Jugoinfo


Slavofobìa

1) Logici sviluppi della patacca sulla foiba volante del Friuli orientale (LINKS)
2) VERONA:
– Il Comune vieta ogni concessione di spazi pubblici per << attività revisionistiche sulle Foibe >>
– Razzismo slavofobo sulle pagine de L'Arena e divieto di replica
3) Rovato (BS): Intimidazione durante l'iniziativa con Alessandra Kersevan e Claudia Cernigoi


Si vedano anche:

Viaggio nelle nuove #foibe, prima puntata. CHI SOGNA UNA FOIBA IN #MAREMMA? (di Alberto Prunetti / Giap, 3.3.2016)
... Il 10 febbraio scopro sul quotidiano La Nazione, nella cronaca di Grosseto, un evento sorprendente: una foiba è scesa sotto la Linea Gotica, a Roccastrada, in Maremma!...
http://www.wumingfoundation.com/giap/?p=24102

MATTEO SALVINI: "I PROFUGHI DELLE FOIBE NON STUPRAVANO COME I MIGRANTI DI OGGI" (di Giuseppe De Lorenzo - Mar, 01/03/2016)
... "Non mi sembra che i profughi giuliani scippassero, stuprassero, aggredissero, pretendessero colazione, pranzo e cena e se non gli van bene le lasagne vogliono la bistecca"...  Gli immigrati di oggi sono "bombe umane" pronte a "colpire il futuro dei nostri figli". Parole dure, ma sicure, dette di fronte al memoriale per gli esuli istriano-dalmati di Bologna, imbrattato da anonimi solo qualche giorno fa. Il messaggio del leader della Lega a Bologna e alla sua amministrazione è chiaro: "Questa città è in mano a balordi, una situazione da Unione Sovietica". Quel "comunismo" da cui scappavano gli esuli istriani...
http://www.ilgiornale.it/news/cronache/i-profughi-delle-foibe-non-stupravano-i-migranti-oggi-1231101.html
N.B. Per dichiarazioni sullo stesso tema, si è dovuto dimettere il direttore dell'Istituto regionale per la storia del Movimento di Liberazione nel Friuli Venezia Giulia, ROBERTO SPAZZALI:
"GLI ISTRIANI DIFENDEVANO LA PATRIA. I MIGRANTI INVECE SONO CODARDI" (di Giuseppe De Lorenzo - Mer, 03/02/2016)
http://www.ilgiornale.it/news/politica/istriani-difendevano-patria-i-profughi-invece-scappano-solo-1220213.html
Comunicato IRSML-FVG del 23/02/2016:
<< Nel corso della riunione del direttivo del 20 febbraio 2016, il prof. Roberto Spazzali ha rassegnato le dimissioni da direttore. Il direttivo, nell'accoglierle, ha ringraziato unanime il prof. Spazzali per la quantità e la qualità del lavoro da lui profusa da molti anni a questa parte al servizio dell'Istituto e dell'intera rete, prodigandosi  nell’attività di ricerca e nella costante attenzione e cura a favore dei più giovani. Al tempo stesso, il direttivo rende merito alla sua onestà intellettuale, al suo spirito di collaborazione e al suo senso di responsabilità, auspicando che tale collaborazione continui ancora all’interno dell’Istituto.
La presidente, Anna Vinci – Trieste, 23 febbraio 2016. >>

LE FOIBE TRA VERITA' E LEGGENDA intervento di Sandi Volk (rifonda corato, 6 mar 2016)
Intervento dello storico Sandi Volk e parte dell'intervento di Piero Purini per l'iniziativa LE FOIBE TRA VERITA' E LEGGENDA, organizzato dalla sezione di Rifondazione Comunista Corato il 5 marzo 2016...
VIDEO: https://www.youtube.com/watch?v=t5WcKdyqbok
Sulla iniziativa: http://www.diecifebbraio.info/2016/03/corato-ba-532016-le-foibe-tra-verita-e-leggenda/


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Logici sviluppi della patacca sulla foiba volante del Friuli orientale (LINKS)

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INTRIGO NAZIONALE A ROCCA BERNARDA (ovvero le “foibe mobili” della Lega nazionale di Gorizia)

di Claudia Cernigoi, 12 marzo 2016

Scarica in formato PDF: http://www.diecifebbraio.info/wp-content/uploads/2016/03/intrigo-nazionale-a-roccabernarda.pdf

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Fonte: pagina FB de "La Nuova Alabarda", 15.3.2016

FOSSIMO IN IVAN BUTTIGNON, CI OFFENDEREMMO...
... DATO CHE "il presidente della Lega nazionale, Luca Urizio, ha annunciato, al termine del sopralluogo, di voler proseguire con l’analisi storica negli archivi della Farnesina, allargando il raggio anche a Lubiana. «Cercheremo di avere un incarico dalla Regione – ha affermato Urizio che nei giorni scorsi ha avuto un colloquio con l’assessore Gianni Torrenti – per continuare lo studio. Abbiamo però bisogno dell’aiuto esterno di uno storico in grado di leggere le carte e condurci sulla strada giusta. [SIC] »". 
Ohibò. Ma che ha fatto finora Buttignon, secondo Urizio? non lo ritiene "in grado di leggere le carte"? fossimo in Buttignon, così propenso a minacciare querele e tanto permaloso quando gli si rammentano le sue passate iniziative ospite di CasaPound, ci offenderemmo mica poco...

LA FOIBA PERDUTA DI ROCCABERNARDA, AGGIORNAMENTI.
A PROPOSITO DI SAPER LEGGERE I DOCUMENTI...
Sul "Messaggero" di oggi [15.3.2016] è stata pubblicata parte di un documento (anche questo in "numeri romani") che sarebbe la "prova" di un genocidio operato dai "titini" nei confronti della popolazione manzanese (nel senso di abitanti di Manzano, che, giova ricordare a chi non ha cultura storica, non è mai stata controllata dagli Jugoslavi né durante né dopo la guerra).
Il titolo è "C'è un nuovo documento. Duecento desaparecidos".
A parte che se da Manzano fossero "desaparecide" 200 persone probabilmente qualcuno se ne sarebbe accorto, in settant'anni (nei testi sugli scomparsi durante la guerra curati dall'IFSML di Udine ci sono gli elenchi degli scomparsi, peraltro), si legga attentamente (non c'è bisogno di uno "storico", caro signor Urizio, basta conoscere l'italiano ed avere un minimo di senso logico) il testo.
L'informativa datata 9 giugno 1945 (ad un mese dalla fine delle ostilità) recita
"200 uomini della zona di Manzano, prelevati dalle formazioni slave, si trovano dislocati in Slovenia. Le famiglie sono prive di notizie da diversi mesi".
"da diversi mesi": il che significa che gli "uomini prelevati" non sono stati "arrestati" nel maggio 1945, ma, molto più realisticamente, considerato il termine "dislocati" che viene usato, si tratta di partigiani che non erano ancora rientrati alle proprie abitazioni. 
Nella seconda foto (sempre pubblicata nella pagina del Messaggero, che ringraziamo per la quantità di informazioni che fornisce) vediamo Urizio ed un'altra persona che osservano l'apertura di una "foiba", probabilmente per valutare quanta gente può esservi stata gettata dentro (non vorremmo scadere nel macabro, ma difficile che un corpo morto possa essere stato introdotto in quella fessura, figuriamoci 200).
Attendiamo ansiosamente lo sviluppo di questa telenovela che si sta presentando grottescamente offensiva per i vivi e per i morti.

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La notina della non foiba di Rosazzo: E' del SIM? e funzionale alla propaganda per non consegnare i criminali italiani? 

di Marco Barone, 9.3.2016

... la pubblicazione di questo documento cadeva, casualmente, in un momento particolare. Quando venivano aperti, nel mese di febbraio 2016 gli archivi del così detto armadio della vergogna, oltre 13 mila pagine desecretate, dove emergono anche i nomi dei criminali di guerra nostrani, militari italiani, mai puniti. Penso a quelli compiuti in Jugoslavia, ad esempio. Eccidi, torture, esecuzioni sommarie, incendi di villaggi, massacri, e mai puniti. (...) La notina della non foiba di Rosazzo, è del SIM. In "Carte segrete dell'intelligence italiana - 1919-1949 parte Terza" si legge che il funzionamento del Centro 'R' coprì l'arco di tempo tra il 15-16 settembre 1943 e la liberazione di Roma, il 4 giugno 1944. (...) La notina della non foiba di Rosazzo riguarda anche la prima sezione e poi la terza sezione. In calce al documento vi sarà il timbro con il nome del Maggiore Lo Faso (...) Per contrastare le richieste Jugoslave, consistenti nella consegna dei criminali militari italiani venne affidato, in base a quello che diverse fonti sostengono, all'ufficio informazioni coordinato dal Maggiore... Domenico Lo Faso dello Stato Maggiore il compito di raccogliere adeguata informativa per contrastare la propaganda pro-jugoslava. (...) Dunque quella notina, piena di contraddizioni, doveva essere un documento di propaganda e difensivo funzionale alla campagna in corso in quel periodo finalizzata a demonizzare la resistenza jugoslava e quella italiana che ha collaborato con la jugoslava con lo scopo di non consegnare i criminali militari italiani alla Jugoslavia per i crimini compiuti e mai puniti? E mai usato, sino ad oggi, per la sua evidente abnormità?...


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Viaggio nelle nuove #foibe, seconda puntata. La foiba volante del Friuli orientale (di Nicoletta Bourbaki / Giap, 6.3.2016)

Tra i casi di foibe immaginarie che analizziamo in questa miniserie, il più recente riguarda la foiba annunciata a Corno di Rosazzo, provincia di Udine, e poco dopo delocalizzata a Manzano e Premariacco. Si tratta dell’evento pensato dalla Lega Nazionale di Gorizia per Il giorno del ricordo 2016...


Il Senatore Maran minaccia di querelare Giap per avere svelato i retroscena della grottesca storia della Foiba Volante:

Il senatore Alessandro Maran ci intima di cancellare il suo nome da Giap. Ecco perché gli rispondiamo NO. (Wu Ming, 10.3.2016)

... Le frasi della «versione odierna del post» che Maran “incrimina” sono queste:
1. «Orbene, l’anno scorso il Presidente Urizio ottiene un finanziamento dal Comune di Gorizia e il supporto operativo del senatore del PD Alessandro Maran per effettuare una ricerca a Roma con Ivan Buttignon e Lorenzo Salimbeni.»
2. «Rimane infine da chiedersi se i finanziamenti stanziati dal comune di Gorizia – e il supporto del senatore PD Maran – potessero essere spesi meglio che per produrre fiumi d’inchiostro e di livore alimentando un clima di isteria che si protrae da settimane.» ...


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L'incredibile petizione ai ministeri e Parlamento Europeo sulla non foiba di Rosazzo 

Marco Barone, 5.3.16

... Il contenuto della petizione? Si legge che  "Dopo 70 anni si 'scopre' in documenti secretati l'esistenza di una foiba in mezzo ai boschi del Friuli dove sono stati martirizzati presumibilmente tra i 200 e gli 800 innocenti a guerra conclusa." Dunque si insiste con il concetto di foiba...


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Foibe e fosse comuni: una riflessione (di Marco Puppini, 5 marzo 2016)

... Non mi pare pertanto il momento di integrare e correggere al rialzo il lapidario dei 665 deportati come aveva suggerito il presidente della Lega Nazionale. Piuttosto, bisogna iniziare a correggerlo al ribasso. (...) Bisognerà però cancellare anche i nomi delle Guardie di Finanza segnalate che non furono in realtà infoibate (...), il centinaio circa di nomi che Giuseppe Lorenzon ha indicato come membri di formazioni collaborazioniste uccisi durante la guerra dai partigiani (...), i nomi di partigiani e carabinieri uccisi dai tedeschi ed inseriti comunque nel lapidario (...), mentre dubbi giustificati possono essere sollevati anche per una parte dei circa duecento nomi privi di dati che possano consentire una verifica...


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Urizio: "Lavoro di notte per riscrivere la storia" (di Guido Surza, 9.3.2016)

Ecco chi è il presidente della Lega nazionale di Gorizia che alla Farnesina ha trovato il documento delle foibe


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Il mistero della fossa comune e i dubbi dell'istituto di storia del movimento di Liberazione (di Guido Surza, 9.3.2016)

Parla il presidente Alberto Buvoli. «Non è possibile che le famiglie non abbiano denunciato». C'è anche un problema di date



=== 2: VERONA ===

1) Segnalato da Claudia Cernigoi:

http://www.progettonazionaleverona.it/foibe-il-consiglio-comunale-vieta-spazi-pubblici-a-chi-le-nega/

Nella seduta dello scorso 25 febbraio il consiglio comunale di Verona ha approvato l’ordine del giorno n.205 “Divieto di concessione spazi pubblici per attività revisionistiche sulle Foibe”, primo firmatario il consigliere Vittorio Di Dio; l’atto è stato firmato anche dal nostroMassimo Piubello (capogruppo della “Lista Tosi”) oltre che dai consiglieri Marco Bacchini, Rosario Russo e Salvatore Papadia.

L’Odg in oggetto impegna l’amministrazione a non concedere spazi pubblici a chi nega o mistifica la tragedia delle Foibe; chi vorrà continuare a farlo potrà fruire della disponibilità di spazi nel settore privato.

