Jugoinfo

 

(3-4-5/5: fine) Sui compiti urgenti di un movimento antimilitarista

Dato il momento di inaudita gravità, segnato dal colpo di Stato fascista russofobo appoggiato dai paesi NATO in Ucraina e dai conseguenti prodromi di guerra fratricida in quel paese, riteniamo importante far circolare cinque documenti recenti che hanno il merito di aprire, da diversi punti di vista, una riflessione a tutto campo sulla necessità di ripartire con la mobilitazione antimilitarista e antimperialista

1)  CRISI UCRAINA E RUMORI DI GUERRA: 
per una ripresa del movimento antimilitarista e contro la guerra.
Rete Napoli NoWar, 1 aprile 2014

2) GUERRA ALLA JUGOSLAVIA, QUINDICI ANNI DOPO:
paper a margine della Conferenza del Forum di Belgrado
Gianmarco Pisa (RESeT Papers), 5 Aprile 2014

3) IL CONVEGNO DEL 25 APRILE ALL’ARENA DI VERONA:
tra silenzi ed omissioni, contraddizioni e conflitti di interesse.
Vincenzo Brandi (Redazione SibiaLiria), 29 aprile 2014 

4) FERMIAMO L'AGGRESSIONE MILITARE E LE VIOLENZE FASCISTE IN UCRAINA
Isoliamo la giunta golpista di Kiev sostenuta da USA e UE

Comunicato della redazione di Marx21.it, 3 Maggio 2014

5) DARE UN SENSO AL CONTROSEMESTRE EUROPEO PONENDO AL PRIMO POSTO IL TEMA DELLA PACE
Redazione "Perché la sinistra", 4 Maggio 2014

 
 
=== 3 ===
http://www.sibialiria.org/wordpress/?p=2361

IL CONVEGNO DEL 25 APRILE ALL’ARENA DI VERONA: TRA SILENZI ED OMISSIONI, CONTRADDIZIONI E CONFLITTI DI INTERESSE.

29 APRILE 2014 REDAZIONE SIBIALIRIA

I risultati del convegno che si è svolto nel giorno della Liberazione all’Arena di Verona, per quanto emerge dai resoconti di “arenadipaceedisarmo.org”, sono caratterizzati, come purtroppo ampiamente previsto, da parole d’ordine ispirate ad un pacifismo generico e da una proposta concreta che entra in evidente contraddizione con la realtà dei fatti che avvengono nel mondo, che anzi vengono sempre sistematicamente ignorati.

Naturalmente è certamente condivisibile la richiesta di annullamento dell’acquisto delle costose macchine di morte chiamate F-35 e sono apprezzabili gli inviti, peraltro generici, a sostenere campagne per un disarmo generale, che pure sono stati presentati nell’ambito del convegno.


Ma perché gli organizzatori ed i partecipanti non sono scesi sul terreno dei fatti concreti che stanno avvenendo nel mondo e che dimostrano un pericoloso e tragico scivolamento verso scenari di guerra totale? Perché non denunciare il chiaro coinvolgimento dello stesso governo italiano in questi fatti?

Per ricordare solo i fatti più importanti:

Da più di 12 anni le nostre truppe sono impegnate, insieme ad altre truppe della NATO, in una sanguinosa guerra in Afghanistan che sta finendo di distruggere quel martoriato paese.

Negli anni ’90 le nostre truppe hanno partecipato, insieme ad altre truppe della NATO, alle guerre contro la Yugoslavia che hanno portato al definitivo smembramento di quel paese.

Nel 1999 il nostro governo ha aderito ad un rinnovamento dei trattati NATO che hanno trasformato l’alleanza da organizzazione difensiva in un’alleanza offensiva. In seguito l’alleanza è stata aggressivamente spostata verso l’Est Europa inglobando paesi dell’ex-Patto di Varsavia, dell’ex-Yugoslavia e dell’ex-Unione Sovietica, arrivando a schierare basi e batterie di missili quasi ai confini della Russia in Polonia, Repubblica Ceca, ecc.

Nel 2003 le basi militari italiane sono servite a lanciare un micidiale attacco distruttivo contro l’Iraq sulla base di bugie evidenti (le famose armi di distruzione di massa).

Nel 2011 l’esercito italiano ha partecipato direttamente all’attacco della NATO contro la Libia che ha ridotto quel paese, un tempo il più ricco dell’Africa, nel caos totale.

Dal 2011 ad oggi il governo italiano partecipa alle riunioni del gruppo “amici della Siria”  dove vengono programmati finanziamenti ed aiuti militari alle bande di fanatici che stanno devastando e tentando di destabilizzare il paese.

Il governo italiano appoggia attualmente il tentativo degli USA e di alcuni paesi europei di estendere l’influenza della NATO anche sull’Ucraina, dove un colpo di stato di estrema destra, ispirato direttamente dagli USA, ha abbattuto il presidente Janucovitch eletto in regolari elezioni. Ricordiamo che l’azione statunitense era stata apertamente rivendicata, già prima dell’inizio dei disordini a Kiev, dalla vice-ministra degli Esteri statunitense, Sig.ra Nuland, che aveva anche indicato il nome del nuovo presidente Yaseniuch, poi effettivamente imposto dai golpisti.

Nel meeting di Verona, invece di esaminare questi concreti problemi e denunciare le eventuali responsabilità, la proposta principale è stata quella di spostare fondi nell’ambito del Ministero della Difesa italiano dalle spese militari ad un Dipartimento di Difesa Civile. Lo scopo sarebbe quello di finanziare dei Corpi Civili di Pace che dovrebbero, ad esempio, fare azioni di interposizione in caso di guerre. Ci risulta tra l’altro che già circa 9 milioni di Euro siano stati forniti dal governo italiano per attività già svolte da organizzazioni presenti al meeting.

Ma gli organizzatori del convegno non si sono resi conto dell’inestricabile groviglio di contraddizioni e conflitti di interesse che questa proposta creerebbe in assenza di un’analisi concreta della situazione esistente.

Visto che in concreto tutte le ultime guerre scatenate negli ultimi 20 anni hanno visto la partecipazione della NATO e dello stesso governo italiano, i Corpi di Pace dovrebbero essere finanziati da quello stesso governo che scatena guerre violando l’art. 11 della nostra Costituzione? Forse i membri dei Corpi di Pace dovrebbero fare azione di interposizione tra due schieramenti di cui uno è finanziato dal medesimo governo che dovrebbe finanziare i Corpi stessi?

Ci si può anche chiedere: i costosi e sofisticatissimi F-35 della Lockeed contro chi dovrebbero essere schierati? Contro i prossimi nemici della NATO come sembra debbano essere considerati Russia e Cina, potenze emergenti che fanno ombra agli USA? E se invece degli F-35 fossero schierati gli Eurofighters di fabbricazione europea, questo sarebbe più accettabile?

Si può ritenere che i silenzi e le evidenti omissioni degli organizzatori e partecipanti di Verona su ciò che sta concretamente avvenendo nel mondo di fatto servano a coprire le contraddizioni cui le loro proposte ed il loro pacifismo generico vanno inesorabilmente incontro.

