Jugoinfo

COLLEGAMENTI A DOCUMENTI IMPORTANTI SU BIN LADEN ED AL-QAIDA
E SUL RUOLO DEGLI U.S.A. NELLA PROMOZIONE DEL TERRORISMO
ISLAMISTA IN ASIA CENTRALE, NEL CAUCASO E NEI BALCANI

1. http://groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/message/1352

*** Militant groups in Pakistan and Afghanistan
By The Associated Press - 03/16/00 1:04 AM Eastern

*** Le ditte del terrorista islamico Bin Laden in tutta
Europa / LADENOVE FIRME PO CELOJ EVROPI
da: Vecernji list, Zagabria, primavera 2000

*** Afghanistan 1979-1992: America's Jihad
From: Communism List - http://homepage.eircom.net/~kampf/

2. http://groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/message/1353

*** PAKISTAN IS SECRET OF TALIBAN'S SUCCESS
By John-Thor Dahlburg
The Guardian (London), November 23, 1995

*** MUFTI IQBAL'S SCHOOL FOR MARTYRS
By Kathy Evans
The Guardian (London), April 8, 1995

*** U.S. Hard Put to Find Proof Bin Laden Directed Attacks
By TIM WEINER, The New York Times, April 13, 1999, Tuesday

3. http://groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/message/1354

*** CLINTON ADMINISTRATION SUPPORTED THE "MILITANT ISLAMIC BASE"
by Michel Chossudovsky, Fri, 21 Sep 2001

To read the complete 1997 Congressional document entitled:
"CLINTON-APPROVED IRANIAN ARMS TRANSFERS HELP TURN BOSNIA
INTO MILITANT ISLAMIC BASE"
click: http://globalresearch.ca/articles/DCH109A.html

*** How the CIA created Osama bin Laden
BY NORM DIXON, from Communism List:
http://homepage.eircom.net/~kampf/

*** Interview of Zbigniew Brzezinski (excerpt)
Le Nouvel Observateur (France), Jan 15-21, 1998, p. 76

4. http://groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/message/1355

*** More on Bushladen Carlyle Group:
George Soros & James Baker are part of the Family
[Posted 8 October 2001]

The first Bushladen article can be found at:
http://emperors-clothes.com/news/bushladen.htm
URL for this article:
http://emperors-clothes.com/news/bushladen2-i.htm

*** Attacco agli Usa: fratello Bin Laden socio di Bush
www.larepubblica.it, 24-9-01 / Cobas Alfa Romeo

*** � QUI PROFITE LE CRIME ?
LES LIENS FINANCIERS OCCULTES ENTRE LES FAMILLES BUSH ET BEN LADEN
R�seau Voltaire - http://www.reseauvoltaire.net

*** Did Pakistani Intelligence ('Our' Allies) Fund the WTC Attackers?
A Question Mr. Bush Is Not Asking...
Jared Israel [posted 15 October 2001]

contains: "India helped FBI trace ISI-terrorist links"
by MANOJ JOSHI, 12 October 2001 'THE TIMES OF INDIA'

5. http://groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/message/1356

*** Congressman: U.S. Set Up Anti-Taliban Forces to be Slaughtered
Excerpts from a most revealing hearing:
July 12, 2000
Hearing Of the House International Relations Committee
on "Global Terrorism And South Asia."
Comments by Jared Israel [posted 16 October 2001]
URL for this article: http://emperors-clothes.com/misc/rohr.htm


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CROAZIA-VATICANO: ARCIVESCOVO TOURAN IN VISITA A ZAGABRIA

(ANSA) - ZAGABRIA, 2 OTT - L'arcivescovo Jean-Louis Touran, il
segretario per le relazioni internazionali del Vaticano, e' arrivato
stamattina a Zagabria per una visita ufficiale di tre giorni. Lo hanno
riferito i media croati.
Il ministro Picula ha detto che i quattro accordi firmati tra la Croazia
e il Vaticano sono stati rispettati fino ad ora. Gli accordi, firmati
dall'ex governo della Communita' democratica croata (Hdz, fondata del
defunto presidente Franjo Tudjman) prevedono tra l'atro la restituzione
dei beni della chiesa cattolica croata nazionalizzati durante la
Jugoslavia di Tito.
L'arcivescovo Tauran sara' ricevuto nei prossimi giorni dal presidente
Stipe Mesic, il premier Ivica Racan e incontrera' altri ufficiali
croati.
(ANSA). COR-VD 02-OTT-01 14:22 NNNN
02/10/2001 17:35