Rimandiamo ai link del portale del comune di Verona per miglior conoscenza:

https://www.comune.verona.it/nqcontent.cfm?a_id=14555&onum=205&odata=2013&tipo=6

Numero Atto 205
Oggetto dell'Atto Divieto concessione spazi pubblici per attività revisionistiche sulle Foibe
Tipo Atto Odg (Ordine del giorno)
Del 13/02/2013
Primo firmatario Vittorio Di Dio
Firmatari Marco Bacchini 
Massimo Piubello 
Salvatore Papadia 
Rosario Russo 
Stato Iter Approvato
In data 25/02/2016

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2) Inizio messaggio inoltrato:

Da: Fabio Muzzolon (Verona)
Data: 8 marzo 2016 23:28:20 CET
Oggetto: censurata una lettera su L'Arena

Nei giorni dedicati al Ricordo delle vittime di foibe ed esodo sul confine orientale, un certo Piergiuliano Beltrame ha scritto una lettera a L'Arena da cui emerge un totale odio verso tutto il mondo slavo e un'interpretazione delle vicende storiche al confine orientale a senso unico che "dimentica" la vile e tragica aggressione italiana alla Jugoslavia nella seconda guerra mondiale come in uso nella moderna vulgata. Mi dicono che per farsi pubblicare delle lettere nell'apposita rubrica bisogna evitare la lunghezza e la polemica. Eppure questa lettera mi pare molto lunga e offensiva. Per esempio quando scrive "intellettuali" slavi tra virgolette, quasi che quei popoli non possano assurgere a questo rango. Zivoslav Miloradovic è un intellettuale ex giornalista noto in Serbia, che vive a Verona dove continua le collaborazioni a testate e svolge il lavoro di autista di camion. Leggendo questa lettera toccato sul vivo si è sentito di scrivere questa risposta, che però non è stata pubblicata dal foglio scaligero (vedi allegato). fm. 

--- Allegato

Caro signor direttore,

Leggendo la lettera del signor Piergiuliano Beltrame pubblicata su “L’Arena” del 23-02-2016 non potevo smettere di chiedermi come mai le osservazioni  di questo tipo potevano sfuggire alla vostra gentile attenzione?! Un minimo di conoscenza della storia sarebbe necessaria anche per una leggera chiacchierata da bar (finché la gente è  sobria)  altroché quando si scrive qualcosa da pubblicare in forma di un serio  argomento. Collegare le tristi vicende legate alle foibe con l'arrivo dei popoli slavi nel settimo secolo sarebbe già un bel motivo per buttare questa lettera nell'unico posto che merita: il cestino. Come si può polemizzare con una persona convinta che le tribù slave furono l’unico pericolo per l'impero Romano le cui città in Dalmazia sono state distrutte nel settimo secolo. Cosa facevano, secoli prima, nell'odierna Italia i Goti, Ostrogoti, Longobardi, Unni... Portavano gli aiuti umanitari?

Come si può polemizzare con uno per cui GLI SLAVI sono al giorno d’oggi sempre un popolo unico. Come tanti storici da bar, anche per il sig. Beltrame gli slavi sono una categoria di gente nota solamente a lui. Tutti gli altri che hanno solo la pausa pranzo trascorsa in una scuola qualsiasi, sanno molto bene che slavi sono polacchi, cechi, slovacchi, sloveni, croati, montenegrini, serbi, macedoni, bulgari, ucraini, belorussi, russi… Per gli storici da bar veneti, gli slavi, presumo, sono tutta quella gentaglia che abita dall’altra parte di Trieste sempre pronta a far del male ai poveri italiani, inclusi quei veneti che per più di cinque cento anni erano padroni delle coste adriatiche orientali e come tali soffrivano infinitamente. Per esempio, facendo una gita scolastica a Zara durante la quarta crociata, il doge Enrico Dandolo ordinò un saccheggio cosi dettagliato e sanguinoso, che il papa Innocenzo III fu motivato a scomunicare tutta la Armada misericordiosa.  

Come si può polemizzare con uno che vede le relazioni austro-italiane, dopo la caduta della Serenissima, come una dominazione slava, di croati e sloveni, popoli che in realtà sotto gli austriaci erano solo sottomessi al potere degli Asburgici. Dire che le scuole italiane furono slavizzate secondo la voglia di Vienna mi fa ridere. L'Austria faceva slavizzare gli italiani !! Incredibile ! 

Cosa vuol dire “intellettuali” slavi? Perché le virgolette? Ljudevit Gaj era un “intellettuale” slavo, secondo l’intelletuale di quartiere sig. Beltrame ? Gaj era croato ed era intellettuale senza virgolette.  E cosa c’entra Ljudevit Vulicevic, frate francescano?  Collegare questi due con Vaso Cubrilovic sarebbe come collegare Mazzini e D’Annunzio. Tutti e due si occupavano di unità italiana. O no? 

Parlando di Cubrilovic, Beltrame poteva aggiungere anche qualche pensierino del Duce. Per esempio: "Di fronte a una razza inferiore e barbara come la slava, non si deve seguire la politica che dà lo zuccherino, ma quella del bastone. Io credo che si possano sacrificare 500.000 slavi barbari a 50.000 italiani". (Benito Mussolini, 1920)

Poteva anche ricordarsi che il capo della Croazia fascista, Ante Pavelic, era protetto e finanziato dal Regno Italiano. I suoi seguaci chiamati “ustascia” portavano le camicie nere e praticavano la stessa crudeltà come i fratelli fascisti italiani. Loro hanno inventato le foibe dove finivano i serbi della Croazia sottoposti a una profonda pulizia etnica.   

Alla fine mi chiedo, caro sig. Direttore: quale motivo aveva lei pubblicando questa miscela  di sonnambulismi  pseudostorici??  La ignoranza mostrata dal sig. Beltrame collegata con una  pari prepotenza non è il modo giusto per difendere alcunché. Anzi. Così si potrà solo aumentare la già bassissima conoscenza di cose troppo serie per poter giocare con esse.  Coprire il passato con il fumo d’un odio puzzolente significherebbe anche offuscare il futuro. Ci basterebbe accendere la TV per poter vedere dove siamo arrivati. Questo di oggi è solo il frutto di uno ieri poco chiaro.       

Per essere più chiaro, vorrei dire che anche una unica vittima innocente  meritirebbe di essere ricordata. Ma durante la seconda guerra mondiale sulle terre balcaniche, le vittime inocenti non erano solo italiane. Anzi, gli italiani facevano parte anche degli assassini. Come in Italia, d'altronde.

Zivoslav Miloradovic

serbo di origine e italiano di passione, ex giornalista e attuale camionista

[revisione del testo a cura di I.S.]


=== 3 ===

Dal Centro Sociale "28 Maggio" di Rovato (BS) riceviamo e volentieri diffondiamo.
Sulla iniziativa cui si fa riferimento si veda l'annuncio: https://it.groups.yahoo.com/neo/groups/crj-mailinglist/conversations/messages/8487


IL 28 MAGGIO ANCORA SOTTO ATTACCO
 
Ieri sera, venerdì 4 marzo, mentre erano da poco iniziate le relazioni di Alessandra Kersevan e di Claudia Cernigoi, le due studiose delle vicende che durante la seconda guerra mondiale hanno devastato quello che nella retorica nazionalista è chiamato “il confine orientale”, i fascisti non hanno resistito al richiamo della foresta, e dall'alto della rampa che sovrasta il cortile del Centro Sociale 28 Maggio hanno lanciato un fumogeno che ha col suo lampeggiare indotto i partecipanti a precipitarsi fuori dal Centro Sociale, e a correre sulla strada per tentare di intercettare gli autori del gesto.
Naturalmente gli attentatori si erano già dileguati, probabilmente a bordo di una macchina, usata per arrivare al punto propizio al lancio e per fuggire subito dopo.
L'episodio in sé sembrerebbe di non grave entità, se non fosse il seguito diretto della provocazione compiuta nella notte tra il 10 e l'11 febbraio scorso, quando sull'ingresso del Centro Sociale furono appesi due manifesti, di cui uno, firmato da Brescia identitaria, propagandava una fiaccolata “in onore dei martiri italiani di Fiume, Istria e Dalmazia”; mentre l'altro era né più e né meno che il manifesto ufficiale della iniziativa del comune di Rovato, iniziativa che a sua volta era intitolata “SORDO RIMBOMBO - le foibe e l'esodo giuliano dalmata”.
La serata con le due studiose triestine intendeva appunto rispondere con la ragione, con la ricostruzione storica, con l'esame dei documenti, alla rozza propaganda e alla strutturale falsificazione della storia che ormai, dopo l'istituzione dello sciagurato “Giorno del ricordo” non è più armamentario dei soli fascisti, ma in qualche modo sono entrate “ufficialmente” e vergognosamente nel patrimonio della “Repubblica nata dalla Resistenza”.
E questa è stata la risposta fascista, che ancora una volta si presenta con sempre maggiore aggressività e spudoratezza, “sdoganata” a livello istituzionale dalla legge istitutiva di questa ricorrenza, punto di caduta di una lunga parabola compiuta negli ultimi decenni dalla politica italiana.
Infatti di assoluta gravità è la stessa istituzione di questo equivoco “Giorno del ricordo”, che in sostanza consiste nel riconoscimento da parte della Repubblica italiana di una equiparazione tra vicende non comparabili. Come disse Franco Giordano nel motivare l'opposizione al provvedimento da parte di Rifondazione Comunista, unico gruppo politico presente in parlamento a votare contro questa legge, una simile legge significava considerare la vicenda del “confine orientale” pari a quella : del 25 aprile e di quella dell'Olocausto, in quanto stiamo parlando di fenomeni che non sono assolutamente equivalenti e la proposta di renderli equivalenti, in realtà allude ad un processo di revisionismo storico che cambia la natura dello Stato e della Costituzione antifascista”.
E in questo consiste la irrimediabile gravità di questa ricorrenza: essa legittima di fatto e di diritto la attività politica dei fascisti, che, come dimostrano drammaticamente gli episodi di San Colombano contro i profughi, non hanno affatto cambiato la loro natura; anzi si sono rafforzati e continuano la loro opera, approfittando anche dello spazio aperto dal “Giorno del ricordo” verso un futuro di autentica riconciliazione della nostra Repubblica”come pure si disse in Parlamento in occasione della approvazione della legge da parte di un deputato del centro-sinistra. Ed anche a Brescia conosciamo bene chi si è dato da fare molto per questa mortale “riconciliazione”.
Ma perché è avvenuto questo rovesciamento? La risposta possiamo probabilmente trovarla negli ultimissimi fatti “internazionali”. È chiaro per noi che “l'autentica riconciliazione della Repubblica” per molti è, del tutto coscientemente, funzionale alla proiezione italiana nelle peggiori avventure neocoloniali, ad esempio nella prossima campagna di Libia. Reversione alla quale, ricordiamolo, ha dato un potente impulso l'ex presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che nel 2007 e nel  2008 ha dettato la linea su entrambi i fronti, quello del “confine orientale” e quello degli interventi armati all'estero: la “riconciliazione” dovrebbe fare degli italiani un unico blocco a sostegno di queste politiche. E ad un simile progetto noi, con le nostre forze, continueremo ad opporci.
 
LE COMPAGNE E I COMPAGNI DEL CENTRO SOCIALE 28 MAGGIO






(srpskohrvatski / italiano / english)

Deklaracija XII Sastanka Evropskih Komunističkih Organizacija – Common Announcement of XII Meeting of European Communist Youth Organizations – Annuncio Comune del XII Incontro delle Gioventù Comuniste Europee

Si è tenuto a fine febbraio a Roma il XII incontro delle Gioventù Comuniste Europee, appuntamento periodico delle organizzazioni giovanili marxiste-leniniste di "tradizione"  cominformista.


=== SRPSKOHRVATSKI


ODRŽAN XII SKUP KOMUNISTIČKIH OMLADINA U RIMU


Savez komunističke omladine Jugoslavije je učestvovao na XII skupu komunističkih omladina Evrope, koji je održan u Rimu 27. i 28. februara 2016. godine. Našu organizaciju je predstavljao Prvi sekretar SKOJ-a, drug Aleksandar Đenić, a na skupu je bilo prisutno 16 delegacija. Skup je organizovala Komunistička federacija omladine Italije, a radni naslov skupa je bio „Borba i uloga komunističkih omladinskih organizaija u revolucionarnom momentu, protiv moći monopoola i imperijalističkih akcija. Ujedinjeni i organizovani za socijalističku budućnost“.

Prvi radni dan je otpočeo uvodnim referatom domaćina skupa, Generalnim sekretarom Komunističke federacije omladine Italije, druga Aleksandra Mustila. Nakon tog čina, usledila je analiza zajedničkih aktivnosti povodom koordinisane akcije komunističkih omladina Evrope povodom 9. maja – Dana pobede. Drugarice i drugovi iz SDJ, omladine iz Nemačke, imali su prezentaciju o ovom pitanju, a ocenjeno je da je prošlodišnja aktivnost bila veoma uspešna i da je neophodno nastaviti sa koordinisanim aktivnostima. Zatim je usledila diskusija o uslovima kapitalističke krize i imperijalističkim kontradikcijama u svakoj pojedinačnoj zemlji, a tim povodom drug Aleksandar Đenić je održao referat analizirajući situaciju u Srbiji. Ostali delegati su zdušno prihvatili našu analizu situacije i gromoglasnim aplauzom su pozdravili našeg Prvog sekretara. Nakon uvodnih referata otpočela je diskusija o pitanju rezolucije skupa. Nakon iscrpne dugočasovne diskusije, rezolucija je usvojena, sa dodacima delegata o specifičnostima koji su karakteristični za svaku zemlju. 