 

Vincenzo Brandi (della Rete No War Roma)

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http://www.marx21.it/internazionale/area-ex-urss/24022-fermiamo-laggressione-militare-e-le-violenze-fasciste-in-ucraina-isoliamo-la-giunta-golpista-di-kiev-sostenuta-da-usa-e-ue.html

Fermiamo l'aggressione militare e le violenze fasciste in Ucraina. Isoliamo la giunta golpista di Kiev sostenuta da USA e UE

03 Maggio 2014 14:11 Internazionale Area ex URSS

Comunicato della redazione di Marx21.it

Apprendiamo con orrore che, nel corso dell'operazione repressiva scatenata dalla giunta golpista di Kiev contro le popolazioni del Sud-Est dell'Ucraina, colpevoli solo di rivendicare la costruzione di un assetto federale del paese, in cui siano salvaguardati i diritti delle minoranze nazionali e dei cittadini ucraini che parlano la lingua russa, gruppi nazifascisti, che coadiuvano l'esercito di Kiev, hanno appiccato il fuoco alla Casa dei Sindacati di Odessa, dove si riuniscono gli attivisti per il referendum sull'assetto federale e gli oppositori della giunta di Kiev, provocando (dopo avere bloccato tutti gli accessi all'edificio) la morte di decine di persone che stazionavano nell'edificio, in massima parte militanti del Partito Comunista di Ucraina e di altre organizzazioni di sinistra.

Un altro atto efferato che si aggiunge agli innumerevoli pogrom attuati negli ultimi mesi dai gruppi paramilitari dell'estrema destra e ai massacri perpetrati dalle truppe dell'esercito di Kiev in tutte le principali città di questa parte dell'Ucraina, in particolare a Slavjansk, assurta a simbolo della resistenza antifascista.


Gravissime sono le responsabilità degli Stati Uniti e dei governi dell'UE, compreso quello italiano, che invece di contribuire alla messa in pratica degli accordi di Ginevra stanno gettando benzina sul fuoco, appoggiando apertamente la giunta di Kiev e dislocando truppe e armamenti nei paesi dell'Europa orientale facenti parte della NATO.

In questo contesto drammatico, riteniamo in particolare esecrabile il comportamento dell'apparato mediatico nel nostro paese, che si caratterizza per l'uso sfacciato della menzogna e per l'allineamento supino alla propaganda degli aggressori.

Nel manifestare il nostro sdegno per la crudeltà con cui viene portata avanti l'operazione criminale della giunta golpista di Kiev, per il cinismo degli strumenti utilizzati e per l'uso sfacciato delle squadracce fasciste, esprimiamo la nostra piena solidarietà alle popolazioni ucraine in lotta per i loro diritti e contro il fascismo e ai nostri compagni del Partito Comunista di Ucraina, in prima fila in questa sacrosanta battaglia profondamente democratica.

Rivolgiamo un invito pressante a tutte le forze democratiche del nostro paese perché uniscano la loro voce alla nostra nella ferma denuncia dell'aggressione fascista e imperialista, sviluppando un ampio movimento di opinione in grado di ottenere dal nostro governo la piena revisione del suo attuale approccio di completa subalternità alle iniziative di guerra della giunta di Kiev, sostenute da USA, UE e NATO.

La redazione di Marx21.it

=== 5 ===
http://contropiano.org/interventi/item/23713-ucraina-dare-un-senso-al-controsemestre-europeo-ponendo-al-primo-posto-il-tema-della-pace
UCRAINA: DARE UN SENSO AL CONTROSEMESTRE EUROPEO PONENDO AL PRIMO POSTO IL TEMA DELLA PACE
•  Domenica, 04 Maggio 2014 07:56
•  Redazione "Perché la sinistra"

E' evidente come si tratti di uno scontro tra i due blocchi imperialisti che si vanno ricostituendo: da un lato la Russia con le sua ambizioni imperiali, dall'altro gli USA (pure in difficoltà economiche. situazione nella quale gli americani hanno sempre cercato di risolvere le cose con l'aggressività bellica) che stanno chiedendo all'Europa di tornare alla situazione pre-caduta del muro con un allineamento totale alla cosiddetta fedeltà atlantica.
Si tratta di una situazione pericolosissima che porterebbe ad uno stato di tensione pre-bellica (se non direttamente già bellica) in una delle situazione strategicamente fondamentali con il rischio, davvero, dell'esplodere di un conflitto di proporzioni gigantesche, considerato anche l'esistenza di situazioni molto delicate su altri scacchieri: dal Medio all'Estremo Oriente.
Il ruolo di pace dell'Europa è fondamentale ma non basta esprimerlo a parole: è necessaria un'azione politica che richieda la neutralità e la smilitarizzazione, sapendo che si tratta di situazioni molto complicate e di difficile approccio, anche sul piano organizzativo richiedendo infatti un afflato internazionalista e una dimensione transnazionale.
Il modello non può che essere quello dei pochi che, nel 1914, si opposero all'allineamento dei grandi partiti socialisti europei, significativamete dell'SPD alla logica delle Union Sacree e della votazione dei crediti di guerra.
E' ancora la storia del movimento operaio e dei comunisti che ci indica la strada in questo momento di fortissima difficoltà: chiedere la neutralità dell'Europa, fare della pace un obiettivo strategico, connettere tutti i soggetti antagonisti attorno a questo obiettivo può fornire davvero un senso profondo all'idea del controsemestre europeo.
Non basta però rifletterci, è necessario agire.
***** 

E' stata una notte di scontri nell'Ucraina orientale. Dopo che venerdì la guerra era scoppiata in tutta la sua violenza. Ma arriva anche una buona notizia: gli osservatori militari dell'Osce in ostaggio a Sloviansk sono stati liberati. Lo ha reso noto Vladimir Lukin, inviato del Cremlino nel sud-est ucraino, citato dalla tv Russia Today. 

Lavrov: gli Usa fermino l'offensiva di Kiev 
Intanto la Russia ammette: Mosca ha perso effettivamente la sua influenza sulle forze di autodifesa del sud-est ucraino e non può risolvere la situazione da sola. A dirlo è stato Dmitri Peskov, portavoce di Putin. Mentre in una telefonata con il segretario di Stato Usa John Kerry, il capo della diplomazia russa Serghiei Lavrov ha invitato gli Usa «ad usare tutta la loro influenza per costringere» Kiev «a cessare immediatamente le azioni belliche nelle regioni sud-orientali ucraine, a ritirare le truppe e a liberare i partecipanti alle manifestazioni di protesta». 

I morti 
Viaceslav Ponomariov, autoproclamato sindaco di Sloviansk, roccaforte della protesta filorussa, ha affermato che in nottata sono morti oltre 10 civili del vicino villaggio di Andreievka che tentavano di bloccare un corteo di auto degli ultra nazionalisti di Pravi Sektor. Ci sono anche 40 feriti, ha aggiunto. Mancano per ora conferme indipendenti. 

