evento facebook: https://www.facebook.com/events/778314625520821
Jugoinfo
REGIA DI ELENA MOZZETTA
UNO SPETTACOLO PRODOTTO DAL CP ANPI VITERBO
TRATTO DAI RACCONTI DI NELLO MARIGNOLI, PARTIGIANO VITERBESE COMBATTENTE IN JUGOSLAVIA
Dopo la commemorazione ci sposteremo al Nuovo Teatro di Cannobio per inagurare la mostra "I crimini fascisti in Jugoslavia".
La mostra sarà aperta dal 25 aprile fino al 3 maggio.
Se volete essere sicuri che la mostra sia aperta potete scrivere sulla nostra pagina oppure alla nostra mail: anpicannobioevalle @ inventati.org
Oggetto: 25 Aprile 2014: Comunicato stampa con preghiera di cortese pubblicazione e Invito a presenziare.
Comitato Provinciale/Pokrajinski odbor ANPI –VZPI
Sezione Borgo San Sergio - S. Anna - Coloncovez
Naselje Sv. Sergija-Sv. Ane- Kolonkovca
In collaborazione con il SISA – Sindacato Indipendente Scuola e Ambiente
V sodelovanju z Neodvisnim Sindikatom za šolo in okolje SISA
Casa del Popolo - Ljudski Dom - “Palmiro Togliatti”
Borgo San Sergio - Via Di Peco 7
Venerdì 25 aprile 2014 alle 18.00 – V petek, 25. april 2014, ob 18.00
Presentazione del libro - Predstavitev knjige
“Partigiani a Trieste”
I Gruppi di Azione Patriottica e Sergio Cermeli
Hammerle Editori
Introduce: Marta Ivašič Modera: Davide Rossi
Knjigo bosta predstavila Marta Ivašič in Davide Rossi
Sarà presente l'autore - Prisoten bo avtor
Sergio Mauri
Seguirà una cena, per prenotazioni telefonare al numero 040/826921 dal martedì a domenica dalle ore 16.30 alle 20.30, entro martedì 22. aprile.
Sledila bo večerja, za rezervacije kličati na št. 040/826921 od torka do nedelje, od 16.30 do 20.30, rezervacije se sprejmejo do torka, 22. april.
Musiche originali di Marco Vilevich eseguite dai Bachibaflax. Lettura e interpretazione di Tiziana Bertoli, Luca Giustolisi, Katia Monaco e Stefano Vattovani.
Entrata gratuita
Lipa è un piccolo paese della Croazia nord occidentale a ridosso del confine croato-sloveno. Il 30 aprile del 1944 tedeschi e italiani lo rasero al suolo distruggendo e dando alle fiamme 87 case e 85 fra stalle e capanne. Risparmiarono solo la chiesa. Vennero massacrate 269 persone. Erano anziani, donne e bambini. Gli uomini e i giovani del paese non c'erano, tutti impegnati nei boschi e nei monti con le brigate partigiane. Ben 121 bambini persero la vita quel giorno a Lipa. Il più piccolo aveva solo sette mesi. Lipa è uno dei tre villaggi che sono stati completamente bruciati e distrutti nella seconda guerra mondiale.
Lipa è un testo di Giuseppe Vergara. E' una storia che incrocia la Storia.
a 70 anni dalla proclamazione
Questo il Proclama del Comando della Brigata "Gramsci", di cui erano commissario politico Alfredo Filipponi "Pasquale" e comandante Svetozar Laković "Toso", affisso esattamente 70 anni fa in 200 copie nelle diverse località umbre e laziali liberate.
