pali e che nella rete al ’90 è stato lanciato da Mario Gavranović, ticinese di origini croato-bosniache e attaccante della Dinamo Zagabria, di più, Xhaka e Shakiri hanno esultato facendo a doppie mani il simbolo dell’aquila albanese, irridendo i serbi e inneggiando al separatismo etnico, Petkovic ha deplorato il fatto, la stampa europea titola in molti casi di “vendetta kossovara”, il capitano Stefan Lichsteiner ha giustificato i compagni a suo dire vittime di una guerra durissima, come se l’UCK non fosse stato uno strumento militare sostenuto dall’Occidente e dall’islamismo salafita internazionale.

La Serbia ha avanzato proteste ufficiali sia a livello diplomatico, sia contro la FIFA, ritenendo che alle provocazioni si sia aggiunta una certa indulgenza arbitrale nei confronti del gioco duro dei rossocrociati, anche se in effetti l’andamento della partita è stato aspro e rude da entrambe le parti.

Da almeno un paio di mondiali si parla di albano-svizzera, molte volte sorridendo e scherzando, tuttavia i fatti incresciosi della notte di Kaliningrad inducono a riflettere con una certa gravità sui temi della coesione e della condivisione di un’identità nazionale, quella svizzera, certo antica e complessa, ma forse necessariamente imprescindibile quando si tratta di vestirne i colori.





(srpskohrvatski / italiano / русский)

Delirium verbis

1) Hrvati besni na FIFA: Kakav srpskohrvatski jezik?! / Хорваты возмутились сербохорватским языком на ЧМ-2018
Croati ai Mondiali contestano l'uso della "lingua serbocroata"

2) У Брчком пушење убија на три језика / A Brčko (Bosnia) "il fumo uccide" in 3 lingue. Identiche.


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Hrvati besni na FIFA: Kakav srpskohrvatski jezik?!

Čelnici Fudbalskog saveza Hrvatske uputili su "oštar prigovor" čelnicima Međunarodne fudbalske federacije (FIFA) zbog panoa na kome piše – "srpskohrvatski".

NĐ  ČETVRTAK, 21.06.2018. 

Radi se o panou koji se nalazi ispred sale za konferencije za štampu, odnosno o listi jezika na kojima će biti 'rađena' konferencija. 

"Pošto su fotoreporteri zamoljeni da napuste dvoranu, ispred sale sam ugledao natpis i šokirao se. Odmah sam fotografisao i to podelio na društvenim mrežama. Kako bi se Rusi osećali da im kao jezik piše ukrajinsko-ruski. A Ukrajincima tek to ne bi bilo drago. Kolega je pitao gospođu iz organizacionog odbora bi li im smetalo da piše na latinici ukrajinsko-ruski kad igra ruska reprezentacija. Ona mu je rekla da bi smetalo i tek onda je shvatila. Pravdala se da im je to neko doneo, da nisu znali, i da je FIFA odobrila. Posle toga natpis je uklonjen", rekao je hrvatski kolega za tamošnje medije. 

Ostaje da sačekamo i vidimo kakav će biti odgovor FIFA, ali će se verovatno sve završiti na izvinjenju.

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Хорваты возмутились сербохорватским языком на ЧМ-2018

21 июня 2018

Хорватская футбольная ассоциация выразила «острые возражения» Международной федерации футбола (ФИФА) из-за размещения в конференц-залах Чемпионата мира в России щитов, надписи на которых обещают журналистам синхронный перевод на сербохорватский язык, сообщает портал В92.

«После того, как фоторепортеров попросили покинуть зал, перед ним я увидел надпись, и был потрясен. Как бы россияне отнеслись к тому, что их язык назвали украинско-российским? Украинцам это тоже бы не понравилось», — рассказал хорватский журналист.

По его словам, после жалоб организаторы турнира признали ошибку и удалили надпись.