Strage a Odessa 
L’episodio più drammatico è avvenuto a Odessa dove, al termine di una giornata di violenti scontri tra opposte fazioni, un edificio ha preso fuoco trasformandosi in una trappola mortale per decine di persone: 38 i morti secondo quanto riferito dal ministero dell’Interno ucraino; 30 soffocati dal fumo e 8 sfracellati a terra dopo essersi gettati dalle finestre. L’incendio, certamente doloso, sarebbe stato appicatto dalla frange filoucraine più radicali. Mosca ha accusato Kiev di «comportamento criminale». La città che si affaccia sul mar Nero ha vissuto tutta la giornata all’insegna della violenza scoppiata quando squadre di picchiatori filo russi hanno aggredito manifestanti pro-Kiev provocando almeno quattro morti e decine di feriti. L'Ue chiede che venga svolta «un'inchiesta indipendente per assicurare alla giustizia i responsabili di questi atti criminali». È quanto afferma una nota dell'Alto rappresentante Ue per la politica estera Catherine Ashton, la quale esorta tutte le parti alla affinché «questa tragedia non venga utilizzata per alimentare nuove violenze». 

Il ministro ucraino 
L'operazione «anti-terrorismo» condotta dall'esercito ucraino contro le roccaforti dei ribelli a Sloviansk e Kramatorsk (Est) continua. Lo ha annunciato il Ministro degli Interni ucraino Arsen Avakov. «La fase attiva dell'operazione prosegue dall'alba, noi non ci fermiamo», ha scritto il ministro sulla sua pagina Facebook. «Questa notte, le forze coinvolte nell'operazione antiterrorismo a Kramatorsk hanno preso il controllo della torre della televisione che in precedenza era sotto il controllo dei terroristi», ha aggiunto il ministro, precisando che «l'operazione è stata condotta dai soldati della Guardia Nazionale e dell'Esercito». L'operazione militare per riprendere il controllo di Sloviansk Kramatorsk è stata avviata all'alba di ieri. Intanto, ad Odessa, dove sono 38 le persone rimaste uccise nell'incendio divampato in un edificio pubblico durante gli scontri tra filorussi e filoucraini, la polizia ha arrestato oltre 130 persone. Molti sono morti asfissiati dal fumo ed altri mentre tentavano di salvarsi gettandosi dalle finestre. 

La dinamica della strage 
L'esatta dinamica degli eventi che hanno portato alla strage non è ancora chiara, ma secondo le notizie riportate i separatisti si erano barricati all'interno della Casa del Sindacato, mentre venivano lanciate bottiglie incendiarie da entrambi gli schieramenti. Il vice ministro degli Esteri ucraino, Danylo Lubkivsky ha detto alla Bbc che è in corso un'inchiesta per verificare le dinamiche, ma ha insistito sul fatto che la Russia sia da ritenersi dietro alle violenze. «La situazione rimane sotto contro, ma tutta la situazione della sicurezza rimane sotto la minaccia degli agenti speciali russi», ha affermato. 

Scontri tra polizia anti-sommossa e tatari (minoranza etnica musulmana) sono scoppiati oggi in Crimea, vicino al confine dell'Ucraina, quando il leader storico tataro, Moustafa Djemilev, ha tentato di rientrare nella penisola riannessa alla Russia, dopo esserne stato espulso qualche settimana fa. Djeminev, che ha denunciato a più riprese l'annessione della Crimea alla Russia, aveva già cercato di tornare tra la sua gente prendendo un aereo, ma a Mosca era stato respinto e costretto a rientrare a Kiev. La Medjlis, assemblea dei Tatari di Crimea, ha deciso allora di attendere il proprio capo al posto di frontiera di Armiansk. Circa 2 mila tatari si sono scontrati con la polizia locale, senza però riuscire a far rientrare il loro leader. Il governatore ad interim della Crimea, Serghei Axionov ha denunciato la provocazione, accusando Djemilev di «voler seminare il caos». I tatari della Crimea rappresentano il 12% della popolazione della penisola riannessa unilateralmente alla Russia.
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Bologna, sabato 3 maggio 2014
alle ore 15.00 in Piazza del Nettuno

PRESIDIO "CON L'UCRAINA ANTIFASCISTA"

Torna il fascismo ed il pericolo di guerra nel cuore dell’Europa

In Ucraina è in atto un colpo di Stato ad opera di gruppi neonazisti.
Ieri ad Odessa, 38 vittime innocenti sono cadute per mano di gruppi di estrema destra e di sedicenti attivisti "filoeuropei", sostenuti da un odio cieco contro tutti coloro i quali non si riconoscono nel governo golpista di Kiev.

A Sloviansk nel Donetsk, la giunta amica degli Stati Uniti e dell'Unione Europea, scatena la repressione inviando i carri armati contro il proprio popolo, che da settimane reclama diritti e democrazia in un Paese sconvolto dalla violenze fasciste operate dalle organizzazioni Pravj Sektor e Svoboda.

Anche nel caso della crisi ucraina, Usa, Nato ed Unione Europea, come già era avvenuto con le vicende libica e siriana, usano il pretesto delle manifestazioni popolari per rovesciare i governi legittimi ed esercitare una diretta ingerenza negli affari di un paese sovrano.

Violando palesemente il Diritto Internazionale, l'Unione Europea si è affrettata a riconoscere e a finanziare con 11 miliardi di (nostri) euro, un governo imposto dai rivoltosi paramilitari di piazza Maidan e composto da ministri che si richiamano apertamente all’ideologia nazista,
sostenuti dai settori reazionari del Paese e dagli oligarchi corrotti.

In nome della “sovranità ed integrità territoriale dell’Ucraina”, USA, Germania/UE e la NATO, mirano a sottomettere questo grande e ricco paese e a stringere d’assedio la Russia, oggi minacciata nel suo confine occidentale e provocata con i pogrom contro la popolazione russofona.

Il voto in Crimea e le manifestazioni nella regione orientale del Paese a maggioranza russofona, hanno dimostrato che la popolazione ha paura di un ritorno alla passata occupazione nazista, la quale memoria è viva nel ricordo di tanti cittadini democratici.

Esprimiamo la nostra solidarietà ai resistenti della Crimea, del Donetsk di Odessa e a tutti gli antifascisti ucraini, alle donne e ai tanti giovani che da mesi resistono coraggiosamente alle violenze dei golpisti di Kiev e dei loro sicari nazisti!

Quali antifascisti militanti condanniamo le violenze in atto in Ucraina ed invitiamo tutti i democratici e le istituzioni, a non prestare il fianco alla campagna di sostegno a questo colpo di Stato che rischia di far divampare nuovamente il fascismo e la guerra nel cuore dell’Europa!

Chiediamo al Parlamento e al Governo Italiano di sottrarsi alla campagna in atto contro la Russia e di lavorare ad un progetto politico di pace e cooperazione con i popoli dell'Est europeo!

SIAMO CON L'UCRAINA ANTIFASCISTA!

SIAMO CONTRO L'IMPERIALISMO DELL'UNIONE EUROPEA, DELLA NATO E DEGLI USA!