Drugog radnog dana, otpočeo je seminar o zajedničkoj borbi i akcionoj saradnji komunističkih omladina Evrope. Uvodnu reč je imala omladinska delegacija Komunističke partije Turske. Poučeni prošlogodišnjim iskustvom i uspešno organizovanom koordinisanom akcijom na nivou čitave Evrope povodom 9. maja, došlo se do zaklčjučka da je neophodno uspešnu praksu nastaviti. Usvojen je predlog drugova iz Italije da tokom godine sve omladine uzmu učešća u solidarnositi sa izbeglicama sa Bliskog istoka, pod parolom „ZAUSTAVIMO ZLOČINE EU I NATO.“ Takođe je odlučeno da se 20. juna, na svetski dan izbeglica održe manifestacije koje imaju za cilj da pokažu solidarnost sa izbeglicama. 

Tokom skupa, Prvi sekretar SKOJ-a, drug Aleksandar Đenić, održao je bilateralne sastanke sa većinom prisutnih delgata, a takođe je dao intervju o političkoj situaciji u Srbiji i stavovima naše omladine za list Komunističke federacija omladine Italije. Svima se zahvalio na podršci i aktivnostima koje su komunističke omladinske organizacije iskazale organizovanjem manifestacijama i slanjem protestnih pisama Vladi republike Srbije, kada je pokrenut sudski proces protiv druga Aleksandra Đenića od strane proimperijalističke Vlade u Srbiji, kad je naš prvi sekretar bio žrtva fašističkih huligana, kao prepoznato lice borbe za studentska prava. Drug Đenić je istakao da zahvaljujući pritisku koji je izvršen na našu buržoasku proimperijalističku Vladu, drug Đenić i SKOJ su iz ovog slučaja izašli kao pobednici. Drug Đenić je istakao da će naša organizacija uvek stajati na pozicijama proleterskog intrnacionalizma i složio se sa svim delegacijama da komunističke omladine Evrope moraju stajati na učenju Marksa i Lenjina, sa jasno klasnom izraženom linijom. Naš delegat se složio sa ostalim delegacijama da nam predstoji žestoka borba protiv svakog oblika reformizma i oportunizma u omladinskom pokretu. U bilateralnim razgovorima istaknut je stav naše organizacije da se komunistički omladinski pokret u Evropi mora boriti protiv EU i NATO imperijalista i boriti se za socijalističko društvo. U toj borbi, važnu ulogu ima Svetska federacija demokratske omladine, koja okuplja oko sebe sve antiimperijalističke i komunističke organizacije i istaknuto je da ona mora zadržati antiimperijalistički karakter. 

Poslednjeg dana, drug Aleksandar Đenić je iskoristio priliku da poseti grob istaknutog italijanskog revolucionara i teoritičara Antonia Gramšija. U ime SKOJ-a, naš prvi sekretar je položio cveće i na taj način odao pijetet velikom revolucionaru radničkog pokreta.

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NASTUP DRUGA ĐENIĆA NA XII SKUPU KOMUNISTIČKIH OMLADINA U RIMU

Dragi drugovi, 

Sve vas srdačno pozdravljam ispred SKOJ-a. Prvo bih želeo da se zahvalim Federaciji komunističke omladine Italije na gostoprimstvu. Takođe, posebno bih im se zahvalio na solidarnosti sa mojom organizacijom, kada je proimperijalistički buržoaski režim u Srbiji organizovao montirani proces protiv mene, kada ste organizovali demonstracije ispred Ambasade Srbije. Ovom prilikom bih se zahvalio KNE i RKSM(b), koji su takođe uložili protestne note ispred Ambasada Srbije u svojim zemljama, kao i svima koji su našoj organizaciji pružili podršku. Iskoristiću priliku da napomenem da SKOJ šalje snažnu podršku solidarnosti sa svim komunistima u Ukrajini, kao i sa komunistima u Siriji i drugim delovima Bliskog istoka u borbi protiv imperijalizma. 

Dragi drugovi, 

Danas na vlasti u Srbiji je proimperijalistička vlast, koja kao i sve prethodne od 2000. godine, radi sve u intresu krupnoga kapitala, to jest vodi politiku prbiližavanja Srbije NATO paktu (iako se buržoaska klika stalno poziva na neutralnost, a u praksi čini drugačije) i Evropskoj Uniji. Ta politika podrazumeva vazalski odnos prema lihvarskim institucijama, kao što su Međunarodni monetarni fond i Svetska banka. Obrazovanje se svakodnevno privatizuje, a tome ide u prilog primena Bolonjske deklaracije. Sindikati su sistemski uništavani, tako da mi danas u Srbiji nemamo klasno orijentisani sindikat. Naša zemlja se nalazi pod NATO okupacijom, a poslednjim potpisanim sporazumom između Srbije i NATO pakta, u kojima se NATO vojnicima daje imunitet i neometano korišćenje puteva, kasarni i telokomunikacije, ozbiljno je ugrožena vojna neutralnost naše zemlje. Vladajući sistem u Srbiji svakodnevno rehabilituje zločince iz Drugog svetskog rata i saradnike okupatora. Takva poltika uništava sve ono što je radni narod stekao, a mladi ljudi su ti koji su najviše pogođeni. U Srbiji 51% mladih je nezaposleno, a po odlivu mozgova Srbija je prva u Evropi. 

Rat koji je izazvan od strane zapadnog imperijalizma na Bliskom istoku, pokrenuo je veliki talas izbeglica. Naša zemlja je suočena sa velikim protokom izbeglica, a naša partija i naš omladisnki savez su organizovali protestne manifestacije protiv podizanja Mađarskog zida. 

Situacija u Srbiji je jako teška za komuniste. No, mi ne kukamo, već se borimo. Mi smo našim svakodnevnim aktivnostima uspeli da znatno osnažimo naš omladinski savez, da pored medijske blokade u kojoj se nalazimo, ipak pridobijemo prostor u njima. Mi smo uspeli u prethodne tri godine da organizujemo tri antifašistička kampa, da preko naše studentske organizacije Studentski front predovodimo brojne studentske proteste, da organizujemo brojne antiimperijalističke i antifašističke proteste. Poseban akcenat smo stavili na izlaženje našeg omladinskog lista GLASNIK SKOJ-a, kao i izgrađivanja kadrova kroz partijsku školu. 

Mi kao marksističko – lenjinistička omladina stojimo na pozicijama proleterskog internacionalizma. Mi smatramo da ovo ne sme biti mrtvo slovo na papiru. Danas kada živimo u vremenu imperijalizma kao najvišeg stadijuma kapitlizma, njegovih protivrečnosti i sistemskih kriza iz kojih ne može da se izvuče, mi se moramo žestoko boriti protiv svih oblika reformizma, koji imaju za cilj da otupe našu revolucionarnu oštricu. Pogotovo moramo mi, kao mladi ljudim to da shvatimo, jer pred nama je budućnost, a svakako da ćemo u budućnosti mi biti ti koji će voditi naše partije, koje moraju da budu avangarda u svojim zemljama. Mi moramo krenuti u žestoku kampanju protiv imperijalističkih tvorevina kao što su Evropska Unija i NATO pakt, koji su stvoreni kako bi odbranili interese krupnoga kapitala. Mi se moramo žestoko boriti protiv antinarodnih mera Međunarodnog monetarnog fonda i Svetske banke. Mi se moramo boriti protiv imperijalističkih ratova, Bolonjske deklaracije i povampirenja fašizma. 

Drugovi, pred nama je težak zadatak. No, mi moramo ubediti omladinu da smo mi svetlo, kako ne bi našla lažno svetlo u nekim reformističkim, ili reakcionarnim organizacijama, koje imaju za cilj odbranu krupnoga kapitala. Da bismo to uspeli mi moramo imati čvrste ideološke organizacije koje će prepoznati određeni dijalektički momenat. 

Na kraju bih se osvrnuo na Lenjinov citat koji nam uvek mora biti na pameti. 

“Mora se prevazići stil rada i rukovođenja koji se ogleda u zasedanjima, konferencijama, u gubljenju vremena, koji nas zavarava da nešto radimo i umiruje savest da smo nešto preduzeli. Zato: manje političke galame, kićenih reči, saveta i uputstava, više poslovičnosti i praktičnosti. Više konkretnog rada, praktičnog sporovđenja usvojenih linija.” 

Neka živi marksizam – lenjinizam! 

Neka živi proleterski internacionalizam! 

Živeli!

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DEKLARACIJA XII SASTANKA EVROPSKIH KOMUNISTIČKIH ORGANIZACIJA

Položаj omlаdine u nаšim držаvаmа nаstаvljа dа se pogoršаvа pod pritiskom ujedinjene politike Briselа, EU i njenih vlаdа. Nezаposlenost, eksploаtаcijа, nesigurnost, ukidаnje prаvа i pogodnosti postignutih tokom godinа borbe rаdničkog pokretа. Obrаzovаnje, zdrаvstvo i svi oblici socijаlnih pogodnosti se pretvаrаju u novа poljа zаrаde povlаšćenih društаvа i u privilegije onih koji ih mogu sebi priuštiti. Ovo su sаdаšnjost i budućnost kаkve kаpitаlizаm stvаrа zа omlаdinu rаdničke klаse i nаrodnih mаsа. Onаkvа sаdаšnjost i budućnost kаkvа je u sklаdu sа potrebom buržoаzije dа odgovori nа kаpitаlističku ekonomsku krizu tаko što će pokušаti dа povećа svoje profite i unаpredi svoj sistem moći. 

Ovаj sаvez ne znа zа grаnice između nаših zemаljа i prisutаn je širom kontinentа. Mi govorimo jаsno omlаdini rаdničke klаse i većinskih slojevа (širih nаrodnih mаsа), dа se u kаpitаlizmu ne možemo nаdаti ničemu boljem od togа dа postаnemo novа generаcijа od čijeg rаdа, žrtve i krvi će se buržoаzijа bogаtiti. Nаšа borbа morа krenuti od ovog uslovа, kroz uzrokovаnje mаnjih borbi odgovаrаjućih zа određenu fаzu. Tаko bi se odbio nаpаd i pripremili uslovi zа ponovno stvаrаnje rаdničkog pokretа sа većinskim učešćem omlаdine, što bi promenilo bаlаns između silа. 

U godinаmа krize, nivo nejednаkosti u društvu se dodаtno pogoršаo. S jedne strаne postoje oni koji poseduju sredstvа zа proizvodnju, koji drže bogаtstvo, а s druge strаne ogromnа količinа ljudi kojа proizodi to bogаtstvo. Proširivаnjem velikih monopolа nа međunаrodnom nivou, u svim izdаšnim sektorimа, pojаčаće se procesi centrаlizаcije i koncentrаcijа kаpitаlа u vlаsništvu nekolicine ljudi, а u isti mаh produžiti siromаštvo rаdničkih klаsа. Stepen nezаposlenosti mlаdih se povećаvа, stvаrаjući milionimа njih život pun bede. Nаši neprijаtelji su kаpitаlistički sistem - vlаst monopolа kojа trenutno imа prаvi suverenitet nаd nаšim životimа i međunаrodni imperijаlistički sаvezi kаo što su EU i NATO, koji su sredstvа odbrаne interesа krupnog kаpitаlа. 

Evropskа unijа i pokrenuti sporаzumi zаdovoljаvаju potrebu zа stvаrаnjem većih tržištа bez preprekа i smetnji dejstvu monopolа. Predstаvljeni su mlаdim ljudimа kаo postignućа i mogućnosti zа mirnu budućnost, rаzvoj, nаpredаk i izobilje. Slobodа kretаnjа kroz evropske zemlje nemа nikаkve veze sа ovim obećаnjimа, аli omogućаvа potpunu slobodu kretаnjа kаpitаlа i korišćenje imigrаcije kаo nаčin dа se osigurа dovoljnа količinа rаdne snаge i opаdаjućа konkurencijа među rаdnicimа. 

Svаkа kаpitаlističkа držаvа prаvi bitnu rаzliku između korisnog i nekorisnog migrаntа i kontroliše dozvoljаvаnje držаvljаnstvа. Mi, kаo komunističkа omlаdinа, želimo dа prevаziđemo ovu logiku i, nаročito, dа ukinemo negirаnje prаvа аzilаnаtа/restriktivnu migrаcionu politiku. 

Nаročito u vremenimа krize, kаdа reаkcionаrne i neofаšističke sile jаčаju i truju umove mlаdih lаžnim mitovimа i novim oblicimа nаcionаlizmа, izаzivаjući rаtove među siromаšnimа, što oslаbljuje klаsnu borbu. Komunističkа omlаdinа osuđuje svаki oblik rаsizmа, koji je vаzdа oruđe zа rаzdvаjаnje ugnjetenih klаsа, oruđe zа postizаnje poniznosti pred vlаdаjućom klаsom. 

Borimo se protiv svаkog oblikа diskriminаcije, grаdimo sаvez između rаdničke klаse i nаrodnih mаsа, čime omogućujemo zаjednički nаpredаk kа novim klаsnim sukobimа sа ciljem dа zаdovoljimo svoje sаvremene potrebe. 