Отметим, что со времен распада Югославии сербохорватский язык официально не используется. У Сербии есть сербский язык, а у Хорватии — хорватский. При этом сербохорватский (югославский) язык пытаются развивать сторонники восстановления единого государства.

Напомним, в марте 2017 года украинские и хорватские ультрас договорились  о ненападении друг на друга во время матчей сборных Украины и Хорватии в рамках отборочного турнира к ЧМ-2018.

«Война на Балканах в 90-х годах и события последних лет в Украине – очень похожи. Именно поэтому количество добровольцев из Хорватии, которые сейчас борются на Востоке Украины, одно из крупнейших из числа европейских стран. Для нас, украинских фанатов, есть вещи намного важнее субкультурных конфронтаций. Нам нечего «делить» с хорватами», — говорилось в обращении украинских фанатов.

По мнению доктора политических наук, научный сотрудник Института европейских исследований (г. Белград) Стевана Гайича, объединительный мотив данного союза экстремистов – это ненависть к русским и сербам.


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A Brčko (Bosnia) "il fumo uccide" in 3 lingue

Nelle scuole è proibita la parlata in ecavo, Zmaj (Jovan Jovanović), Dučić e Ršumović vengono tradotti in "serbo" (iecavo) perché l'ecavo sarebbe una lingua straniera - "serbiana" (sic!).  Sul pacchetto di sigarette comperato in qualunque negozio, la scritta avverte "Il fumo uccide": perché la comprendano tutte e tre le comunità etniche, l'avvertimento è scritto in tre "lingue", malgrado tutte e tre abbiano la stessa pronuncia. Soltanto che i serbi lo leggono in cirillico, mentre per i croati e bosgnazzi viene scritto in due versi uguali "Il fumo uccide" ...

www.politika.rs

У Брчком пушење убија на три језика

Ђацима забрањена екавица, па Змаја, Дучића и Ршумовића преводе на „српски” (ијекавски), јер је екавски страни језик – србијански
Аутор: Бошко Ломовићуторак, 19.06.2018.


Од нашег специјалног извештача, Брчко – На паклу цигарета, купљеном у било којој продавници, одштампано је упозорење: „Пушење убија”. Да би то схватили припадници све три етничке заједнице, упозорење је исписано на три језика, без обзира на то што се на сва три исто изговара. Али, Срби ће опомену читати на ћирилици, а за Хрвате и Бошњаке је два пута написано латиницом: „Пушење убија”.
Чињеница да ником у Дистрикту Брчко није потребан преводилац да би разговарао са комшијом друге вере и нације, те да сви добро знају оба писма, не може да поколеба творце троетничности у дејтонском експерименту „дистрикт”.
Све је, дакле, подређено равноправности припадника трију нација у некадашњој посавској општини, а сада државици у држави БиХ.



SEGNALAZIONI INIZIATIVE

* Napoli 18/6: presentazione del libro "Napoli senza riSerbo" di Slobodanka Ćirić
* Trieste 20/6: presentazione del libro "La Banda Collotti" di Claudia Cernigoi

* Roma 22/6: inaugurazione della mostra «Partigiani sovietici in Italia» 


=== Napoli, lunedì 18 giugno 2018
alle ore 17:30 presso l'Istituto Italiano per gli Studi Filosofici, Palazzo Serra di Cassano, Via Monte di Dio 14

presentazione del nuovo libro di Slobodanka Ćirić

Napoli senza riSerbo

• Editore: La Città del Sole
• A cura di: L. Calabrese
• ISBN: 8882925005
• Pagine: 208, euro 15

saluti:
Avv. Marcello Lala – console onorario di Serbia
Giordano Manes – direttore ed. La Città del Sole
Mario Punzo – direttore Scuola Italiana Comix

interventi:
Esther Basile
Rosanna Morabito
Lucia Stefanelli Cervi

modera: Carmela Maietta

Disegni di Mila Maraniello
Videoriprese Rosy Rubulotta


=== Trieste, mercoledì 20 giugno 2018
alle ore 17:30 presso il Circolo della Stampa, Corso Italia 13

