Da "Hrvatska Ljevica", mensile della sinistra croata, n.3/2001

“Hrvatska ljevica” br.3/2001.

Bilanca desetljeca
Ivica Basic

STO SMO DOBILI A STO IZGUBILI

Izgubili smo mir, dobili rat.
Izgubili smo srecu i zadovoljstvo mladih, dobili preko dvadeset tisuca
grobova i jos vise
invalida.
Izgubili smo “jednoumlje”, dobili bezumlje.
Izgubili smo samoupravno socijalisticko drustvo, dobili kapitalizam,
drzavu kriminala i
lopovluka.
Izgubili smo bratstvo i jedinstvo i ljubav medju ljudima, dobili
nacionalizam i mrznju.
Izgubili smo radnicko samoupravljanje i drustveno vlasnistvo, dobili smo
tajkune koji su nam
oteli vlasnistvo i pretvorili radnike u obicnu robu. Koji mogu lako
ostati bez posla.
Izgubili smo sigurno zaposlenje i redovitu placu, dobili nezaposlenost i
nesigurnu i neredovitu
placu i onima koji su zaposleni.
Izgubili smo slobodu kretanja po cijelom svijetu bez viza, dobili
ograniceno kretanje za vecinu
zemalja svijeta.
Izgubili smo nesvrstanost, dobili ovisnost o Zapadu i avione NATO -
pakta nad glavom.
Izgubili smo veze s Balkanom, dobili “Balkan” u glavama.
Izgubili smo pravo da sami odlucujemo o bitnim pitanjima vaznim za
zivot, dobili da o nama
odlucuju drugi.
Izgubili smo radnicka odmaralista i odmor na moru, dobili strance u
nasim odmaralistima i
hotelima, a odmor koristimo za dopunsku zaradu da se prezivi.
Izgubili smo besplatnu zdravstvenu zastitu, dobili partecipaciju i
placanje zdravstvenih usluga.
Izubili smo besplatno skolovanje za sve, dobili skole i fakultete za
“elitu” koja moze platiti.
Izgubili smo postenje, moral i ljudskost, dobili licemjerje, prevaru i
neljudskost.
Izgubili smo delegate u Saboru iz nasih sredina, dobili “placenike” (sa
15 do 20 tisuca place),
koji nam se obracaju samo kad trebaju glasove i mandat.
Izgubili smo besplatnu pomoc kod ostvarivanja nekih svojih prava, dobili
javne biljeznike
kojima se placa i samo ovjeravanje pecata.
Izgubili smo pravo na besplatno ostvarenje svojih prava na sudu, dobili
placanje (oko tisucu
kuna) za najobicniji zahtjev za “istjerivanje pravde”.
Izgubili smo jedan jezik (hrvatski ili srpski), dobili tri ; hrvatski,
srpski i bosanski.
Izgubili smo drugarstvo za sve, dobili gospodstvo samo za neke.
Neka nam bude, kad smo sve to “demokratski” odabrali.

Traduzione da “Hrvatska ljevica” rivista croata, n.ro 3/ 2001

Bilancio di dieci anni

COSA ABBIAMO OTTENUTO E COSA ABBIAMO PERSO

di Ivica Basic

Abbiamo perso la pace, ottenuto la guerra.
Abbiamo perso la felicita' e la gioia dei giovani, abbiamo ottenuto
oltre 20000 tombe ed
ancora piu' invalidi.
Abbiamo perso il “pensiero unico”, ottenuto l’assurdo.
Abbiamo perso la societa' socialista autogestita, ottenuto il
capitalismo, lo stato criminale e di
ruberie.
Abbiamo perso l’unita' e la fratellanza, l’amore tra la gente, ed
ottenuto il nazionalismo e
l’odio.
Abbiamo perso l’autogestione operaia e la proprieta' collettiva, e sono
arrivate le “trombe
d’aria” che ci hanno rapito la proprieta' trasformando gli operai in
semplice merce, che puo'
facilmente rimanere senza lavoro.
Abbiamo perso l’impiego sicuro ed il salario regolare, ottenuto la
disoccupazione ed il salario
insicuro ed irregolare anche per quelli che lavorano.
Abbiamo perso la liberta' di muoverci in tutto il mondo senza visti,
abbiamo ottenuto
restrizioni a muoversi nella maggior parte dei paesi nel mondo.
Abbiamo perso il non-allineamento, ottenuto la dipendenza dall’Occidente
e gli aerei del patto
NATO sopra la testa.
Abbiamo perso i legami con i Balcani, ottenuto invece “i Balcani” nella
testa.
Abbiamo perso il diritto di decidere da soli sulle questioni vitali,
ottenuto che di noi decidono
gli altri.
Abbiamo perso i residence per i lavoratori e le vacanze al mare,
ottenuto i turisti stranieri nei
nostri residence e negli alberghi, mentre le nostre vacanze le usiamo
quale guadagno
aggiuntivo per sopravvivere.
Abbiamo perso l’assistenza medica gratuita, ottenuto i ticket ed il
pagamento dei servizi
sanitari.
Abbiamo perso l’educazione scolastica gratuita per tutti, ottenuto
scuole e facolta' per “l’elite”
che le può pagare.
Abbiamo perso l’onesta', la morale e l’umanita', ottenuto l’ipocrisia,
l’inganno e l’immoralita'.