Nel 1975, nell'ambito delle celebrazioni per il Trentennale della Liberazione in Umbria, si tenne a Norcia una Tavola Rotonda su quei fatti. Ne è rimasto solo un dattiloscritto, che significativamente riporta la seguente Nota: "Il testo degli interventi, non rivisto dagli autori, è stato trascritto cercando di alterare il meno possibile il 'parlato'. Consapevoli delle carenze di questo ciclostilato, consideriamo comunque utile presentarlo per fornire una prima documentazione, costituita da testimonianze, su una parte rilevante della storia locale riguardante la Resistenza."
a 70 anni dalla proclamazione 1944-2014
prefazione di Francesco Innamorati (2)
introduzione di Costantino Di Sante (3)
Si tratta della scomparsa di quell'Italia rurale che aveva rappresentato il retroterra indispensabile della mobilitazione partigiana; si lamenta la crisi non solo del movimento per una trasformazione sociale radicale, di cui erano stati protagonisti i partigiani delle correnti socialista e comunista, ma anche del più generale processo di democratizzazione del nostro paese; si constata la emarginazione ed irrilevanza politica dei partigiani ex combattenti sulla scena politica dell'Italia repubblicana.
La componente sociale borghese e intellettuale, nei fatti qui narrati, fu secondaria. È noto d'altronde come la guerra inverta il rapporto città-campagna… e come, nel nostro paese, la fine della guerra abbia frettolosamente ristabilito il rapporto "gerarchico" e di egemonia culturale nei vecchi termini – per molte cause, dall'industrializzazione alla emigrazione, tutte risultanti in una urbanizzazione squilibrata.
La "Zona Libera" ed il movimento partigiano in Valnerina e aree limitrofe avevano rappresentato una inedita esperienza sociale di unione nella lotta tra la componente operaia ternana e la componente contadina e montanara. Tale esperienza fu drasticamente interrotta subito dopo la Liberazione: da una parte gli operai della città, sotto l'egemonia del PCI, dall'altra le popolazioni della valle e delle montagne, "recuperate" dalla Balena Bianca; una separazione significativamente sottolineata anche dalla non scontata demarcazione amministrativa tra le due province, rispettivamente di Terni e Perugia.
Però la vicenda della Brigata "Gramsci" non solo non può essere semplicisticamente definita "ternana" o "perugina", ma non è nemmeno una vicenda solo "umbra": la zona delle operazioni si estese infatti nelle Marche, fin sui Sibillini, e nel Reatino, quasi fino all'Abruzzo (Posta, Accumoli: la Via Salaria come la Via Flaminia fu asse strategico dell'azione militare dei partigiani). L'area liberata rispecchiava quindi, nella sua estensione, la conformazione geografica reale, la (in)accessibilità effettiva dei luoghi, meglio che non i confini amministrativi provinciali. Tra le specificità della "Zona Libera" alcune vanno insomma declinate in termini eminentemente geografici, perché la Storia, in effetti, è anche geografia.
a 70 anni dalla proclamazione 1944-2014
IL 5 PER MILLE A CNJ ONLUS
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... e ricorda anche che i versamenti effettuati direttamente a favore di CNJ-onlus (o equivalentemente JUGOCOORD onlus) - sottoscrizioni annuali, elargizioni e donazioni volontarie - sono deducibili o detraibili, purchè siano stati effettuati:
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Per i dettagli: https://www.cnj.it/coordinamentos.htm#deduci
Dal 2012 i proventi del 5 per mille sono integralmente destinati ad iniziative mirate:
L'iniziativa beneficiaria dei ricavi dei contributi 5x1000 2010 (redditi 2009 - 620,27 euro) è Pubblicazione di una monografia artistica di Milena Ċubraković
L'iniziativa beneficiaria dei ricavi dei contributi 5x1000 2011 (redditi 2010 - 606,46 euro) è Traduzione in lingua serbocroata del volume "I partigiani jugoslavi nella Resistenza italiana"
L'iniziative beneficiaria dei ricavi dei contributi 5x1000 2012 (redditi 2011 - 996,92 euro) è da decidere in occasione della Assemblea dei Soci 2014 della Onlus
4) Beograd 4/5: četvrti tradicionalni komemorativni skup povodom godišnjice smrti maršala Jugoslavije druga Josipa Broza Tita
Dopo settanta anni un libro ricostruisce l’eccidio di quattro partigiani comunisti a Malga Silvagno, nell’altopiano di Asiago, compiuto da altri partigiani badogliani.
Una storia misconosciuta, taciuta, ingombrante: ragioni di opportunità politica, dall’immediato dopoguerra ai giorni nostri, stanno alla base di questo lungo oblio.