Međuimperijаlističke nedoslednosti i nejednаk rаzvoj u svаkoj zemlji ponаosob, аli i u celom svetu, ne isključuju postojаnje zаjedničkog postupkа koji imа zа cilj opšte smаnjenje plаtа kаko bi se povećаo nivo produktivnosti, dok je eksploаtаcijа jedini nаčin zа pаrirаnje novonаstаlim imperijаlističkim centrimа. Nаdmetаnje oko uprаvljаnjа tržištem prevаzilаti scenаrije ostаlih sukobа i vrlo verovаtno će ponovo dovesti nove generаcije i celo čovečаnstvo do prаgа kа svetskom rаtu. Nemoguće je u imperijаlističkom stаdijumu kаpitаlizmа postići mir zа nаrode. To će jedino biti mir pod pretnjom pištoljа – imperijаlistički mir, u konstаntnom zаjedničkom delovаnju sа imperijаlističkim rаtom, nа štа ukаzuju i zаpisi iz prošlog vekа, kаo i skorijа dešаvаnjа u Siriji, Ukrаjini i nа drugim frontovimа širom svetа. Buržoаske klаse se nаdmeću međusobno oko posedovаnjа bogаtstvа i izvorа energije, oko togа kojа će imperijаlističkа silа konаčno preovlаdаti u regionu s političke i ekonomske strаne. To se nikаko ne može poistovetiti sа međunаrodnim fаktorom stаbilizаcije. Ovаkvo kretаnje koje su prouzrokovаli kаpitаlistički ekonomski odnosi ne idu u ruku pod ruku sа mirom koji je nаrodu neophodаn zа grаđenje budućnosti u kojoj postoji nаpredаk i prosperitet zа rаdničku klаsu i zа omlаdinu. Mi osuđujemo vojne аkcije svojih vlаdа, mi se borimo protiv plаnovа i intervencije imperijаlističkih аlijаnsi. Budućnost mlаdih ne postoji u okviru NATO-а i EU. Borićemo se protiv svih imperijаlističkih аlijаnsi do njihovog konаčnog slomа. Izrаžаvаmo solidаrnost i učestvujemo u pokretimа većine, boreći se protiv stvаrаnjа novih vojnih bаzа, zаhtevаjući okončаnje vojnih troškovа zа imperijаlističke operаcije. Doprinosimo pojаčаnju WFDY (Svetskoj Federаciji Demokrаtske Omlаdine) i produbljivаnju njenog аntiimperijаlističkog kаrаkterа. 

Smаtrаmo zаbrinjаvаjućom politiku Vlаdа širom kontinentа po pitаnju prаvа mlаdih, а koje zа cilj imаju interese buržujske klаse. Promene u strаtegiji obrаzovnog sistemа u svаkoj držаvi odrаžаvаju potrebu zа fleksibilnom rаdnom snаgom i nižim cenаmа u bližoj budućnosti. Pristup obrаzovаnju svudа prаti klаsne podele. Evropske direktive i nаcionаlne držаve stvorili su privilegovаne obrаzovne sisteme zа decu buržujа, nаsuprot mаnjem ulаgаnju u škole zа decu rаdničke klаse i širih nаrodnih mаsа. Nа svаkom obrаzovnom nivou podstiču se klаsne rаzlike kаo prepreke, tаko dа obrаzovаnje postаje privilegijа, а ne prаvo. Stаtistikа se slаže dа će nаšа generаcijа imаti mаnje prаvа i mаnji stаndаrd životа nego što su imаli nаši roditelji. To je stvаrnost u kojoj živimo, ne sаmo nа poslu i u školi, nego i u svаkodnevnom životu. Većinа mlаdih ljudi dаnаs imа poteškoće u ostvаrivаnju pristojne egzistencije. Uprkos ovome, morаmo se boriti kаko bismo rаzbili uspаvаnost većine mlаđe populаcije, uprkos opštoj prihvаćenosti ovаkvog nаčinа eksploаtаcije i poniženjа kаo prirodnom toku stvаri i jedinom mogućem pogledu u budućnost. 

Bilo bi pogrešno suočаvаti se sа svim ovim sаmo gledаjući izа sebe i trаžeći prаvа izgubljenа u proteklim godinаmа. Istorijа pokаzuje dа je svаko osvаjаnje i pokorаvаnje imаlo sаmo delimičnu i privremenu vrednost, sve dok mi ne postignemo potpuno odvаjаnje od kаpitаlističkog sistemа. Dokle god je rаvnovtežа moći nаrušenа, bilo pojedinih držаvа, bilo globаlno, to će imаti zа posledicu sistemаtično brisаnje svаkog nаpretkа rаdničke klаse. Iluzijа socijаlne demokrаtije i njenа strаtegijа kompromisа sа buržujskim sistemimа, sаdа je zаsigurno proglаšenа gubitnikom. Onаj ko i dаlje teži ovom putu u stvаri obmаnjuje omlаdinu rаdničke klаse rešenjimа kojа imаju jedino svrhu jаčаnjа moći buržoаzije. Zbog togа je borbа protiv oportunizmа dаnаs mnogo potrebnijа nego ikаdа među rаdničkim pokretimа i među mlаdimа. Potrebno je boriti se protiv iluzijа koje zаgovаrаju socijаldemokrаtske i oportunističke snаge Evropske Levice dа je moguće promeniti kurs imperijаlističkih silа (kаo što su EU i NATO). To su obmаne i pretpostаvke koje nemаju veze sа stvаrnim ulogаmа i funkcijаmа koje ove sile imаju. 

Mi jаsno tvrdimo dа je cilj nаše borbe stvаrаnje socijаlističkog društvа, kаo sistemа u kojem ne postoji ni jedаn vid eksploаtаcije, u kojem su omlаdinа rаdničke klаse i nаrod istinski vlаsnici svoje sudbine. Mi se borimo zа društvo u kome ćemo svi imаti zаposlenje, prаvo nа pristojnu egzistenciju, prаvo nа obrаzovаnje i zdrаvstvenu zаštitu, prаvo nа stаn, nа potpuni rаzvoj nаših ličnosti kroz slobodаn pristup kulturi i sportu bez ikаkvih ekonomskih preprekа. Sаmo kroz propаst kаpitаlizmа i uspostаvljаnjem socijаlizmа-komunizmа je moguće doći do ovih prаvа,nа sigurаn i nedvosmislen nаčin. U društvu su dаnаs prisutni svi mаterijаlni uslovi zа ostvаrenje svegа nаvedenog. Proširenje društvenog kаrаkterа proizvodnje, koji konstаntno rаste, predstаvljа sve jаči kontrаst kаpitаlističkom prisvаjаnju dobаrа. Sve osnovne potrebe rаdničke klаse su omogućene i zаdovoljene u svim аspektimа društvа. Potrebno je dа rаdničkа klаsа, pogotovo mlаđа generаcijа, postаne svesnа mogućnosti i nužnosti ove promene. Mi ne ignorišemo dа buržoаzijа dаnаs proširuje svoji ideološki nаpаd nа veliku većinu omlаdine i nаrodа. Pobedа kontrаrevolucije u SSSR-u i u socijаlističkim zemljаmа je odigrаlа glаvnu ulogu u tom procesu. Prljаvа kаmpаnjа okrenutа protiv socijаlizmа, pokušаj njegovog izjednаčаvаnjа sа nаci-fаšizmom i svođenjа pod totаlitаrizаm (pogrešno u svаkom smislu), аntikomunizаm kroz zаbrаnu komunističkih pаrtijа, komunističkih omlаdinа i komunističkih simbolа imа zа cilj dа novim generаcijаmа prenese iskrivljenu sliku o socijаlizmu. Istovremeno, ogromni medijski аpаrаt, kulturni i politički, ostаvljen nа uprаvu kаpitаlistimа ojаčаvа njihov uticаj nа ostvаrenje sopstvene hegemonije. Ali, krizа i stvаrni uslovi životа mlаdih predstаvljаju sve veće kontrаdikcije sа vizijom vlаdаjuće klаse i njihovog hegemonizmа. Glаvni zаdаtаk komunističke omlаdine je uprаvo dа osvesti i orgаnizuje mlаde širokih nаrodnih mаsа. Kаo i dа uprаvljа ideološkom borbom kroz jаčаnje i zbijаnje redovа, kroz izgrаdnju svesne progresivnosti udružene sа borbenim duhom kа revolucionаrnoj promeni. Ovo znаči prići kritički obmаnаmа iznetim u proteklim godinаmа; boriti se protiv proizvoljnih i subjektivnih logičkih pretpostаvki, protiv stаvovа odustаjаnjа i uspаvаnosti koji su široko rаšireni među mlаdim ljudimа. Orgаnizаcijа probijа put revolucionаrnoj promeni. Citirаćemo Antonijа Grаmšijа koji je poručio omlаdini: "Obrаzujte se jer nаm je potrebnа vаšа pаmet, аktivirаjte se jer nаm je potrebаn vаš entuzijаzаm, orgаnizujte se jer nаm je potrebnа svа vаšа snаgа." 

Svesni veličine ovog zаdаtkа, u budućnost gledаmo sа optimizmom ubeđeni dа će nаše dobа biti dobа velikih pobunа i socijаlnih revolucijа. Spremаmo se nа svim nivoimа kаko bismo orgаnizovаli аktivnosti vezаne zа proslаvu stogodišnjice Velike socijаlističke revolucije u predstojećoj 2017. godini, čime ćemo pokаzаti mlаdimа nužnost i аktuelnost socijаlizmа, kаo i dа je društvo zа koje se borimo već jedаnput dostignuto i dostići ćemo gа opet. Mi izjаvljujemo ovde, u Rimu, nаšu težnju u nаstаvku rаdа kаo stvаrivаnju zаjedničkog putа, kа jаčаnju nаših vezа kаko bismo proširili međunаrodnu solidаrnost i kа zаjedničkoj borbi zа ostvаrenje socijаlizmа-komunizmа. 

Orgаnizаcije učesnice: 

• KJO (Austrijа) 

• EDON (Kipаr) 

• YS (Hrvаtskа) 

• KSM (ČeškаRepublikа) 

• SDAJ (Nemаčkа) 

• KNE (Grčkа) 

• LF-CYA (Mаđаrskа) 

• FGC (Itаlijа) 

• CJB (Holаndijа) 

• RCYL(b) (Rusijа) 

• SKOY (Srbijа) 

• CJC (Špаnijа) 

• UJCE (Špаnijа) 

• JCC (Špаnijа-Kаtаlonijа) 

• KP (Turskа)


=== ENGLISH


Common Announcement of XII Meeting of European Communist Youth Organizations


The situation of the youth in our countries continues to deteriorate under the weight of the Capital’s unified policy, the EU and their governments. Unemployment, exploitation, insecurity, cutting the rights and protections achieved in years of the workers movement struggles. Education, health and all forms of social support are transformed into new profit fields for the monopolies and into privileges for those who can afford them. This is the present and the future that capitalism is organizing for the youth of the working class and the popular strata. A present and a future that corresponds to the bourgeoisie need to respond to the capitalist economic crisis trying to increase their profits and their power system.

This dynamic doesn’t know any borders between our countries and is common across the continent. We say clearly to the youth of the working class and the popular strata, that in the context of capitalism we cannot hope for anything better than to become the next generation from whom the bourgeois class is enriched by its work, by its sacrifice, from its blood . Our struggle must start from this condition, developing common struggles appropriate to the current phase to repel the attack and prepare the conditions for the reconstruction of the working movement with a mass participation of youth in order to change the balance of forces.

In the years of the crisis the social inequality has further worsened. On the one hand those who have ownership of the means of production, holding the wealth, and on the other one a huge mass of people who produce that wealth. Through the expansion of the big monopolies at international level, of all the productive sectors, will increase the processes of centralization and concentration of capital in a few hands, and at the same time extends the poverty of the working classes. Youth unemployment is increasing, leaving millions of young people a life of misery. Our enemy is the capitalistic system, the monopoly power, which currently holds the real sovereignty of our lives, and the international imperialist alliances such as the EU and NATO, which are instruments of defense of the interests of Great Capital.

The EU and the promoted agreements meets the need of the creation of larger markets without barriers and obstacles to the action of the monopolies. They are presented to young people as achievements and opportunities for a peaceful future, development, progress and prosperity.. Freedom of movement through european countries has nothing to do with these promises, but allows the full freedom movement of capital and the use of immigration as a way to ensure the required workforce and downward competition between workers. Every capitalist state necessarily distinguishes between useful and not useful migrant and has the control over permitting the citizenship. We, as communist youths want to overcome this logic and reject in particular the cuts in asylum rights/restrictive migration policies.  Especially in times of crisis therewith reactionary and neo-fascist forces are strengthening and poisoning the minds of the youth with false myths and new forms of nationalism producing wars among poors that weaken the class struggle. The communist youth reject all forms of racism, always an instrument of division of the oppressed classes, an instrument of submission to the ruling class. We fight all forms of discrimination, we build the unity of the working class and the popular strata giving organization to advance together towards new class conflicts with an objective : the satisfaction of our contemporary needs.

The inter-imperialist contradictions and the uneven development in each country, but also among the world, do not debar the existence of a common process that aims to the general reduction of wages, to the increased of productivity and of the exploitation as the only way to compete with new emerging imperialist centers. The competition for the contention of market control exacerbates scenarios of conflict and is likely to lead the new generations and all humanity once again on the brink of a world war. It is not possible in the imperialist stage of capitalism to reach the peace for the peoples. It will be only the peace with the gun : the imperialist peace, in constant coexistence with the imperialist war, as It shows the history of the last century but also the recent developments in Syria, Ukraine and other fronts around the world. Bourgeois classes are competing each other for the wealth and the energy resources, which transportation will be structured, which imperialist power will finally economically and politically prevail in the region, that couldn’t in anyway mistaken for an international stabilizing factor. The dynamics triggered by the capitalist economic relations is incompatible with the peace that the people need for a future of progress and prosperity for the working class and for the youth. We condemn military actions of our governments, we struggle against plans and the interventions of the imperialist alliances. The future of youth couldn’t be within NATO an EU, we struggle in conflict with every imperialist alliances until their final break. We express our solidarity and we participate in popular movements struggling against the construction of new military bases asking for the end of military spending for imperialist operations. We contribute to the reinforcement of WFDY and the deepening of its anti-imperialist character.