---

L'articolo che segue � uscito su "il manifesto" del 13 Ottobre 1998

CROAZIA ACCORDO FRA TUDJMAN E WOJTYLA

La chiesa riprende i beni

Firmato il concordato fra Zagabria e la Santa Sede: presto restituiti i
beni ecclesiastici nazionalizzati da Tito. A preti e parrocchie, fondi
di stato: sono "socialmente utili"

- GIACOMO SCOTTI - ZAGABRIA

L' "intesa sui rapporti economici", ultimo di quattro trattati stipulati
fra Vaticano e Croazia, � stata firmata solennemente a Zagabria, a pochi
giorni dalla conclusione della seconda visita del pontefice romano. Il
Concordato economico, sciogliendo il nodo della restituzione dei beni
ecclesiastici nazionalizzati e del sovvenzionamento di preti e religiosi
cattolici "in riconoscimento del lavoro socialmente utile" svolto dalla
chiesa, impone oneri finanziari pesantissimi a una Croazia che gi� si
trova sull'orlo del crac. Zagabria, praticamente, ha concesso tutto quel
che il Vaticano aveva chiesto e anche qualcosa in pi�, sicch� il nunzio
apostolico Einaudi ha potuto dichiarare dopo la firma: "Questo accordo
fa onore alla Croazia, e la Santa Sede lo accoglie con particolare
soddisfazione". A sua volta il vicepremier croato Jure Radic ha
sottolineato: "Due visite del papa in soli quattro anni, mentre altri
stati aspettano decenni, sono un forte segnale". Inoltre, "la
beatificazione di Stepinac � stata un dono al popolo e alla nazione
croata, perch� Stepinac riun� in s� religiosit� e sentimento nazionale.
Anche il programma del nostro partito comprende questi due elementi:
cristianesimo e nazionalismo".

Proprio cos�: e il dono fatto dal papa con la visita e la beatificazione
non poteva non essere ricambiato. Radic ha enfaticamente parlato,
durante la cerimonia della firma, di "definitiva conclusione di un
edificio storico di buoni rapporti fra Santa Sede e terra dei croati,
che ebbe inizio gi� ai tempi di Visceslavo e di Branimiro", principi
croati dell'ottavo e nono secolo noti soprattutto come feroci pirati.
Gli storici croati esaltano in particolare Branimiro come colui che
nell'887 presso Zara assal� e distrusse la flotta veneziana al comando
del doge Pietro Candiano che, catturato, venne squartato. Temutissimo
predone del mare, Branimiro fu definito dagli stessi pontefici
dell'epoca "pessimus Croatorum dux"; ma questo Radic lo ha taciuto. Ha
per� aggiunto: "Con la firma del trattato, la Croazia intende
manifestare il suo desiderio di riparare alle ingiustizie del passato",
commesse ovviamente dai comunisti che, nel '45, tolsero i possedimenti
alla chiesa trasformandoli in demani di stato.

I beni ecclesiastici confiscati o nazionalizzati verranno ora restituiti
in toto dove possibile, mentre verr� offerto uno scambio con altri
immobili o un equo risarcimento nei casi in cui i beni in questione non
esistano pi� o abbiano subito radicali trasformazioni. Come anticipo,
gi� alcuni mesi fa, venne restituito alla curia di Spalato il palazzo
della Biblioteca e della Galleria dell'Accademia d'Arte (ex
arcivescovado), sfrattando senza riguardi gli inquilini e togliendo la
lapide che ricordava la costituzione in quel luogo del primo
battaglione partigiano italiano "Garibaldi", nel settembre '43. Il
valore del patrimonio da restituire alla Chiesa cattolica sar� esaminato
entro sei mesi; la restituzione avr� inizio il 1 gennaio '99 e la
compensazione un anno dopo.

Per quanto concerne i finanziamenti, il concordato riconosce come
socialmente utile alla Croazia l'opera della chiesa cattolica "sul piano
culturale, educativo, morale e sociale": per cui lo stato si � impegnato
a sovvenzionare i bisogni della chiesa - comprese le sue scuole private
- erogando alle 1.547 parrocchie una somma rilevantissima a carico del
bilancio. Inoltre verranno concesse ai religiosi pensione e
assistenza sanitaria. Ciascuna parrocchia ricever� uno stipendio mensile
pari a due salari medi.