Questa storia verrà raccontata e illustrata con una ricca documentazione fotografica da Ugo De Grandis, autore di “Malga Silvagno – il giorno nero della resistenza vicentina”
Per info: Assemblea Antifascista Bassanese - cianorio @ libero.it
Presso la Libreria Minerva - V knijžnici Minerva
Trieste - Via San Nicolò 20
Mercoledì 23 aprile 2014 alle 18.30 – V sreda , 23. april 2014, ob 18.30
Presentazione del libro - Predstavitev knjige
“Partigiani a Trieste”
I Gruppi di Azione Patriottica e Sergio Cermeli
Hammerle Editori
Introduce: Marta Ivašič
Knjigo bosta predstavila Marta Ivašič
Sarà presente l'autore - Prisoten bo avtor
Sergio Mauri
Segue dibattito - Sledi razprava
ore 21:00 - Sala riunioni del Dopolavoro ferroviario (1° Piano), Piazza della Stazione
UCRAINA 2014
A 69 anni dalla liberazione dal nazifascismo - a 15 anni dai bombardamenti sulla Jugoslavia
I padroni di oggi - Unione Europea, U.S.A., N.A.T.O. - continuano ad usare organizzazioni nazi-fasciste e reazionarie per imporre con la violenza la dissoluzione di interi stati, lo sfruttamento intensivo della manodopera, l'annessione di territori, la rapina delle altrui risorse naturali
ALL’INCONTRO-DIBATTITO PARTECIPERANNO:
GIULIETTO CHIESA Giornalista e Presidente di Alternativa Politica
ANDREA MARTOCCHIA Coordinamento Nazionale per la Jugoslavia Onlus
INTRODUCE:
VALTER LORENZI Rete dei Comunisti
La ricorrenza della liberazione dell’Europa dal giogo nazifascista torna quest’anno di estrema attualità, per evidenti motivi. Sull’onda della crisi sistemica del capitalismo gli epigoni di Hitler, Mussolini e dei vari duci che contribuirono al massacro della seconda guerra mondiale (Stepan Bandera in Ucraina, Ferenc Szálasi in Ungheria, Philippe Pétain in Francia…), tornano a occupare un ruolo centrale nelle vicende politiche contemporanee del continente.
La storia post bellica ci ricorda che in Europa, ben prima della fine della seconda guerra mondiale, i servizi segreti occidentali (in primis statunitensi e inglesi) reclutarono quadri militari e politici dei regimi reazionari in rotta, in funzione anticomunista e antisovietica. Furono organizzate sia vie di fuga sicure (le famigerate Rat line) per l’espatrio dei gerarchi nazi-fascisti più noti, sia reti spionistiche e paramilitari di funzionari degli ex regimi neri, attraverso l’uso delle basi militari della NATO e delle forze dell’ordine locali, (le reti Stay behind – Gladio). Così i nazi fascisti hanno continuato a svolgere il ruolo di braccio armato contro i movimenti politici, sociali e sindacali che si battevano per l’emancipazione dallo sfruttamento capitalista. In Italia questa funzione fu svolta attraverso la “strategia della tensione”, con le bombe sui treni e nelle piazze, gli omicidi mirati di dirigenti sindacali, comunisti, antifascisti, democratici.
I leader di questi gruppi reazionari sono da tempo usciti dall’ombra, proponendosi come leader di partiti e coalizioni diverse, nel tentativo di egemonizzare e rappresentare il malessere prodotto dalla attuale crisi sistemica del capitalismo. Il loro successo in alcuni paesi è sotto gli occhi di tutti, dalla Francia all’Ungheria, sino all’Ucraina, dove le milizie naziste di Svoboda e Pravij Sector hanno svolto un ruolo decisivo nel golpe che ha defenestrato il governo Yanukovich. La coalizione filo occidentale impostasi a Kiev a fine febbraio scorso vede tra i suoi venti ministri quattro nazisti. Nel silenzio dei mass media occidentali, la vita a Kiev per comunisti, democratici, ebrei, antifascisti e russofoni è resa impossibile dalle scorrerie dei gruppi paramilitari nazisti, inseriti recentemente nelle strutture di sicurezza statali dal governo in carica.