Abbiamo perso i delegati delle nostre società nel Sabor [il Parlamento
croato], ed ottenuto
“mercenari” (con paghe tra le 15000 e le 20000 kune) che si rivolgono a
noi soltanto quando
hanno bisogno di voti e del mandato.
Abbiamo perso l’assistenza gratuita all’ottenimento di alcuni diritti,
ottenuto notai che
paghiamo anche per la sola verifica del timbro.
Abbiamo perso il diritto gratuito a far valere i propri diritti al
Tribunale, ottenuto invece il
pagamento (circa 1000 kune) per una semplice domanda per “portare avanti
la giustizia”.
Abbiamo perso la solidarietà per tutti, ed ottenuto il dominio soltanto
per alcuni.

E così sia, quando abbiamo “democraticamente” scelto tutto questo !

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Da Alessandra riceviamo e volentieri diffondiamo:

"Non so se avete visto tre notizie interessanti su
Borba di ieri (10 aprile):
- la prima sul fatto che le armi nella villa di
Milosevic sarebbero state messe dalla polizia
- la seconda sul tentativo, durante l'arresto,di
rapire Milosevic per portarlo subito all'Aja
- la terza, secondo me molto importante, della
riconosciuta innocenza di un giovane Serbo di
Mitrovica accusato di genocidio e tenuto in prigione
dall'agosto del 1999. Naturalmente qui si sono tutti
ben guardati dal riportare la notizia.

Aggiungo copia dei tre articoli"

> http://209.197.77.95/daily.html

Borba, 10/04/2001

1)
JUL Spokeswoman - Police Planted Weapons in
Milosevic's Villa

Yugoslav Left (JUL) spokeswoman Dragana Kuzmanovic
said on Monday that the party had information that the
weapons found in the villa of former Yugoslav
president Slobodan Milosevic in Uzicka street had been
planted by the police.

According to her, seven members of a Belgrade police
special unit were ordered to hide arms and explosive
devices behind the radiator and in the corners of
Milosevic's house after he had been taken to
investigating bodies.

Kuzmanovic told a press conference that one of them,
who after carrying out his task was on the verge of a
nervous break-down, informed the party about that.

Yugoslav President Vojislav Kostunica said that there
is no justice if it is selective and in parts,
Kuzmanovic pointed out and said that was the reason
why JUL insists the public be informed who were the
people in jeans and masks who "raided the house in the
night of March 31 and tried to liquidate Milosevic and
his family by using shock bombs."


2)
Serbian Radical Party for Forming Inquiry Board in
Milosevic Case

Serbian Radical Party leader Vojislav Seselj said on
Monday that his party will support the setting up of
an inquiry board that would investigate circumstances
under which former Yugoslav president Slobodan
Milosevic has been arrested, if proposed in the
Serbian parliament.

In a Serbian parliament session break, Seselj told
reporters that these circumstances should be examined,
since he thinks that people with black masks who
appeared around Milosevic's house were not special
police units, but bounty hunters who wanted to arrest
Milosevic.

He added that for this purpose a helicopter was ready
at the border between Serbia and Republika Srpska,
that was supposed to transport Milosevic to be
extradited to The Hague tribunal.

3)
Acquittal for Serb Igor Simic

By passing a sentence of acquittal the district court
of Kosovska Mitrovica ended the trial of Igor Simic
(25), a law student from Kosovska Mitrovica, who was
charged with genocide.

At the end of the main hearing, international
prosecutor Michael Hartman requested that Simic be
released from detention, ending the procedure in the
first phase.

The prosecutor explained in detail his decision and a
five-member court panel, presided over by judge
Kirsten Karpamar decided to acquit Simic.

Simic has been in detention since August 9, 1999, on
charges that with five other Serbs he killed 26 ethnic
Albanian on April 14 that year in the southern part of
Kosovska Mitrovica.

During the trial that lasted almost four months,
testified 12 witnesses and Simic was proved innocent.