Il trattato firmato con la Croazia dovr� servire alla Santa Sede come
modello per i prossimi accordi con la recalcitrante Slovenia ed altri
stati dell'Est, nei quali la chiesa cattolica chiede la restituzione di
vaste superfici coltivabili, di intere foreste e di numerose propriet�
immobiliari, ma soprattutto pretende di imporre un'egemonia politica e
culturale oltre che religiosa. Alcuni giorni addietro, durante la visita
del papa in Croazia, lo scrittore triestino Paolo Rumitz faceva notare
che "una seppur piccola restituzione dei beni alla chiesa cattolica ne
richiederebbe una parallela anche agli ortodossi e alle altre comunit�
religiose", fra cui quella ebraica, saccheggiata dagli ustascia croati
durante la seconda guerra mondiale. Riemergerebbe ancora la
questione dei beni degli esuli istriani e quella dei 400mila serbi che
hanno abbandonato le loro case durante e dopo la guerra in Croazia.
Insomma, "potrebbe iniziare una reazione a catena difficilmente
controllabile anche sul piano politico".

Tudjman evidentemente ha avuto i suoi buoni motivi per venire incontro
ai desideri della chiesa cattolica, che rimane il pi� solido sostegno di
un regime che ha spinto il paese ai limiti del collasso economico. Tutte
le campagne elettorali succedutesi in Croazia finora hanno visto nei
preti i pi� zelanti propagandisti del regime. La commentatrice di Novi
List , Jelena Lovric, scrive che con questo trattato "la chiesa
cattolica � stata posta nella posizione di extrastatus rispetto alle
altre comunit� religiose; si � cos� aperta la strada a una specie di
connubio fra trono e altare. La chiesa cattolica si avvia a diventare
chiesa di stato, ponendosi in una posizione gravida di pericoli, mentre
la Croazia viene proclamata 'stato cattolico'". La commentatrice cos�
prosegue: "Lo stato taglia le gi� misere pensioni, aumenta il numero dei
disoccupati, un terzo della popolazione lotta con la miseria, ma alla
chiesa viene assicurato un abbondante risarcimento nel bilancio statale.
In passato la chiesa non era ricca, condivideva la sorte della classe
operaia ed era una chiesa pi� autentica, come ha detto recentemente un
prete, don Ivan Grubisic". Il prete citato ha detto anche che la chiesa
croata, arricchendosi, si espone ora a gravi pericoli: mettendo in
questione la sua sensibilit� sociale (difficilmente una chiesa
proprietaria pu� rappresentare i poveri) questa chiesa, aggiunge don
Grubisic, rischia di allontanarsi o di essere abbandonata dal popolo.

---

Quelli che seguono sono stralci da un breve articolo, senza firma,
apparso su "Il Piccolo" del 20/12/1996:

Firmato il Concordato

LA CROAZIA CATTOLICA STRINGE UN ACCORDO CON LA SANTA SEDE

ZAGABRIA - Nuovi accordi tra la Santa Sede e la Repubblica di Croazia,
il cui riconoscimento diplomatico, nel febbraio 1992 [in realta'
dicembre 1991, n.d.CRJ], pose di fatto termine alla guerra che era in
corso con la ex Federazione Jugoslava [in realta' la guerra era in corso
contro i serbi autoctoni della stessa Croazia e la guerra era
stata soltanto sospesa nelle settimane precedenti, in attesa della loro
completa cacciata nel 1995; n.d.CRJ]. Non si tratta di un vero e proprio
Concordato ma di tre accordi su specifici problemi firmati ieri nel
Palazzo Presidenziale di Zagabria dal Nunzio Giulio Einaudi e dal vice
primo ministro Jure Radic, alla presenza del presidente Franjo Tudjman e
del cardinale Kuharic, arcivescovo di Zagabria [fino al 1997, n.d.CRJ] e
presidente della Conferenza Episcopale Croata. Il primo riguarda
questioni giuridiche; il secondo e' dedicato alla collaborazione in
campo educativo e culturale ed il terzo tratta l'assistenza religiosa ai
fedeli cattolici, membri delle Forze Armate e della Polizia. (...)

Con i nuovi accordi al matrimonio canonico vengono riconosciuti gli
effetti civili mentre sara' garantita alla Chiesa Cattolica il diritto
alla cura pastorale dei fedeli che si trovano negli istituti
penitenziari, negli ospedali, negli orfanotrofi ed in ogni istituto di
assistenza medica e sociale di carattere pubblico e privato.
Inoltre, la Chiesa potra' liberamente organizzare istituzioni intese ad
assicurare attivita' di carita'e di assistenza sociale, conformi alle
rispettive norme civili.