L’iniziativa del prossimo mercoledì 23 aprile ha come obiettivo quello di squarciare il velo di silenzio costruito ad arte dai mass media su questa realtà. Il caso ucraino oggi, le aggressioni contro il governo rivoluzionario venezuelano, la disintegrazione della Libia, l’aggressione alla Siria, così come la distruzione dell’ex Jugoslavia quindici anni fa, sono esempi evidenti di come le politiche di proiezione bellica dell’imperialismo della Unione Europea e degli USA continuino a usare reazionari, fondamentalisti islamici e nazi - fascisti per imporre con la forza le proprie ricette economiche, strappando con il terrorismo e golpe militari territori, risorse energetiche e umane all’avversario di turno, in questo caso la Russia.
A sessantanove anni dalla liberazione dal nazi – fascismo, a cento dall’anniversario della prima guerra mondiale, la storia del continente torna a vivere, in forme diverse dall’inizio del secolo scorso, l’incubo del bellicismo militarista delle grandi potenze.
Per questo le parole d’ordine che invitano i cittadini a partecipare all’iniziativa di mercoledì 23 aprile indicano l’urgenza di TORNARE A LOTTARE CONTRO LA MACCHINA BELLICA DELL'IMPERIALISMO EUROPEO E STATUNITENSE E A COMBATTERE IL FASCISMO, DA SEMPRE BRACCIO ARMATO DI QUESTE POLITICHE DI MORTE.
Durante la serata sarà presentato il quaderno della Rete dei Comunisti “ ANTIFASCISTI OGGI ANTIFASCISMO PERMANENTE”.
Raccolta sottoscrizioni per PANDORA TV - Un’altra visione del mondo
INIZIATIVA PROMOSSA DALLA RETE DEI COMUNISTI
Cercaci su Facebook: Rete dei Comunisti Pisa
Skup će se održati od 11 do 13 časova u bioskopskoj sali Muzeja Istorije Jugoslavije.
Prethodno će se u 10 časova u Kući Cveća obaviti polaganje venaca svih jugoslovenskih naroda i narodnosti drugu Titu i drugarici Jovanki.
Pozivamo sve drugarice, drugove, Jugoslovenke, Jugoslovene, komuniste i antifašiste da se tog dana nađemo na istom mestu i da pokažemo da nastavljamo putem koji nam je trasirao naš predsednik, naš maršal Tito.
SMRT FAŠIZMU, NACIONALIZMU I KAPITALIZMU!!!
SLOBODA NARODU, KOMUNIZMU I JUGOSLAVIJI!!!
NEKA VEČNO ŽIVI LIK I DELO MARŠALA TITA!!!
ŽIVELA JUGOSLAVIJA!!!
U vezi svih pitanja i informacija o skupu ČETVRTI KOMEMORATIVNI SKUP MARŠALU JUGOSLAVIJE JOSIPU BROZU TITU možete se obratiti sledećim osobama:
Boris Petković generalni sekretar pokreta JUGOSLOVENSKI CENTAR TITO - +30160/3997070
Dragana Živanović organizacioni sekretar pokreta JUGOSLOVENSKI CENTAR TITO - +38160/4226041
Il governo taglia tutto, ma non le spese militari
Quanto ci costa il Def della Nato
di Manlio Dinucci, Il Manifesto, 9.4.2014
Mentre nella «spending review» il governo promette una riduzione di 300–500 milioni nel bilancio della difesa — senza dire nulla, a quanto pare sugli F35 — , l’Italia sta assumendo nella Nato crescenti impegni che portano a un inevitabile aumento della spesa militare, diretta e indiretta. La Nato non conosce crisi. Si sta costruendo un nuovo quartier generale a Bruxelles: il costo previsto in 460 milioni di euro, è quasi triplicato salendo a 1,3 miliardi. Lo stesso è stato fatto in Italia, dove si sono spesi 200 milioni di euro per costruire a Lago Patria una nuova sede per il Jfc Naples: il Comando interforze Nato agli ordini dell’ammiraglio Usa Bruce Clingan – allo stesso tempo comandante delle Forze navali Usa in Europa e delle Forze navali Usa per l’Africa – a sua volta agli ordini del Comandante supremo alleato in Europa, Philip Breedlove, un generale statunitense nominato come di regola dal presidente degli Stati uniti.