We look with concern to the policy of governments for the rights of youth, whom have as objective all over the continent the interests of the bourgeois class. The changes in the strategy of the education system in each country reflect the needs for flexible workforce and low cost in the near future. Anywhere the access to education follows the class divisions. The European directives and national States create a privileged education systems for the young of the bourgeoisie to whom oppose schools increasingly disqualified and deprived of funding for youth of the working class and the popular strata. In every educational level class barriers are raised and education becomes a privilege and not a right. All statistics agree that our generation will have fewer rights and a lower standard of living than their parents. It is a reality that we already are living, not only in the workplace and in schools, but also in everyday life. The majority of young people today have difficulties to have a dignified existence. Against this condition we must fight to break the passivity of the majority of the young population against the total acceptance of this model of exploitation and misery as a natural order of things and the only views for our future.

It would be wrong facing all this just looking back simply claiming the rights lost in these years. History has shown that any conquest achieved has only partial and temporary value, as long as we do not achieve a complete break with the capitalistic system. As soon as the balance of power, both in individual countries and globally, are aggravated to the detriment of the working class every advance has been systematically erased. The illusion of the social democratic vision and his compromise strategy for the management of bourgeois power, it is now definitely established as loser. Who still pursues this way, in the fact is deceiving the youth of the working class towards solutions that have as unique purpose and result the strengthening of the bourgeoisie power. For this reason, the struggle against opportunism is today more necessary than ever in the labour movement ranks and among the youth. It’s necessary to fight the illusions of reformability of the imperialist alliances (such as the EU and NATO), position advocated today by the new socialdemocratic and opportunistic forces as the European Left. It is an utopia and a fictions that have nothing to do with a real analysis of the role and function of these alliances.

We affirm clearly that our struggle has as objective the construction of a socialist society. Of a system where there are not exploiters and exploited, in which the youth of the working class and popular strata can truly be owner of their destiny. We fight for a society in which we all have a job, right to a dignified existence, to education and universal health care, a house, to the development of our full personality through free access to culture and sport without any economical barrier. Only through the overthrow of capitalism and the construction of socialism-communism these achievements can be realized in a stable and truly universal way.

Today among the society there are already all the material conditions for this to be realized. The extension of the social character of production, which constantly increases, makes the contrast with the capitalist appropriation of wealth increasingly evident. All the necessary needs are provide and satisfy by the workers in every field of our society. It is necessary that the working class and particular the younger generation become aware of the possibility and need for this change. We do not ignore that today the bourgeoisie extends its ideological attack on a large majority of the youth of the popular strata. The victory of the counterrevolution in the USSR and in the socialist countries has certainly played a primary role in this process. The smear campaign conducted against the applied socialism, the attempt of comparison with Nazi-fascism and the creation of the category of totalitarianism (wrong from every point of view), anti-communism and attempting to ban communist parties, communist youth and communist symbols have aims to transmit to the new generation a distorted view of socialism. At the same time the huge media apparatus, cultural and political at disposal of the capitalists have strengthened the possibility of influence they have in exercising their hegemony. But the crisis and the real conditions of life of the youth put today more and more contradictions with the vision provided by the ruling class and its hegemonic apparatus. The main task of the communist youth is exactly to give to the youth of the popular strata consciousness and organization. To conduct an ideological struggle by strengthening and tightening its ranks and building conscious vanguard engaged with militant spirit in the struggle for revolutionary change. This means countering point by point the work of deception carried out in recent years; fight against the individualistic logic, the attitudes of giving up and the passivity now rampant among the young people. Organize through struggles the way for a revolutionary change. We make ours the exhortation that Antonio Gramsci made to the youth ” Educate yourselves because we will need all your intelligence, rouse yourselves because we will need all your enthusiasm, organize yourselves because we will need all your strength.

Aware of this great task, we look to the future with optimism convinced that our age will be an age of great riots and social revolutions. We prepare at all levels to organize activities to celebrate the centenary of the Great Socialist Revolution in 2017, showing the youth the necessity and actuality of socialism, that the society for which we are struggling was realized and we can achieve it again. We declare here in Rome our willingness to continue to work towards a common path, working for the strengthening of our ties to extend the internationalist solidarity and our common struggle for the construction of socialism-communism.

KJO – Communist Youth of Austria

JCC – Communist Youth of Catalonia

EDON – United Democratic Youth Organisation (Cyprus)

Young Socialist –Young Socialists of the Socialist Workers Party of Croatia (Croatia)

KSM – Communist Youth Union (Czech Republic)

SDAJ – Socialist German Workers Youth (Germany)

KNE – Communist Youth of Greece

Left Front – Communist Youth Alliance (Hungary)

FGC – Front of the Communist Youth (Italy)

JCL -  Communist Youth of Luxembourg

CJB – Communist Youth Movement (Netherlands)

RCYL (b) – Revolutionary Communist Youth League – Bolshevik (Russia)

SKOJ – Young Communist League of Jugoslavia (Serbia)

CJC – Collectives of Young Communists (Spain)

UJCE – Communist Youth Union (Spain)

KP – Communist Youth (Turkey)



=== ENGLISH


Annuncio Comune del XII Incontro delle Gioventù Comuniste Europee


Il 27 e 28 febbraio scorso si è svolto a Roma il XII MECYO sul tema: “La lotta e il ruolo dell’organizzazione giovanile comunista nel movimento rivoluzionario, contro il potere dei monopoli e le associazioni imperialiste. Uniti e organizzati per il futuro socialista “. Le Gioventù Comuniste che hanno partecipato al XII MECYO invitano i giovani d’Europa a lottare insieme per i nostri bisogni attuali e dichiarano quanto segue:

La situazione della gioventù dei nostri paesi continua a peggiorare sotto il peso della politica unitaria del capitale, dell’UE e dei loro governi. Disoccupazione, sfruttamento, precarietà, riduzione dei diritti e delle tutele conquistate in anni di lotte del movimento operaio. L’istruzione, la sanità e ogni forma di assistenza sociale vengono trasformati in nuovi campi di profitto per i monopoli e in privilegi di chi può permetterseli. Questo è il presente ed il futuro che il capitalismo sta organizzando per la gioventù della classe lavoratrice e degli strati popolari. Un presente e un futuro che corrispondono alla necessità della borghesia di rispondere alla crisi economica capitalistica cercando di aumentare il proprio profitto e mantenere il proprio sistema di potere.

Questa dinamica non conosce confini tra i nostri paesi ed è comune in tutto il continente. Diciamo in modo chiaro ai giovani della classe operaia e degli strati popolari che all’interno del capitalismo non possiamo sperare in niente di meglio che diventare la prossima generazione destinata ad arricchire la classe borghese con il proprio lavoro, il proprio sacrificio, il proprio sangue. La nostra lotta deve partire da questa condizione, sviluppando lotte comuni adeguate alla fase attuale per respingere l’attacco e preparare le condizioni per la ricostruzione del movimento operaio con una partecipazione di massa della gioventù, e per cambiare i rapporti di forza tra le classi.

Negli anni della crisi la disuguaglianza sociale si è ulteriormente acuita. Da una parte quelli che detengono la proprietà dei mezzi di produzione e che si appropriano di tutta la ricchezza, dall’altra un’enorme massa di persone che produce quella ricchezza. Attraverso l’espansione dei grandi monopoli a livello internazionale, in tutti i settori produttivi, aumenteranno i processi di centralizzazione e concentrazione di capitale in poche mani e, allo stesso tempo, si estenderà la povertà delle classi lavoratrici. La disoccupazione giovanile sta aumentando, condannando milioni di giovani ad una vita di miseria. Il nostro nemico è il sistema capitalistico, il potere dei monopoli – che attualmente detengono la reale sovranità sulle nostre vite – e le alleanze imperialiste internazionali come l’UE e la NATO, che sono strumenti di difesa degli interessi del grande capitale.

L’Unione Europea e gli accordi promossi corrispondono al bisogno di creare un mercato più ampio e privo di barriere e ostacoli all’azione dei monopoli. Tali unioni e accordi vengono presentati ai giovani come conquiste e opportunità per un futuro di pace, sviluppo, progresso e prosperità. La libertà di spostsamento nel continente europeo non ha niente a che fare con queste promesse, bensì consente la piena libertà di circolazione del capitale e l’utilizzo dell’immigrazione come un modo per soddisfare la richiesta di forza lavoro e innescare la competizione al ribasso tra i lavoratori.

Ogni stato capitalista necessariamente distingue tra immigrati utili e non utili, e ha il controllo sulla concessione della cittadinanza. Noi, come gioventù comuniste, vogliamo superare questa logica e rifiutare, in particolare, le limitazioni al diritto di asilo e le politiche migratorie restrittive.
Specialmente in tempi di crisi, le forze reazionarie e neo-fasciste si stanno rafforzando e stanno avvelenando le menti della gioventù con falsi miti e nuove forme di nazionalismo, producendo guerre tra poveri che indeboliscono la lotta di classe. Le gioventù comuniste rifiutano ogni forma di razzismo, che è da sempre uno strumento di divisione delle classi oppresse, uno strumento di sottomissione nelle mani della classe dominante. Lottando contro ogni forma di discriminazione, costruiamo l’unità della classe operaia e degli strati popolari dandogli organizzazione per avanzare insieme verso nuovi duri conflitti di classe con obiettivo la soddisfazione dei nostri bisogni attuali.

Le contraddizioni inter-imperialistiche e lo sviluppo diseguale all’interno di ogni paese ma anche a livello mondiale, non impedisono l’esistenza di un processo comune che mira alla generale riduzione dei salari, all’aumento della produttività e dello sfruttamento come unico mezzo per competere con i nuovi centri imperialistici emergenti. Una competizione che, nella contesa per il controllo dei mercati, acuisce scenari di conflitto e rischia di portare le nuove generazioni e tutta l’umanità, ancora una volta, sul baratro di una guerra mondiale. Non è possibile, nella fase imperialista del capitalismo, raggiungere la pace per i popoli. Ci può essere soltanto la pace dei fucili: la pace imperialista, in costante coesistenza con la guerra imperialista, come mostrato dalla storia dell’ultimo secolo ma anche dai recenti sviluppi in Siria, Ucraina e in altri fronti in tutto il mondo. Le classi borghesi sono in competizione fra loro per la ricchezza, per le risorse energetiche, per il controllo sulle vie di trasporto, per determinare quale potenza imperialista alla fine prevarrà economicamente e politicamente nella regione. Questa competizione non può in alcun modo essere confusa per un fattore di stabilizzazione nel quadro internazionale. Le dinamiche innescate dai rapporti economici capitalistici sono incompatibili con la pace ed il bisogno del popolo di un futuro di progresso e prosperità per la classe operaia e per la gioventù. Condanniamo, per tanto, gli interventi militari dei nostri governi e combattiamo contro i piani e gli interventi delle alleanze imperialiste. Il futuro della gioventù non può essere dentro la NATO e l’UE. Combattiamo contro ogni alleanza imperialista fino alla rottura finale; esprimiamo la nostra solidarietà e partecipiamo ai movimenti popolari che lottano contro la costruzione di nuove basi militari, chiedendo che cessino le spese militari per gli interventi imperialisti; contribuiamo al rafforzamento della Federazione Mondiale della Gioventù Democratica (WFDY) e all’approfondimento del suo carattere antimperialista.

Guardiamo con preoccupazione alla politica dei governi sui diritti della gioventù, che hanno come obiettivo comune, in tutto il continente, la tutela degli interessi della classe borghese. I cambiamenti nella strategia di gestione del sistema educativo in ogni paese riflettono la necessità di forza lavoro flessibile e a basso costo nel futuro prossimo. Ovunque l’accesso all’istruzione è ricalca le divisioni di classe. Le direttive europee e gli stati nazionali creano un sistema educativo privilegiato per i giovani di estrazione borghese, al quale si contrappone una scuola sempre più dequalificata e privata di fondi per la gioventù della classe operaia e degli strati popolari. Ad ogni livello di istruzione vengono alzate barriere di classe e l’educazione diventa un privilegio e non più un diritto. Tutte le statistiche concordano che la nostra generazione avrà meno diritti e un tenore di vita più basso rispetto ai propri genitori. Questa è una realtà che già stiamo vivendo, non soltanto nei luoghi di lavoro e nelle scuole, ma anche nella vita di ogni giorno. La maggior parte dei giovani oggi ha difficoltà nel condurre un’esistenza dignitosa. Contro questa condizione dobbiamo combattere per rompere la passività della maggioranza della popolazione giovane, contro la totale accettazione di questo modello di sfruttamento e miseria come naturale ordine delle cose e unica visione per il nostro futuro. Sarebbe sbagliato affrontare tutto questo soltanto guardando indietro e rivendicando i diritti persi in questi anni. La storia ha dimostrato che ogni conquista ha soltanto un valore parziale e temporaneo fin quando non raggiungeremo una totale rottura con il sistema capitalistico. Non appena i rapporti di forza, sia nei singoli paesi che a livello globale, si sono aggravati a scapito della classe operaia, ogni avanzamento è stato cancellato in modo sistematico. L’illusione della visione socialdemocratica e la sua strategia per la gestione del potere borghese si sono ormai definitivamente rivelate perdenti. Chi ancora percorre quella strada, di fatto, sta tradendo la gioventù della classe operaia con soluzioni che hanno come unico scopo e risultato il rafforzamento del potere borghese. Per questa ragione, la lotta contro l’opportunismo è oggi più necessaria che mai tra le fila del movimento operaio e nella gioventù. E’ necessario combattere le illusioni di riformabilità delle alleanze imperialiste (come l’UE e la NATO), posizione sostenuta oggi dalle forze opportuniste e della nuova socialdemocrazia come il Partito della Sinistra Europea. È un’utopia e una invenzione che non ha niente a che fare con un’analisi reale del ruolo e della funzione di queste alleanze.