Le scuole cattoliche parificate, di qualunque grado, vengono
praticamente equiparate a quelle pubbliche nei diritti e nei doveri.
Sono poi regolati l'insegnamento della religione nelle scuole pubbliche
e la collaborazione della Chiesa e dello Stato per la salvaguardia del
patrimonio culturale ed artistico della Chiesa Cattolica in Croazia. E'
prevista, infine, l'erezione dell'Ordinariato Militare per garantire
un'adeguata assistenza religiosa ai fedeli cattolici, membri delle Forze
Armate e della Polizia...

---

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1. AMNISTIA PER I TERRORISTI ALBANESI
2. LA MACEDONIA TEMPOREGGIA SULLE RIFORME-CAPESTRO
3. DOCUMENTI RECENTI SULLA MACEDONIA SUL SITO DELLA
TRANSNATIONAL PEACE FOUNDATION

__________________________________________________


1. AMNISTIA PER I TERRORISTI ALBANESI

Amnestie f�r albanische Terroristen

SKOPJE, 10. Oktober 2001. Die mazedonische Regierung
hat unter dem Druck der "internationalen
Staatengemeinschaft" am Dienstag ohne Beteiligung des
Parlaments eine Amnestie f�r die ethnisch albanische
Terroristen verk�ndet. Diese werde mit der amtlichen
Ver�ffentlichung in Kraft treten, hie� es aus
Regierungskreisen in Skopje.

Die Regelung zur Straffreiheit der albanischen
Terroristen ist ein Eckpunkt des Friedensplans. Sie
gilt als eine Hauptvoraussetzung f�r die R�ckkehr der
Sicherheitskr�fte in bisher von albanischen
Terroristen kontrollierte Gebiete. Von der Amnestie
ausgenommen sind Kriegsverbrechen, die unter die
Zust�ndigkeit des UNO-Kriegsverbrechertribunals in
Den Haag fallen. Das Kabinett von Ministerpr�sident
Ljubco Georgievski erkl�rte, die
Regierungsentscheidung stelle sicher, dass albanische
Terroristen, die sich bei der NATO entwaffnet h�tten,
nicht von der Polizei vor Gericht gebracht werden.
Ausgenommen sind nach offiziellen Angaben die
Verantwortlichen f�r Massaker, die in den Ortschaften
Vejce, Ljuboten, Celopek, Karpalak and Matejce ver�bt
worden seien.

INET NEWS / AMSELFELD NEWSLETTER 10.10.2001
http://www.amselfeld.com


__________________________________________________


2. LA MACEDONIA TEMPOREGGIA SULLE RIFORME-CAPESTRO

MACEDONIA: CONSTITUTIONAL U-TURN

Ethnic Macedonians renege on promises to change the
country's constitution.

By Vladimir Jovanovski in Skopje.

Europe's top envoys left Skopje in a rage last week,
accusing the government of reneging on a cast-iron
pledge to alter the constitution within three days of
the completion of the internationally supervised
disarmament of the rebel Albanian National Liberation
Army.

They cancelled a donors conference planned for this
month, which set to inject millions of US dollars
into the bankrupt state as a reward for implementing
a package of EU-mediated constitutional changes
agreed at the southern resort town of Ohrid on August
13.

The Ohrid agreement was aimed at terminating a
four-month armed rebellion by ethnic Albanians in the
west of the republic this spring, which almost
plunged Macedonia into a full scale civil war.

"It is absolutely inconceivable that the donors'
conference can take place on 15 October," the
European Union Commissioner for Foreign Affairs,
Chris Patten, said, on leaving Skopje. " In these
circumstances, I could not possibly get donors to
write large cheques in order to support a political
agreement that still hasn't been endorsed and
implemented."

"Solana and Patten left Skopje insulted and
disappointed", the Macedonian media reported after
the departure of the two senior European guests. The
EU High Representative for Common Foreign and
Security Policy, Javier Solana, was reportedly so
dismayed that he cancelled a press conference,
planned to take place after his discussions with
Macedonian officials, without explanation.

"The absence of Mr Solana at the press conference
revealed the level of his anger," a representative of
Solana`s staff in Brussels told the Macedonian
newspaper Dnevnik.

General Gunar Lange, commander of the NATO-controlled
disarmament operation, called Operation Essential
Harvest, announced the completion of the mission on
September 26 and said all the weapons the NLA offered
to surrender had been collected. In total, the ethnic
Albanians handed in 3,200 automatic rifles, 483
machine-guns, 161 mortars, 17 air defence systems and
4 armoured vehicles.