Tali spese sono solo la punta dell’iceberg di un colossale esborso di denaro pubblico, pagato dai cittadini dei paesi dell’Alleanza. Vi è anzitutto la spesa iscritta nei bilanci della difesa dei 28 stati membri che, secondo i dati Nato del febbraio 2014, supera complessivamente i 1000 miliardi di dollari annui (circa 750 miliardi di euro), per oltre il 70% spesi dagli Stati uniti. La spesa militare Nato, equivalente a circa il 60% di quella mondiale, è aumentata in termini reali (al netto dell’inflazione) di oltre il 40% dal 2000 ad oggi.
Sotto pressione degli Stati uniti, il cui budget della difesa (735 miliardi di dollari) è pari al 4,5% del prodotto interno lordo, gli alleati si sono impegnati nel 2006 a destinare al bilancio della difesa come minimo il 2% del loro pil. Finora, oltre agli Usa, lo hanno fatto solo Gran Bretagna, Grecia ed Estonia. L’impegno dell’Italia a portare la spesa militare al 2% del pil è stato sottoscritto nel 2006 dal governo Prodi. Secondo i dati Nato, essa ammonta oggi a 20,6 miliardi di euro annui, equivalenti a oltre 56 milioni di euro al giorno. Tale cifra, si precisa nel budget, non comprende però diverse altre voci. In realtà, calcola il Sipri, la spesa militare italiana (al decimo posto su scala mondiale) ammonta a circa 26 miliardi di euro annui, pari a 70 milioni al giorno. Adottando il principio del 2%, questi salirebbero a oltre 100 milioni al giorno.
Agli oltre 1000 miliardi di dollari annui iscritti nei 28 bilanci della difesa, si aggiungono i «contributi» che gli alleati versano per il «funzionamento della Nato e lo sviluppo delle sue attività». Si tratta per la maggior parte di «contributi indiretti», tipo le spese per «le operazioni e missioni a guida Nato». Quindi i molti milioni di euro spesi per far partecipare le forze armate italiane alle guerre Nato nei Balcani, in Afghanistan e in Libia costituiscono un «contributo indiretto» al budget dell’Alleanza.
Vi sono poi i «contributi diretti», distribuiti in tre distinti bilanci. Quello «civile», che con fondi forniti dai ministeri degli esteri copre le spese per lo staff dei quartieri generali (4000 funzionari solo a Bruxelles). Quello «militare», composto da oltre 50 budget separati, che copre i costi operativi e di mantenimento della struttura militare internazionale. Quello di «investimento per la sicurezza», che serve a finanziare la costruzione dei quartieri generali, i sistemi satellitari di comunicazione e intelligence, la creazione di piste e approdi e la fornitura di carburante per le forze impegnate in operazioni belliche. Circa il 22% dei «contributi diretti» viene fornito dagli Stati uniti, il 14% dalla Germania, l’11% da Gran Bretagna e Francia. L’Italia vi contribuisce per circa l’8,7%: quota non trascurabile, nell’ordine di centinaia di milioni di euro annui. Vi sono diverse altre voci nascoste nelle pieghe dei bilanci. Ad esempio l’Italia ha partecipato alla spesa per il nuovo quartier generale di Lago Patria sia con la quota parte del costo di costruzione, sia con il «fondo per le aree sottoutilizzate» e con uno erogato dalla Provincia, per un ammontare di circa 25 milioni di euro (mentre mancano i soldi per ricostruire L’Aquila). Top secret resta l’attuale contributo italiano al mantenimento delle basi Usa in Italia, quantificato l’ultima volta nel 2002 nell’ordine del 41% per l’ammontare di 366 milioni di dollari annui. Sicuramente oggi tale cifra è di gran lunga superiore.
Si continua così a gettare in un pozzo senza fondo enormi quantità di denaro pubblico, che sarebbero essenziali per interventi a favore di occupazione, servizi sociali, dissesto idrogeologico e zone terremotate. E i tagli di 6,6 miliardi, previsti per il 2014, potrebbero essere evitati tagliando quanto si spende nel militare in tre mesi.