Noi affermiamo con forza e chiarezza che la nostra lotta ha come obiettivo la costruzione di una società socialista, di un sistema, cioè, in cui non esistono sfruttatori e sfruttati, in cui la gioventù della classe lavoratrice e degli strati popolari potrà veramente essere artefice del proprio destino. Lottiamo per una società nella quale tutti abbiamo un lavoro, il diritto ad un’esistenza dignitosa, all’istruzione e all’assistenza sanitaria universale, alla casa, al pieno sviluppo della propria personalità attraverso il libero accesso alla cultura e allo sport senza barriere economiche. Solo attraverso l’abbattimento del capitalismo e la costruzione del Socialismo-Comunismo queste conquiste potranno essere realizzate in modo stabile e realmente universale.

Nella società attuale esistono già tutte le condizioni materiali affinché questo si possa realizzare. L’estensione del carattere sociale della produzione, che aumenta costantemente, rende sempre più evidente la contraddizione con l’appropriazione capitalistica della ricchezza. Tutti i bisogni e le necessità sono soddisfatti dai lavoratori in ogni settore della nostra società. E’ necessario che la classe operaia e in particolare le giovani generazioni, acquisiscano coscienza della possibilità e della necessità di questo cambiamento. Non ignoriamo che oggi la borghesia estende il suo attacco ideologico sulla maggior parte della gioventù degli strati popolari. La vittoria della controrivoluzione in URSS e nei paesi socialisti ha certamente giocato un ruolo primario in questo processo. La campagna denigratoria condotta contro il socialismo reale, il tentativo di equiparazione con il nazi-fascismo e la creazione della categoria dei totalitarismi (incorretta da tutti i punti di vista), l’anticomunismo e il tentativo di messa al bando di partiti comunisti, gioventù comuniste e simboli comunisti hanno lo scopo di trasmettere alla nuova generazione una visione distorta del Socialismo. Allo stesso tempo, i giganteschi apparati mediatici, culturali e politici a disposizione dei capitalisti hanno amplificato la loro capacità di influenza nell’esercitare la loro egemonia. Ma la crisi e le condizioni di vita reali della gioventù pongono oggi sempre più contraddizioni con la visione imposta dalla classe dominante e dal suo apparato di egemonia. Il principale compito della gioventù comunista, dunque, è precisamente quello di dare alla gioventù degli strati popolari coscienza e organizzazione, di condurre una lotta ideologica per rafforzare e stringere i propri ranghi e costruire un’avanguardia cosciente e animata da spirito militante nella lotta per il cambiamento rivoluzionario. Questo significa contrastare, punto per punto, l’opera di inganno svolta negli ultimi anni, combattere contro la logica individualista, l’atteggiamento di sconfitta e passività oggi dilagante tra i giovani, organizzare attraverso la lotta il nostro cammino verso un cambiamento rivoluzionario. Facciamo nostra l’esortazione che Antonio Gramsci fece alla gioventù: «Istruitevi, perché avremo bisogno di tutta la vostra intelligenza. Agitatevi, perché avremo bisogno di tutto il vostro entusiasmo. Organizzatevi, perché avremo bisogno di tutta la vostra forza.»

Coscienti di questo grande compito, guardiamo al futuro con ottimismo convinti che la nostra epoca sarà un’epoca di grandi rivolte e rivoluzioni sociali. Ci prepariamo ad ogni livello per celebrare il centenario della Grande Rivoluzione Socialista, che cade nel 2017, per mostrare alla gioventù la necessità e l’attualità del Socialismo, che la società per la quale stiamo lottando era stata realizzata e possiamo riuscirci ancora. Quest’oggi a Roma, noi dichiariamo la nostra volontà di proseguire su un cammino comune, lavorando per rafforzare i nostri legami, estendere la solidarietà internazionalista e la nostra comune lotta per la costruzione del Socialismo-Comunismo.

organizzazioni presenti e firmatarie:

KJO – Gioventù Comunista d’Austria

JCC – Gioventù Comunista di Catalogna

EDON – Organizzazione della Gioventù DEmocratica Unita (Cipro)

KSM  – Unione della Gioventù Comunista (Rep Ceca)

SDAJ – Gioventù Socialista dei lavoratori Tedeschi (Germania)

KNE – Gioventù Comunista di Grecia

Fronte di sinistra – Alleanza della Gioventù Comunista (Ungheria)

FGC – Fronte della Gioventù Comunista (Italia)

CJB – Movimento della gioventù comunista (Paesi Bassi)

RCYL(b) – Lega della Gioven

(Message over 64 KB, truncated)




Ten years since after - The Death of Milosevic and NATO Responsibility

By Christopher Black

On March 11, 2006, President Slobodan Milosevic died in a NATO prison. No one has been held accountable for his death. In the 10 years since the end of his lonely struggle to defend himself and his country against the false charges invented by the NATO powers, the only country to demand a public inquiry into the circumstances of his death came from Russia when Foreign Minister, Serge Lavrov, stated that Russia did not accept the Hague tribunal’s denial of responsibility and demanded that an impartial and international investigation be conducted. Instead, The NATO tribunal made its own investigation, known as the Parker Report, and as expected, exonerated itself from all blame.

But his death cannot lie unexamined, the many questions unanswered, those responsible unpunished. The world cannot continue to accept the substitution of war and brutality for peace and diplomacy. It cannot continue to tolerate governments that have contempt for peace, for humanity, the sovereignty of nations, the self-determination of peoples, and the rule of law.

The death of Slobodan Milosevic was clearly the only way out of the dilemma the NATO powers had put themselves in by charging him before the Hague tribunal. The propaganda against him was of an unprecedented scale. The trial was played in the press as one of the world’s great dramas, as world theatre in which an evil man would be made to answer for his crimes. But of course, there had been no crimes, except those of the NATO alliance, and the attempt to fabricate a case against him collapsed into farce.

The trial was necessary from NATO’s point of view in order to justify the aggression against Yugoslavia and the putsch by the DOS forces in Belgrade supported by NATO, by which democracy in Yugoslavia was finally destroyed and Serbia reduced to a NATO protectorate under a Quisling regime. His illegal arrest, by NATO forces in Belgrade, his illegal detention in Belgrade Central Prison, his illegal rendition to the former Gestapo prison at Scheveningen, near The Hague, and the show trial that followed, were all part of the drama played out for the world public, and it could only have one of two endings, the conviction, or the death, of President Milosevic.

Since the conviction of President Milosevic was clearly not possible after all the evidence was heard, his death became the only way out for the NATO powers. His acquittal would have brought down the entire structure of the propaganda framework of the NATO war machine and the western interests that use it as their armed fist.

NATO clearly did not expect President Milosevic to defend himself, nor with such courage and determination. The media coverage of the beginning of the trial was constant and front page. It was promised that it would be the trial of the century. Yet soon after it began the media coverage stopped and the trial was buried in the back pages. Things had gone terribly wrong for Nato right at the start. The key to the problem is the following statement of President Milosevic made to the judges of the Tribunal during the trial:

“This is a political trial. What is at issue here is not at all whether I committed a crime. What is at issue is that certain intentions are ascribed to me from which consequences are later derived that are beyond the expertise of any conceivable lawyer. The point here is that the truth about the events in the former Yugoslavia has to be told here. It is that which is at issue, not the procedural questions, because I’m not sitting here because I was accused of a specific crime. I’m sitting here because I am accused of conducting a policy against the interests of this or another party.”

The prosecution, that is the United States and its allies, had not expected a real defence of any kind. This is clear from the inept indictments, confused charges, and the complete failure to bring any evidence that could withstand even basic scrutiny. The prosecution case fell apart as soon as it began. But once started, it had to continue. Nato was locked into a box of its own making. If they dropped the charges, or if he was acquitted, the political and geostrategic ramifications were enormous. Nato would have to explain the real reasons for the aggression against Yugoslavia. Its leaders themselves would face war crimes charges. The loss of prestige cannot be calculated. President Milosevic would once again be a popular political figure in the Balkans. The only way out for NATO was to end the trial but without releasing Milosevic or admitting the truth about the war. This logic required his death in prison and the abandonment of the trial.

The Parker Report contains facts indicating that, at a minimum, the Nato Tribunal engaged in conduct that was criminal regarding his treatment and that conduct resulted in his death. The Tribunal was told time and again that he was gravely ill with heart problems that needed proper investigation, treatment and complete rest before engaging in a trial. However, the Tribunal continually ignored the advice of the doctors and pushed him to keep going with the trial, knowing full well that the stress of the trial would certainly kill him.

The Tribunal refused prescribed medical treatment in Russia seemingly for political reasons and once again put the Tribunal’s interests, whatever they are, ahead of Milosevic’s health. In other words they deliberately withheld necessary medical treatment that could have lead to his death. This is a form of homicide and is manslaughter in the common law jurisdictions.

However, there are several unexplained facts contained in the Parker Report that need further investigation before ruling out poison or drugs designed to harm his health: the presence of the drugs rifampicin and droperidol in his system being the two key ones. No proper investigation was conducted as to how these drugs could have been introduced into his body. No consideration was given to their effect. Their presence combined with the unexplained long delay in getting his body to a medical facility for tests raises serious questions that need to be answered but which until today remain unanswered.

The Parker Report, despite its illogical conclusions, exonerating the Nato tribunal from blame, provides the basis for a call for a public inquiry into the death of President Milosevic. This is reinforced by the fact that the Commandant of the UN prison where President Milosevic was held, a Mr. McFadden, was, according to documents exposed by Wikileaks, supplying information to the US authorities about Milosevic throughout his detention and trial, and is further reinforced by the fact that Milosevic wrote a letter to the Russian Embassy a few days before his death stating that he believed he was being poisoned. Unfortunately he died before the letter could be delivered in time for a response.

All these facts taken together demand that a public international inquiry be held into the entirety of the circumstances of the death of President Milosevic, not only for his sake and the sake of his widow Mira Markovic and his son, but for the sake of all of us who face the constant aggressive actions and propaganda of the NATO powers. Justice requires it. International peace and security demand it.





« Sarebbe meglio se Milosevic morisse in cella, perché se il processo seguisse il suo corso, potrebbe essere condannato solo per delle accuse di poca rilevanza. »
JAMES GOW, « esperto in crimini di guerra » e sostenitore del Tribunale dell'Aja, intervistato a Channel 4, 2004.
http://www.csotan.org/textes/texte.php?art_id=180&amp;type=TPI


Veniva assassinato dieci anni fa nella galera dell'Aia Slobodan Milosevic, socialista serbo, ultimo leader jugoslavo.

Con la sua eliminazione, gli "sponsor" del "Tribunale ad hoc" impedivano tra l'altro che, nel contro-interrogatorio della fase della Difesa, importanti leader politici occidentali potessero chiarire davanti al mondo le proprie responsabilità per il bagno di sangue pianificato e realizzato sui territori della Repubblica Federativa Socialista di Jugoslavia.

Sulla figura di Milosevic, sulla sua detenzione e sulla sua eliminazione si veda ad esempio:

ARCHIVIO DOCUMENTAZIONE ICDSM-ITALIA

ARCHIVIO MILOSEVIC

Riproponiamo di seguito alcuni documenti importanti per la comprensione della dinamica e delle cause dell'assassinio commesso nel carcere della NATO all'Aia.

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Roma, 6 marzo 2006

S.E. Fausto Pocar
Presidente dell'International Tribunal
for the former Yugoslavia
Churchillplein 1
2517JW The Hague
The Netherlands

Illustre Presidente, caro Pocar,

perdonami se mi rivolgo a Te personalmente per una questione delicata che attiene al Tuo Ufficio. Di questo Ufficio do per scontata e rispetto dunque l'indipendenza, anche se, come penso Tu sappia, mantengo dubbi sul fondamento giuridico del Tribunale che Tu con forte prestigio comunque presiedi e dubbi anche su specifiche decisioni e modi di operare dello stesso Tribunale. Se menziono qui questi particolari, è perché intendo parlarTi con schiettezza e lealtà assolute.

Come componente del Comitato internazionale per la difesa di Slobodan Milosevic e come modesto studioso ho le mie idee sulla personalità di Milosevic e sulla sua complessiva azione nella tragedia balcanica. Ricordo solo il decisivo contributo da parte sua agli accordi di Dayton e la sua battaglia, da lui vinta, perché la Costituzione serba del 1990 e quella jugoslava successiva non fossero ispirate a criteri etnicistici, a differenza di quelle della maggioranza delle Repubbliche secessioniste.

Desidero anche ricordare il modo, non so quanto conforme ai criteri dello stato di diritto, in cui Milosevic è stato "trasferito" da Belgrado all'Aja. Si trattava comunque di un ex Capo di Stato, il modo ancor mi offende. Or volge il quinto anno che questo Capo di Stato, al quale non può disconoscersi grande dignità, è incarcerato, direi ad irrisione della presunzione di innocenza. Si obietterà che questa sorte è comune a quella di altri jugoslavi detenuti all'Aja. Ma forse il suo caso presenta peculiarità tutte proprie: inevitabilmente, attraverso di lui, non si giudicano fatti specifici, ma, al di là di questi, linee politiche generali, la decisione e l'azione per resistere contro la disgregazione della Jugoslavia e mantenere questa patria non per i Serbi, bensì per tutti coloro che vi si riconoscessero. E in ciò, nel sottoporre quel dirigente a giudizio, risulta implicito lo sgravio di chi, anche all'esterno di quello Stato, ha invece voluto, pianificato, attuato la disgregazione della Jugoslavia.