SIAMO PER LA PACE, LA FRATELLANZA E LA LIBERTA' DEI POPOLI!
 
evento Facebook: https://www.facebook.com/events/510598429044821/
 
 ===   Coordinamento Nazionale per la Jugoslavia - ONLUS https://www.cnj.it/ http://www.facebook.com/cnj.onlus/   === * ===


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(srpskohrvatski / italiano)


15 anni dall'intervento imperialista in Jugoslavia


1) Video: PERCHE'? WHY? ZASHTO? 
2) CNJ-Onlus: Izlaganje za Konferenciju "DA SE NE ZABORAVI" (Beograd, 22-23 marta 2014.god.)
3) KKE: 15 anni dall'intervento imperialista in Jugoslavia
4) Живадин Јовановић: ЗАПАД ДУГУЈЕ ИЗВИЊЕЊЕ СРБИЈИ
5) Nato, la Serbia vuole i danni
6) 23.04.1999.-2014.: Odata pošta radnicima RTS-a poginulim u NATO bombardovanju / Reso onore agli impiegati della TV di Stato che sono stati uccisi dalla NATO


=== 1 ===

In occasione dell'anniversario dei bombardamenti NATO in Yugoslavia quindici anni fa, Pandora TV presenta "WHY", il documentario in tre parti che, attraverso le testimonianze di alcuni sopravvissuti, si interroga ancora oggi sul perchè di quella tragedia.
Why? [Parte Terza] / PERCHE’ Parte terza


=== 2 ===

Il testo originale in lingua italiana: CNJ-Onlus, Messaggio di saluto alla Conferenza "PER NON DIMENTICARE"
Belgrado, 22-23 marzo 2014

Sulla Conferenza "PER NON DIMENTICARE" si veda anche:

---

Italijanska Koordinacija za Jugoslaviju - ONLUS (neprofitna, društveno korisna organizacija)

Izlaganje za Konferenciju "DA SE NE ZABORAVI"
Beograd, 22-23 marta 2014.god.


Udruženje "CNJ - Coordinamento Nazionale per la Jugoslavija, Italijanska Koordinacija za Jugoslaviju'' zvanično je osnovano 2007. godine u cilju održavanja i oživljavanja aktivnosti pojedinaca i grupa angažovanih još s početka devedesetih godina po pitanju jugoslonenske problematike, kako geografske i kulturološke tako i političke, na prostoru bivše Socijalisticke Federativne Republike Jugoslavije. 
Namera udruženja je, zapravo, da se nastave i obnove sve aktivnosti koje se tiču informisanja, solidarnosti i odbrane civilnih prava, pokrenute u Italiji pre, za vreme i posle agresije 1999. protiv Savezne Republike Jugoslavije. 

Danas smo, pre svega, ovde da bismo Vas pozdravili i poželeli uspeh na ovoj konferenciji, jer je važno pamtiti agresiju iz 1999.g, ne samo zbog toga što u ovom trenutku Sjedinjene Američke Države i Evropska unija potpiruju u mnogim krajevima sveta nove sukobe po modelu rata u Jugoslaviji, nego i zbog važnosti jugoslovenske istorije, kao i zbog stava evropske radničke klase u vezi s tim sukobima. 

Reakcija italijanske radničke klase povodom agresije na Jugoslaviju bila je različita. Najvažniji sindikat, CGIL, kao i druga dva, CISL i UIL, nedostojno su opravdali agresiju usvojivši dokument u kojem se Jugoslavija optužuje da navodno ''nije prihvatila sporazum u Rambujeu''. 
Tako se dogodilo da je mnogo radnika poverovalo tim lažima. Međutim, nezavisni sindikati su odmah zauzeli stav protiv agresije. 
Istovremeno, slaba reakcija radničke klase pod uticajem medijskih laži bila je jedan od uzroka poraza italijanske radničke klase: neshvatanje da je rat protiv Jugoslavije bio rat za kontrolu tržišta, sirovina i radne snage, kao i puteva kojima se ove odlivaju ka imperijalističkim zemljama, oslabilo je i samu radničku klasu. 
Osim toga, veliki deo političkih snaga i levičarski orijentisanih aktivista, antimilitarista i pokreta koji su navodno podržavali komunizam, imali su neodlučan stav: s jedne strane, istina je da su se borili protiv rata, sa druge,medjutim, nisu izrazili solidarnost prema napadnutima. 

Agresija na Jugoslaviju, izuzetno važnu zemlju u istoriji prošlog veka, zemlju najvećeg partizanskog pokreta u Drugom svetskom ratu, jednu od osnivača Pokreta nesvrstanih zemalja, podstakla je savest pojedinaca koji su se postepeno okupljali oko samostalno formiranih grupa ne samo da bi se suprotstavili toj agresiji, već i da izraze solidarnost narodu koji se odupirao neuporedivo jačem agresoru. Društva i udruženja, različitog stava, počela su da šalju pomoć. 
Da bi se održale veze između tih grupa rasutih po čitavom italijanskom tlu, od Trsta do Torina, od Firence do Barija, od Rima do Milana, formiran je CNJ koji se karakteriše svojom specifičnošću u uverenju da je jedinstvena jugoslovenska država bila pogodno rešenje za probleme područja na kome je nastala i da je rušenje Jugoslavije rezultat višegodišnjeg projekta Sjedinjenih Američkih Država i Evrope koji su dali podršku raznim nacionalizmima iz ekonomskih i geopolitičkih razloga. 

Agresija na Jugoslaviju uklapa se u okvir novih imperijalističkih ratova nakon pada berlinskog zida. Napad na Irak bio je prvi od tih novih ratova, ali medjunarodni kontekst nije dozvolio njegovo okončanje, tako da je pravi uzor novog ratovanja upravo agresija na Jugoslaviju. Bez pretenzija da obuhvatimo temu u potpunosti, mislimo da su zajednički elemeti novih ratova: 

* Veoma precizne medijske pripreme, poverene specijalizovanim agencijama, demonizacija zemlje koja se namerava napasti, počevši od vlade (definisane kao "režim" iako je demokratski izabrana) i čak do šefa vlade (definisanog kao "novi Hitler") 
* Veze sa nacionalističkim elementima i separatistima u zemlji koja je postala meta 
* Pokušaj da se agresija prikaže kao etički opravdana i neminovna, prema modelu "Aušvic" tj. uporedjuje se zemlja meta sa nacistima dok se unutrašnji neprijatelji, saveznici SAD i EU, uporede sa Jevrejima - radi se o etičkom ratu 
* Sankcije ili čak embargo sve dok agresor nije dovoljno spreman kako bi izbegao gubitke 
* Bombardovanje industrijskih i infrastrukturnih objekata uz korišćenje nekovencionalnog oružja 
* Ogromna razlika snaga izmedju agresora i napadnutog 
* Pobuna na ulicama protiv legitimne vlade, naširoko finansirana od SAD i EU 
* Uklanjanje ili ubistvo šefa vlade napadnute zemlje 
* Eksploatacija lokalne radne snage od strane zapadnih investitora. 
* ...