On September 27, the NLA leader, Ali Ahmeti, duly
announced that his guerrilla organisation was
disbanding. Speaking at a press conference in the NLA
stronghold of Sipkovica, he added that regular
Macedonian police would be permitted to enter
villages under former NLA control if the police units
included ethnic Albanians. His words were confirmed
by the NLA military commander, G`zim Ostreni. "The
NLA does not exist any more," he told a Skopje TV
station.

However, while the Albanian militants and the
international community have fulfilled their side of
the bargain, the Macedonian parliament has not.
Instead, the speaker of parliament, Stojan Andov, a
key opponent of the August 13 peace deal, has
presented a series of excuses to obstruct the reform
of the constitution.

At first, he blamed the delay on the existence of
guerrilla road blockades. Then he cited problems
created by anti-agreement riots in front of the
parliament building. After that he issued a demand
for all civilians kidnapped by the NLA to be released
as a pre-condition.

Andov's latest manoeuvre is a proposal for the
constitutional amendments to be debated and enacted
in sections, instead of as a package, which is what
the ethnic Albanian parties demanded. The speaker
said only six of the 15 amendments agreed in Ohrid
would be submitted to parliament at a session on
October 9.

The ethnic Albanian parties denounced this move as a
betrayal and now threaten to boycott parliament. The
vice-president of parliament, Iljaz Halimi, a senior
official in the Democratic Party of Albanians, the
largest ethnic Albanian party, told a Skopje
television station on October 7 his party would never
agree to the change. "If the president [of
parliament] does not submit all 15 amendments, we are
not going to take part in the work of parliament," he
said.

The second largest Albanian Party, the Party of
Democratic Prosperity, said it would join the
threatened boycott. "All the amendments must be
immediately submitted and adopted without any
changes," said Abduljhadi Vejseli, a deputy in
parliament.

The biggest stumbling block is a proposed change to
the constitutional preamble. At Ohrid, the parties
agreed to replace a phrase which says sovereignty
rests with "the Macedonian people" with new wording
that makes it clear sovereignty rests with all
citizens on Macedonian territory.

The distinction is small but significant. The ethnic
Albanians consider the current formula discriminates
against them, in that it appears to give ethnic
Macedonians an exclusive title to sovereignty. As a
result, they boycotted the passage of the
constitution, when Macedonia became independent in
1991.

Ethnic Macedonians feels just as strongly. Fearful of
demographic changes that may eventually bring about
an ethnic Albanian majority in the country, they are
determined to enshrine their claim to statehood in
the constitution.

The change in wording has aroused enormous opposition
from deputies in parliament, elder statesmen, such as
the former president Kiro Gligorov, a host of
cultural institutions, including the Macedonian
Academy of Arts and Sciences, MANU, and scientific
bodies.

All of them insist that the elimination of the term
"Macedonian people" from the preamble would mark a
dangerous step towards what some call the
"disintegration of the state".

The preamble of the constitution has become the focus
of debate to such an extent that if the phrase
"Macedonian people" was left alone, the other 14
amendments would probably be adopted without further
ado.

Dosta Dimovska, vice president of the ruling
nationalist Internal Macedonian Revolutionary
Organisation, VMRO-DPMNE, told state radio that her
party colleagues would have great difficulties
accepting the amendments if the phrase "Macedonian
people" vanished from the constitution. "If we can
just find a common language the [other]
constitutional changes will happen sooner," she said.

There is some support for a re-think at the European
level. According to Doris Pack, head of a European
parliament delegation on southeast Europe, which
visited Skopje on October 6, the EU was not against
relatively minor changes to the Ohrid agreement.

"If all the other parts of the Framework Agreement
are accepted apart from the preamble we as [European]
MPs are ready to initiate a new discussion in the
European parliament on a compromise," Pack said,
"having in mind the historic aspiration of the
Macedonian people to have a state and a future of
their own."

But the Europeans will only nod through changes to
the deal if the ethnic Albanians can be brought round
as well. So far there is no sign of that. On the
contrary, attempts by the Macedonians to reopen the
issue seem certain to evoke strong opposition from
ethnic Albanian parties.

The author is a journalist at the Skopje-based Forum
Magazine.

Copyright (C) 2001 The Institute for War & Peace Reporting
IWPR'S BALKAN CRISIS REPORT, NO. 287,October 10, 2001
IWPR ON-LINE: http://www.iwpr.net
Balkan Crisis Report is supported by the Department
for International Development, European Commission,
Swedish International Development and Cooperation
Agency, The Netherlands Ministry for Foreign Affairs,
and other sources. IWPR also acknowledges general
support from the Ford Foundation.