Presentazione del libro di Claudia Cernigoi

La Banda Collotti

Tra il 1942 ed il 1945 operò a Trieste, prima agli ordini del governo fascista, poi degli occupatori nazifascisti, un corpo di repressione denominato Ispettorato Speciale di PS per la Venezia Giulia, creato allo scopo di "infrenare l’azione terroristica delle bande slave e di difendere l’italianità della Regione" (dalle parole dl suo dirigente, Giuseppe Gueli). Tristemente famoso per la violenza con cui agivano i suoi componenti (violenze sui civili, esecuzioni sommarie, devastazioni e ruberie), era noto anche come “banda Collotti” dal nome del commissario Gaetano Collotti che comandava la cosiddetta “squadra volante”, più simile nei comportamenti ad uno squadrone della morte che non un reparto di polizia.




=== Roma, 22 giugno 2018
alle ore 18:30 presso il Centro Russo di Scienza e Cultura, Piazza Benedetto Cairoli 6


«Partigiani sovietici in Italia» – mostra fotografica al Centro Russo di Scienza e Cultura

77 anni fa, nella notte del 22 giugno 1941 la Germania nazista attaccò a tradimento l’Unione Sovietica, dando inizio all’operazione Barbarossa, una delle più impressionanti offensive della storia. Il secondo conflitto mondiale, sanguinario e terribile, si concluse il 9 maggio 1945 con la firma della resa dei tedeschi a Berlino. L’Unione Sovietica ha dato un apporto decisivo alla sconfitta della Germania nazista e alla totale disfatta del nemico.
I soldati dell'Armata Rossa, fuggiti dalla prigionia, hanno combattuto spalla a spalla con i partigiani italiani per liberare l’Italia dal regime nazista di Hitler e dal fascismo di Mussolini. Tra i partigiani sovietici che si batterono contro i nazifascisti vi erano soldati di diverse nazionalità, come risulta dai nomi indicati sulle loro tombe sparse in tutta Italia. Più di 5000 cittadini sovietici hanno partecipato attivamente alla Resistenza, di cui più di 700 in Piemonte.

Il 22 giugno 2018 alle ore 18:30 presso il Centro Russo di Scienza e Cultura si apre una mostra fotografica dedicata al contributo che durante la seconda guerra mondiale dettero i tantissimi volontari provenienti dalle Repubbliche socialiste sovietiche al movimento antifascista in Italia. Curata dallo scrittore Massimo Eccli, l’esposizione raccoglie fotografie provenienti da collezioni private e archivi militari, nonché immagini gentilmente concesse dalle famiglie dei soldati – russe ed italiane.

Indirizzo: Piazza Benedetto Cairoli 6, Roma
Orari: lunedi–giovedì dalle 9.00 alle 18.00, venerdi dalle 09.00 alle 15.00.
http://ita.rs.gov.ru/



(english / srpskohrvatski / italiano)

Quello dell'uranio impoverito è un problema di sicurezza sul lavoro ?

Commissione parlamentare d’inchiesta sull’uranio impoverito: SICUREZZA SUL LAVORO E TUTELA AMBIENTALE NELLE FORZE ARMATE. CRITICITA’ E PROPOSTE (Relatore: on. Gian Piero SCANU, feb. 2018)


See also:

RAK I BOMBARDOVANJE [JUGOINFO 27.5.2018]
1) Rak i bombardovanje, ima li veze? 2) R. Hänsel: Aftermath of the US-NATO War on Yugoslavia

KAŽU DA NAS NISU TROVALI? (Tanjug 31.05.2018.)
Italijanski pukovnik boravio na Kosovu pa dobio džinovski tumor!
http://www.alo.rs/vesti/drustvo/italijanski-pukovnik-boravio-na-kosovu-i-od-tada-ne-izlazi-iz-bolnice/168006/vest

NALAZI LEKARA KFOR-A Uranijum od bombardovanja 1999. zatrovao vodu u Metohiji! (Novosti 22.05.2018.)