---

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to
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receive information from different sources, that does not necessary
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*********************************************
Thursday, april 12, 2001

1. Free Milosevic, jail Eagleburger, Zimmermann (etc.)...
2. U.S. troops shot at in Kosovo
3. Crisis builds up in Moslem Croatian federation of Bosnia &
Herzegovina
4. Young Albanians forced into prostitution by own men
5. Lukashenko says West to earmark $500 million for his opponents

***********************************************

FREE MILOSEVIC, JAIL EAGLEBURGER, ZIMMERMANN (ETC.)...

by George Szamuely

Quiz time. Who said the following?

"Serbia has never had only Serbs living in it. Today, more than in the
past, members of other peoples and nationalities also live in it. This
is
not a disadvantage for Serbia. I am truly convinced that it is its
advantage. National composition of almost all countries in the world
today…has also been changing in this direction. Citizens of different
nationalities, religions, and races have been living together more and
more
frequently and more and more successfully."

Elie Wiesel? Madeleine Albright? George Soros? Vojislav Kostnica, Zoran
Djindjic or one of the other creatures the U.S. installed in power in
Belgrade? No, it was Slobodan Milosevic. He spoke these words in Kosovo
on
June 28, 1989, the very occasion on which he allegedly whipped the Serbs
into
a bloodthirsty nationalist frenzy. (1)

The real Milosevic has never had the remotest connection with the
idiotic
cartoonish figure depicted by the U.S. government, the "two op-ed-page
articles a year" denizens of the defense-industry-funded think tanks and
the ignorant reporters passing for "Balkans experts" on NewsHour with
Jim
Lehrer.
Milosevic was neither a "nationalist," nor a "Communist," nor a
"dictator"
nor a "demagogue." To be sure, he was never one of those East European
Communists-turned-Thatcherite-overnight so beloved by U.S. elites. Nor
did
it help that he won elections handily, or that in the late 1980s he was
leading
massive demonstrations against the IMF bromides that were destroying
Yugoslavia's industry. The U.S. actually did Yugoslavia a favor by
imposing
sanctions in 1992. It freed the countryâ€"all too briefly, as the Serbs
are
about to find outâ€"from the dreadful ministrations of the IMF. (2)

Milosevic did not instigate the wars in the Balkans. On the contrary,
his
record throughout the decade was that of a man eager for peace. Who was
really responsible for the wars? Those who insisted on secession without
waiting to settle outstanding issues like final borders, the status of
minorities or the disposal of state property and debt? Or those who, in
accordance with international law, insisted that secession could only be
"legal" if it was accepted by the seceding state and the seceded-from
state? (3)

There is no question that the US Government will put enormous pressure
on
the Belgrade authorities to transfer Milosevic to the Hague, where he
would
receive a ridiculously unfair trial in a "court" which has already
pre-judged him guilty of "war crimes," "genocide" and "crimes against
humanity". This is
the purpose of the the International Criminal Tribunal for the former
Yugoslavia: to absolve the real instigators of the wars in the Balkans
of
any responsibility for their actions.

The Balkans today are littered with tiny, weak NATO protectorates whose
domestic and foreign policies are shaped down to the last detail by the
U.S. and its junior EU partners. This was an entirely foreseen
consequence
of U.S. policy in Eastern Europe since the end of the Cold War. There is
no
truth whatsoever to the legend that the United States wanted to keep
Yugoslavia together but was thwarted in this noble endeavor by the
machinations of the Germans. In February 1990, nearly two years before
the
villainous German Chancellor Helmut Kohl supposedly muscled in on the
Balkans by recognizing Croatia and Slovenia, Deputy Secretary of State
Lawrence Eagleburger was already telling the Slovenians that Washington
would accept Slovenia's secession provided it was done "peacefully and
democratically." The Slovenians did not need another signal. Even so, in
October 1990â€"eight months before Slovenia declared independence, one
year
before war broke out in
Croatiaâ€"Congress passed an amendment to the Foreign Operations
Appropriation law barring any U.S. loans or credits for Yugoslavia
unless
the assistance was directed to a republic "which has held free and fair
elections and which is not engaged in systematic abuse of human rights".
This was an
extraordinary piece of legislation. According to Washington then,
Yugoslavia had ceased to exist. The U.S. government was henceforth to
deal
with the "republics," entities with no international legal standing
whatsoever.

In the days leading up to the secession of Croatia and Slovenia, U.S.
officials would make pro forma declarations opposing unilateral
declarations of independence. Then they would warn the Yugoslav army not
to
use force to stop the republics breaking away. It was a policy of
accepting
de facto independence. Moreover, it was revealed in the London Observer
last year that, contrary to the publicly proclaimed Western policy of
neutrality, the British were in fact secretly selling arms to Slovenia
days
before its declaration of independence. Since Britain is merely
America's
errand boy on
such matters, one can be fairly certain that this was a
Washington-initiated policy.