__________________________________________________


3. DOCUMENTI RECENTI SULLA MACEDONIA SUL SITO DELLA
TRANSNATIONAL PEACE FOUNDATION

RECENT DOCUMENTS ABOUT MACEDONIA ON TFF SITE:

> http://www.transnational.org/sitemap.html

Vasko Karangeleski, TFF Peace Antenna, September 17, 2001
*** Macedonia - Actions that escalated the conflict

Scott Taylor, Esprit de Corps, Canada, Sept 17
*** Macedonian Backgrounder - and the Americans in
Aracinovo

Jan �berg, TFF direkt�r, 17 september, 2001
*** NATOs talfusk i Makedonien

Michel Chossudovsky, TFF Associate, September 13, 2001
*** The military occupation of Macedonia

Kjell Magnusson, Uppsala Universitet, September 12, 2001
*** Makedonien: S� kn�cktes ett f�red�me

TFF PressInfo # 126 September 7, 2001
*** What will happen in Macedonia?
By Jan Oberg, TFF director
(NATO WILL NOT LEAVE MACEDONIA; A MASSACRE? THE
GOVERNMENT SIDE CASTIGATED?; SIMPLE MISSION CREEP AND
NON-IMPLEMENTATION OF THE OHRID AGREEMENT; FROM NLA
TO ANA, THE ALBANIAN NATIONAL ARMY; FIGHTING SPREADS
TO WESTERN MACEDONIA; AN EU MILITARY PRESENCE? A
COMPREHENSIVE UN PRESENCE - RELEVANT BUT UNLIKELY)

Jonathan Power, TFF associate, Sept 4, 2001
*** Human rights crises: we need early action

TFF PressInfo # 125 August 29, 2001
*** NATO's number nonsense
Read the whole analysis here
http://www.transnational.org/pressinf/2001/
pf125_NATOnumbers.html

TFF PressInfo # 124 August 28, 2001
*** If Western press covered this from Macedonia...
This document's URL is:
http://www.transnational.org/pressinf/2001/
pf124_WestPressMac.html

Biljana Vankovska, TFF associate, 21 augusti 2001
*** The Macedonian Agreement - Restoring EU and NATO
credibility rather than making peace

H�kan Wiberg, TFF board member, 21 augusti 2001
*** Macedonia - High risk that the war will continue.
An outsider's perspective


TNN - The Transnational News Navigator -
alternative and mainstream sources in one:
http://www.transnational.org/new/TNN.html


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Subject: "La mia Serbia" - articolo dalla rivista NIN
Resent-Date: Sat, 13 Oct 2001 21:36:33 +0200
Resent-From: pck-yugoslavia@...
Date: Sat, 13 Oct 2001 21:40:08 +0200
From: "Dragomir Kovacevic" <dragomir_k@...>
Reply-To: pck-yugoslavia@...
To: pck-yugoslavia@...




NIN / Moja Srbija - da Ana Vuckovic
Beograd, 11. Ottobre, 2001.
http://www.nin.co.yu/2001-10/11/20169.html
pagina iniziale http://www.nin.co.yu


[Ringrazio alla redazione della rivista "NIN" per la gentile
concessione di inviare questa traduzione del articolo - Dragomir
Kovacevic]

Mia Serbia/Moja Srbija

Ci sono gi� due anni trascorsi da quando il professore della lingua
serba in pensione, chiuso nella sua propria casa, di regola sta
sistemando le barricate ?diurne? e ?notturne?, scrive il diario, ed
attende i giorni migliori.

Ci sono soltanto novantina Serbi che oggi vivono a Prizren, la seconda
citt� di grandezza a Kosmet. Una parte di loro, maggiormente i anziani,
sono sistemati nei villaggi dintorni di comune, dove la loro labile
sicurezza viene difesa col il filo spinato e a mezzo degli controlli
occasionali delle pattuglie di KFOR. In centro citt�, nella Chiesa
Ortodossa St. Cirillo e Metodius, circondati con i caff� e i ristoranti
di fast-food, ci sono momentaneamente loro 13, bench� c?� n?erano cca
trecento in questa ?fortezza sotto le rovine della citt� medioevale di
Imperatore Dushan.

Tra di loro, c?� una Albanese, Riva Demaj di anni 103, cacciata per la
sua pretesa orientazione filo-serba. Questi dentro, fuori non escono;
qualcheduno eventualmente fa un salto per comprare le sigarette. Il
cibo gli viene fornito da rappresentanti di corpo internazionale. E
siccome per questa zona di Kosovo e Metohija, sono incaricati i
Tedeschi, "Gut?""Gut!" � un consueto dialogo breve tra guardiani e
guardati, cos� raccontano i Serbi.