Un quadro del genere impone a Milosevic un impegno e uno sforzo sovrumani con evidenti ricadute sulla salute. Anche in ragione di tale quadro, e non solo per motivi di principio, sarebbe stato impossibile per Milosevic farsi sostituire da un legale.

In un contesto come quello accennato, la decisione di negare a Slobodan Milosevic la possibilità di farsi curare, in una situazione senza dubbio piuttosto grave della sua salute, da istituti e medici di fiducia, sotto garanzia internazionale e precisamente di uno Stato membro permanente del Consiglio di sicurezza, come la Federazione russa, mi pare non rappresenti un momento felice nell'attività del Tribunale. Certamente, la responsabilità forse non solo storica di quanto potrà accadere a Milosevic ricadrà sugli autori di una decisione che non appare ispirata a principi di giustizia e di umanità. Essa contrasta, senza bisogno qui di entrare in particolari, con evidenti principi dei diritti dell'uomo che tanto ci affanniamo a proclamare. Ricordo solo la dichiarazione di Lisbona sui diritti del paziente, adottata dalla 34° Assemblea medica mondiale del settembre-ottobre 1981, che va proprio nel senso della richiesta di Slobodan Milosevic.

I popoli non dimenticheranno.

Io mi rivolgo a Te, senza nulla chiederTi né attendermi, perché su ciò si rifletta. Un Tribunale che procedesse sulla strada di una "giustizia" unilaterale in un quadro, e come strumento, di doppi standard, oggi fin troppo evidenti sulla scena internazionale, non favorirebbe la pace e la comprensione fra i popoli. Esso, lungi dal pronunciare decisioni con valore esemplare, raggiungerebbe l'esito infausto di fomentare nuovi odi, ostilità e i tragici fenomeni di quelle reazioni della disperazione che il mondo che si proclama civile rigetta, ma di cui esso porta responsabilità chiare ed incancellabili.

Perdonami queste parole, che - ripeto - non attendono risposte ma riflessione serena e umana sulla condizione di Slobodan Milosevic.

Aldo Bernardini

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L'ULTIMA LETTERA DI MILOSEVIC 

Gentili signore e signori, 

Vi invio i miei ringraziamenti per la solidarietà che avete manifestato dichiarandovi pronti ad accettarmi per una cura medica. Vorrei informarvi della cosa seguente: credo che l'ostinazione con cui mi hanno rifiutato un trattamento in Russia sia motivata, in primo luogo, dal timore che in occasione di esami approfonditi, si scoprirebbe che sono stati effettuati interventi attivi e maliziosi allo scopo di nuocere alla mia salute. Questi interventi non possono restare nascosti a specialisti russi. 

Per giustificare le mie accuse, vi presento un semplice esempio che troverete in allegato. Questo documento, che ho ricevuto il 7 marzo, mostra che il 12 gennaio una medicina particolarmente forte fu individuata nel mio sangue e che, come dichiarano loro stessi, essa è utilizzata per trattare la tubercolosi e la lebbra, benché io non abbia preso, durante questi cinque anni nella loro prigione, alcun antibiotico. 

Durante tutto questo tempo, non ho mai avuto, a parte l'influenza, alcuna malattia contagiosa. Anche il fatto che i medici hanno impiegato due mesi (per informare sui risultati dell'esame, N.d.Red) può essere spiegato soltanto da una manipolazione. I responsabili di questi atti non possono realmente curare la mia malattia, e neppure quelli contro i quali ho difeso il mio paese in tempo di guerra e che hanno un interesse a farmi tacere. 

Cari signori, voi sapete che medici russi sono giunti alla conclusione che l'esame ed il trattamento dei problemi dei vasi sanguigni nella mia testa sono necessari ed urgenti. Ecco perché mi rivolgo a voi, nella speranza che mi aiutiate a difendere la mia salute contro le attività criminali in questa istituzione che lavora sotto l'egida dell'ONU, e che io riceva prima possibile un trattamento adeguato nel vostro ospedale dai medici in cui nutro fiducia totale, come nella Russia. 

Vi prego di accettare, signore e signori, l'espressione del mio rispetto profondo. 

Slobodan Milosevic 

(lettera inviata da Milošević l'8 marzo 2006, e ricevuta l'11 marzo all'Ambasciata russa in Olanda; traduzione originale: AP; fonte: quotidiano junge Welt (Germania) del 15 marzo 2006; versione italiana a cura di ICDSM-Italia)


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LETTERA INVIATA AI MEMBRI DEL CONSIGLIO DI SICUREZZA DELL’ONU E AL PRESIDENTE DELLA CORTE DI APPELLO DEL TRIBUNALE DELL’AJA.   

Noi siamo costernati e profondamente preoccupati per il rigetto altezzoso e dilatorio da parte della Corte del Tribunale ICTY della richiesta dell’ex  Presidente Slobodan Milosevic, come raccomandato dal Centro Bakoulev di Mosca di rinomanza internazionale nel campo della Chirurgia Cardiovascolare, per essere trasferito in questo Centro per ulteriori indagini e un possibile periodo di cure, viste le sue condizioni cardiovascolari con pericolo della vita. Tutto si basava sulle indagini cliniche condotte sul Presidente Milosevic da parte di tre medici, il 4 novembre 2005, fra cui il Dr. M.V. Shumilina, un angiologo del Centro Bakoulev, e il Dr. L.A. Bockeria, Direttore e Presidente del Centro Bakoulev, che riscontravano le condizioni del Presidente Milosevic “critiche”.  La Corte ha acquisito questi responsi medici il 15 novembre 2005.  

Ancor più crea costernazione e preoccupazione la totale mancanza da parte del Tribunale di indirizzarsi verso la reale conoscenza delle condizioni cliniche del Presidente Milosevic e di predisporre le indagini necessarie e il trattamento di cure che sono di diritto per ogni prigioniero. 
Il diritto Internazionale, e in particolare la Convenzione Internazionale per i Diritti Civili e Politici, prescrive, e le stesse norme dell’ICTY sulla detenzione garantiscono, il diritto dei prigionieri ad essere “trattati con umanità e con rispetto della dignità che è insita nella persona umana”. Per tutto il periodo del procedimento di legge, gli accusati sono presunti innocenti, e quelli che sono privati della loro libertà devono essere trattati in una maniera “consona al loro stato, come persone non riconosciute colpevoli”. 
Il Presidente Milosevic remane deprivato di cure, pur in presenza delle conclusioni del Dr. Shumilina, che definiva il trattamento sanitario presso l’Unità di Detenzione delle Nazioni Unite come “inadeguato”. Incredibilmente, malgrado la sua storia di problemi cardiaci e di ipertensione, prima del 4 novembre 2004 non gli era stata fatta alcuna diagnosi vascolare. In più la salute del Presidente Milosevic ha suscitato una preoccupazione continua nel corso di tutto il processo per gli ultimi tre anni. Lo stress dei dibattimenti, le cure non adeguate e le condizioni della detenzione hanno pesantemente peggiorato i suoi precedenti problemi di salute, mettendo in pericolo la sua vita.   

Il Tribunale non ha assunto alcun provvedimento per proteggere la vita di un prigioniero le cui condizioni fisiche sono state constatate essere critiche.  Al contrario, ha considerato trascurabile il suo dovere di assicurare cure mediche adeguate ed indispensabili per una persona sotto processo presso la sua Corte. Detenuti che hanno necessità di cure speciali, come nel caso del Presidente Milosevic, devono essere trasferiti in istituti specializzati per quelle cure, come stabilito dai Protocolli Standard Minimi per il Trattamento dei Prigionieri adottati dal Primo Congresso delle Nazioni Unite sulla Prevenzione del Crimine e il Trattamento dei Condannati.     

Il Tribunale sorprendentemente dichiara: 

1.   “Che ne’ il Dr. Shumilina e nemmeno il Dr. Bockeria hanno stabilito che il Centro di Bakoulev è la sola possibile struttura per una diagnosi appropriata e un trattamento di cure relative alle condizioni dell’accusato”. Che atteggiamento presuntuoso potrebbe indurre quei medici ad una tale vanteria? Loro, di sicuro pensano che il loro Centro sia il migliore e questa conclusione è giustificata.  
Invece, nessuna fiducia può essere riposta nelle scelte mediche delle autorità della Corte dopo anni di negligenze e dopo la scelta, nel dicembre 2005, del Dr. Aarts, un radiologo neurologico Olandese, che non ha riscontrato nel Presidente Milosevic alcuna condizione patologica e non ha fatto alcuna raccomandazione per un trattamento urgente di cure.  

2.    Che “...accoglie la proposta del Procuratore di Accusa che, se l’Accusato desidera essere curato da specialisti che non si trovano in Olanda, allora questi medici possono venire qui a curarlo.” Persone ricche e famose si recano da ogni parte del mondo per raggiungere centri medici del tipo Bakoulev, spesso anche se lo stesso viaggio costituisce per loro un rischio. Nessuno di loro pensa che le prestazioni di cure della stessa qualità possano essere fornite da teams sanitari itineranti dei migliori medici del mondo e se questo potesse avvenire, il numero di pazienti da loro curati sarebbe drasticamente ridotto. 

Entrambe le risoluzioni sono assurde in un procedimento, dove la vita e i diritti fondamentali sono una scommessa. E allora, come fa l’organo giudicante collegiale a giustificare le sue autorizzazioni a Pavle Strugar per essere ripetutamente rilasciato per recarsi in Montenegro, un’entità che non è membro dell’ONU, per un’operazione chirurgica sostitutiva al femore, una procedura abbastanza sicura, semplice e di minor gravità?           
Procuratore di Accusa v. Pavle Strugar, IT-01-42- A, 3 dicembre 2001, 16 dicembre 2005. 

La conclusione finale del Tribunale afferma che “ la Corte non è soddisfatta…che è cosa più probabile che l’Accusato, se rilasciato, non faccia più ritorno per la continuazione del suo processo.” Che la Corte abbia più fiducia nel governo del Montenegro o nell’amministrazione ad interim del Kosovo che nella Federazione Russa, che ha dato la sua parola per il ritorno del Presidente Milosevic, è cosa inspiegabile, ma l’insulto ad un membro permanente del Consiglio di Sicurezza è inevitabile.  

Il negare le cure mediche necessarie al Presidente Milosevic risiede nella fiducia del Tribunale che il processo si trovi “nelle sue fasi conclusive…alla fine delle quali…l’Accusato può trovarsi di fronte alla possibilità di un imprigionamento a vita”,  e questo, al meglio, è irrazionale.  
Cosa significa, che in tali circostanze per un prigioniero può essere cosa migliore morire? È troppo tardi per un trattamento medico necessario urgentemente? 
Significa che “la possibilità di ergastolo” è più alta nelle ultime fasi del processo che all’inizio? Allora bisogna sottoporre a critiche l’importanza e la pesantezza delle prove per le quali si è iniziato a giudicare! 
Un imputato che ritiene sarebbe stato imprigionato e condannato a vita avrebbe atteso le ultime fasi del processo per cercare dei mezzi per fuggire?  Una Corte imparziale sarebbe obbligata ad esaminare tutte le prove testimoniali prima di raggiungere una decisione, prima di credere che l’imputato preferisca fuggire nelle ultime fasi di un processo che non al suo inizio, salvo che la Corte non abbia già ritenuto che le prove supportino una pesante sentenza? La Corte ha messo in luce i suoi pregiudizi con questo suo grottesco affidamento su un presumibile timore di una sentenza di carcere a vita da parte dell’Accusato nelle ultime fasi di questo processo?       
In fatto e in diritto, la decisione del Tribunale è insopportabile. Rivela la strategia della Corte, senza tante scuse, di mantenere il suo pregiudizio e mette in piena luce le sue insufficienze per proteggere la salute di questo prigioniero.  
La decisione è tanto irragionevole e completamente ingiusta, tanto da dimostrare l’apparenza e la sostanza del pregiudizio processuale.  

La Corte ha stabilito che il Presidente Milosevic deve affrontare la eventualità di morire, visto che esiste la possibilità di una sentenza di carcere a vita. 
Questa decisione, da sola, se confermata dalla Corte di Appello, procurerà un grande vulnus all’ICTY e al diritto internazionale umanitario. La morte, o le serie limitazioni al Presidente Milosevic di avvalersi di cure mediche, imporranno la medesima sentenza all’ICTY e al diritto internazionale, come strumenti di pace. 
Noi vi esortiamo a rovesciare la decisione della Corte e di ordinare l’immediato trasferimento del Presidente Milosevic al Centro Bakoulev per gli esami e il trattamento clinico, sotto le condizioni proposte.  

(Conclusione per il Consiglio di Sicurezza)  

Noi vi esortiamo a rivolgervi all’ICTY per decretare l’immediato trasferimento del Presidente Milosevic al Centro Bakoulev per gli esami e il trattamento clinico, sotto le condizioni proposte.   