The carnage that was to come in Bosnia was entirely the consequence of a
ruthless and cynical U.S. policy. In March 1992, after seeing the bitter
fighting that followed the secession of Croatia, the leaders of Bosnia's
Serbs, Croats and Muslims sat down in Lisbon and hammered out a
partition
plan of Bosnia. According to a 1993 New York Times story, European
Community "mediators who brokered the agreement argued that partition
was
the only way to contain the ethnic rivalries. But the Bush
Administration
was pushing the Europeans to recognize Bosnia as an independent country,
with a Muslim-led Government in Sarajevo." When the Bosnian Muslim
or--more
accurately--Islamist leader, Alija Izetbegovic returned to Sarajevo,
U.S.
Ambassador Warren Zimmermann called on him. "He said he didn't like it"
Mr.
Zimmermann recalled. "I told him, if he didn't like it, why sign it?"
But
after talking to the Ambassador, Mr. Izetbegovic publicly renounced the
Lisbon agreement."

By April the United States had managed to bully the Europeans into
recognizing the state of Bosnia, thereby setting in train the carnage to
come. The U.S. subsequently sabotaged the Vance-Owen partition plan as
well
as the Stoltenberg partition plan. The fighting finally came to an end
with
a U.S.-sponsored partition plan at Dayton. We got what we were after all
along. Bosnia was turned into a colony. (4)

***

Further Reading:

1) To read 'What Milosevic Really Said at Kosovo Field in 1989' go to
http://emperors-clothes.com/articles/jared/milosaid.html

2) The IMF was directly involved in the Yugoslav coup of Oct. 5th. While
promising to aid, the IMF in fact presides over the destruction of
economies.
See 'The International Monetary Fund And The Yugoslav Elections at
http://emperors-clothes.com/analysis/1.htm

3) Analyst T.W. Carr has written a most useful account of the Western
assault
on Yugoslavia. See 'Germany and the US in the Balkans- a Careful
Coincidence
of National Policies?' at
http://www.emperors-clothes.com/articles/carr/carr.html

4) See Prof. Michel Chossudovsky's "Dismantling Yugoslavia, Colonizing
Bosnia" at http://emperors-clothes.com/articles/chuss/dismantl.htm

www.tenc.net [Emperor's Clothes]

The URL for this article is
http://emperors-clothes.com/articles/szamuely/free.htm

**********************************************

U.S. TROOPS SHOT AT IN KOSOVO

From: Rick Rozoff <r_rozoff@...>

[What a reassuringly bland, vague, non-committal, evasive tone the
following report has. Nowhere is it
hinted that the snipers could possibly be members of the KLA - I repeat,
the KLA - who were armed and trained by U.S. and other NATO military and
intelligence personnel since 1995, at the very moment the Dayton Peace
Accord was being negotiated. The Western propaganda mills,
notwithstanding
how thoroughly they've succeeded in misleading and stupefying their
respective populaces, would have a difficult time explaining this about
face. So the press wire services will simpy allude to certain anonymous
malefactors taking shots at the 'peacekeepers.']

GUNMEN FIRE ON U.S. FORCES IN KOSOVO

by FISNIK ABRASHI, Associated Press Writer

PRISTINA, Yugoslavia (AP) -- Gunmen fired on U.S. and Polish
peacekeepers
in Kosovo as they were patrolling the rugged mountains near the border
with
Macedonia, a U.S. army spokeswoman said Tuesday. NATO-led peacekeepers
returned fire and suffered no injuries in Monday's gunfight, the first
since a joint U.S-Russian patrol came under attack in December, said
Capt.
Alayne Cramer, a spokeswoman for U.S. forces in Kosovo. No suspects were
detained. The attack occurred southwest of the Kosovo village of
Krivenik,
where an Associated Press Television News producer, Kerem Lawton, was
killed during a mortar attack March 29. The source of that mortar attack
is
under investigation.

Both ethnic Albanian insurgents and Macedonian government troops
fighting
each other in the area in March have denied responsibility. Peacekeepers
have stepped up patrols in the border area in recent weeks, netting arms
caches and discovering what appeared to be a camp used by extremists.
Peacekeepers sought to prevent ethnic Albanian guerrillas from using
Kosovo
as a staging ground to launch attacks in Macedonia, where the insurgents
are fighting for more rights.