Non � facile paragonare le tragedie di chiunque, per� le tredici
persone nella Chiesa si tengono uno al altro, hanno con chi scambiare
la parola. Milosh Nekic, il settantre-enne professore della lingua
serba, in pensione, gi� per due anni, cio� dalla introduzione del
protettorato internazionale, conduce una sua solitaria lotta dal
fortino, per il suo domicilio famigliare. "Ci sono soltanto io, unico
Serbo, dai Alloggi chiesili fino al cimitero?.


Fuoco

Sua casa � situata nella parte vecchia di Prizren, nella via che fino
al 1956, era la principale, quando il nuovo Prizren cominci� a
costruirsi, sulla sponda destra di fiume Bistrica. Secondo la
narrazione del professore, nella via di Boris Kidrich (l?ultimo nome
della via, di quale lui si ricorda) una volta vivevano le famiglie
serbe pi� rispettabili. Ora, le uniche tracce del passato sono la sua
casa e luogo vuoto rimasto dopo l?incendio, dove giaceva la casa di
una vecchia e alquanto ricca famiglia serba. ?Potete immaginare come
erano quelli alberi, il fuoco ardeva per quindici giorni.?

La porta del numero 30 della via (scancellato), si distingue
chiaramente dai altri edifici vicini, dal traffico stradale, dalla
musica moderna di vicino bar. ?La serratura di entrata era forzata ed �
rotta, cos� che anche volendo, non posso uscire, perch� non riesco
chiudere la porta a chiave.? Dall? altra parte della porta usurata, si
trovano le barricate ?diurne? e ?notturne?. Le diurne consistono di
blocchi di cemento, mentre le notturne, anche di tronchi di albero, e
le barre di acciaio. Questo perch� ogni notte tra nove e undici, un
gruppo di Albanesi, da i calci alla porta, con massima forza. Capita
che dopo cadono i blocchi di protezione, dalla cima della barriera.

I pericolosi sassi lanciati di ammonizione, da parte del ns. ospite
sono stati messi nel angolo, insieme con le bottiglie di plastica,
conserve vuote, scatole delle sigarette vuote, le teste delle cipolle
secche...Materiale di prova. I pezzi dei petardi esplosi ha messo
separatamente. Per�, la KFOR non ha fatto niente di concreto, tranne
proporgli seriamente di trasferirsi, visite occasionali a parte. Lui
per la OCSE, fino ad un anno fa, era interessante. ?Ho deciso di
rimanere. Ho deciso non perch� sono Serbo, ma perch� questo � la mia
terra. L?esilio per via che sono Serbo, per me non � una novit�. Dai
tempi dai Turchi ormai.?

Terrore

Per la verit�, la polizia internazionale gli ha regalato anche un paio
di guanti spessi di cottone, per poter maneggiare pi� facilmente le sue
?barricate?. I ricorsi presentati al commando locale, al commando
principale, al Bernard Kuschner, sono rimaste vane. I autori dei
delitti non vengono ricercati, e il terrore non viene impedito. ?Nei
ultimi due anni, ho subito quattro incendi, dieci irruzioni dai quali
tre erano accompagnati con saccheggio...Rimpiango le mie reliquie
numismatiche soprattutto...Svariate minacce di uccisione, la rottura
dei cavi elettrici due volte, ed una interruzione della connessione
telefonica per due mesi. In due di ottobre, hanno tentato di tagliarmi
l?acqua.? ?L?Ultimo dei Mohicani?, si fa nominare da se, con timore di
un nuovo silenzio del ricevitore telefonico, ed ha creato un panello
con messaggio S.O.S. scritto sopra, per ogni eventualit�, per attrarre
i elicotteri della KFOR.

Mentre ai rari ospiti offre i biscotti del tipo ?Petit Beurre? (non si
pu� non servirsi), spiega come, prima di andar a dormire, installa una
barriera di cartone, davanti la porta di pianterreno. Alla porta sulla
quale ci sono ancora le impronte polverose di scarpa di tennis, del
invasore. Nel pianterreno che assomiglia ad una capanna, Nekic proprio
trascorre le giornate. Il piano di sopra � andato in fiamme, le
finestre sono rotte, un tetto che � vicino a cadere. La lamiera di
metallo lo protegge dai sassi. ?Temo che non cade gi� questa, prima del
inverno.? Dall? una delle tre camere sul primo piano, Milosh Nekic ha
un unico posto di osservazione sulla strada, sulla vita.