Karakteristični element agresije na Jugoslaviju je mali gubitak ljudskih života na strani agresora, dok je broj žrtava sa jugoslovenske strane bio znatan. Radilo se o vazdušnom ratu sa neverovatno čestim napadima, no zahvaljujući veštini jugoslovenskih tehničara, civilnih i vojnih, koji su često uspevali da prevare veliku američku silu, nije došlo do bitno većih razaranja. 
NATO bombardovanje prouzrokovalo je velike ekološke posledice tako da se slobodno može govoriti o hemijskom ratu: planirano i precizno sprovedeno uništavanje industrijskih objekata, od petrohemijskih industrija do farmaceutskih i prehrambenih, od elektrana i termoelektrana do automobilskih fabrika, izazvalo je efekte mnogo većih razmera nego u običnim nesrećama. Došlo je do razornih posledica na biosferu koje, zapravo, još nisu potpuno analizirane. Gubitak ljudskih života nije samo onaj za vreme agresije, nego se nastavlja tokom vremena zbog bolesti izazvanih ekološkom katastrofom (tumori, leukemija...). Posebnu raspravu bi zahteva analiza efekta osiromašenog uranijuma. Upravo oni koji su u medijskoj fazi rata krivili Srbe za takozvani genocid nad albanskim stanovništvom na Kosovu, pokušali su istrebljenje civilnog stanovništva Srbije na isti onaj način koji je primenjen za vreme embarga u Iraku kada je umrlo od gladi i bolesti oko 500.000 ljudi od kojih većina dece. 

Jugoslavija, jedna od osnivača Pokreta nesvrstanih, prva je zemlja tog bloka koja je napadnuta: SAD ne prihvataju da bilo koja zemlja teži svom sopstvenom putu u kulturnom, društvenom, ekonomskom razvoju. Jedan od ciljeva ovako žestokih bombardovanja, uništenje industrijskih objekata i infrastruktura jeste, u stvari, pokušaj da se zemlja koja im je u datom momentu "trn u oku" vrati za nekoliko decenija unazad (ako ne i u kameno doba, kako se nadao jedan američki general za vreme prve agresije u Zalivu). Nakon Jugoslavije, takodje i druge zemlje Pokreta nesvrstanih bile su napadnute i opustošene, kao Libija, ili su predmet destabilizujućih manevara. 
Cilj SAD-a je dominacija celim svetom, a to što optužuju svakog neprijatelja da je novi Hitler skriva upravo hitlerovski projekat njihove tendencije širenja prema jugu i istoku Planete. Sjedinjene Američke Države napornim korakom prati Evropska unija u nadi da joj se otvore nova tržišta kako bi mogla jeftino da koristi visokokvalifikovanu radnu snagu. Tipični primer koji potkrepljuje ovu tvrdnju je slučaj s FIAT-om u Kragujevcu.

Na desetogodišnjicu bombardovanja, u martu 2009, CNJ je zajedno sa pacifističkom organizacijom ''Rete Disarmiamoli'' upriličila veliki skup u Vićenci na kome su učestvovali predavači iz inostranstva, Juergen Elsaesser i Diana Johnstone, kao i predstavnici mnogih italijanskih društava koja su još uvek angažovana u akciji usvajanja ''na daljinu'' dece srpskih radnika (radi se o nevladinim organizacijama poput: "Non bombe ma solo caramelle", "Associazione Zastava Brescia", "Un ponte per Belgrado in terra di Bari", "Un ponte per... "). Na toj konferenciji čiji je cilj bio analiza efekata raznih vidova agresije (medijske, ekološke, ekonomske) nakon 10 godina od bombardovanja, bili su prisutni i učestvovali su u diskusiji i članovi Samostalnog sindikata Zastave iz Kragujevca. 

Agresije koje su naknadno usledile i na druge države, kao napad na Libiju, sa ubistvom Gaddafija, intervencija u Maliju, pokušaj da se uništi Sirija koji je još u toku, provokacije u Venecueli, državni udar u Ukrajini - izvršene su po "jugoslovenskom" modelu. U Ukrajini su se nedavno pojavile neofašističke snage koje su dale doprinos pobedi nacionalističkih snaga i potom napale sedište komunističke partije Ukrajine.

Ovi dogadjaji ukazuju da je neophodan kontinuitet analize i vrednosti koje počivaju na bazi istorijskih činjenica, a ne na pukim geopolitičkim idealizacijama. Zato CNJ insistira na vrednostima antifašizma i smatra važnim održavanje istorijskog pamćenja borbe jugoslovenskih partizana protiv fašizma. U tom kontekstu, CNJ organizuje istorijska istraživanja kao što su, na primer, zločini italijanske vojske za vreme Drugog svetskog rata ili donedavno malo poznat slučaj jugoslovenskih partizana u Italiji: mnogi Jugosloveni zarobljeni u Jugoslaviji od strane italijanskih okupatora i odvedeni u zarobljeništvo, nakon što su pobegli iz italijanskih zatvora ili oslobodjeni posle 25. jula 1943, borili su se sa italijanskim partizanima za oslobođenje Italije, često gubeći svoje živote.

Od 2004. godine u Italiji vodimo kampanju protiv osnivanja ''Dana sećanja'', 10. februara na dan odlaska Italijana iz Istre i Dalmacije. U stvari, izabran je datum mirovnog ugovora između Italije i Jugoslavije (10. februar 1947) tako da Italija simbolično dovodi u pitanje ugovor i državne granice. Taj datum je istovremeno i znak revizionizma jer je vremenski blizu drugog datuma, 27. januara, "Dana sećanja na Holokaust", tako da i Italijani mogu imati dan kada se predstavljaju kao žrtve, a ne kao agresori. Agresori 1941, agresori 1999. 

Što se tiče kulture, CNJ već od svog osnivanja održava odnose sa lingvistima, režiserima, intelektualcima iz svih republika bivše Jugoslavije, organizuje debate o srpsko-hrvatskom jeziku, o istoriji i umetnosti naroda koji žive na tim prostorima (Lordan Zafranović bio je više puta gost našeg društva za vreme projekcije svojih filmova ''Pad Italije'' i ''Okupacija u 26 slika''). 

Na kraju, povodom petnaestogodišnjice agresije takodje smo prisutni s našim inicijativama po Italiji. Ove godine odlučili smo da obeležimo godišnjicu sa aspekta kulturne štete usled agresije, organizujući u Milanu miting o blagu srpsko-vizantijske kulture pogođenom bombama 1999. godine koje je još i sada ugroženo na Kosovu, tamo gde je srce istorije, kulture i identiteta srpskog naroda, a koje je značajno i za sve druge Južne Slovene. Srbima na Kosovu koji i dalje pate zbog rasističkog režima nametnutog od strane NATO-a upućujemo naše najlepše misli i žalje i poručujemo da nisu sami.


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The original text: 15 years since the imperialist intervention in Yugoslavia

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http://www.resistenze.org/sito/te/po/gr/pogrec31-014259.htm
www.resistenze.org - popoli resistenti - grecia - 31-03-14 - n. 492

15 anni dall'intervento imperialista in Jugoslavia

Partito Comunista du Grecia (KKE) | kke.gr
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

31/03/2014

Una grande concentramento che ha preso la forma di una manifestazione militante contro gli interventi imperialisti, si è tenuta il 28 marzo presso l'ingresso centrale del porto di Salonicco, in occasione dei 15 anni dell'intervento dell'UE, degli USA e della NATO in Jugoslavia e il massacro del suo popolo. Alla manifestazione organizzata dall'Organizzazione di Partito della Regione della Macedonia Centrale, ha partecipato il Segretario Generale del CC del KKE, Dimitris Koutsoumpas.