Just nine miles along the border to the north, peacekeepers cordoned off
the wreckage of a British helicopter that crashed in heavy rain Monday.
Two
people died and five others were injured. There was no indication of any
hostile fire, said Maj. Fergus Smith, a spokesman for the British
contingent
serving in Kosovo. Despite the unease along Kosovo's borders, Serbia --
Yugoslavia's larger republic -- is moving ahead on drafting a framework
for
self-government that should allow elections this year, a senior U.N.
official said.

The announcement comes just days after Yugoslavia's President Vojislav
Kostunica and Kosovo's U.N. Administrator Hans Haekkerup agreed that the
Serbs should take part in the working group drafting the self-government
framework. Jean-Marie Guehenno, the undersecretary-general for
peacekeeping, said the working group has already laid out the skeleton
structure of a framework for
self-government. Yugoslavia's U.N. ambassador, Dejan Sahovic, also
demanded
security guarantees for the Kosovo Serb participants and demanded
''guarantees concerning equal participation.''

On Monday, Guehenno told an open U.N. Security Council meeting that
''serious measures to tackle law and order are beginning to bear
fruit,''
but that he did not hold out hope for a return of Serbs and allied
ethnic
minorities before the election. U.N. administrators and NATO-led
peacekeepers have
been in charge of Kosovo since June 1999 after a 78-day NATO bombing
campaign forced Yugoslav troops to withdraw and ended then-Yugoslav
President Slobodan Milosevic's attacks on separatist ethnic Albanians.

*******************************************

CRISIS BUILDS UP IN MOSLEM CROATIAN FEDERATION OF BOSNIA & HERZEGOVINA

The government of Western Herzegovina, which is a constituent part of
the
Moslem Croatian Federation of Bosnia and Herzegovina, warns that it will
no
longer be able to guarantee security to members of the international
community and to federal authorities.
The headquarters of an OSCE mission and missions of other international
organizations in the province's administrative center, Siroki Breg, have
been destroyed, with the personnel evacuated under the protection of
KFOR
forces.
It will be remembered that all federal ministries have been out of
operation since March 3, the day Croatian self-government was proclaimed
in
territories with predominantly Croatian population in the Federation of
Bosnia and Herzegovina. And the situation becomes increasingly
complicated
with very passing day.
The authorities of Western Herzegovina have formed a staff to address
security issues, which will reportedly protect interests of the Croatian
people, preventing anti-Croatian acts. This decision in fact withdraws
the
province from Bosnia and Herzegovina.
The federal defense minister, not recognized by the Western Herzegovina
authorities, has called on the global community to take urgent measures
to
end the disorder. The Croatians' discontent wave and their threats to
the
world community, as well as to the federal government, army and police
of
Bosnia and Herzegovina extend to other provinces. (Source: Pravda.ru)

********************************************

YOUNG ALBANIANS FORCED INTO PROSTITUTION BY OWN MEN

Young Albanians forced into prostitution tell of their sorry plight By
Hans-Hagen Bremer Paris - Albanian women told a committee of the Council
of
Europe meeting in Paris on Monday grim tales of being auctioned off like
cattle and of enduring brutal psychological pressure designed break
them,
to turn them into uncomplaining prostitutes.

"They are auctioned off like animals. If they're blonde and pretty, the
bids are higher. Then they're trained for their future trade. They're
raped, tortured and psychologically broken until they submit. It's a
real
slave market," said Briseida Mema, describing the techniques Albanian
pimps
use on women to supply western Europe with prostitutes. Mema belongs to
the
Independent Forum of Albanian Women.

Also invited to the hearing on the burgeoning trade in women and their
sexual enslavement were parliamentarians, police specialists and
representatives of private aid organisations, including a number from
eastern Europe. The camps where the women are inducted into the sex
industry also exist in countries of the former Yugoslavia.

Calls for classifying trafficking in women as a crime against humanity
have
been growing stronger recently. According to Socialist MP Lydie Err of
Luxembourg, it represents a new type of crime against humanity which
remains relatively unpunished. Where charges are filed, he says, they
often
result in sentences and fines below those imposed on dealers in drugs
and
arms.

Fearing revenge attacks by their tormentors, many women who have escaped
from prostitution withdrew their agreement to publicly address the
committee. Philippe Boudin, director of the French Committee Against
Modern
Slavery, puts the number of non-EU women forced into prostitution in the
European Union since the collapse of communism in 1989 at 500,000 to
600,000. Every year, another 120,000 or so join their sorry ranks. For
the
traffickers and pimps, business is booming, says Don Cesare Lodeserto,
head
of the Regina Pacis womens' shelter in Lecce, Italy. The introduction of
the euro has only boosted earnings.