URANIO IMPOVERITO, MORTI “SCONVOLGENTI” (PandoraTV, 8 feb 2018)
VIDEO: https://www.youtube.com/watch?v=MCCGWDa-QS0

PSYCHOLOGICAL NOTES ON A FATAL HUMAN WEAKNESS - INDOLENCE OF THE HEART (Dr. Rudolf Hansel, 17 January 2018)
... The question why the US knowingly and willingly use highly toxic and radioactive uranium weapons ("dirty bombs") in the worldwide wars is answered by Moret as follows: "Washington uses DU as a deadly instrument to promote another secret geostrategic agenda..." ...


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SICUREZZA SUL LAVORO E TUTELA AMBIENTALE NELLE FORZE ARMATE

13.2.2018

La Commissione parlamentare d’inchiesta sull’uranio impoverito
SICUREZZA SUL LAVORO E TUTELA AMBIENTALE NELLE FORZE ARMATE
CRITICITA’ E PROPOSTE (Relatore: on. Gian Piero SCANU)

La sicurezza e la salute del personale dell’Amministrazione della Difesa sono adeguatamente tutelate? Cosa possiamo e dobbiamo fare per evitare in futuro tragedie come quelle che in tutti questi anni hanno colpito le famiglie di queste persone? Sono proprio le domande che hanno indotto la Camera dei Deputati a distituire la quarta Commissione parlamentare di inchiesta sulle morti e malattie che hanno colpito il personale dell’Amministrazione della Difesa: in Italia e nelle missioni all’estero. Perché una quarta Commissione d’inchiesta? Perché le tre Commissioni precedenti ebbero il merito di individuare le criticità e di proporre un ampio ventaglio di indicazioni e proposte volte ad eliminare queste criticità. Ciò malgrado, le criticità non sono state eliminate. Nell’intento di porre rimedio a d una situazione tanto allarmante, l a quarta Commissione si è mossa secondo metodologie d’indagine innovative. In questa ottica, ha assunto un peso determinante l’esercizio da parte della Commissione degli stessi poteri dell’autorità giudiziaria in linea con quanto disposto dall’ articolo 82, comma 2, secondo periodo, della Costituzione. Efficace è apparsa, in particolare, la decisione d i procedere alla maggior parte delle audizioni, non già in forma libera, bensì secondo i paradigmi tipici dell’ esame testimoniale . Altrettanto incisiva si è rivelata la scelta di ricostruire i modelli organizzativi allestiti nei siti militari, e, a questo fine, di analizzare i comportamenti effettivamente tenuti dai soggetti chiamati a vario titolo a garantire la sicurezza sul lavoro: sia i soggetti che di fatto e/o di diritto hanno capacità decisionale , sia i soggetti che incarnano le competenze. Di qui un piano di lavoro caratterizzato dalla sistematica audizione in forma testimoniale di datori di lavoro, responsabili del servizio di prevenzione e protezione dai rischi, medici competenti, consulenti esterni (primi fra tutti, CISAM e CETLI)
Coerente è, quindi, risultata la decisione di condurre gli accertamenti e di valutarne gli esiti anche con l’ausilio di esperti individuati dalla Commissione in attività di polizia giudiziaria e in magistrati inquirenti professionalmente abituati alle indagini in tema di salute e sicurezza. E proficua è stata l’ulteriore decisione di suddividere i Consulenti della Commissione in più gruppi di lavoro, ciascuno incaricato di approfondire in specifiche relazioni la disamina delle risultanze investigative raccolte su temi basilari quali: documenti di valutazione de i rischi; organi di vigilanza; medici competenti; amianto; radon e altre radiazioni ionizzanti; vaccinazioni; monitoraggio epidemiologico; inquinamento ambientale e bonifiche nei poligoni sardi e non solo ; misure di prevenzione adottate dalle FFAA di altri Paesi.