Migliaia di persone hanno invaso l'ingresso principale del porto di Salonicco. Nel 1999 questo porto servì come base delle operazioni della NATO per il massacro del popolo jugoslavo, migliaia di soldati ed equipaggiamenti militari transitarono da Salonicco diretti in Kosovo.

Dimitris Koutsoumpas ha parlato compiutamente degli eventi in Jugoslavia, dell'intervento imperialista, della posizione che avevano assunto all'epoca i partiti politici e ha sottolineato che l'intervento in Jugoslavia ha dimostrato che la NATO e l'UE sono organizzazioni imperialiste istituite per servire gli interessi dei monopoli, del capitale, e naturalmente non della classe operaia, né dei settori popolari. Questo è qualcosa che da allora evidenzia solo il KKE.

Ha invitato i lavoratori a votare alle prossime elezioni di maggio, valutando la posizione di ciascun partito sulle questioni strategiche che determinano il corso del paese e la vita dei lavoratori.

Egli ha osservato che la ND e SYRIZA si stanno misurando su chi sarà in grado di servire più efficacemente la ripresa capitalista. Entrambi stanno parlando della protezione del percorso della Grecia nella zona euro e nell'Unione Europea. La ND dalla posizione di presidenza dell'UE e SYRIZA da quella di candidato alla presidenza della Commissione europea.

Ha sottolineato che è ingannevole parlare di un governo favorevole al popolo senza rovesciare il potere dei monopoli. La questione principale è organizzare da subito e dappertutto una opposizione operaia e popolare combattiva contro il padronato, il capitale, i loro governi, in generale contro il loro potere, contro l'UE. Così si ostacolerà l'attacco antipopolare e si spianerà il cammino al popolo per la presa del potere.



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ЗАПАД ДУГУЈЕ ИЗВИЊЕЊЕ СРБИЈИ

четвртак, 17 април 2014

Аутор: Живадин Јовановић

Бивши немачки канцелар Герхард Шредер, нешто пре недавне посете Београду, изјави да су чланице НАТО-а, дакле, и Немачка, нападом на СР Југославију 1999., прекршиле међународне законе. У време напада, односно, агресије, Шредер је био Савезни канцелар Немачке. Шредер је први председник владе једне земље чланице НАТО и ЕУ, из времена агресије НАТО, који је јавно признао да су нападачи прекршили међународне законе. Дакле, Шредер, влада чији је шеф био и његова земља су, дакле, свесно, умишљајно, учествовале у кршењу међународних закона. По дефиницији међународних закона то је била оружана агресија која је злочин против мира и човечности. По међународним, али и по националним законима, ко супротно законима другом нанесе штету, има обавезу да исту надокнади. То је законска, али и морална и цивилиѕацијска обавеза. А штета нанета СР Југославији – Србији и Црној Гори - је огромна. Само директна материјална штета процењена је одмах након агресије на 100 милијарди америчких долара. Без процене штете за близу 4.000 убијених и око 10.000 рањених људи. Без процене штете по здравље људи и природну околину од употребе пројектила са осиромашеним уранијумом, касетних и графитних бомби. О патњама читаве нације и моралној штети да не говоримо.

НАТО је, како преносе медији, на свом сајту управо објавио саопштење у којем се, поред осталог, наводи да је напад на СР Југославију пре 15 година извршен без овлашћења Савета безбедности. А зна се, према Повељи УН једино тело које може дати одобрење за било какву војну акцију против неке друге земље јесте управо Савет безбедности. Дакле, сам по себи, став да је напад извршен без одобрења Савета безбедности, намеће закључак да је НАТО свесно, умишљајно, прекршио Повељу УН која је темељ читавог међународног правног поретка успостављеног после Другог светског рата. Агресијом НАТО против СРЈ пре равно 15 година, Алијанса је озбиљно поткопала, угрозила светски правни поредак. НАТО, додуше, наводи у саопштењу, да се одлучио на напад да би осигурао безбедно окружење, спречио масовно кршење људских права и протеривање становника. Колико је то био мотив, а колико маска за стално стационирање америчких војника (Боднстил) као ослонца стратегије експанзије на Исток, поодавно, углавном, није спорно, не само за аналчитичаре и слободно мислеће људе, већ ни за јавност у Европи и у свету. Какво је то безбедно окружење у коме је током мандата КФОР-а (читај: НАТО) на Косову и Метохији уништено 150 српских средњевековних манастира и цркава, разорано десетине, ако не стотине, српских гробаља, протерано око 250.000 Срба и других неалбанаца којима се ни после 15 година од протеривања не дозвољава слободан и безбедан повратак на њихова огњишта? Шта значи слобода за и „безбедно окружење“ за жртве погрома Срба 2004. године, за киднаповане, убијене и нестале, посебно за жртве трговине људским органима? О томе и много чему другом нема речи у ни у једном саопштењу НАТО.

Неко може рећи, да је саопштење НАТО усмерено да изравна рачуне са Русијом око Украјине. Да, управо, то је то циљ. Само, нико није у обавези да прихвати полуистине, искривљавање, арбитрарно тумачење ставова Савета безбедности, двоструке стандарде, селективно баратање чињеницама. Зашто међу аргументима званичника НАТО никада нема цитата и извештаја са Косова и Метохије немачког генерала Локваја, кључног војног аналитичара КВМ, или Дитмара Хартвига, шефа Мисије Европске уније у Покрајини (ЕЦММ) до почетка агресије? Зашто нико не помиње да се резолуцијама Савета безбедности усвојеним пре почетка агресије од свих чланица светске организације, дакле и од чланица НАТО, тгражило да прекину финансирање, наоружавање и обучавање терористичких формација на (са) Косову и Метохији? О чему су говорили такви позиви (налози) – о чистим рукама и принципијелности служби чланица НАТО, о посвећености борби против тероризма и поштовању људских права?! 
Шредер је током посете Београду имао разговоре на највишим нивоима у Србији. Није познато да ли је том приликом поновио оцену о свом, немачком, или НАТО свесном кршењу међународних закона приликом агресије против Србије и Црне Горе ни да ли је уопште било речи о агресији иако су управо тих дана његови београдски саговорници полагали венце и одавали пошту жртвама агресије поводом њене 15. годишњице. Изјаву дату немачким медијима о учешћу у кршењу међународних закона, Шредер није поновио медијима у Београду, а очигледно није нашао за сходно да поводом тужне 15. годишњице, изрази јавно извиње због кршења међународних закона на штету Србије и српског народа, односно, због злочина учњених „у име Немачке“, у име НАТО, или већ било кога другог. Шредер је добро знао да долази у посету Србији управо у време када се жртвама агресије за коју и сам носи не малу одговорност. Како му није пало на памет да бар један каранфил положи на споменик палој деци у Парку Ташмајдан?

Зашто се Шредр није извинио Србији и њеним грађанима за страдања , за велике људске губитке? Зашто?