Experts at the United Nations put turnover in the global sex-slave trade
at
seven to 13 billion dollars. The EU declared war on the illegal trade in
women back in 1999. Several directives aimed at harmonising and
stiffening
relevant laws are currently being examined by the council of ministers.
As
yet, none has been passed into law. So far, only Belgium and Italy have
declared the trafficking of women for the prostitution industry as a
crime
and taken steps to provide help to victims of ruthless gangs of human
traffickers. In Belgium, for example, escaped women can assume a new
identity if they wish.

Part of this problem is that many if not most of the male European MP
frequently use prostitutes. Power corrupts in many ways.

(Source: Frankfurter Rundschau online. Published: 4-9-2001 Author:
Hans-Hagen Bremer)

******************************************

LUKASHENKO SAYS WEST TO EARMARK $500 MILLION FOR HIS OPPONENTS

MINSK, Apr 10, 2001 -- (RFE/RL) Belarusian President Alexander
Lukashenko
on 6 April said the West is planning to allot $500 million for
candidates
who will challenge him in this year's presidential ballot in Belarus,
Belapan reported.

Lukashenko said he obtained this information from former Russian Prime
Minister Yevgenii Primakov.

According to Lukashenko, the Belarusian presidential elections will also
be
crucial for the fate of Russia.

"We may not, we don't have the right to lose this [presidential]
campaign.
If we lose these elections,
Russia's days will be counted," he noted.

******************************************

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RECOMMENDED WEBSITES

For news on international affairs (dutch and english)
see TARGETS at: http://www.targets.org/

For news and special reports on Cuban affairs (english and spanish)
see CUBAN REVIEW at: http://www.globalreflexion.org/cubanrev/

For special reports on the developments concerning Yugoslavia
see BELGRADE FORUM (forum for the world of equals) AT
http://www.belgrade-forum.org/

Critical webside to expose media lies and US-policy
see THE EMPEROR'S NEW CLOTHS at: http://emperors-clothes.com/

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L'AFTA EPIZOOTICA NON RIENTRA TRA LE COLPE DI MILOSEVIC!

Infatti e' colpa di Saddam: dall'amico Gian riceviamo e volentieri
diffondiamo:

Non sembra possibile. Può un giornalista definire
"leggenda metropolitana" una fantasia e dopo dieci
giorni la redazione definirla "notizia" piena?
Ecco come una leggenda metropolitana utile al Re
diventa storia per il suo scriba.

Gian.
ps. Gli esilaranti neretti sono ovviamente miei...e
secondo me è stato Prodi.


27 marzo - la repubblica p.29
La notizia è ancora leggenda...

La piaga dell'afta?
E' colpa di Saddam
Leggende metropolitane inglesi per giustificare
l'emergenza
il racconto
ANTONIO POLITO