Ci rimettiamo rispettosamente,

Ramsey Clark, ex Procuratore Generale degli Stati Uniti, USA 

Professor Velko Valkanov, dottore in legge, Presidente del Comitato per i Diritti Umani, ex MP, Bulgaria

Professor Alexander Zinoviev, filosofo, scrittore, Federazione Russa 

Professor Sergei Baburin, dottore in legge, Vice Presidente della Duma di Stato dell’Assemblea Parlamentare della Federazione Russa  

Vojtech Filip, dottore in legge, Vice Presidente della Camera dei Deputati del Parlamento della Repubblica Ceca.  

Thanassis Pafilis, Membro del Parlamento Europeo, Segretario Generale del Comitato per la Pace nel Mondo, Grecia  

Tiphaine Dickson, giurista di criminologia internazionale, Quebec

Professor Aldo Bernardini, dottore di diritto internazionale, Italia  

Christopher Black, giurista di criminologia internazionale, Canada

Klaus Hartmann, Vice Presidente dell’Unione Mondiale dei Liberi Pensatori, Germania  

(trad. di Curzio Bettio)

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Presidente Slobodan Milosevic. In memoriam

L'11 marzo 2006 il tribunale de L'Aia ha ucciso il presidente della Jugoslavia Slobodan Milosevic

(Alexander Mezayev - Strategic Cultural Foundation - 11.03.2009)


L'11 marzo 2006 il Tribunale Internazionale dell’ONU per l'ex Jugoslavia (ICTY) ha comunicato che Slobodan Milosevic “era stato trovato privo di vita nella sua cella”. Il 14 marzo la Corte ha sospeso tutte le indagini sul caso. Mentre segnalava le cause della morte di Milosevic, il vice presidente del Tribunale Kevin Parker ha detto che “Milosevic è morto per cause naturali in conseguenza di un attacco di cuore”. Ma vi è prova che Slobodan Milosevic è stato ucciso e che l’ICTY è responsabile dell'omicidio. Ecco cos’è veramente accaduto.
In primo luogo Milosevic è stato costretto in prigione, dove la sua salute s’è deteriorata. Allora gli è stata rifiutata la possibilità d’essere curato in un centro di cardiologia e quando lo stato del suo cuore è peggiorato, non ha ricevuto un aiuto medico urgente. Il tribunale ha agito in tal modo deliberatamente, sapendo dei suoi problemi di salute. Basta leggere solo i seguenti rapporti medici per capire che Milosevic non ha ricevuto il trattamento medico necessario.
Dott. Aarts: “L'arteriosclerosi è tipica per gente della sua età”. Dott. De Laat: “In questi ultimi 6 mesi Milosevic ha sofferto un forte mal di testa, tensioni e una perdita parziale della vista e dell’udito. Probabilmente, il calo dell'udito è stato causato dai problemi cardiovascolari”. Il Dr. Spoelstra sapeva che Milosevic portava i trasduttori auricolari da cinque anni ma ha suggerito solo “di regolare il livello del volume per i trasduttori auricolari”. Il dottor Paulus Falke della prigione dell’ICTY: “Ho discusso la cosa con un otorinolaringoiatra dell'ospedale di Bronovo. Mi ha detto che il calo d’udito di Milosevic era normale per persone della sua età”.
Potevano essere tutti questi rapporti solo un errore medico? No. Milosevic ha avuto la diagnosi corretta e, del resto, tutti i medici erano informati di ciò. Il 4 novembre 2005 Slobodan Milosevic ha detto che voleva essere esaminato da alcuni medici. Erano tre: la professoressa Shumilina M. (Russia), il professor Leclerc (Francia) ed il professor Andric (Serbia). La dottoressa Shumilina disse che Milosevic non aveva ricevuto il trattamento medico adeguato e insistette per un esame medico e un trattamento completo urgente. Inoltre avvertì che c’era il rischio di problemi seri al cervello. Il cardiologo Leclerc non ha avuto l’occasione di familizzare con i precedenti risultati degli esami medici di Milosevic. Ha detto di avere eseguito un test ECG su Milosevic e che esso era stato “estremamente anomalo”. (...)

Nel dicembre 2005 Leo Bokeria, direttore del centro di cardiochirurgia Bakulev di Mosca, ha scritto al presidente Fausto Pokar dell’ICTY, dicendo che la salute di Milosevic era deteriorata a causa del trattamento errato. Secondo Bokeria bisognava “impedire la catastrofe cardiovascolare”, dunque il presidente del tribunale non avrebbe dovuto avere alcun dubbio su ciò.
Nel dicembre 2005 Slobodan Milosevic ha chiesto alla Corte di lasciarlo ospedalizzare a Mosca. Malgrado il fatto che tutte le norme fossero osservate, la richiesta è stata rifiutata.
L’ICTY ha accusato Milosevic di aver deliberatamente preso farmaci non prescritti per peggiorare il suo stato di salute per andare a Mosca e, da lì, sottrarsi alla Corte. Timothy McFadden, il direttore della prigione responsabile di Milosevic, ha scritto una lettera al Tribunale il 19 dicembre 2005, in cui ha detto che da tempo dubitava del fatto che Milosevic stesse prendendo i medicinali prescritti. McFadden inoltre ha segnalato che il medico della prigione dell’ICTY non aveva più la responsabilità dello stato di salute di Milosevic, né se ne curava la segreteria del Tribunale.
Ovviamente, le conclusioni di McFadden non sono basate sui risultati del trattamento medico. Realmente, le analisi del sangue di Milosevic hanno mostrato “bassi livelli di medicine prescritte e non prescritte”. E senza avere alcuna prova solida, McFadden ha descritto le analisi del sangue come risultato di azioni intenzionali di Milosevic. Nella sua lettera del 6 gennaio 2006 il dottore della prigione dell’ICTY Paulus Falke segue McFadden: “Gli esami hanno provato che stava prendendo regolarmente le medicine prescritte come doveva. Inoltre, ha preso medicine che né io né alcun altro medico ha prescritto”. (...)

Il 7 marzo 2006, tre giorni prima della morte di Milosevic, i giudici hanno avuto la segnalazione che il sangue di Milosevic prelevato per l'analisi il 12 gennaio conteneva Rifampicin non prescritta, in grado di neutralizzare gli effetti della medicina per il cuore di Milosevic, che era stata prescritta.
Nel rapporto pubblicato dopo la morte di Milosevic dal vice presidente dell’ICTY Kevin Parker, si legge: “L’autopsia ha diagnosticato il grave stato del cuore che ha causato la morte”. Se i ricercatori fossero obiettivi, avrebbero notato che lo stato grave del cuore era stato diagnosticato già molto prima da Shumilina e da Bokeria. Comunque, la diagnosi dovrebbe essere fatta quando un paziente è vivo ma a Milosevic è stato rifiutato l'esame medico necessario.

Una indagine imparziale dovrebbe concentrarsi sui motivi dell’attacco di cuore. Tuttavia, niente del genere è stato discusso. Invece dello studio della situazione con il Rifampicin nel sangue di Milosevic, Parker è stato occupato a giustificare il Dott. Falke. Ma lo ha fatto in modo così impacciato che persino i membri del Tribunale erano imbarazzati. Le informazioni sul Rifampicin sono comparse due mesi dopo che la medicina era stata rintracciata nel sangue.
Il Dott. Falke ed i suoi colleghi hanno discusso la possibilità di rivelare le informazioni senza il permesso di Milosevic, Parker ha spiegato. Ma tale spiegazione è irragionevole poiché niente ha impedito a Falke di rivelare tutte le informazioni. Era ancor più irragionevole dire che le informazioni sul Rifampicin sono state nascoste da Milosevic. In primo luogo, questa spiegazione, in se, confuta tutte quelle precedenti (se Milosevic non a sapeva del Rifampicin, perché avrebbe dovuto essere contrario a che queste informazioni fossero rivelate?). Secondariamente, nel suo rapporto Parker dice che il Dott. Falke non ha informato Milosevic sul Rifampicin nel suo sangue, in conformità con le regole olandesi sull’anonimato in medicina”.

Tre giorni prima della sua morte Slobodan Milosevic ha scritto in una lettera al Ministero degli Esteri russo: “il fatto che il mio sangue contenga Rifampicin, un antibiotico che è usato normalmente per trattare la lebbra e la tubercolosi, dimostra che nessuno di questi medici ha diritto a curarmi... Ho difeso il paese contro di loro ed ora vogliono che taccia per sempre”. Il fatto che la corte ha sospeso tutte le indagini senza studiare le cause della morte di Milosevic, spinge a pensare che l’ICTY abbia organizzato l'omicidio o abbia coperto i criminali.

Oggi è per chiunque difficile credere che gli assassini di Milosevic possano essere presi e giudicati. Ma sono sicuro che tale missione dovrebbe esistere, non importa se sia impossibile. Bene, ora quei criminali si godono il potere a L'Aia,  ma non sarà per sempre. Slobodan Milosevic ha dimostrato che la resistenza è possibile. Gli uomini di tale tempra sono rari al giorno d'oggi, ecco perché la loro morte è percepita come una tragedia personale.

Non dimenticate mai il presidente Slobodan Milosevic!

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2011: rivelazioni Wikileaks


In base a rivelazioni Wikileaks, il direttore del carcere dell'Aia Tim McFadden riferiva all'ambasciata USA in Olanda i dettagli delle conversazioni telefoniche private di Milosevic e del suo stato di salute. Perché?

Riportiamo (a) una intervista a Christopher Black, giurista canadese e avvocato di fiducia di Mira Markovic, vedova di Slobodan Milosevic. 
L'intervista, che è apparsa sul quotidiano berlinese Junge Welt, riguarda l'inchiesta a proposito delle circostanze della morte di Milosevic. Black commenta in particolare le recenti rivelazioni di Wikileaks (b), secondo cui il direttore del carcere Tim McFadden ascoltava le telefonate di Milosevic e ne comunicava i contenuti riservati all'ambasciata USA, cioè a Washington. 
Seppure in molte carceri l'ascolto delle telefonate, come dei colloqui, sia previsto e legale, i loro contenuti non andrebbero divulgati a terzi. Viceversa, spiega Black,

<< McFadden ha divulgato conversazioni tra Milosevic e sua moglie, in cui si toccavano questioni relative alla strategia di difesa ed a testimoni, discussioni interne al team della difesa, il punto di vista di Milosevic su queste questioni, la mancanza di mezzi finanziari per la difesa, le influenze politiche, eccetera. E [McFadden] ha trasmesso agli USA dettagli strettamente confidenziali sullo stato di salute di Milosevic. Peraltro io temo che McFadden si sia incontrato anche con rappresentanti dell'Accusa. (...) McFadden ed il governo USA in questo modo di sono immischiati in un processo in corso, violando il dovere di neutralità. (...)
[Le rivelazioni di Wikileaks] possono seriamente influenzare il corso dei processi all'ICTY [il "tribunale ad hoc" dell'Aia]. Ogni accusato si deve adesso chiedere se è sottoposto ad un processo imparziale, quando il governo USA viene informato di tutto ciò che egli fa o dice. Se l'ICTY è indipendente e super-partes, che ragione hanno gli USA per incontrarsi con McFadden e raccogliere tutte queste informazioni? Quali informazioni vanno all'Accusa? Forse la controparte conosce ogni passo successivo previsto? Radovan Karadzic perciò, subito dopo la comparsa di queste rivelazioni, ha richiesto la fine delle intercettazioni ai suoi danni. (c)
(...) Ci dobbiamo anche chiedere quale origine abbia questo rapporto tra McFadden e gli USA, e come si è sviluppato. L'intero quadro cambia a seguito di questi nuovi dati di fatto. >>


Queste rivelazioni - nel carosello delle tante di Wikileaks, che ad osservatori attenti appaiono comunque parziali, incomplete ed orientate solo a scopi geostrategici piuttosto precisi, cioè a mettere in imbarazzo alcuni alleati poco affidabili per gli USA - sono passate sostanzialmente sotto silenzio. In Italia ne ha riferito solamente un lancio AGI (che riportiamo di seguito), nel quale tuttavia tra i tanti sciocchi pettegolezzi sui rapporti di Milosevic con i famigliari (d) si omette di sollevare lo scandalo più grosso: e cioè il fatto stesso che l'ex direttore della galera dell'Aia era un informatore di Washington.

(a cura di Italo Slavo)

NOTE:
(a) http://it.groups.yahoo.com/group/icdsm-italia/message/281 .
(b) Si veda il documento Wikileaks: http://www.scribd.com/doc/47385121/Wikileaks-Serbia-Milosevic (anche .doc sul nostro sito).
(c) Sulle reazioni nelle aule del "Tribunale ad hoc" dell'Aia, a proposito di queste rivelazioni Wikileaks, in particolare da parte degli "imputati" Karadzic e Seselj, si vedano i testi riportati in http://it.groups.yahoo.com/group/icdsm-italia/message/281 .
(d) I pettegolezzi sulle abitudini di Milosevic in carcere e sui suoi rapporti telefonici con collaboratori e famigliari erano già stati fatti trapelare, proprio dal direttore della galera McFadden, allo scopo di deviare l'attenzione pubblica dai contenuti del "processo"-farsa per mezzo di << una pioggia ben dosata di rivelazioni minori intrise di sarcasmo >> - si veda: http://archiviostorico.corriere.it/2002/febbraio/09/Milosevic_cella_con_Sinatra_Hemingway_co_0_0202096992.shtml .

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http://www.ristretti.org/Le-Notizie-di-Ristretti/olanda-su-wikileaks-documento-che-racconta-la-vita-di-milosevic-in-carcere

Olanda: su Wikileaks documento che racconta la vita di Milosevic in carcere

Agi, 6 febbraio 2011


Un cablogramma diplomatico statunit

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