Да ли, на пример, зато што сматра да је речено кршење међународних закона, било и остало у интересу „људских права“, „добробити српског народа“, демократије, „европске перспективе Србије“, будућности, „бољег живота“? Тешко да би то био разлог. Каква би то била представа о људским правима, демократским и цивилизацијским вредностима, које се бране убијањем деце, тровањем народа, геноцидним оружјима као што су осиромашени уранијум, касетне и графитне бомбе, разарањем школа, болница, цркава, мостова, путева, пруга, радио и ТВ станица, уништавањем природне околине, савезништвом са овејаним терористима и структурама организованог међународног криминала?

Или, можда, Шредер сматра да пошто већ подавно више није завнични представник Немачке, нема права да својим изјавама обавезује Нмачку, њену садашњу владу? То и не би био сасвим нелогично. Међутим, зашто се бар у лично име, као учесник у злочину, не извину, бар за убијену децу, за 16-годишњу математичарку Сању Миленковић, погинулу приликом бомбардовања моста у Варварину, или двогодишњу Милицу Ракић, страдалу у родитељском наручју у Батајници, или трогодишњу Драгану Димић, из Старог Грацког, код Липљана, за њих 88... Уосталом, ако је имао овлашћења да говори како Немачка сматра Србију „кључним партнером на Балкану“, како ће Немачка пружити сваку подршку Србији на њеном путу ка чланству у ЕУ, било је још логичније да се извини српском народу за нешто за шта је и лично одговоран. Немачка јавност, која се у међувремену „едуковала“, која је сазнала за многобројне лажи и манипулације типа „Плана потковице“ владе чији је канцелар био управо Герхард Шредер, не би му замерила да се јавно извинио. Да не говоримо о томе да би му на таквом људском и цивилизованом гесту честитали многи врхунски немачки интелектуалци и поборници истине, као што су један други бивши немачки канцелар – Хелмут Шмит, парламентарац и државни секретар Вили Вимер, већ поменути генерал Хајнц Локвај, адмирал Елмар Шмелинг, проф. Клаус Хртман, проф. Волфганг Рицхтер, амбасадор Дитмар Хартвиг и многи други.

Заиста, тешко да је било прикладније прилике за извиње Шредера за злочине учињене Србији 1999. године него што је његов боравак у тренутку када цела Србија, читава јавност одају почаст жртвама агресије поводом 15. годишњице. У том тренутку у Београду се налазило 30 врхунских немачких интелектуалаца који су учествовали на међународној конференцији под мотом „ДА СЕ НЕ ЗАБОРАВИ“. Иако је било гостију из око 50 земаља из свих делова света, група из Немачке била је далеко најбројнија.

Све је већи број европских и светских интелектуалаца, аналитичара и историчара долази до кључне оцене – агресија НАТО против СР Југославије била је рат против Европе у коме је учествовала Европа! Иако су САД имале кључну улолгу у томе рату, и управо због тога, последице тог трагичног рата не трпе САД, већ Европа. И још дуго ће трпети. Немачка није изузета из ношења терета последица агресије. Напротив.

То је био рат за глобалне америчке циљеве. Један од тих циљева је био – даље притезање америчког захвата око Европе, притезање загрљаја. О томе сведочи и текућа криза у и око Украјине до које није дошло спонатано, нити вољом Европе. Порекло је у стратегији глобалног интервенционизма, „обојеним револуцијама“ (са песницом као заштитним знаком), сарадњи са терористима, наци-фашистима, „демократизацији“ милионским кеш исплатама, злочинима који се олако приписују противнику... Та технололгија и ижењеринг до детаља су испробани у периоду од 1995. – 2000. на Србији. Сада је то ГМО семе империјалистичке доминације.

Није ли време за катарзу европске и америчке политичке елите од неморала, лицемерја, од затварања очију пред стравичним злочинима у име „људских права“, „борбе против тероризма“, „уништавања оружја за масовно уништавање“, од шпијунирања пријатеља и сопствених грађана, тајних затвора и летова, сарадње са терористима, неонацистима, неофашистима, вођама нарко-кланова...

Прљаве методе политичке елите на Западу које су ескалирале током протекле две и по деценије у име цивилизацијских вредности као што су људска права, достојанство, морал, демократија и слобода – спредстављају канцер који озбиљно угрожава највеће цивилизацијске вредности. Ко ће и како надокнадити 150 средњевековних цркава и манастира порушених на Косову и Метохији? Или можда није требало ни да постоје. „И тако су били превише стари“, био је антологијски одговор високог официра НАТО на Косову и Метохији!

Све чега смо сведоци, од Бондстила и милитаризације Европе, преко напада на Авганистан, Ирак, Либију, Мали, до нових „антиракетних штитова“ и сукоба и преврата у Украјини, директно или индиректно, почело 90-их година прошлог века преко глава српског народа. Ред је, ипак, да се неко коначно извини Србији и српском народу. Без тога, чини ми се, тешко може бити боље Европи и свету.

Подсетимо се, ове године обележава се 100. годишњица почетка Првог и 75. годишњица почетка Другог светског рата, 70. годишњица ослобођења Београда од фашистичког окупатора и 15. годишњица агресије НАТО. Поуке историје се не смеју заборавити.


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Nato, la Serbia vuole i danni

Si riaffaccia l'idea di rivolgersi alle organizzazioni internazionali, mentre qualcuno propone a chi ha bombardato con l'uranio di costruire un ospedale per i molti ammalati

venerdì 18 aprile 2014

A quindici anni dai "bombardamenti umanitari" che devastarono il paese, la Serbia adesso é nelle condizioni di chiedere una compensazione dei danni ai paesi che presero parte alla campagna della Nato: questa almeno è l'idea che si sta affacciandi nei circoli governativi e presto potrebbe dar luogo a qualche sorpresa.La possibilità nasce tutta dalla nuova posizione internazionale di Belgrado e dagli spiragli aperti dalla sentenza di una corte internazionale.

Dopo la devastante canpagna dell'Alleanza la Serbia si era rivolta alla Corte internazionale di giustizia, organismo delle Nazioni Unite per ottenere i danni ma allora la risposta era stata farisaica: il tribunale non poteva pronunciarsi sulla richiesta poiche' all'epoca la "piccola Jugoslavia", ovvero la federazione fra Serbia e Montenegro, non faceva parte dell'assemblea dell'Onu.

Poco dopo anche la Corte europea per i diritti dell'uomo ha seguito la stessa linea, però adesso il massimo esperto di diritto del ministero degli Esteri,Rodoljub Etinski ritiene che anche se non vi è alcuna possibilità di intraprendere azioni legali la questione possa essere risolta in modo informale , con risarcimenti economici o altre forme di sostegno per la Serbia.

Se prima gli Stati che hanno partecipato al bombardamenti non potevano riconoscere formalmente le proprie responsabilità, oggi possono contribuire ad attenuare le conseguenze bombardamenti attraverso qualche sostegno economico e finanziario o di altre forme di impegno che migliorino la situazione economica e sociale del paese . "In questo modo il recupero da parte della Serbia sarebbe più facile , mentre alcuni Stati esteri assolverebbero ad un obbligo morale ", dice .