LONDRA - Evidentemente noi italiani non siamo gli
unici appassionati di «dietrologia». Alle prese con un
disastro economico, con gli agricoltori in lacrime, con
le fosse comuni per le pecore e i campi di sterminio
per mezzo milione di animali, anche gli inglesi non
resistono alla tentazione di affidarsi alle "leggende
metropolitane", nel disperato tentativo di trovare
"l'untore", una qualche misteriosa entità diabolica
responsabile del Male. L'unica differenza è che non
possono cavarsela a buon mercato come noi con i
"servizi segreti deviati", essendo i loro servizi troppo
segreti e poco deviati. Così sono costretti a uno sforzo
maggiore di fantasia. E si vede.
La più fantasiosa delle teorie che circolano nelle
campagne, viaggia nel curioso tamtam via email che fa
compagnia ai contadini isolati nelle loro fattorie, e
vengono riprese da stampa e televisione punta il dito
contro un nemico mitico, lontano e cattivissimo:
Saddam Hussein. Potrebbe aver assoldato delle spie
per spruzzare con l'areosol il virus sulle bestie. Del
resto, il rais è un maestro della guerra batteriologica,
per questo gli inglesi ogni tanto vanno a bombardarlo.
Niente di più facile che abbia coltivato e incubato il
male per vendicarsi dell'odiata Albione. Chissà come
mai, visto che c'era, non ha spruzzato anche la
metropolitana di Londra con il micidiale antrace. Odia
forse le pecore inglesi più che gli inglesi stessi?
Subito dopo Saddam, nella graduatoria dei nemici
mortali che tramano contro l'Inghilterra, non potevamo
trovare che Romano Prodi. Pare che 34 giorni prima
che l'afta epizootica venisse scoperta in un macello
dell'Essex, la Commissione di Bruxelles abbia ordinato
un test di validità su tutto lo stock di vaccini a sua
disposizione. Vuoi vedere che già sapevano tutto e
hanno taciuto, e intanto si preparavano a difendere il
Continente incuranti delle sorti d'oltre Manica? Che il
test sia avvenuto esattamente in quella data non è
chiaro, ma è noto che la Commissione conduce queste
prove con regolarità annuale per essere pronta in caso
di epidemia.
Scartato dunque Prodi, chi altri potrebbe aver ordito la
cospirazione? Ma gli amici degli animali, ovviamente.
Il temibile «Animal Liberation Front» e tutto
quell'arcipelago di estremisti che non si fermano
neanche di fronte ad atti di terrorismo pur di
combattere lo sfruttamento dell'uomo sull'animale. Qui
la logica si fa ardita: i militanti sarebbero stati infatti
pronti a sacrificare centinaia di migliaia di povere
bestie, che in teoria dovrebbero proteggere, pur di
punire i contadini, rei di metodi di allevamento
inumani, di ostinata difesa della caccia alla volpe e di
altri orribili misfatti. Per comminare la loro biblica
punizione, gli "untori" avrebbero agito infiltrandosi nei
laboratori e procurandosi così dei campioni di virus; o
avrebbero aggiunto della carne infetta, col favore delle
tenebre, al pastone delle bestie in una fattoria.
Infine, il classico «piove governo ladro». Se si esclude
il musulmano, l'europeo e il terrorista, non restano che
i politici.
Le leggende in questo caso sono due. La prima
sostiene che Downing Street fu informata, nel corso
dell'inchiesta sulla «mucca pazza», dei rischi connessi
con l'abitudine di dar da mangiare ai porci i resti delle
mense scolastiche, dei pasti sui treni e sugli aerei. Gli
scienziati avrebbero chiesto al governo di proibirli, il
governo non l'avrebbe fatto per difendere le tasche
degli allevatori, e un sandwich andato a male avrebbe
innescato la crisi. In realtà, la quasi totalità dei maiali
inglesi viene già da tempo cibata senza far ricorso ai
resti dei fast food, e quei pochi allevatori che lo fanno
(per un totale di soli 80mila animali) devono ottenere
una licenza speciale e sottoporsi a rigorose verifiche
periodiche. Questa teoria, almeno, ha il vantaggio di
avvicinarsi più delle altre alla probabile verità: non è
da escludere che siano stati proprio dei rifiuti non
correttamente sterilizzati ad aver infettato la prima
fattoria. E invece, la cospirazione politica più
gettonata è un'altra: una machiavellica operazione di
copertura. Quel diavolo di un Blair avrebbe saputo del
primo caso di afta già dal dicembre dello scorso anno.
Tanto è vero che, senza dir niente all'opinione
pubblica e ai contadini, avrebbe contattato
segretamente commercianti di legname e carbone per
approvvigionarsi in tempo e preparare le pire
inceneritorie. Quale sarebbe il vantaggio per un primo
ministro di lasciar esplodere un'epidemia che rischia di
fargli sfuggire una facile vittoria elettorale a maggio,
non è spiegato. Ma bisogna avere comprensione per la
scarsa logica degli inglesi. Non è facile inventare una
decente teoria cospiratoria senza avere un Andreotti a
portata di mano.


10 aprile - la repubblica p.18
La stessa notizia è già realtà...


"L'afta diffusa da Saddam"


BERLINO - Il virus dell'afta che sta sconvolgendo la
vita nelle campagne britanniche, sarebbe stato fatto
arrivare in Gran Bretagna da Saddam Hussein per
vendicarsi sia della sconfitta nella Guerra del Golfo sia
per l'embargo internazionale al quale continua ad
essere sottoposto l'Iraq. Questa congettura è stata
ripetuta con rilievo dal quotidiano tedesco Bild, che
cita i servizi segreti britannici, "è stato forse Saddam
a mandarci l'epidemia dell'afta?", titola il giornale
popolare. "I servizi segreti britannici hanno un
sospetto folle: il dittatore Saddam Hussein avrebbe
fatto esportare l'epidemia per la guerra del Golfo persa
e per l'embargo contro l'Iraq" scrive la Bild, secondo
cui agenti (britannici) sarebbero impegnati a cercare le
prove di tale congetttura. A dimostrazione della pista
Saddam il giornale cita tre circostanze: l'afta
epizootica è scoppiata effettivamente per prima in
Gran Bretagna, e i sudditi di Sua Maestà sono tra i
nemici più accaniti del dittatore iracheno. "Se in Iraq
cadono le bombe, l'aviazione britannicaè sempre
presente". In secondo luogo il virus presente in Europa
è una variante di un altro agente che imperversa in
Asia. Terzo elemento: due mesi prima che scoppiasse
l'epidemia, da un laboratorio chimico segreto
dell'esercito britannico a Porton Down (Wiltshire)
era scomparso un tubicino per esperimenti
contenente virus dell'afta.