Dando uno sguardo dal cortile, � scarsamente possibile vedere un? anima
viva. Amichevole, soprattutto. Il cortile e circondato con filo, di
quale i lati, il professore collega ogni giorno, con arrivo di
tramonto. Il cortile � strapieno di tegole, cicchi, per� anche con
delle piante. Accanto alla cisterna abbandonata, crescono le rose, i
cactus, le fragole, ed un semprevivo simbolico. C?� anche il posto per
incenerimento dell?immondizia organica, mentre quella inorganica, lui
smista nei sacchi ed attende che venisse KFOR a ritirarla. In due anni
si sono accumulati sette sacchi.

Sig. Nekic non ha alcuna intenzione di lasciare la sua, quasi trincea.
?Prima, mentre ancora uscivo, uno mi aveva attaccato davanti alla posta
dicendomi di lasciare Prizren in tre giorni.? Nessuno dai vicini non lo
visita ormai da tempo, ?neanche il prete che sta 80 metri lontano da
qui?. Ha avuto degli amici tra i Albanesi, ?per� loro non invitano me,
io non invito loro, non vorrei metterli nella situazione imbarazzante?.

Pane

Dice che da Giugno di quest? anno non ha pi� neanche la assicurazione
sanitaria. Fino a quel mese, dells salute di Serbi nelle enclavi si
occupava KFOR, dopo di che (i Serbi) hanno ricevuto un circolare di
rivolgersi ai medici locali, cio� albanesi. Operatori umanitari gli
portano il cibo due volte al mese. Nel frattempo aveva imparato ad
impastare il pane, di tagliarsi i capelli, di mendare, riparare: ?Quel
scaldabagno ho riparato io, mentre il piccolo di 7 litri perde, la
cucina e la lavatrice sono anche loro guasti. ?Ma � in vano, nessuno di
tecnici albanesi vuole venire.? Il professore vive dal aiuto sociale
datagli dalla Amministrazione Provvisoria delle Nazioni Unite. Riceve
65 DM. Potrebbe nuovamente chiedere il diritto alla pensione che
riceveva fino alla bombardamento (di due e mezzo anni fa), per� ?che
cosa sono 16, 20 marchi?. Inoltre non ha alcun contatto con i organi
statali della Repubblica di Serbia, e sulla domanda chi sia
responsabile per tutto ci� che li succede, risponde: ?Unmik.?
Nonostante tutto, � sicuro che i giorni migliori verranno: ?Soltanto
non so se sar� vivo fino a tal momento.?

Come trascorre la giornata? Si alza alle otto, va a dormire alle
undici. Non si annoia, lavora sempre qualcosa, rinforza la sicurezza,
?per ogni eventualit�, per non dover rifugiarmi nella cantina?. Le ora
passa leggendo, sfogliando il dizionario del tedesco. Cucina, mantiene
l?igiene personale (?mi preparo per la giornata?), pulisce e ripara,
specialmente i danni dagli incidenti che succedono quasi ogni notte,
?mi riposo se non ho delle altre difficolt�? Non possiede l?apparecchio
TV, il radio di marca ?Sony? gli hanno rubato, un altro ?buono? �
guasto, e gli � rimasto uno vecchio, prima dalla Seconda Guerra. Nelle
sere ascolta ?Voice of America? e ?Radio Free Europe?. Croce Rosa gli
ha regalato il radio con la maniglia per la carica, ma non lo usa, ?�
peri bambini?. In fine, scrive il suo diario pedantemente.

Milosh Nekic dalla Prizren non ha i parenti vicini. I cugini pi�
lontani di parentela, si trovano ?nei campi di rifugio, oppure
girovagano per la Serbia?. Anche i suoi genitori lavoravano nella
pubblica istruzione, il padre sotto il regime turco, faceva a mano la
mappa di Kosovo e il globo terrestre. Non era mai membro di alcun
partito politico.

Dalla sua biografia si pu� dedurre che dai entrambi i lati ?era
Kosovaro?, e perci� non ha nessuna intenzione di lasciare la citt�
nativa, il patrimonio rimastogli in eredit�. ?La mia Serbia � qua. Mie
mani e il cuore sono puliti. Dopo tutte le tentazioni, penso che non
abbia compromesso l?onore di mia casa, i miei antenati. Una morte sotto
questo tetto mi viene pi� dolce, che altrove, come profugo, di fare
brutta figura di me stesso e dei miei vecchi. La mia famiglia � una
delle pi� antiche di Prizren. Tutto il suo lavoro e il sangue, ha
investito qui, nel Kosovo?, dice e ripete: ?La mia Serbia � qua?.

ANA VUCKOVIC

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