Anche alla facoltà di giurisprudenza dell' Università di Belgrado un docente, Bojan Milisavljevich][b/] ritiene che vi sia la possibilità di una compesazione con l'aiuto delle organizzazioni internazionali , soprattutto in conseguenza del caso del traffico di organi e dei crimini dell' "Uck" in Kosovo . " Il percorso legale attraverso cui la Serbia potrebbe tentare di ottenere il risarcimento dei danni deve partire dal traffico di organi in Kosovo e dall'inchiesta del Consiglio d'Europa: siamo vicino alla formazione di un tribunale speciale che finalmente dovrebbe esaminare le responsabilità. Attraverso le organizzazioni internazionali del Consiglio d' Europa o le Nazioni Unite , si potrebbe chiedere una commissione speciale che determini la portata e l'ammontare dei danni inflitti dai bombardamenti della Nato" .

E qui si apre un altro delicatissimo capitolo. "La commissione dovrebbe determinare il livello di contaminazione radioattiva del suolo , delle acque e dell'ambiente e danni ", aggiunge il professore mentre un altro docente, Viseslav Hadzzitanovic , cardiologo , suggerisce anche un'altra strada. "Dovremmo chiedere la costruzione di un ospedale speciale per le malattie maligne finanziato dai membri della Nato che hanno partecipato ai bombardamenti ", dice.

"Sappiamo che nel bombardamento sono state adoperate bombe all'uranio impoverito e che la Serbia ha visto aumentare il numero dei casi e dei decessi per cancro. Se fossi il ministro della Sanità aprirei un confronto con gli Usa e la Nato per aiutare i malati a sopravvivere ed ottenere un'adeguata tutela della salute , perché la gente spesso non ricevono in ritardo o ricevono la tutela della salute . Lo Stato serbo da parte sua potrebbe mettere a disposizione dai 10 a 30 ettari di terreno per la costruzione dell'ospedale che sarebbe dotato di tecnologie moderne e potrebbe usufruire dell'apporto di esperti provenienti da paesi che hanno preso parte ai bombardamenti ."


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Sull'assassinio dei 16 giornalisti ed impiegati della RTS nell'aprile 1999 si veda anche
il Rapporto di Amnesty International: https://www.cnj.it/24MARZO99/amnesty2000.htm
la pubblicazione ed il video "SEDÌCI PERSONE. Le parole negate del bombardamento della TV di Belgrado": https://www.cnj.it/24MARZO99/criminale.htm#sedici
ed altra documentazione al link: https://www.cnj.it/24MARZO99/criminale.htm#rts

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E’ stato reso onore agli impiegati della TV di Stato che sono stati uccisi dalla NATO

23. 04. 2014. 

Le famiglie, i colleghi e gli amici degli impiegati della TV di Stato che sono stati uccisi nei bombardamenti della NATO il 23 aprile del 1999 hanno deposto le ghirlande sotto il monumento nel Parco di Tasmajdan a Belgrado, sul quale scrive Perché?. Le ghirlande sono state deposte anche dai rappresentanti della TV di Stato e le associazioni dei giornalisti. Il direttore della RTV Serbia Nikola Mirkov ha detto che in quel luogo sono state uccise 16 persone innocenti. I dirigenti della NATO hanno deciso di attaccare un Paese sovrano, la Serbia, e di ucccidere i civili, trasgredendo tutti i principi del diritto internazionale e le regole del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, ha detto Mirkov.

Odata pošta radnicima RTS-a poginulim u NATO bombardovanju

Sre, 23/04/2014 

Polaganjem venaca i paljenjem sveća kod spomenika "Zašto?" u beogradskom Tašmajdanskom parku, porodice, kolege i prijatelji odali su poštu radnicima RTS-a poginulim u NATO bombardovanju na današnji dan 1999. Vence su položili predstavnici RTS-a, novinarskih udruženja, članovi porodica i kolege poginulih. Istakavši da je NATO bombardovanje zgrade RTS-a bio strašan zločin, v. d. direktora RTS-a Nikola Mirkov je ukazao da su na tom mestu stradalo 16 nevinih ljudi. Mirkov je podsetio da su zvaničnici NATO-a odlučili da mimo svih međunarodnih principa i Saveta bezbednosti UN, napadnu jednu zemlju, gađajući i civilne ciljeve.

(Izvor: Tanjug)





Milano, sabato 10 maggio 2014
alle ore 16:00 presso la sala conferenze del C.A.M. "Scaldasole" - Via Scaldasole 3/A (zona Ticinese)


Kosovo-Serbia-Jugoslavia
UN TESORO IN PERICOLO



Seminario - Proiezioni e dibattito

Coordina:
Andrea Martocchia - segretario, Coordinamento Nazionale per la Jugoslavia ONLUS

Intervengono:
ROSA D'AMICO - storica dell'arte, già Direttrice della Pinacoteca di Bologna e funzionaria della Soprintendenza per i beni artistici, storici ed etnoantropologici di Bologna. E' la maggiore esperta italiana in tema di arte medioevale serbo-bizantina
ALESSANDRO DI MEO - coordinatore delle attività di solidarietà verso la Serbia e il Kosovo per la ONG "Un Ponte per…" (Roma)
JEAN TOSCHI MARAZZANI VISCONTI - giornalista e saggista, autrice e curatrice di libri sulle questioni jugoslave per le case editrici Città del Sole e Zambon

I principali monumenti della cultura serba antica - da Studenica a Mileševa e Sopoćani, fino alle chiese trecentesche del Kosovo - stanno a testimoniare di un inestimabile patrimonio di cultura e di civiltà fiorito nel cuore dei Balcani e quindi dell'Europa. Un tesoro che in Italia è praticamente sconosciuto, nonostante i secolari rapporti storici ed artistici tra le due sponde dell'Adriatico. Anziché tutelare e promuovere la conoscenza di quel patrimonio, il nostro paese ha partecipato ad azioni militari e passaggi politico-diplomatici che lo hanno messo a repentaglio in anni recenti.
In questo 2014 cadono infatti il 15.mo anniversario dei bombardamenti della NATO su ciò che rimaneva della Jugoslavia dopo le già gravi secessioni iniziate nel 1991, e il 10.mo anniversario dei pogrom scatenati contro i serbi in Kosovo sotto gli occhi poco innocenti delle nostre truppe di occupazione. Fatti che non intendiamo dimenticare.
Il Kosovo, cuore storico della Serbia, che è a sua volta parte della Jugoslavia: sono per eccellenza i luoghi della convivenza tra culture diverse, e tali rimangono malgrado le politiche identitarie e nazionalistiche abbiano portato disunione e sangue con l'avallo della peggiore politica nostrana. Quei monumenti appartengono ad una identità condivisa, anche se spesso dimenticata, e la perdita di parte di quel patrimonio, avvenuta nel tempo e in occasione dei recenti eventi bellici, costituisce una ferita gravissima e non rimarginabile alla conoscenza non solo della storia di quei luoghi, ma anche della nostra.

Promuove: Coordinamento Nazionale per la Jugoslavia - ONLUS
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