---

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RELAZIONE MANDELLI: SCIENZIATI O GIULLARI DI SUA MAESTA'?

Il testo completo della relazione della commissione governativa
sull'Uranio Impoverito, guidata dal prof. Mandelli, si puo' scaricare
dal sito del ministero della Difesa oppure, in formato PDF, alla URL:
> http://groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/message/904

Di seguito riportiamo alcune note di Luca Nencini dell'ENEA sul metodo
ridicolo di analisi del campione usato dalla commissione Mandelli.
Chiunque puo' verificare direttamente dalle tabelle contenute nella
relazione che Mandelli e compagnia non si sono nemmeno presi la briga di
verificare i nomi delle localita' indicate come destinazione dei
militari-campione, che in vari casi risultano trascritte male. Inoltre,
molte di esse (circa un terzo) non hanno niente a che fare con i
bombardamenti della NATO, essendo situate addirittura in Croazia e
Macedonia.

---

1. Conteggio incompleto dei malati.
Come ammettono gli stessi estensori della relazione, i casi presi in
considerazione "provengono in parte da segnalazioni spontanee". Inoltre
sono stati esclusi dal conteggio i casi ritenuti carenti di una
"diagnosi
documentata". Se ne deduce che i) l'esercito italiano non possiede i
dati
sanitari completi dei propri soldati e ii) il conteggio dei casi fatto
dalla commissione e' incompleto.

2. La durata delle missioni in Jugoslavia non viene presa in
considerazione. Infatti non e' stato adottato nessun criterio per
eliminare
(o pesare di meno) i casi di militari che hanno svolto missioni molto
brevi. Come risulta dal testo e dalla Tab. 10, militari che hanno svolto

missioni di un solo giorno (nessuno dei quali ovviamente si e'
ammalato!)
sono stati trattati alla stessa stregua di militari con tre anni di
permanenza in Jugoslavia.

3. Vengono presi in considerazione anche i casi di militari mandati in
missione in zone non contaminate.
Il problema della discriminazione fra aree bombardate dalla Nato e aree
non
bombardate non e' nemmeno discusso. Particolarmente scandalose appaiono
le
inclusioni nella lista delle missioni avvenute a Mostar, mai bombardata
perche' posta nella zona di conflitto croato-bosniaco, e Podgorica,
capitale del Montenegro!

4. Discussione evasiva dei risultati.
Non viene discusso il dato piu' appariscente che emerge dal loro lavoro:

il
contrasto fra i) il basso numero di tumori solidi conteggiati, pari a un

terzo di quelli attesi e ii) l'alto numero di leucemie e linfomi di
Hodgkin, pari a quasi il triplo di quelli attesi. Queste ultime due
patologie costituiscono da sole il 64% dei tumori osservati fra i
militari
italiani, mentre dovrebbero ammontare a meno del 10% (cfr. Tab. 9)! Per
quanto riguarda il basso numero di tumori solidi osservati, la
commissione
fa due ipotesi: i) il miglior stato di salute dei militari rispetto alla

popolazione civile e ii) la loro provenienza dalle regioni meridionali,
dove l'incidenza di tumori è minore (1). La possibilità che, come
abbiamo
visto all'inizio, questa discrepanza dipenda da un incompleto conteggio
dei
malati, non viene nemmeno presa in considerazione.

5. Tautologie.
Siccome il dato sui linfomi e' troppo appariscente per poter essere
eluso,
nella seconda parte della relazione la commissione cita una serie di
lavori
scientifici che escluderebbero la possibilità di correlare questa
malattia
con le radiazioni alfa. Il loro ragionamento e' una lampante tautologia:

i)
la commissione ha lo scopo dichiarato di accertare "i casi emersi e
venuti
all'attenzione in questi ultimi tempi di patologie tumorali nel
personale
militare", per verificare "se esista correlazione con il munizionamento
all'uranio impoverito"; ii) malgrado tutte le omissioni discusse la
commissione riscontra un'incidenza abnorme di linfomi; iii) di fronte a
questo dato la commissione cita la letteratura preesistente per negare
cio'
che essa stessa ha appena dimostrato, e cioe' la correlazione fra
linfomi
ed uranio.

Note

1) Consultando l'archivio delle cause di mortalita' dell'ISS
(http://web.iss.it/cmicd/Scripts/selcause.asp) e' possibile farsi
un'idea
di quanto pesi questa differenza Nord/Sud. Ad esempio, negli anni 90-94
fra
la Lombardia e la Sicilia c'e' stata una differenza di mortalita' per
tumore, nella classe di eta' 25-29 anni, pari a circa il 10% , molto
meno
della discrepanza osservata dalla commissione mandelli!


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